Le gopi e i gopa, dal libro “La Filosofia del Bhakti Yoga”

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D:  Prima sono state nominate le gopi e i gopa. Chi sono? e quali sono le loro funzioni nell’economia della vita dei mondi spirituali?

 

R:  Gopa significa pastorello. Sono gli amici di Krishna del Suo periodo giovanile, quando Egli conduce le mucche al pascolo e suona il flauto sulle rive dello Yamuna. Amici cari come Sridhama e Sudama sono due tra le persone più avanzate dell’intera manifestazione cosmica.

 

Le gopi, invece, sono le amiche più intime di Krishna e le anime più elevate dell’intera creazione. Quelle che apparirebbero ai nostri occhi come delle belle e semplici ragazze di paese, hanno invece realizzato in pieno la coscienza di Sri Krishna e sanno come soddisfare i desideri spirituali più intimi del Signore. Ed Egli, in cambio, le ama più di ogni altra cosa; solo con loro trova l’appagamento più completo. Il Signore stesso dichiara che neanche i più perfetti tra gli yogi, né i più grandi degli intellettuali sono in grado di soddisfarLo quanto le pastorelle di Vrndavana.

 

Ci sono diversi tipi di gopi; le più “avanzate” sono otto, e sono chiamate parama-prestha-sakhi. Tra loro due, Radharani e Candravali, sono le preferite; tra le due Srimati Radharani è sicuramente la più amata. Ma nel mondo della trascendenza non esiste l’egoistica invidia materiale e tutte le gopi si impegnano per rendere sempre più piacevoli gli scambi d’amore tra Radha e Krishna.

 

D:  E’ un fatto singolare, comunque, che degli uomini possano sentirsi attratti ad agire eternamente in un modo tipicamente femminile, appunto come quello delle pastorelle di Vrndavana.

 

R:  L’amore spirituale non ha nulla a che vedere con le identificazioni fisiche di questo mondo. Nei mondi spirituali noi non siamo uomini o donne come lo siamo qui, non ci sono le stesse differenze. Ciò non vuole dire che non ci siano uomini e donne a Vaikuntha (infatti le gopi sono donne e i gopa uomini), ma i sentimenti spirituali sono totalmente diversi da quelli materiali.

 

E’ una questione interiore, esemplificata nei grandi e solenni saggi della foresta di Dandaka, i quali desiderarono diventare gopi per gustare la felicità dell’amore e del servizio divino.

 

D:  Prima si parlava di Radharani come della gopi che Krishna predilige. Parliamone.

 

R:  Quando Sri Krishna, Dio, vuole amare ed essere amato in una relazione di amore spirituale, sentimento che sia privo di una qualsiasi traccia di lussuria, attraverso la propria energia interna “crea” la personalità di Radharani; Radha è Krishna stesso, non c’è differenza tra i due. Srila Prabhupada conferma questo punto:

 

“…Radharani è la controparte del Signore nel (la funzione di) generare piacere, e non è differente da Lui…”

Srimad-Bhagavatam 2.4.20, com­mento

 

Questa forma di hladini-sakti genera infinito piacere di tipo spirituale. Dunque perfetto. Radha è la forma più bella e attraente che sia stata mai fatta; Krishna stesso ne è disperatamente attratto.

 

“…Egli (Krishna) è talvolta chiamato Madana-mohana, (colui che attrae tutti; eppure) certe volte si racconta come impazzisca al cospetto della bellezza di Radharani… e si incanta (a osservare) la bellezza di Radha.”

Srimad-Bhagavatam 3.15.42, commento

 

Nei pianeti Vaikuntha la più grande attrattiva è Narayana, una delle forme di Krishna, ma a Goloka Vrndavana la bellezza più ammirata e lodata è sicuramente quella di questa amatissima fra le gopi. E quando Radha e Krishna si uniscono nessuno può resistere a tanta meraviglia trascendentale, sicché i santi che hanno la fortuna di poterli vedere non potrebbero mai più, in nessun modo, provare ancora attrazione per le realtà del mondo materiale. Sri Yamunacarya, un grande saggio Vaisnava, diceva che da quando aveva visto la bellezza di Radha e Krishna ogni cosa di questo mondo gli sembrava insulsa e priva di attrattive.

 

D:  Nel mondo spirituale vi sono anime che prediligono altre manifestazioni divine, oppure Radha e Krishna costituiscono la combinazione più affascinante di tutte?

 

R:  Indubbiamente la Divina Coppia (come la chiama Srila Prabhupada) è la più bella di tutte, ma è anche spiegato in modo molto chiaro che ci sono anime liberate che per proprio gusto personale prediligono altri aspetti divini e preferiscono avere altri tipi di relazione con il Signore.

Srimad-Bhagavatam 3.28.29, commento

A parte ciò, dobbiamo ripetere che quella di Radha e Krishna rimane la più fulgida espressione dell’amore trascendentale.

 

Come è spiegato nella Srimad-Bhagavatam (10.13.53), la purificazione dall’esistenza materiale si può ottenere facilmente (Prabhupada dice easily) se si adorano le forme di Radha e Krishna; e aggiunge l’affermazione che chi non lo fa spreca in modo ignobile la sua preziosa vita umana.

 

Dunque Radharani è la dea dell’amore, una forma divina manifestata per l’amore, ed è attraverso lei che i devoti possono ottenere la bhakti, quello stato di purezza in cui l’amore spirituale si manifesta pienamente grazie al costante e disinteressato servizio devozionale, necessario se si vuole avanzare nella vita spirituale. Questa è la ragione per cui spesso i devoti recitano più il nome di Radha che quello di Krishna. Attraverso Radharani si può ottenere il favore di Krishna.

 

D:  Radharani accompagna sempre Krishna nelle Sue apparizioni su questa Terra?

 

R:  Generalmente sì.

 

D:  Ci sono differenze tra i rapporti di Radha e Krishna che si svolgono nel mondo spirituale e quelli che avvengono durante le loro discese negli universi materiali?

 

R:  Nel mondo spirituale Radha e Krishna sono compagni inseparabili, mentre nel mondo materiale talvolta si separano. Se studiamo con attenzione la storia della vita di Krishna

Vedi “Il libro di Krsna”, scritto da Bhaktivedanta Svami Prabhupada

vediamo che non sono sempre insieme come invece accade a Goloka Vrndavana. La ragione di ciò è molto intima. Sembra che nella separazione la Divina Coppia sperimenti i più alti sentimenti d’amore. Questi, in Radha, sono così elevati che Krishna stesso se ne stupisce e si chiede cosa mai Radharani provi dentro di sé per sentirsi così estatica, per essere così felice, per cui decide di incarnarsi nella forma di Caitanya Mahaprabhu. Il Signore Gauranga (un altro nome di Caitanya) è Sri Krishna nel sentimento di Radha. Solo in questa veste può sperimentare personalmente il sentimento della Sua maggiore devota. Questa è la ragione principale dell’incarnazione di Caitanya.

 

Ma l’argomento riguardante Srimati Radharani è così complesso e delicato che occorrerebbe molto più spazio e anche molta più purezza di cuore e di intelletto, cose di cui francamente dobbiamo ammetterne la mancanza.

 

Srila Prabhupada ha scritto molto su Radharani. Si vada a consultare il Nettare della devozione, la Caitanya Caritamrta e il libro “Krishna”.

 

Altre anime liberate

D:  Dunque le gopi, Radha in testa, sono dei personaggi spirituali veramente particolari. Ci chiediamo se anime ordinarie, come noi per esempio, possano accedere a un livello così elevato di amore trascendentale.

 

R:  E’ possibile diventare una gopi. Le Scritture lo dichiarano apertamente, ma è necessario sviluppare il più intenso sentimento di amore spirituale, ottenibile grazie alla pratica delle discipline del bhakti-yoga. Naturalmente non è possibile diventare Radha o qualche altra delle gopi principali, in quanto esse sono personificazioni delle energie interne del Signore.

 

D:  Oltre questi personaggi speciali esistono anche altre categorie di anime liberate. Parliamone.

 

R:  Al presente noi siamo una scintilla spirituale in cui tutta la nostra natura, compresa la naturale relazione con Dio, esiste allo stato di seme. Proprio come nel seme di un albero esiste già allo stato potenziale l’albero con il tronco, i rami, le foglie, i fiori e tutte le altre sue caratteristiche naturali, così in noi c’è già la nostra rasa, l’eterna relazione con Krishna. Non occorre inventare nulla, si tratta solo di scoprire. Come diceva Socrate, tutto esiste già dentro di noi, non acquisire qualcosa dall’esterno. Dall’esterno deve venire solo un aiuto, una qualche assistenza che ci sproni e ci diriga ad agire nella maniera giusta per ritrovare la nostra vera identità.

 

Per concludere l’argomento di questo capitolo, la forma del nostro corpo spirituale, il quale originalmente appartiene al mondo trascendentale, esiste in potenza dentro di noi. Quando ci riappropriamo della forma originale iniziamo di nuovo a servire e ad amare Dio, ognuno in virtù della propria relazione personale. Come abbiamo già precisato, le tipologie di relazione sono fondamentalmente cinque,

Il Bhakti-rasamrta-sindhu ne elenca dodici: cinque principali e sette secondarie

e sono le relazioni passive, attive, di amicizia, di parentela e di amore coniugale. In relazione a questi differenti rapporti, l’anima assume una forma corporea adatta per svolgerli. Le jiva che sono attratte dal sentimento di amicizia possono diventare dei pastori, o degli studenti con i quali Krishna studia durante il periodo della scuola; se invece sono attratte dal sentimento di amore coniugale diventano gopi, mogli di Krishna; e così via.

 

Sebbene diversificate, tutte queste relazioni sono della stessa natura dell’energia spirituale nella quale si attuano, cioè sono eterne, prive di illusione (o ignoranza) e colme di ogni gioia trascendentale.

 

Questa è una sezione del libro “La Filosofia del Bhakti Yoga”, in lingua italiana.

Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

 

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