Vrindavana… come tutto comincio’

Fin dalla prima volta che sentii il nome “Vrindavana” fui colto dalla voglia di venire a vederla. Quello che leggevo sui libri era cosi’ straordinario che non riuscivo ad aspettare.

Nel 1975, quando ero segretario del Tempio di Roma, arrivo’ una lettera da parte di Srila Prabhupada che chiedeva a tutti i devoti che avessero un titolo di studio o anche solo una tendenza naturale allo studio di venire a Vrindavana perche’ stava aprendo una universita’.
“Un college, a Vrindavana,” pensai. Niente di meglio, visto che volevo fortemente venire a Vrindavana ed ero anche inebriato da questo mondo di sapienza. In particolare volevo studiare sanskrito.

Ma le autorita’ del tempio, presidente e GBC, mi dissero di no, che Prabhupada, si’, voleva quello che ha scritto ma che pero’ in realta’ voleva che i devoti di ciascun paese restassero dove erano per predicare.
Ero troppo giovane per protestare contro quella che all’epoca si chiamava “speculazione”, cioe’ una invenzione contraria alle istruzioni dirette del maestro spirituale.
La mia vita fu un’altra a causa di quel no.

Dovettero passare diversi anni prima che potessi arrivare a Vrindavana.

Sul mio primo areo per Delhi i devoti piu’ anziani mi dicevano, “guarda che Vrindavana e’ parecchio austera. Il caldo, la polvere, gli animali, le fogne. Non flippare che poi Mayapura ti piacera’ di piu’.”

Quando arrivai a Vrindavana mi parve di esere arrivato in paradiso. Mi piaceva tutto, fogne e zanzare comprese. Era tutto cosi’ bello e trascendentale che descrivere ogni cosa richiederebbe un’enciclopedia.
Pensai, “se Vrindavana mi piace cosi’ tanto chissa’ quanto mi piacera’ Mayapura.”

Durante il viaggio per Mayapura non pensavo ad altro che a Govardhana e alla Yamuna. Quando arrivai a Mayapura pensai che si’, era fantastica, la casa eterna del Signore Caitanya e dei suoi meravigliosi devoti, pero’ continuavo a pensare Vrindavana. Avrei voluto essere li’.

Negli anni seguenti cercai di tornarvi quanto piu’ possibile e tutte le volte, anche quando visitavo luoghi di sogno come Haridvara o Rishikesha, continuavo a pensare a Vrindavana.

Verso la fine degli anni 90 pensammo di andare a vivere a Jagannatha Puri. Anche li’ la stessa cosa. Poche settimane e fummo di ritorno a Vrindavana.

Ora sono a Vrindavana e mentre scrivo ascolto i ragazzi della scuola sotto l’edificio dove ho il mio appartamentino recitare i versi del Rig-veda. In lontananza chissa’ quale tempio inonda l’atmosfera di canti devozionali.

Sono proprio a Vrindavana. Radha e Krishna sono proprio qui. Non li vedo ma lo so che sono qui. Ne ho la certezza.

E cosi’ canta Srila Narottama Dasa Thakura:
vrindavana ramya-sthana divya-cintamani-dhama
ratana mandira manohara
avrita kalindi-nire raja-hamsa keli kare
tahe sobhe kanaka-kamala
“La bellissima Vrindavana è piena di gemme cintamani e molti palazzi e templi pieni di gioielli. Molti cigni regali giocano nelle acque della Yamuna, e in quelle acque cresce uno splendido fiore di loto dorato. “

Radhe Radhe!

– Manonatha Dasa (ACBSP)
Vrindavana, 20 ottobre 2018

 


 

 

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