Sukesha era stato benedetto da Shiva

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“I potenti capi dei Raksasa erano Heti e Praheti. Quest’ultimo si ritirò nella foresta per dedicare la sua vita alle pratiche ascetiche, mentre Heti volle trovare una brava moglie. Di propria iniziativa sposò Bhaya, la sorella di Kala, ed ebbero un figlio chiamato Vidyutkesha.

“Quando raggiunse l’adolescenza, Vidyutkesha sposò Salakantaka, la figlia di Sandhya. Quando la Rakshasi partorì il primo figlio, non lo volle e lo abbandonò in una foresta del monte Mandara. Il bambino era luminoso come il sole, ma vedendosi abbandonato piangeva piano per la paura. In quel momento Shiva e Parvati passavano di là e sentirono il vagito di un bimbo. Così Parvati volle fermarsi e vedere chi fosse. 

Vedendo il neonato, Parvati sentì una profonda compassione per quel bambino abbandonato, e chiese al marito di aiutarlo. 

Così Shiva lo fece crescere immediatamente fino all’età della madre e lo rese immortale. Inoltre gli donò una città incantata che poteva andare ovunque senza restrizioni. Scorgendo nei loro cuori una particolare predisposizione verso le gioie della vita materiale, Parvati dette a tutte le Rakshasi il potere di partorire nel giorno stesso del concepimento e concesse che i loro figli sarebbero cresciuti subito fino all’età della madre. Il bambino nato da Vidyutkesha e Salakantaka si chiamò Sukesha.

“Quando il Gandharva Grahmani seppe che Sukesha era stato benedetto da Shiva, gli offrì sua figlia Devavati in sposa. Ed ebbero tre figli: Malyavan, Sumali e Mali.

“Erano, questi, tre mostri malvagi che praticarono grandi austerità e causarono grandi sofferenze a chiunque incontrassero. Dopo molto tempo Brahma accordò loro le benedizioni che desideravano. I tre Raksasa sapevano di essere invincibili e che potevano essere distrutti solo se avessero litigato fra loro. La benedizione che chiesero, quindi, fu quella di essere sempre pieni d’amore fraterno l’uno per l’altro. Brahma così li rese ancora più forti e li benedisse a godere di una lunga vita.

“Vittoriosi, cominciarono a viaggiare, uccidendo e saccheggiando.

 

Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.

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