Abbiamo gia’ accennato che l’antico nome del villaggio deriva dalla parola “yava” o “yavaka”, che si riferisce al pigmento rosso brillante conosciuto come vermiglio o lacca rossa con il quale le donne coloravano le unghie e altre parti del corpo. La parola “vata” significa “albero di banyano”. All’ombra di questo famoso albero di banyano, Krishna incontrava segretamente la Sua amata Radha e applicava yavaka sulle piante dei suoi piedi di loto.
Anche le Gopi decoravano Radharani con lo yavaka sotto questo stesso albero.
Yavat è anche menzionato nei Purana come uno degli adhivana o sottoforeste di Vrindavana dove c’è un sacro vata-vriksa o albero di banyan.
Nel Bhakti Ratnakara si dice.
“O Srinivasa, guarda qui l’incantevole Yao-grama noto come Yavat, dove si svolsero innumerevoli passatempi trascendentali. Questa è la residenza di Abhimanyu dove Radharani si divertiva a giocare con le Sue amiche.
Grazie al potere di Yogamaya, Abhimanyu non fu mai capace neanche di toccare l’ombra di Radharani, che dire di toccare lei stessa. Abhimanyu viveva con i suoi amici pastori e mandriani mentre Jatila e Kutila erano impegnate nei lavori domestici. Le Gopi organizzavano gli incontri di Radha e Krishna qui e si sentivano sommamente felici quando li vedevano assieme”.
Questa è una sezione de “Il libro di Nandagrama”, in lingua italiana.
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