“Jarasandha è un combattente formidabile” ribattè Bhima, “e la sua forza è paragonabile a quella di molti elefanti uniti insieme; dunque è un avversario temibile. Però si deve tenere conto che egli è malvagio, e di conseguenza non è benedetto dalla virtù e dagli dei. Io lo sfiderò in duello e lo ucciderò. Non dubitate di me.”
Krishna riflettè per qualche minuto, poi parlò ancora:
“Non c’è alcun dubbio che Bhima è in grado di uccidere il monarca di Magadha, ma la cosa deve essere affrontata senza sottovalutarla, o potrebbe diventare pericolosa. E’ importante per tutti voi che sappiate la sua storia:
“Non molto tempo fa il Re di Magadha era il valoroso Brihadratha, che aveva ricevuto la benedizione di possedere tutte le cose che in questo mondo sono desiderabili. La sua vita era felice, il suo regno prosperava e il popolo era contento. Nonostante ciò non era privo di problemi, anzi ve n’era uno che lo assillava particolarmente: le sue due mogli non gli avevano ancora dato dei figli.
“Nel regno viveva un saggio che si chiamava Chandra Kausika il quale, venuto a conoscenza della questione, andò a trovare il Re con l’intenzione di offrirgli una soluzione. Gli disse:
‘Prendi questo frutto: se la tua consorte lo mangerà ti darà un figlio.’
“Il Re, che era di animo giusto ed era ugualmente affezionato a tutt’e due le mogli, non volle fare torto a nessuna e divise il frutto in due. Così ne porse loro un pezzo a testa.
“I mesi passarono e le due regine diedero alla luce un aborto di bambino tagliato verticalmente alla metà, allo stesso modo in cui il Re aveva diviso il frutto. Credendolo senza vita, Brihadratha lo fece gettare via.
“In quel giorno una Rakshasi di nome Jara, che viveva cibandosi di carne e sangue umano, passando nei paraggi dei giardini reali, trovò l’aborto e lo prese con sè, convinta di essersi procurata il pasto del giorno. Ma quando fu arrivata alla caverna dove viveva, avvicinò casualmente le due porzioni e queste, come per magia, si riunirono dando vita a un normale bambino, che immediatamente cominciò a piangere per la fame. Allora la strega, sperando che l’avrebbero lautamente ricompensata, riportò il figlio del Re a corte. Poichè era stato riunito da Jara, il bambino fu chiamato Jarasandha.
“Fin da bambino,” continuò Krishna, “è sempre stato un grande devoto di Shiva, e si è sottoposto a dure austerità e impareggiabili sacrifici, per cui Mahadeva come ricompensa gli ha conferito una forza sovrumana. Negli anni ha sviluppato un profondo astio verso di me e verso tutti i Vrishni, e mi ha già dichiarato guerra per ben diciassette volte. Naturalmente non è mai riuscito a sconfiggermi, eppure mi sono trovato costretto ad abbandonare Mathura e a fondare il mio regno a Dvaraka, dove è più facile difendersi. Ora Jarasandha ha sposato la sorella di Duryodhana ed è diventato un suo fedele amico e alleato, cosicchè da quel giorno l’ostilità che nutre nei miei confronti si è estesa anche contro di voi.
“Siatene certi, cari amici: finchè vivrà, Jarasandha non accetterà mai la nomina di Yudhisthira a imperatore senza combattere. Egli ci odia tutti, ed effettivamente un nemico temibile come lui, unito a Karna e Duryodhana, può essere veramente pericoloso. Uccidiamolo, dunque; dopodichè Yudhisthira potrà svolgere senza nessuna preoccupazione il migliore degli yajna chiamato Rajasuya.”
La discussione si protrasse a lungo e alla fine Krishna, Arjuna e Bhima decisero di andare a Magadha travestiti da Brahmana.
Presentatisi al cospetto di Jarasandha, chiesero di parlargli.
“Cosa volete da me?” disse il Re. “Sappiate che qualsiasi cosa mi abbia chiesto un Brahmana finora ho sempre fatto in modo di accontentarlo.”
“Noi non siamo Brahmana, ma Kshatriya, tuoi nemici. Io sono Krishna, e questi due sono Bhima e Arjuna. Poiché hai promesso di soddisfarci in qualsiasi richiesta, accetta una sfida; scegli uno di noi e combatti.”
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
Per acquistare il libro completo,clicca qui sopra
Post view 305 times