Passarono alcune settimane

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Devavrata si accorse che suo padre non era più felice e sereno come una volta e gliene chiese le ragioni. Santanu rispose evasivamente e non volle rivelare il suo segreto. Però ogni giorno che passava si chiudeva in sé stesso sempre di più e si rifiutava di parlarne con chiunque. Devavrata, preoccupato, cominciò a indagare finché, con un astuto raggiro, riuscì a convincere l’auriga, che aveva assistito alla scena, a raccontargli l’accaduto.

Risolto il mistero, il giorno stesso Devavrata andò a trovare il pescatore e tentò in ogni maniera di convincerlo a concedere la figlia in sposa a suo padre. Ma lo trovò irremovibile: era deciso a vedere i nipoti sul trono.

“Se è solo questo che vuoi,” gli disse il virtuoso principe, “sei già accontentato. Io non ambisco alle gioie e al potere di questo mondo e non ho difficoltà nel rinunciare al mio diritto di nascita in favore dei tuoi nipoti. Avrai ciò che vuoi, purché mio padre sia felice.”

“Sei un giovane dai principi morali grandi e solidi come le montagne,” convenne ammirato il pescatore, “e so che tu manterrai la promessa: ma tuttavia che dire dei tuoi figli? Chi mi dice che quando essi saranno arrivati all’età giusta non avanzeranno pretese al trono?”

“Io non voglio altro che sapere mio padre felice,” ribatté Devavrata con fermezza, “questo è il mio primo principio. Se hai timore che i miei figli un giorno potrebbero pretendere il trono dai tuoi nipoti, allora giuro che non mi sposerò: e che questo sia un voto che mai romperò in nessuna circostanza.”

Appena Devavrata ebbe pronunciato il voto di celibato perpetuo, dal cielo si udì risuonare una voce celestiale che diceva: “Bhishma, Bhishma,” che significa “colui che pronuncia un voto difficile e lo osserva.” Da quel giorno Devavrata fu chiamato Bhishma.

Santanu non fu affatto contento del giuramento fatto dal figlio, ma Devavrata gli fece capire che quella decisione si sarebbe rivelata un bene per entrambi. Riconoscente, il monarca benedisse il figlio a morire solo quando egli stesso lo avesse desiderato.

Così Santanu sposò Satyavati.

 

Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.

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