Il Principio Erotico e la Pura Devozione.
I passatempi trascendentali d’amore di Sri Krishna con le pastorelle spirituali di Vraja costituiscono la più elevata piattaforma di servizio reso alla divinità.
Questo è il contenuto essenziale degli insegnamenti di Sri Chaitanya.
Questo insegnamento è esposto nello Srimad Bhagavatam Purana che offre una esposizione concreta e priva di ambiguità di questa religione dell’Amore.
Il principio dell’amore non è riferito necessariamente al sesso, e tutti possono confermarlo. L’amore erotico che comporta un riferimento sessuale è, però, considerato come un argomento pericoloso. E’ difficile capire come l’amore erotico può sopravvivere alla eliminazione completa dei riferimenti sessuali come invece sembra essere il sogno ipocrita di un certo tipo di poeti e di studiosi empirici.
Gli empiristi si oppongono in modo deciso all’elemento sessuale evidenziato molto chiaramente nella forma di poligamia adulterina disgustosa presente nei racconti dei passatempi di Sri Krishna.
Gli strani passatempi amorosi di Vraja con il loro sincero abbandono sessuale sono visti da moralisti e sociologi come una dose troppo forte, particolarmente per i ragazzi e le ragazze di minore età e anche per gli adulti che non posseggono un gusto e un’immaginazione sviluppati.
L’idolatria della fuorviante passione sessuale è un tipo di religione veramente perverso e deriva da una sopravvivenza dell’idea di promiscuità allo stato selvaggio dal quale l’umanità non si è ancora completamente liberata nonostante gli sforzi continui di innumerevoli generazioni.
Nessun uomo assennato potrebbe perciò pensare senza rabbrividire alla prospettiva di essere scaraventato indietro alla condizione primitiva di animalismo selvaggio.
Ogni dottrina che conduca o tenda a portare sia direttamente che indirettamente l’umanità indietro a un ideale di sessualità promiscua perciò si può ritenere ingiustificata e condannata in partenza.
Nel paragrafo precedente stavo cercando di mettere in chiaro la posizione di una persona antierotica senza avere nessuno scrupolo a adoperare un linguaggio molto forte nei suoi confronti.
Potrei anche affermare che questa persona può sinceramente puntualizzare, e non perde occasione di farlo, alcuni fatti sgradevoli a sostegno dei suoi timori.
Le dissolutezze abbastanza evidenti di un certo numero di cosiddetti seguaci di Sri Chaitanya sono state evidenziate da molti osservatori qualificati che non si sono neppure preoccupati di verificare se la loro degradazione fosse da attribuire oppure no agli insegnamenti di Sri Chaitanya.
La diffusa tendenza alla corruzione sessuale fra alcune classi di persone, che si atteggiano a seguaci di Sri Chaitanya, è effettivamente reale, per cui ritengo sia inutile ed anche disonesto che per tali persone cerchino scusanti e tanto meno non metterò in discussione la possibilità che queste accuse siano forse esagerate.
La relazione sessuale che al giorno d’oggi si cerca di regolarizzare con l’aiuto di qualche principio morale non è, per quanto posso capire, condannata come qualcosa di impuro da nessuno degli scrittori che invece trovano obiezioni alla tendenza nociva degli insegnamenti di Sri Chaitanya e dello Srimad Bhagavatam.
Perciò loro si sorprenderebbero se li si informasse che la sessualità stessa è condannata in termini drastici dallo Srimad Bhagavatam, da Sri Chaitanya e dai suoi compagni e rinomati seguaci.
Il problema che io devo affrontare in questa discussione non è di dimostrare che essi non condannano la sessualità, ma al contrario il fatto ancora più sconcertante che loro condannano il principio stresso di sessualità come la più dannosa di tutte le fissazioni a cui noi siamo soggetti nello stato di peccato.
Il principio morale delle etiche empiriche è basato sull’ideale della personalità umana, che consiste nello sviluppo armonioso di tutte le facoltà e degli istinti inerenti alla razza umana.
Secondo questo punto di vista nessun istinto o qualità è inutile o immorale in se stesso. E’ l’uso appropriato di ciascuna facoltà che ci permette di migliorare la nostra autonomia e le nostre qualità. Se questo metodo di miglioramento è applicato all’istinto sessuale, otteniamo il principio che non solo è giustificabile ma che è necessario esercitare la funzione sessuale con la appropriata salvaguardia mentale, che ci consentirà la crescita del potere sessuale e delle proprie capacità. Questo ideale è effettivamente realizzato sotto la guida di etici empirici, da varie attività estetiche e scientifiche di poeti, novellisti, pittori, artisti, fisici, chimici, biologi, eugenisti, ecc., ecc., su un piano esauriente e organizzato coscienziosamente specialmente nell’Europa moderna. I moralisti empirici e i loro seguaci hanno avuto da ridire sull’insegnamento dello Srimad Bhagavatam sul terreno della volgarità, della grossolanità e della necessità di prudenza a livello mondiale. Anche la superiorità delle religioni di Cristo e di Mohammed è sostenuta dai religiosi, che sono sotto l’influenza degli etici empirici, e consiste in parte nei loro principi sociali, nella loro sapiente manipolazione del problema del sesso, con la condanna degli eccessi sessuali e della promiscuità. Il principio della totale astinenza sessuale, che è anche raccomandato da tali religioni, è considerato come un errore dalla parte meno pericolosa.
Sri Chaitanya nel seguire lo Srimad Bhagavatam rigetta questo ideale della personalità umana. Lo sviluppo dei poteri del corpo che non è anima e della mente, secondo lui, non ha comunque connessioni con l’anima individuale propriamente detta, che è collocata al di sopra delle attività e delle esperienze della nostra attuale ingannevole esperienza. La mente è un organo dell’anima, che può essere in questa esistenza sotto la protezione della materia, con il consenso del suo proprietario. Questa innaturale e, a quanto sembra, impossibile unione fra spirito e materia è il mistero che ha confuso tutti gli sforzi nella spiegazione della scienza empirica. Il principio di causalità che rappresenta il fondamento del metodo induttivo non è da considerarsi valido per un fatto di tale ampiezza. Lo spirito si è mischiato con la materia, con la quale non ha niente in comune e, di fatto, si convince che tutte le sue affinità sono in connessione con il limitato e l’inconscio, che rappresenta il “non spirituale”.
Tutti gli schemi della scienza empirica hanno aggirato questo problema per l’evidente motivo che è incomprensibile alle risorse conosciute alla nostra attuale ragione o esperienza.
Ma la loro ignoranza su questo soggetto continua non di meno ad essere una mancanza fatale, che vizia tutte le conclusioni alla loro fonte.
Se gli etici empirici considerano l’ideale della personalità umana la condizione materiale, ciò è dovuto all’assunto che la mente, con la sua attuale visione, è l’anima umana non sviluppata che è in grado di trovare la sua strada alla sommità della perfezione, continuando ad incrementare la sua capacità ed inclinazione a mischiarsi con la materia o, in altre parole, che la sua unione con la materia è un fatto permanente della sua vera costituzione.
Ma, per un ragionamento imparziale, non riteniamo che lo spirito abbia alcuna identificazione materiale per la semplice ragione che esso è spirito.
Sri Chaitanya sostiene che lo spirito è eternamente e interamente separato dalla materia. Allo stato di peccato è sotto la falsa impressione che sia in intima connessione con la materia. Qualsiasi fatto che tenda a confermare questa falsa impressione impedisce la sua reversibilità alla sua naturale condizione di esistenza illimitata. Ad ogni tentativo di incrementare il potere sessuale che anima e stabilisce la connessione materiale, lo stato di delusione risulterà prolungato.
Il potere sessuale non ha valore per l’anima.
Se al suggerimento sessuale è concesso di insinuarsi nella letteratura, nella scienza e nell’arte, tali soggetti non possono altresì ottenere la prossimità dello spirito.
Se una persona può risalire una montagna, può ciò provare che la sua anima sia grande? La materia o qualsiasi capacità o istinto che faccia derivare il suo valore da un effetto materiale, non riguarda lo spirito.
Lo spirito è eternamente e categoricamente differente dalla materia.
L’ideale della personalità umana secondo Sri Chaitanya riguarda l’anima liberata dal suo imprigionamento alla materia e il funzionamento sul piano dell’Assoluto al quale egli appartiene per costituzione.
La facoltà e gli istinti delle nostre attuali menti rappresentano una perversione corrispondente agli analoghi principi dell’anima nel suo stato di purezza.
E’ perciò non solo non necessario ma positivamente nocivo tentare di accrescere la possibilità o l’ambito delle nostre presenti malaccorte attività.
Il vero ideale richiede la deviazione del loro orientamento dagli oggetti materiali verso lo spirituale. Dovremmo perciò desistere dal tentativo di accrescere il potere e l’ambito del nostro attuale istinto sessuale e cercare di recuperare l’anima, orientata male verso un ideale che proviene dalla nostra esperienza di questo mondo, girandola indietro su se stessa e quindi permettendole di trovare il suo reale obiettivo.
Sri Chaitanya non è sostenitore della sensualità grossolana o raffinata o della completa astinenza sessuale.
Egli si oppone a tutte le connessioni positive e negative con la materia. Egli vuole che l’anima emancipata individui il suo proprio ideale. Non considera possibile accertare artificialmente la funzionalità delle anime liberate con i principi della loro esistenza ingannevole.
Se questa differenza radicale fra Sri Chaitanya e i moralisti empirici al riguardo dell’ideale della personalità umana è tenuta bene in considerazione, ciò renderebbe possibile di non equivocare il suo atteggiamento verso il principio del sesso.
Sri Chaitanya considera il sesso alla stessa maniera di come egli consideri qualsiasi altro fenomeno di questo mondo, come se mostrasse una doppia faccia alla nostra giusta ragione. Ciò può riguardare sia il fatto di essere parti della nostra eterna natura, sia un elemento avventizio che non ha connessioni con il nostro vero sé.
Gli empiristi sostengono il punto di vista formale. Sri Chaitanya gli si oppone e lo rifiuta, e stabilisce la verità secondo la sua visione.
Il sesso secondo Sri Chaitanya è un affare transitorio e appartiene a questa esistenza in mutamento. Potrebbe trovarsi sulla nostra strada in una forma o in un’altra, così come noi siamo soggetti a questa esistenza terrena, ed è ovviamente necessario che si assuma un principio di condotta nei suoi riguardi.
Questo principio dovrebbe essere coerente con il nostro ideale della personalità umana. Se l’anima liberata dalle scosse della materia fosse il nostro ideale, dovremmo dirigerci verso un tipo di attività sessuale che non rafforzi il nostro attuale desiderio per una certa forma di attività materiale.
A questo scopo, la prima cosa che bisogna fare realmente è provare a realizzare chiaramente che il mondo come ci è presentato dai sensi materiali non è il mondo al quale le nostre anime sono interessate.
L’anima ha il suo proprio mondo separato. L’anima non è un’astrazione, né il mondo spirituale è il frutto della nostra immaginazione materiale. La reale verità è proprio all’opposto. Questo mondo materiale è solo il riflesso pervertito del mondo spirituale. E’ l’ombra, l’astrazione del mondo spirituale, che è la vera sostanza.
La nostra anima che è disprezzata dal mondo spirituale ha in qualche modo perduto tutta la memoria reale del mondo sostantivato. Ma le caratteristiche del mondo spirituale sono riflesse in un modo distorto in questo mondo materiale.
E’ questo stesso mondo reale che è presentato in questa forma distorta e inintelligibile dai nostri attuali sensi difettosi.
L’anima dormente e’ essa stessa responsabile di questa distorsione. Questo è l’inevitabile risultato dell’uso sbagliato della facoltà della libera ragione che è il principale costituente dell’anima.
L’anima è libera di scegliere di servire la Verità.
Essa è ugualmente libera di seguire il corso opposto.
La funzione propria della ragione libera è di servire la Verità, o in altre parole, di essere preparata a riconoscere le proprie naturali limitazioni e sottomettersi ai consigli dell’alta ragione, quando quest’ultima faccia la sua apparizione. La ragione delle anime cadute ha rifiutato deliberatamente di riconoscere la propria attuale piccolezza, e ha rinunciato alla guida dell’Alta Ragione.
Infatti, agisce per se stessa al fine di costruire un mondo proprio con le proprie risorse irrisorie.
Il mondo attuale è il risultato di questa attività sleale. Abbiamo messo il nostro collo deliberatamente nel cappio che ci tiene nella sua ferrea e rapida presa, e la stessa originale perversità ancora persiste e ci previene dal ritornare alla nostra posizione costituzionale.
In proporzione a quanto questa perversità irrazionale continuerà, noi saremo destinati a brancolare nell’ignoranza e a raccogliere la ricompensa dell’abuso intenzionale della nostra ragione libera nella forma di questa insignificante esistenza di peccato e di morte.
Ed è anche sotto il peso di questa ragione perversa che abbiamo costruito la scienza empirica del comportamento. Le scienze empiriche, che sono il risultato degli sforzi della ragione di liberarsi dalle conseguenze della sua follia, sono davvero le false catene che legano l’anima in modo fermo ad una esistenza falsa.
Il primo passo vero che si deve fare nella direzione giusta è cercare seriamente di realizzare la natura di questa perversità, o peccato.
Una volta che questa perversità è chiaramente percepita, le scienze reali che abbiamo sino ad ora servito per confermare la nostra ignoranza, rappresenteranno l’aiuto più elevato nel liberarci dalle catene di questo mondo.
Non c’è nulla da perdere nel cambiamento di fronte, mentre c’è tutto da guadagnare nella sola direzione giusta.
Lo Srimad Bhagavatam e Sri Chaitanya ci raccontano di questa esistenza trascendentale nella quale, al posto della somiglianza analogica, ogni cosa è differente da ciò che ci è familiare in questo mondo, così come la sostanza è differente dalla sua ombra distorta.
Gli amori di Sri Krishna sono categoricamente differenti dalle esibizioni sessuali delle persone dissolute di questo mondo, perché rappresentano la verità eterna, della quale quest’ultimo rappresenta un riflesso malsano e pervertito.
E’ il nostro eterno dovere di relazionare molto con l’Uno e poco con l’altro. Siamo liberi dalla delusione e dalla trappola della sessualità attraverso la realizzazione degli amori spirituali della Coppia Divina.
La conoscenza degli amori spirituali di Sri Sri Radha e Krishna sono la medicina per l’anima ammalata afflitta dalla malattia della sessualità.
Gli amori della Coppia Divina sono la più alta verità e il fine ultimo da realizzare sul sentiero dello sforzo spirituale. Questo è l’insegnamento dello Srimad Bhagavatam.
E’ necessario raggiungere questa meta gradualmente e progressivamente.
Prima di tutto bisogna ascoltare le notizie del mondo spirituale dalle labbra di coloro che hanno effettivamente realizzato la vita eterna.
Solo queste persone possono esporre in modo appropriato lo Srimad Bhagavatam.
Sri Chaitanya è l’esponente ideale dello Srimad Bhagavatam. La sua vita è lo Srimad Bhagavatam ridotto nei termini dei doveri della vita giornaliera di questo mondo, che ci permette di capire realmente e di realizzare la Verità.
Chiunque legga con una mente imparziale i volumi illuminati scritti dai Suoi associati ed eminenti seguaci con lo scopo di trasmettere a tutte le generazioni future i particolari della Sua vita e dei Suoi insegnamenti, non può fallire di realizzare la necessità imperativa per ciascuno di noi di seguire le Sue orme.
Possiamo perciò capire che il mondo spirituale esiste realmente, che è il regno del Concreto Assoluto, che non può essere raggiunto dai nostri sforzi solamente, per il motivo che l’Assoluto rifiuta di rivelarsi alla nostra minuscola anima soggettiva; che è necessario avvicinare la realtà con il metodo della sottomissione; che questo metodo della sottomissione deve essere imparato, anche con il medesimo metodo, da coloro che hanno effettivamente realizzato l’Assoluto e che vivono realmente fra di noi come insegnanti di religione inviati da Dio.
Una volta che la necessità di sottomettersi al precettore spirituale è realizzata chiaramente, si è in grado di trovare il giusto tipo di precettore.
Questa è la prima manifestazione della Verità Assoluta al ricercatore sincero.
Lo stadio successivo del progresso consiste nell’ascoltare attentamente le parole del buon precettore e di applicarle simultaneamente nella pratica, per quanto siano state capite e quindi approvate dalla nostra ragione. E’ solo dopo essersi sottoposti ad un training completo che noi possiamo raggiungere la meta, una giusta comprensione della narrativa degli amori trascendentali della Coppia Divina.
La discepolanza spirituale è indispensabile ed è la chiave di tutto.
Coloro che pretendono di capire il Bhagavatam senza avere effettuato un training completo con il metodo della sincera sottomissione al buon precettore, non possono accedere al reale significato della narrativa del Bhagavatam.
Ci sono molti pseudo-seguaci di Sri Chaitanya che ignorano la necessità di seguire il Suo insegnamento. Dallo studio del Bhagavatam raccolgono solo peccato e degradazione. I loro travisamenti o la loro condotta depravata non devono ostacolare la nostra onesta ricerca delle dottrine vere dello Srimad Bhagavatam alla luce della pratica e dell’insegnamento di Sri Chaitanya e dei suoi associati e seguaci sinceri.
Sri Chaitanya ha dichiarato che Sri Krishna è servito in modo adeguato solo dalle pastorelle spirituali di Vraja, e che non è possibile per chi non è perfettamente libero dal peccato realizzare la natura di questo servizio.
E’ necessario sostenere un corso regolare di training, sotto la guida di un buon precettore, per capire cosa sia realmente e per essere in grado di praticarlo. Una volta ottenuto questo servizio, noi realizziamo la funzione eterna delle nostre anime.
Questo servizio non può essere svolto con il corpo o con la mente.
Può essere svolto solo dall’anima pura che è assolutamente libera da tutti i desideri mondani, incluso quello sessuale.
Questo servizio riguarda una realizzazione spirituale e non un’imitazione con l’aiuto della nostra attuale sguaiata immaginazione. Bisogna dire che con la sottomissione sincera, convinta, alle regole del discepolato spirituale, come formulate nelle scritture e spiegate da insegnanti competenti, si può giungere a questa perfetta purezza della mente.
La verità assoluta manifesta se stessa spontaneamente, poiché ha il potere di assumere l’iniziativa sulla mente, la quale si purifica nel sincero sforzo di ricercarla. L’assoluta purezza della mente è raggiungibile.
La purezza relativa è una delusione e una trappola, e non servirà assolutamente allo scopo.
Il Bhagavatam non dovrebbe essere letto senza tenere a mente questi avvertimenti delle Scritture. Altrimenti ci sarà l’assoluta certezza di confondere lo spirituale con il materiale, e di essere puniti con l’acquisizione di una positiva ripugnanza per la medicina, che invece è la sola a poter guarire i cimurri della mortalità, e applicarla male con un degrado assoluto. Non è il consiglio dell’intolleranza o della fede superstiziosa, ma la più alta conclusione della ragione obiettiva, nel suo sforzo di essere assolutamente attinente ai propri principi costituzionali.
Questa posizione è stata raggiunta con un appropriato esercizio della razionalità, che è la sola infallibile guida del nostro vero sé.
Le pastorelle spirituali di Vraja servono Sri Krishna con tutti i loro sensi spirituali e per la Sua sola soddisfazione.
Sri Krishna è una persona vera. E’ l’unico proprietario di ogni cosa. Noi siamo una Sua proprietà. I nostri sensi eterni sono anche di Sua proprietà.
Egli possiede dei sensi come le nostre anime che emanano dalla Sua immagine. I nostri attuali sensi materiali sono una malsana perversione della realtà. Al momento vogliamo servire noi stessi, e se anche non vogliamo servire Sri Krishna siamo ridotti necessariamente ad essere autocompassionevoli. In questo stato di delusione, supponiamo erroneamente di essere i proprietari dei nostri sensi, e cioè di essere uguali a Krishna. Ciò equivale per entrambi i sessi.
I maschi così come le femmine di questo mondo vedono se stessi come i proprietari dei loro sensi, e i loro sensi come strumenti di autogratificazione. In questo senso tutti noi, prescindendo dal sesso, siamo maschi, maestri o goditori in senso spirituale, sebbene ciò sia causa di delusione, perché per costituzione non siamo padroni ma servitori.
Krishna è il solo proprietario di ogni cosa, anche delle nostre anime. Questo fatto si riflette in modo perverso nel principio del sesso. Noi apparteniamo alla categoria della materia, alla quale anche i nostri sensi appartengono. Per cui è possibile identificare noi stessi con i nostri sensi in uno stato di illusione che proviene dal peccato, e mistificare la sua presunta felicità come se fosse la nostra.
Ma è un dato di fatto che nel campo dello spirito non esiste una linea divisoria che separi l’anima dai suoi sensi, come il proprietario da ciò che gli appartiene. Tutto ciò è percettibile alla nostra ragione solo in modo leggero.
Allo stato di anima caduta, si suppone che i sensi, concepiti come differenti da noi stessi, siano soddisfatti se seguiamo i loro dettami, ancora concepiti come separati da noi stessi nell’esercizio della nostra funzione di autocoscienza.
Le pastorelle di Vraja sono proprietà di Krishna e sono pienamente coscienti di questa relazione. Si esprime questo atteggiamento affermando che esse sono femmine.
In Vraja i maschi non subiscono nessuna illusione parziale quando sono in contatto con Krishna. Le pastorelle spirituali di Vraja non sono né maestre né schiave dei loro sensi, come noi vorremmo che siano. Non sono come i nostri moralisti malaccorti e speculatori, che sono impegnati a inseguire le ombre. Esse sono le vere realiste. Esse sanno ciò che nessuno di noi sa veramente, che ogni cosa appartiene a Krishna, che tutto serve solo per Krishna e che tutto conduce a realizzare che Krishna è il maestro di tutti.
Questo è il Puro Stato Spirituale.
Soltanto le pastorelle spirituali di Vraja possiedono perfettamente questa visione pura.
Perciò solo loro dipendono veramente da Krishna e sono Sue servitrici, realizzando, come loro fanno, che nulla compreso lo stesso sé appartiene loro, ma che ogni cosa, compresi i loro sensi, appartiene a Krishna.
I moralisti empirici trascurano il fatto che i nostri sensi non sono realmente nostri. Noi non possiamo ingiungere ai nostri occhi di vedere o ai nostri nasi di odorare. Essi non ci obbediscono. Essi obbediscono al loro vero Padrone, al Quale solo appartengono.
Ogni cosa è subordinata a Krishna.
Ogni cosa viene effettivamente amministrata per il suo solo piacere.
Ciò non è contraddittorio ma rappresenta il completo appagamento del principio morale. Il principio femminile nella forma della subordinazione al maschio è un fatto reale della nostra esistenza spirituale.
In tutte le fasi amatorie Krishna è il solo maschio, tutto il resto è femminile. Questo è l’esatto contrario dell’ideale corrente che noi siamo i soli maschi e che tutto il resto è dipendente, cioè inteso per il nostro godimento.
L’anima funziona liberamente nel regno dell’Assoluto, dove è cosciente della sua relazione vera con Krishna.
La sua funzione è mutilata, ostacolata e falsata nel momento in cui sceglie di fare da maestra per proprio conto e cioè di voler giocare il ruolo del maschio.
Questa attività pervertita è impedita da tutte le parti dalla resistenza della Verità Assoluta. Questa mente o anima licenziosa litiga con Krishna. Nel tentativo di godere di ogni cosa, si è puniti proprio da quelle cose che l’attirano nelle più grandi profondità dell’ignoranza, con una deludente risposta al suo frenetico tentativo di gratificazione dei sensi.
Allo stato normale, quegli stessi oggetti l’aiutano a servire Sri Krishna.
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