Ora dovrò andare via.

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” Ora dovrò andare via. Ricordi la condizione che ti posi? Se mi avessi contrariata io ti avrei lasciato. Anche ciò fa parte dei piani del destino, questa forza tante volte a noi incomprensibile. Io devo andare via, ora. Questo bambino, che chiamerò Devavrata, verrà via con me, e quando sarà cresciuto te lo riporterò e resterà con te.”

Santanu non voleva perderla, e sentiva dentro di sé un grande dolore, ma fu anche preso da una forte curiosità di sapere cosa aveva causato quei drammatici avvenimenti.

“Ma spiegami almeno cos’è successo. Perché ti sei comportata così? Perché hai ucciso i nostri figli? Cosa o chi ti ha forzata?”

“Io sono Ganga, la dea del fiume Gange,” rispose lei. “Questo grande fiume, santificato dalla testa del dio Shiva, che scende dai pianeti celesti e che continua a scorrere su questa terra, è mio.”

Santanu era sorpreso: sua moglie una dea? La dea del fiume Gange? Non poteva crederci.

“Se vuoi posso raccontarti cosa successe nella tua vita precedente e il motivo che mi ha indotta ad annegare i nostri figli.”

E iniziò a narrare.

“Nella vita precedente tu eri il Re terreno Mahabhishaka. Le tue qualità di virtù e saggezza erano tali che eri in grado di recarti in qualsiasi momento nei pianeti celesti e soffermarti a parlare e a tenere compagnia a Indra.

“Un giorno tu eri lì, insieme a grandi saggi e Deva di questo universo, quando mi notasti fra di loro. Fosti invaso da un irrefrenabile desiderio sessuale che, per quanto provassi, non riuscisti a controllare. Io mi accorsi di questo tuo sentimento e in cuor mio desiderai poterti contraccambiare.

“Purtroppo fra noi un’unione era impossibile, in quanto io ero una dea e tu un mortale; dunque il solo anelito che avevamo provato era già di per sé un atto peccaminoso. Brahma si accorse di ciò che stava accadendo e ci maledisse, dicendo: 

‘Poiché siete caduti preda di un desiderio sessuale illecito, non siete degni di restare su questi pianeti; dunque nascerete sulla Terra, in quel mondo privo di colori e di reali bellezze. Vi sposerete e vivrete insieme per un certo periodo. Dopodiché vi lascerete e soffrirete molto per questa separazione. Che questa sia la vostra espiazione.’ 

“E così successe. Tu sei nato come figlio del Re Pratipa, e io ora sono qui con te, come una comune mortale.”

 

Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.

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