3) alcune riflessioni
Come ogni testo classico della filosofia indiana, lo Yoga-sutra ha beneficiato (e in troppi casi si dovrebbe dire subito) numerosissimi commenti. Da questa breve esposizione dovrebbe risultare chiaro
a tutti come lo Yoga non è un sistema a se stante, ma una sezione, o disciplina, della scienza vedica. Questa infatti è perfettamente in linea sia con i significati che con le conclusioni corrette dei Veda (il Vedanta), sia con il Sankhya, il Mimamsa e con tutti gli altri.
Lo Yoga è un processo completo, che comprende in un unico sistema due aspetti importanti della pratica necessaria alla liberazione, e cioè uno Yoga “attivo” (Kriya-yoga), che prende in esame le azioni esterne necessarie alla purificazione, e uno
52
Yoga meditativo (Raja-yoga), composto di concentrazioni, di raccoglimenti, di recitazione di suoni sacri (mantra) e altro. Ripetiamo che tutto ciò è in linea con i siddhanta vedici.
Viene chiaramente espressa l’idea di un Dio personale (Ishvara o Purusha), così come lo è il principio di una jiva di natura spirituale che è differente dall’Origine di ogni cosa.
Qualcuno potrebbe far notare che alcuni aspetti sono stati approfonditi maggiormente di altri, come quelli riguardanti il controllo della mente, le pratiche di purificazione necessarie alla meditazione, mentre certi sono stati sfiorati solo marginalmente. E questo, secondo gli avversari, potrebbe giustificare una collocazione del sistema di Patanjali in un contesto non vedico.
Ma non è così. Le differenze fra i vari sistemi è perfettamente normale. Lo Yoga è un Darshana, una prospettiva diversa dello stesso Oggetto di analisi, che è Dio, l’Essere Supremo. Se ogni libro dicesse esattamente le stesse cose e prendesse in considerazione allo stesso modo ogni argomento, perché scriverne più di uno?
Qualcuno dice che lo Yoga-sutra non è un testo filosofico, ma esclusivamente pratico. Certo, la parte dedicata alle discipline è rilevante, ma affermare che non contenga filosofia è quanto meno esagerato, se non falso. Ripetiamo: ogni Darshana è come un capitolo di un stesso libro e va in direzione del medesimo fine.
Lo Yoga-darshana ha una sua funzione precisa, che è quella di indicare i mezzi e le ragioni della purificazione del sé. Ma i tratti filosofici in comune con gli altri risultano evidenti agli occhi di chiunque voglia vedere.
Come spesso è accaduto nella storia della filosofia dell’India, le differenze nei canoni fondamentali non sono dovuti all’autore originale ma ai suoi commentatori. In questo modo lo Yoga è divenuto preda di atei, la cui sola intenzione è di guadagnare poteri mistici, di impersonalisti, che vogliono fondersi nel Brahman Assoluto e privo di qualità (nirguna) e, ai giorni nostri, di persone banali che l’hanno commercializzato per ottenere stupidi vantaggi materiali, quali dimagrire o aumentare le proprie capacità sessuali.
Ma lo Yoga è ovviamente ben altro.
Questa è una sezione del libro “Filosofie dell’India”, in lingua italiana.
Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra
Leave a Reply