Il trucco del mago

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C’era a Lanka un mago di nome Vidyujjihva che aveva capacità straordinarie nel creare illusioni. Grazie ai suoi poteri, creò una testa perfettamente uguale a quella di Rama e andarono a portarla a Sita. Quando arrivarono, gliela gettarono ai piedi.

“Eccolo, il tuo caro consorte,” gridò Ravana. “Io l’ho ucciso e decapitato. Ora accettami come marito e goditi la vita.”

Ma ottenne l’effetto contrario. Credendo Rama ucciso e decapitato, Sita scoppiò in un pianto convulso e pensò solo a morire. Ma la discussione durò poco, interrotta bruscamente. Un’urgenza richiedeva la sua presenza altrove. Ravana lasciò Sita piangente e disperata.

Nascosta dietro una siepe c’era Sarama, la moglie di Vibhisana. Lei sapeva quanto crudele Ravana fosse e conosceva molto bene il mago a cui si era rivolto.

“Casta signora, non piangere,” disse in un sussurro. “Non disperarti. Rama non può essere sconfitto da nessuno. Non esiste chi può ucciderlo. Io so che in questo momento il suo esercito ha posto Lanka in assedio e presto sarà qui da te. Non perdere fiducia. Io conosco chi ha prodotto quell’illusione. C’è un mago malvagio che può fare quelle cose. Io conosco bene Vidyujjihva. Non preoccuparti, presto le tue sofferenze termineranno.”

A quelle parole di Sarama, Sita si rincuorò e gliene fu grata. Arrivarono le prime notizie della battaglia imminente.

Cattivi segni premonitori

Malyavan era uno dei Raksasa più anziani e saggi ed era molto rispettato nella corte. Vedendo segni premonitori sempre peggiori, consigliò Ravana di restituire Sita e di far pace con Rama. 

Ravana ruggì come un leone.

“Che tipo di incantesimo ha lanciato questo essere insignificante sui miei collaboratori, anche i più stretti, perché tutti abbiano paura di lui? Avete dimenticato che io sono Ravana? Io sono Ravana! Ho sconfitto in combattimento i più grandi Deva; e ora dovrei aver paura di due uomini e di un pugno di scimmie? Siete diventati tutti dei vigliacchi? O l’età vi ha oscurato la vista e la ragione? Da soli io, i miei figli e Kumbhakarna possiamo distruggere l’universo intero. Nessuno potrà mai dire che Ravana ha avuto paura, che si è tirato indietro davanti a una sfida!”

Gridando, Ravana si ritirò nelle sue stanze.

La sera stessa gli eserciti si schierarono in posizione di combattimento. La guerra era oramai inevitabile. 

I Raksasa e i Vanara si scrutarono e si studiarono vicendevolmente, armati fino ai denti. Rama e i suoi collaboratori più intimi salirono sulla montagna Suvala ed ebbero una panoramica di Lanka. In questa attesa passò la notte.

 

Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.

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