Dimostrami che le stelle brillano di luce propria

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Domande e obiezioni

Ho letto la tua risposta alla mia e-mail “interpretazioni” e ne approfitto – per la tua cortesia – per definire meglio ciò che penso:

non puoi argomentare che la scienza è tutta un imbroglio – semplifico in modo brutale ma è questo in sintesi ciò che affermi – in quanto, facendo ciò, dimostri di rinunciare alle tue stesse capacità intellettuali, che sono pur sempre parte di te anche se gregarie, o di dettaglio, rispetto alla pratica del bakti-yoga. Non credo che tu pensi veramente che le stelle siano pianeti.

L’umanità, specialmente in questi ultimi secoli a partire dall’illuminismo, ha conquistato con la metodica “scientifica” strumenti di conoscenza che le hanno permesso di scoprire qualcosa che prima non conosceva.

Perché disconoscere questo? Che c’entra la verità fondamentale del Servizio di devozione col fatto che ora conosciamo qualcosa di più – molto poco, ritengo – del “riflesso distorto”? Lascia che la “scienza” sprechi il suo tempo come crede; personalmente non mi metto a contestare i suoi risultati, ottenuti con metodica coerente: diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Quel che crea grande difficoltà nello studio dello Srimad Bhagavatam e degli altri testi vaisnava è proprio questa mancanza di distinzione di campo, purtroppo mantenuta nell’interpretazione di S.Prabhupada, per la quale tu – per esempio – sei costretto a rinunciare a qualcosa di tuo ed io a trovare equilibri faticosi.

 

Risposta

a Gastone Gori in riferimento al dibattito sulla Scienza – 14 aprile 2002 – n.1349

Caro amico Gastone,

Citazione:

non puoi argomentare che la scienza è tutta un imbroglio

– semplifico in modo brutale ma è questo in sintesi ciò che affermi

Semplificando semplificando, sei giunto ad attribuirmi un’opinione che non ho. La scienza non è tutta un imbroglio, perchè ha prodotto innumerevoli risultati concreti, come ad esempio quello grazie al quale stiamo dialogando a migliaia di chilometri distanti l’uno dall’altro.

Io ho criticato un metodo, che è disonesto, cioè quello di spacciare ipotesi per fatti comprovati. Non c’è mica nulla di male ad avanzare ipotesi. Il male giunge quando si afferma che un’ipotesi è un “fatto comprovato”.

Inoltre ho criticato la gente che usa due pesi e due misure in rapporto alla scienza e alla religione: qualsiasi cosa che dica la scienza va bene, qualsiasi cosa che dica la religione va male. Non è così: quando si ha ragione, si ha ragione, non importa il metodo – scientifico, intellettuale o fideistico – che si è usato.

Facciamo qualche esempio:

Noi “per fede” abbiamo sempre sostenuto che 5000 anni fa il fiume Sarasvati scorreva veramente in quello che oggi è un deserto a occidente dell’India del nord. Lo sostenevamo perchè accettavamo i Veda come autorità. Qualche anno fa un satellite ha scoperto l’antico letto del Sarasvati eattamente dove il Mahabharata affermava che scorresse.

Noi “per fede” abbiamo sempre sostenuto che la città di Krishna, Dvaraka, non era un mito, ma era realmente esistita. Un paio di anni fa la flotta di ricerche archeologiche del governo indiano, guidata dal Professor Rao, ha scoperto Dvaraka esattamente dove i Purana affermavano fosse.

Noi per fede abbiamo sempre sostenuto che il palazzo di Hiranyakashipu fosse ad Ahovalam, nel sud dell’India. Anni fa hanno ritrovato le rovine in una giungla, sempre esattamente dove dicevano i Veda, e hanno difficoltà a datarlo, tanto è antico.

Potrei andare avanti.

Dunque, noi non potevamo avere altre prove oltre l’autorità dei Veda, però avevamo ragione.

Inoltre non sono solo qualche scienziato a essere qualche volta disonesto. Troviamo lo stesso tipo di disonestà in tutti i campi, compreso quello religioso.

Il mio non è dunque un discorso di parte, ma di sostanza, su cui ti invito a fare attenzione.

Citazioni:

Non credo che tu pensi veramente che le stelle siano pianeti.

Tornando sullo specifico, nella email precedente io ti avevo fatto una richiesta specifica: cortesemente dimostrami che le stelle brillano di luce propria.

Mettere in dubbio in continuazione il mio personale rigore intellettuale non è una prova a tuo vantaggio. Dai l’impressione di voler tergiversare. Rimani sul punto. La scienza è rigorosamente basata sull’osservazione e sull’esibizione di prove? Ebbene, producile.

La tradizione di pensiero a cui appartengo non impone la rinuncia dell’uso dell’intelletto, anzi. E io personalmente sono fiero del mio rigore intellettuale, a cui non rinuncio.

Proprio per questa ragione, ti chiedo di esibirmi le prove di quanto stai affermando. Le stelle brillano di luce propria? Bene, sono pronto ad accettarlo, ma dimostramelo oltre ogni ragionevole dubbio. Le “stelle” sono stelle e non pianeti? Bene, dimostramelo e io lo accetterò.

Se però arriviamo a trovarci di fronte a due atti di fede, puoi stare certo che non sceglierò loro.

Nel caso in cui tu non fossi in grado di dimostrarlo, ti faccio presente che hai agito con fede cieca nei confronti della scienza, e questo è esattamente ciò che ci rimproveri. Mi auguro che per la coerenza di quanto scritto, tu sia in grado di ammetterlo pubblicamente.

Citazioni:

Quel che crea grande difficoltà nello studio dello Srimad Bhagavatam e degli altri testi vaisnava è proprio questa mancanza di distinzione di campo, purtroppo mantenuta nell’interpretazione di S.Prabhupada, per la qualetu – per esempio – sei costretto a rinunciare a qualcosa di tuo ed io a trovare equilibri faticosi.

Poni sul tavolo della discussione un argomento importante.

I testi Vedici e Vaishnava si dividono per categorie. Non esiste un libro che dice tutto di tutto. Ognuno tocca in modo generico parecchi punti, ma ne approfondisce solo qualcuno.

Lo Srimad-Bhagavatam ha principalmente lo scopo di presentare la vita e gli insegnamenti spirituali di Sri Krishna, ed è per questa ragione che più della metà del libro consiste del Decimo Canto, che tratta appunto della Sua vita.

Il Bhagavatam è un testo di devozione, non un testo di astronomia o astrofisica. Per quello ci sono altri testi, come il Surya Siddhanta e tanti altri.

Per questa ragione Srila Prabhupada, che è un Guru- Bhakta e non un astronomo, non approfondisce il tema ma ci sorvola sopra dando solo alcuni accenni. Ma giudicare negativamente i commenti di Srila Prabhupada partendo da una scarsa conoscenza, anzi diciamo ignoranza, del tema trattato, è scorretto.

Il nostro Maestro spirituale ha dato alcuni accenni solo, ma nella sostanza sono tutti scientificamente corretti. Siamo noi a non poterlo capire a causa di una scarsa cultura della materia.

A sostegno di questo punto, ti ho già presentato tre esempi. Te ne dò altri.

Prendiamo la storia della Luna. Il Maestro, che si rifà al Bhagavatam, ha detto che la Luna è più lontana del Sole rispetto alla Terra. Questo ha fatto gridare allo scandalo un sacco di gente. Eppure, dopo aver studiato di più, siamo venuti a conoscenza della multidimensionalità della creazione cosmica, e ciò ha spiegato tutto in modo rigoroso e scientifico.

Il caso degli uomini sulla Luna è un altro esempio di come bisogna stare attenti a criticare gli insegnamenti di personalità del calibro di Prabhupada. Egli lo aveva detto nel ’69 che sulla Luna non ci si poteva andare, e ora lo dicono in molti fra politici e scienziati stessi. E nessuno riconosce che, 33 anni orsono, un santo mandato da Dio lo aveva detto senza paura al mondo intero.

 

Questa è una sezione del libro “Infiniti Segmenti di esistenza”, in lingua italiana.

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