L’efficacia del servizio devozionale

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1411 Documenti Inviato – 01/06/2003 : 22:20:59

Domanda

email di Fabio

Caro Prabhu,

ti prego di accettare i miei umili omaggi, tutte le glorie a

Srila Prabhupada e a Sri Krishna.

Il mio nome è Fabio e ti scrivo da Vicenza.

In questo periodo sono molto confuso a causa di un forte dubbio che mi è sorto: Prabhupada, come molti altri devoti, indicano come via di realizzazione spirituale il servizio devozionale. Lo Srimad-Bhagavatam lo ribadisce: “…Colui che ha dedicato la propria vita al servizio di Krishna mediante questi nove metodi(Ascoltare e cantare il Santo Nome, servire i piedi di loto del Signore, offrire preghiere,…) deve essere considerato la persona più colta perché ha raggiunto la perfetta conoscenza.” Ma sempre più spesso sento di devoti che abbandonano la via spirituale, oppure scelgono altre vie.

In conclusione il mio dubbio è sull’efficacia del servizio devozionale e su ciò che sta succedendo ai devoti.

Ringraziando te e tutti i tuoi collaboratori per il servizio che ci offrite tramite il vostro sito vi saluto,

Hare Krishna, Fabio

 

Risposta

Caro Fabio, Hare Krishna.

Jai Sri Sri Guru Gauranga.

L’altro giorno, durante una lezione sulla Bhagavad-gita da me tenuta qui a Vrindavana, si è parlato proprio di questo. Al termine è stata posta una domanda molto simile alla tua, alla quale ho risposto. Dopodiche’ alcuni devoti anziani presenti sono intervenuti e hanno aggiunto le loro idee e realizzazioni.

Srila Prabhupada ha portato in Occidente una forma di spiritualità e un processo di purificazione che non ha inventato lui, ma che esiste da millenni e che da millenni funziona benissimo. Durante la vita del grande Acarya le cose andavano altrettanto bene. Anche grazie a una speciale potenza divina da lui ricevuta dal Signore, ai suoi tempi si poteva percepire una straordinaria potenza trascendentale in ogni aspetto della vita spirituale: nei kirtana, nella japa, nei suoi libri, nelle Divinità, nel prasadam, nel servizio devozionale. Tutto era davvero impregnato di gioia e tutto sembrava volare. Anche allora il Bhakti-yoga (la realizzazione spirituale fondata sulla devozione o servizio devozionale) ha funzionato magnificamente.

Ma bisogna capire che la scomparsa di un tale personaggio dal mondo non è una cosa di poco conto. Srila Prabhupada stesso ce lo ha insegnato in una sua poesia scritta in occasione dell’anniversario della scomparsa del suo Gurudeva, Srila Sarasvati Thakura. Li’ dice che dal giorno in cui lui si era reso assento l’universo intero è piombato nelle tenebre. La stessa sensazione è stata provata dai Pandava all’epoca della scomparsa di Sri Krishna: tutto sembrava aver perso colore e senso.

Qualcuno potrebbe ribattere: ma anche dopo la sua scomparsa per qualche anno le cose sono andate benissimo. E’ vero, ma si era nella scia della potenza spirituale di Srila Prabhupada. Tutto sembrava andare persino meglio di prima, poi tutto e’ crollato e tornato sui binari di una normalità umana. Brave persone, bravi devoti, ma umani e quindi con pregi e difetti.

Eppure anche negli anni piu’ bui della Coscienza di Krishna tantissimi hanno continuato a coltivare la bhakti e a fare avanzamento spirituale.

Ora, tu dici che vedi tanti abbandonare la vita spirituale o a darsi a forme di spiritualita’ alternative, che spesso sono solo mondanità ricoperta da un sottilissimo strato di spiritualità. Non si puo’ negare che le cose in Italia non vadano proprio nel verso migliore per la Coscienza di Krishna, ma certo non a causa del processo del servizio devozionale. In altri paesi le cose vanno benissimo e questo sta a significare che la colpa delle cadute dal sentiero della bhakti non sono da imputare alla bhakti stessa ma alle normali e comuni debolezze umane. Se non funzionasse, non funzionerebbe per nessuno. Invece per chi lo pratica nel modo giusto funziona eccome…

Un paragrafo lo merita anche un’altra prospettiva dal quale guardare il fenomeno della caduta dal sentiero spirituale: chi va via puo’ essere visto come “uno che se ne va”, oppure come “uno che e’ rimasto per un po’ di anni”. La seconda è positiva e costruttiva. E’ come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: chi si lamenta che il bicchiere è mezzo vuoto non beve e muore di sete. Chi lo vede mezzo pieno e si accontenta, beve e si disseta.

Questi devoti hanno fatto molto avanzamento spirituale prima di interrompere. Qualche volta questo avanzamento è visibile e altre volte no, eppure c’e’ di certo.

Nulla sarà perduto, ma presto – in questa vita o nella prossima – riprenderanno da dove hanno lasciato. Questa verità è stata esposta da Sri Krishna ad Arjuna nel sesto capito della Bhagavad-gita. Arjuna (6.38) chiede:

kaccin nobhaya-vibhrastas

chinnabhram iva nasyati

apratistha maha-baho

vimudho brahmanah pathi

“O Krishna dalle braccia potenti, tale uomo confuso nel sentiero che conduce all trascendenza, cade sia dal successo spirituale e materiale e perisce con una nuvola di fiume, con nessuna posizione in nessuna sfera?”

Arjuna si preoccupa del destino di una persona che prova a solcare il sentiero della spiritualita’ e che dopo un po’ cade. Si chiede se gli sforzi compiuti si disperdono nel nulla e se il tmepo e le energie impiegate non sia stato tempo e energie sprecate. Sri Krishna lo rassicura e gli dice che nulla e’ mai perduto e che anche un piccolo avanzamento su questo sentiero conduce a un guadagno spirituale che mai svanisce nel nulla.

Nel verso 43 dello stesso capitolo Sri Krishna da’ il verdetto finale al riguardo della questione:

“… rivive la coscienza divina della vita precedente e di nuovo tenta di fare ulteriore progresso per ottenere il successo completo…”

Il fenomeno dei devoti che tentano e che non ce la fanno è del tutto normale. La coscienza di Krishna è facile ma nel contempo molto difficile, perche’ affronta una problematica che si è venuta a consolidare nei millenni. Ci vuole impegno.

L’avanzamento spirituale avviene col tempo e l’impegno, e pochi riescono a farcela in questa stessa vita (sa mahatma sudurlabhah). Qualche volta ci vogliono tentativi che si estendono in piu’ vite, che li conducono a stadi sempre piu’ sofisticati di spiritualità.

Anche da questo punto di vista possiamo osservare che il processo funziona.

In conclusione, non vedo nulla che possa scoraggiare o far perdere fiducia nel Bhakti-yoga. Questo funziona benissimo, ha sempre funzionato e sta tuttora funzionando per milioni di Vaishnava sinceri in tutto il mondo.

Continua a praticarlo con fiducia: è la migliore strada percorribile in questa forma di vita umana.

Hare Krishna Manonatha Dasa 19 giugno 2002

 

 

Questa è una sezione del libro “Infiniti Segmenti di esistenza”, in lingua italiana.

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