3b) la dottrina
Ishvarakrishna premette che il desiderio di conoscere nasce dai tormenti causati dalle sofferenza dell’esistenza materiale. Infatti
- grazie al sapere che si possono evitare gli errore che nascono dall’ignoranza e accedere così alla Verità. Ma subito gli studenti sono avvertiti: solamente questo sistema può dare la liberazione, e non quelli che sono privi di carattere assoluto e che non risolvono in modo definitivo il problema dell’esistenza.
Si comincia subito con la descrizione della prima due sostanze che, secondo il Sankhya-nirishvara (Sankhya-ateo), sono alla radice del creato: cioè la natura materiale primordiale (prakriti).
La prima delle sue caratteristiche è che non è mai prodotta. Dunque è eterna. I sette principi che scaturiscono da essa (l’intelligenza, il senso dell’io e i cinque elementi sottili) sono invece prodotti e a loro volta producono degli elementi. I sedici (gruppo composto dai cinque organi di senso, dai cinque organi d’azione, dalla mente e dai cinque organi pensanti) sono soltanto prodotti e non producono null’altro.
La seconda di queste sostanze originali è l’anima (purusha). Anch’essa non è mai prodotta (dunque è eterna), ma a differenza della materia non sarebbe in grado di produrre nulla (in quanto inerte).
Dunque sono due i principi primordiali e supremi: la materia e lo spirito. Questi sono dotati di caratteristiche tra loro diverse.
Torniamo alla prima. Prakriti è vista come un’energia eterna e onnipervadente. Eterna perché ciò che non ha fine non può neanche avere un inizio; onnipervadente perché i suoi prodotti si possono osservare ovunque. Infatti nei sutra Sankhya si dice che
64
non è possibile osservare prakriti se non deducendone l’esistenza dai suoi prodotti, che sono presenti ovunque. E’ la radice di tutto, la causa primordiale. Non esiste causa al di là di essa, proprio come nell’esempio della radice e dell’albero: la prima è la causa dell’albero e non c’è un’altra radice che la genera. Tutto viene da lei, ma prakriti non proviene da niente e nessun altro. La sua funzione eterna è di produrre tutto ciò che noi vediamo nell’universo. Ma questa natura materiale primordiale, priva di intelligenza perché composta di sola materia bruta, è la causa del godimento perverso e, solo alla fine, della liberazione di innumerevoli esseri senzienti.
Torniamo a porci la domanda: da cosa possiamo capire senza ombra di dubbi la sua reale esistenza? Solo dai suoi effetti, risponde l’autore. La materia nella sua forma originale è scomparsa nella creazione ed è rimasta solo quest’ultima. Sebbene la sua natura sia unica (nel senso di non diversificata), possiede molti attributi eterogenei e, attraverso i suoi poteri di modificazione, produce questo mondo fantastico e tutti i suoi fenomeni.
Ora vediamo qual è la sua composizione interna.
Agli albori della creazione, prakriti esiste in uno stato di equilibrio interiore dei suoi attributi fondamentali, che vengono chiamati Guna. Questi sono tre: sattva (ritmo), rajas (attività) e tamas (inerzia). La loro natura consiste rispettivamente nel piacere, nel dolore e nell’offuscamento; i Guna servono a illuminare, ad attivare e a limitare. Attraverso le loro interazioni qualitative, la varietà è creata. Ma ci sono numerose altre caratteristiche. Infatti il sattva è leggero e luminoso, il rajas è stimolante e mobile, il tamas è pesante e opaco.
La parola Guna può avere accezioni diverse. I filosofi Sankhya attribuiscono al termine il significato di “qualità” o “caratteristica”. La prakriti è composta di questi tre ingredienti fondamentali in modo totalmente inscindibile, come il calore è la caratteristica fondamentale e inerente del fuoco e da esso non può mai separarsi: infatti un fuoco che non fosse caldo non sarebbe tale. Prakriti e la mistura armonica dei tre Guna sono la stessa cosa. Ma è un punto importante, per cui occorre definirlo con maggiore precisione.
Sattva è ritmo, o esistenza stabile, esistenza che si sostiene,
65
o anche la capacità intrinseca di mantenersi secondo un proprio “ritmo” o “ragione” di esistenza. Provoca gioia. Rajas è attività, capacità e ragione di muoversi, di trasformarsi, di procedere in direzione di altri stadi di esistenza. Provoca dolore. Tamas è inerzia, o stato di non-movimento, prossimo dunque a distruggere le numerose forme che la materia stessa assume. Causa illusione e la confusione più profonda.
Ora passiamo a parlare dell’anima. Se non ci fosse quest’ultima, nulla avrebbe senso, in quanto ogni aggregazione esiste sempre
in rapporto a qualcos’altro. Nessun “composto”, specifica Ishvarakrishna, può essere fine a se stesso. Infatti la natura, in quanto priva di vita e interessi, non avrebbe ragione di esistere. Il Purusha
- il diretto interessato degli avvenimenti. Egli è il soggetto fruitore e tutte le attività vertono in direzione della sua liberazione. In ogni corpo, dunque, c’è un’anima ed essa è testimone, libera, indifferente, spettatrice e inattiva.
Questa è una sezione del libro “Filosofie dell’India”, in lingua italiana.
Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

Leave a Reply