Negli ultimi versi si fa una distinzione tra “i figli di Kuru” e “i figli di Pandu”

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Brahma disse:

Tra tutti i celebri Rishi che sono famosi per le loro vite sante, ho il massimo rispetto di te a causa della tua conoscenza della Realtà Divina.

Lo so, hai rivelato nel linguaggio della verità le parole divine, fin dall’inizio. Hai chiamato la tua opera attuale una poesia. Quindi potrebbe chiamarsi kavyam.

 

La maggior parte degli studiosi traduce la parola  kavyam come una poesia. Tuttavia questa parola può far travisare ciò che è il Maha-bharata. Il significato più profondo della parola Kavi è “chi è capace di pensare a fondo su qualsiasi argomento”. Pertanto i Kavi non erano narratori di storie sentimentali ma saggi e filosofi.

Lo stile del Maha-bharata è certamente poetico, essendo ritmico e quant’altro, ma rimane un libro di storia e filosofia. Una volta compreso e accettato questo principio, il termine “poesia” può essere usato.

 

Qualche traduttore aggiunge un punto interrogativo alla frase “quindi potrebbe chiamarsi kavyam”. Tuttavia nell’alfabeto devanagari il punto interrogativo non esiste, nè ci pare che Brahma stia ponendo a Vyasa una domanda.

 

Non ci saranno autori in questo mondo le cui opere eguaglieranno quest’opera, così come gli altri tre Ashrama non saranno mai uguali all’Ashrama domestico.

 

I quattro asrama sono: sannyasa, vanaprastha grihastha e brahmacarya. Nel contesto del Maha-bharata, la vita familiare è sicuramente la migliore. Vedremo le ragioni di questa affermazione più avanti nell’opera.

 

Questa è una sezione del libro

Il MAHA-BHARATA, ADI PARVA ** Verso per verso con le spiegazioni Bhaktivedanta ** Vol. 1 di 4”, in lingua italiana.

Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

 

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