Il Sacrificio dei Serpenti
Il saggio Cyavana
I Purana ci informano che il grande e benedetto saggio Bhrigu fu generato da Brahma direttamente dalle fiamme del fuoco del sacrificio di Varuna .
Bhrigu viveva in una foresta incantevole, in una grande capanna semplice ma accogliente. Egli aveva una moglie di nome Puloma che amava profondamente e che attendeva un figlio.
Un giorno il Rishi si reco’ come solito al fiume per svolgere i suoi riti religiosi e lascio’ sua moglie sola nell’asrama . Fu allora che il Rakshasa chiamato Puloma (che aveva quindi lo stesso nome della moglie di Bhrigu) arrivo’ nei pressi dell’abitazione e vi entro’. Oltrepassato l’uscio vide la splendida signora e si senti’ pervaso dal desiderio sessuale.
Nel passato a questo Rakshasa era stata promessa in sposa una dama che non aveva mai visto e di cui sapeva solo il nome, Puloma appunto. Nel momento in cui vide la signora si senti’ convinto che quella era la sua promessa. Vinto da un’attrazione fisica senza controllo, perse il senso del giudizio e non considero’ che Puloma era la moglie di qualcun altro. Penso’ solo che la donna era stata promessa prima a lui.
La bella Puloma intrattenne il Rakshasa con tutta la gentilezza portandogli bacche e frutta. Ma piu’ il tempo passava piu’ lui consolidava in se’ la risoluzione di portala via con la forza.
“Non riesco piu’ a controllare questo impulso, devo soddisfare questo desiderio che mi brucia il cuore,” penso’ mentre si alzava con la decisione di mettere in atto la sua decisione.
“Nel passato suo padre si impegno’ a concedermi la sua mano,” penso’. “Sono certo che lei e’ la dolce ragazza promessami. Bhrigu e’ un impostore. Ora lui non e’ presente. E’ il momento giusto per riprendere cio’ che mi spetta di diritto.”
E il Rakshasa si avvento’ su di lei.
Puloma comincio’ a chiedere aiuto, gridando il nome di Bhrigu. Come lo svergognato Puloma metteva le mani su di lei, la signora prese a dimenarsi cercando di liberarsi della stretta.
Vedendo il il fuoco del sacrificio acceso, il Rakshasa penso’ di chiedere ad Agni di confermargli che quella donna, la moglie di Bhrigu, fosse la sua sposa promessa. E mentre la teneva ben stretta a se’ disse:
“Dimmi, oh Agni, tu che non hai mai detto una bugia neanche durante uno scherzo se questa donna e’ colei che mi fu promessa tempo fa e se di conseguenza appartiene a Bhrigu o a me. Tu sei la bocca degli Dei, percio’ sei tenuto a rispondere e a dire la verita’. Questa signora dalla bellezza eccelsa fu accettata da me come moglie prima che suo padre la concedesse a Bhrigu. Dimmi percio’ se e’ giusto che lei debba essere considerata sua moglie o se e’ giusto che io la conduca anche con la forza, se necessario, fuori di qui. Io ho preso questa decisione. Lei verra’ con me. Solo al pensiero che Bhrigu abbia qualcosa che mi appartiene la mia mente brucia dalla rabbia. Dimmi la verita’: lei appartiene a me o a lui?”
Ma Agni non risponse. Il Rakshasa ripete’ le sue domande ripetutamente ma nessuna risposta provenne dalla fiamme.
Insistette:
“Deva del Fuoco, tu risiedi sempre dentro tutte le creature e sei il testimoni dei loro meriti e dei loro demeriti. O rispettabile divinita’, rispondi allora alle mie domande con veridicita’. Perche’ non dovresti? E’ costei quella stessa Puloma promessami da suo padre? Se cosi’ e’, non si e’ forse Bhrigu appropriato di qualcosa che non gli appartiene in quanto io l’avevo gia’ accettata come moglie? Deve costei essere dichiarata mia moglie e venire via con me? Dopo la tua risposta io la condurro’ fuori di qua davanti ai tuoi occhi. Rispondimi in verita’.”
Il Deva dalle sette fiamme aveva ascoltato le domande del Rakshasa ma era incerto nella risposta perche’ qualunque avesse dato avrebbe potuto sortire effetti negativi. La giovane Puloma era proprio colei che gli era stata offerta in matrimonio dal padre e quindi gli spettava di diritto, ma era anche vero che il voto non era stato celebrato secondo i riti appropriati. Invece Bhrigu aveva sposato la ragazza rispettando tutti i canoni. Se diceva la verita’ Puloma sarebbe stata rapita; se diceva una falsita’ la sua propria virtu’ ne avrebbe sofferto.
Decise che dire la verita’ era piu’ importante.
Le parole di Agni sorsero lentamente dalle fiamme, come succede a colui che dice cose che non vorrebbe dire.
“Questa elegante signora e’ proprio colei che ti fu offerta come sposa e che tu accettasti. Pero’ i riti e le invocazioni previsti dalle Scritture non furono celebrati. Invece questa donna, che e’ poi diventata famosa per la castita’ e la bellezza, fu data da suo padre al Rishi Bhrigu perche’ voleva benedizioni. In quell’occasione furono celebrati tutti i riti previsti per cui e’ giusto dire che Puloma e’ la moglie legittima di Bhrigu. Lei non fu debitamente concessa a te ma a lui e questo in mia presenza. Io la ricordo, lei e’ Puloma moglie di Bhrigu. Non dico falsita’. I bugiardi non sono mai rispettati nel mondo civile.”
A queste parole di Agni, il Rakshasa senti’ dentro di se’ una rabbia incontrollabile, assunse la forma di un gigantesco cinghiale e porto’ via la donna con la velocita’ del vento, anzi di piu’, con quella del pensiero.
E mentre lei gridava disperata chiedendo aiuto, il bimbo che teneva in grembo divenne indignato da tanta violenza contro sua madre e di forza usci’ dal ventre, ruzzolando in terra. Da questa caduta gli provenne il nome Cyavana.
Il Rakshasa, percependo che Puloma aveva perduto il feto, libero’ la donna dalla sua presa volendo capire cosa fosse successo di preciso. In quel momento dapprima cadde in terra e fu istantaneamente trasformato in cenere.
La bella Puloma, con le lacrime agli occhi e ancora tremando per la paura, prese il bimbo e torno’ all’eremo.
Brahma la vide cosi’ maltrattata sebbene non avesse commesso nessun torto, senti’ il cuore intenerito e la conforto’, mentre teneva il suo neonato stretto al petto. E le lacrime che caddero da quegli occhi da cerbiatta divennero un fiume e mentre lei camminava le acque la seguivano. Vedendo quel fiume che si stava formando Brahma, l’antenato di tutti gli esseri viventi, lo chiamo’ Vadhusara, che ad oggi continua ad attraversare l’eremo di Cyavana. Fu cosi’ che Cyavana, il poderoso Muni dai grandi meriti ascetici, nacque.
Cyavana crebbe e quando divenne adulto si sposo’ ed ebbe un figlio virtuoso chiamato Pramati. La sposa di quest’ultimo fu Ghritachi, che era un’Apsara . Dalla loro unione nacque Ruru.
Questi si uni’ a Pramadvara, da cui nacque Sunaka, l’antenato del rinomato Rishi Saunaka.
Sunaka si dedico’ alla vita ascetica, la sua reputazione fu sempre priva di macchie, fu erudito nelle leggi ed era preminente fra coloro che conoscevano e praticavano le discipline Vediche.
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