Sri Krishna jayati

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Inizia così, con questa invocazione tendente a evocare buoni auspici, la prima sezione del Tattva-sandarbha, il quale a sua volta è il primo capitolo del Bhagavata-sandarbha (detto anche Sat-sandarbha).

Il verbo jayati, (qui coniugato alla terza persona singolare), indica che il soggetto a cui si riferisce deve essere glorificato in modo da poter essere ricordato. Krishna Bhagavan è il Dio Supremo, ed è Lui il soggetto. Perciò questa non è solo un’invocazione, ma è anche un chiaro preludio al nucleo centrale dell’opera del maha-bhagavata, il grande bhakta del massimo livello Om Visnupada Paramahamsa Sri Srimad Jiva Gosvami Maharaja.

 

Nessun devoto inizierebbe mai una qualsiasi opera di questo tipo senza prima rivolgere parole di devozione e di riconoscenza alla Suprema Personalità di Dio. Sri è un termine onorifico e sta per “glorioso” e “meraviglioso”. Perciò dicendo sri Krishna jayati, Jiva Gosvami ci esorta a leggere il suo Tattva-sandarbha con una mentalità e una predisposizione devozionale, senza le quali la comprensione dei suoi segreti sarà solo generica e superficiale.

Quindi ci invita insieme a lui a una sacra recitazione ed ascolto delle caratteristiche meravigliose di Krishna. Con la frase sri Krishna jayati, Jiva Gosvami riassume in poche parole lo scopo ultimo del suo lavoro, che è quello di descrivere (kirtanam) le caratteristiche del Signore. Ciò permettere a noi, baddha-jiva, di purificare il nostro cuore e la nostra mente da ogni contaminazione materiale e questo, il ritorno a Dio, è il primo passo in direzione della nostra vera casa, l’apertura di uno scrigno che contiene il massimo piacere dell’eterna vita spirituale.

 

Questa è una sezione del libro “Tattva Sandarbha di Jiva Gosvami”, in lingua italiana.

Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

 

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