L’Economia di Krsna : 1–1= 1

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L’Economia di Krsna : 1–1= 1

Prendere rifugio in Krishna è la soluzione per ottenere pace e prosperità
di Arcana Siddhi Devi Dasi

Quando una venditrice riempie di frutta le mani di Krishna, Egli contraccambia riempiendole il cesto di gioielli.
L’anno scorso furono assegnati otto Academy Award a un film a basso costo realizzato in India, Il Milionario. Coloro che frequentano i cinema hanno parlato dell’emozione suscitata in loro da questa vicenda. L’idea che un mendicante dei bassifondi dell’India potesse vincere un milione di dollari in un gioco a premi li riempiva di speranza. Sebbene la storia non fosse vera, presentava un tema popolare ricorrente nelle varie epoche: da povero a principe. Nell’attuale crisi economica recessiva, è molto più realistico e prevalente lo scenario opposto: da ricchi a straccioni o da principe a povero. Perciò non è difficile comprendere come il Milionario abbia potuto dare a milioni di spettatori la speranza che nella loro vita le cose potranno cambiare in meglio. Nel corso della storia l’economia ha attraversato dei cicli. In generale le crisi recessive derivano da un’eccessiva avidità e dallo sfruttamento. Perciò chi può meravigliarsi dall’attuale situazione dell’economia? Se siamo immersi nella mentalità di godere separatamente dal Signore in questo livello materiale d’esistenza, allora siamo sottoposti alle leggi che governano questo mondo.

Dalla Bhagavad-gita sappiamo che questo è il regno della dualità – felicità e sofferenza, perdita e guadagno, vittoria e sconfitta. E tutto è transitorio. È la ricetta dell’ansietà che nei momenti difficili aumenta sempre. Coloro invece che hanno intrapreso il percorso della devozione a Dio, Krishna, sono soggetti ad un diverso insieme di regole, che potremmo chiamare l’economia di Krishna, in cui 1–1= 1. Per i puri devoti che vivono pienamente la realtà spirituale niente diminuisce mai; le risorse non vanno mai perdute o esaurite. E anche per coloro che non hanno raggiunto la perfezione, l’economia di Krishna si applica in base ai progressi del singolo devoto. Srila Prabhupada ci racconta una storia che esemplifica il principio di questa economia. In India c’era una volta un ragazzo che proveniva da una famiglia molto povera. Era uno studente della gurukula e il suo insegnante stava preparando una grande festa per la comunità. Chiese a tutti i suoi alunni di portare qualche preparazione per la festa. Quando il ragazzo andò a casa e chiese alla madre che cosa avrebbe potuto portare, lei gli rispose che erano troppo poveri per contribuire in qualche modo.
Il ragazzo cominciò a singhiozzare. Vedendo la sofferenza del figlio, la madre gli consigliò di andare nella foresta a cercare Dina Bandhu (un nome di Krishna che significa “l’amico dei poveri”). Con la certa speranza nel cuore il ragazzino si recò nella foresta e chiamò ad alta voce: “Dina Bandhu, per favore vieni. Dina Bandhu, per favore vieni.” Dopo un po’ Krishna apparve e, ascoltato il ragazzo, gli disse di riferire al maestro che per la festa avrebbe portato dello yogurt. Il Signore gli disse di tornare nella foresta il giorno della festa ed Egli gli avrebbe dato lo yogurt. Il maestro fu felice di sentire che il bambino avrebbe fornito lo yogurt per la festa e la mattina di quel giorno speciale il ragazzo si recò nella foresta e chiese di nuovo al suo Signore di apparire. Krishna Si presentò con un vaso di yogurt e il ragazzo si recò felicemente a scuola con il suo tesoro, ma quando il maestro vide che il ragazzo aveva portato soltanto un vasetto di yogurt, s’inquietò. “Cosa! Hai portato solo così poco yogurt? Centinaia di persone parteciperanno alla nostra festa.”
In preda alla collera, il maestro colpì il vaso che il ragazzo teneva in mano e lo yogurt si sparse sul pavimento. Quando il maestro raccolse il vaso, fu sorpreso di vedere che era ancora pieno di yogurt. Rovesciò di nuovo lo yogurt e fu meravigliato nel vedere che il vaso rimaneva pieno. Questo racconto dimostra, tra l’altro, che non ci può essere diminuzione nel mondo spirituale. Se prendiamo rifugio nel Signore, Egli ci proteggerà da ogni mancanza o limitazione. Nella Bhagavad-gita (9.22) Krishna ci dice che preserverà ciò che un devoto completamente arreso possiede e gli fornirà quello che gli manca. Krishna Si prenderà a cuore le nostre necessità nella misura in cui noi Gli dedichiamo la nostra vita.

 

ESEMPI TRATTI DAI PRIMI ANNI DELL’ISKCON
I devoti, nel corso degli anni, hanno avuto molte occasioni di verificare la promessa che Krishna ha fatto di provvedere e prenderSi cura dei Suoi devoti. Nei primi giorni della missione di Prabhupada alcuni devoti che vivevano insieme a San Francisco non avevano il denaro per pagare l’affitto dell’appartamento. La mattina in cui dovevano essere sfrattati lasciarono l’appartamento e scesero in strada per recarsi al servizio del mattino al tempio. Mentre uscivano, dei biglietti da cento dollari caddero giù da una fonte non visibile. Essi raccolsero il denaro con cui poterono pagare l’affitto e dare una considerevole donazione a Srila Prabhupada. Quando altri devoti a Filadelfia si trovarono in una situazione simile decisero di continuare con il loro servizio spirituale di canto in pubblico affidandosi alla misericordia di Krishna. Il giorno in cui dovevano pagare l’affitto un uomo che non avevano mai visto prima e che non videro mai più, si avvicinò al gruppo di canto e porse loro una busta su cui era scritto “Per Krishna”. La busta conteneva l’esatto ammontare dell’affitto. In entrambi questi esempi Krishna aveva messo i devoti in una situazione in cui la loro unica possibilità era affidarsi a Lui. A volte Krishna mette i devoti in situazioni difficili proprio per dimostrare che Egli è la fonte del loro sostentamento. In tal modo la fede dei devoti diventa più forte ed essi si liberano dall’ansietà per le future situazioni di difficoltà, sapendo che Krishna provvederà a tutte le loro necessità.

 

USARE LE RISORSE AL SERVIZIO DI KRISHNA
Un altro principio dell’economia di Krishna è che quanto più i devoti sono capaci di usare le proprie risorse al servizio del Signore, tanto più saranno ricompensati. Srila Prabhupada con le sue imprese eccezionali ha dato un esempio di questo principio quando è arrivato negli Stati Uniti nel 1965. In pochissimi anni la sua missione aveva oltre cento templi in tutto il mondo e molte risorse per diffondere gli insegnamenti di Sri Caitanya. Se usiamo male le risorse destinate al servizio del Signore, Egli può diminuire le nostre disponibilità o togliercele. Se a causa della ricchezza qualcuno dimentica il suo servizio al Signore, Egli, per amore verso questa persona, può togliergliela. Krishna protegge i Suoi devoti neofiti dall’essere attratti da troppi possedimenti materiali o dal diventarne orgogliosi. Un altro punto importante dell’economia di Krishna è che se diamo, riceviamo. Krishna nella Bhagavad-gita ci dice che, Egli reciproca in proporzione a quanto ci arrendiamo a Lui. Il denaro, il tempo, la nostra fatica, i nostri attaccamenti materiali – possiamo dare tutto questo al Signore ed Egli contraccambierà al di là delle nostre più grandi aspettative.

LA VENDITRICE DI FRUTTA FORTUNATA
Le Scritture contengono molti racconti a sostegno di questo principio. Lo Srimad-Bhagavatam narra la storia di Krishna bambino che voleva fare uno scambio con una venditrice di frutta. Egli teneva dei chicchi di grano nelle Sue manine, ma nel tempo necessario per raggiungere la venditrice, la gran parte dei chicchi era scivolata attraverso le Sue piccole dita e a Lui non era rimasto praticamente nulla da dare alla donna. Vedendo l’incantevole volto luminoso del Signore, la venditrice di frutta ebbe un moto d’amore nel cuore e riempì le Sue braccia di frutta. Il Signore in cambio riempì la sua cesta di gioielli. Questi esempi della generosità di Krishna non ci dovrebbero ispirare relazioni commerciali con Lui. Non dovremmo pensare: “Darò molto al Signore, così riceverò molto da Lui.”
È vero che Krishna può soddisfare tale desiderio, ma a noi mancherà la vera ricompensa, l’amore per Lui. Dovremmo dare a Lui con un’attitudine di servizio chiedendo di partecipare al Suo eterno servizio. Nella realtà eterna tutto è sempre fornito e non c’è ansietà su come mantenersi. Possiamo prendere ispirazione dai puri devoti, che non desiderano nulla oltre alle necessità primarie della vita. La loro coscienza è immersa nella realtà trascendentale, in un mondo in cui la ricchezza è illimitata e in cui gli alberi soddisfano ogni desiderio (sebbene i residenti desiderino solo cose per servire Radha e Krishna). Essi si cibano di preparazioni ricche e sontuose, non per la gratificazione dei sensi, ma per far piacere a Krishna. Indossano abiti e ornamenti meravigliosi solo per il piacere di Krishna e la loro ricchezza consiste in una pura e sempre crescente emozione d’amore per il loro Signore.
Se applichiamo questi principi alla nostra vita, anche noi entreremo in uno stato di coscienza in cui l’economia di Krishna prevale. Anche mentre viviamo in questo mondo possiamo liberarci dal nostro condizionamento materiale. L’incentivo proposto da Krishna per l’era attuale è cantare i Suoi santi nomi: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Questi nomi purificheranno il nostro cuore dai desideri per le cose che c’impediscono di amare Krishna. Questo canto ha la potenza di portare pace e prosperità al mondo intero.

Arcana Siddhi Devi Dasi fu iniziata da Prabhupada nel 1976. Vive con suo marito e suo figlio a Sandy Ridge nel North Carolina, dove lavora come terapeuta di famiglia.

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