Tattva Sandarbha di Jiva Gosvami in Italiano – Argomento Nono – I Purana sono Scritti Vedici e quindi autorità massime

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Argomento Nono – I Purana sono Scritti Vedici e quindi autorità massime

Le sei sezioni che seguiranno, cioè dalla dodicesima alla diciassettesima, si prefiggono lo scopo di dimostrare che i Purana, parimenti ai Veda, sono Scritture perfette e che anzi, per molti versi, sono superiori.

… giacché i Veda (in Kali-yuga) sono difficili da studiare e da capire – perché persino grandi saggi che cercano di comprenderli non riescono a trovare accordi su questioni filosofiche – noi esamineremo sabda solo sulle basi di Itihasa e Purana. Perciò è evidente che, nella presente epoca, solo le Itihasa e i Purana sono in grado di generare conoscenza vera.

L’epoca storica in cui viviamo è il Kali-yuga, cominciata da poco più di 5.000 anni e che durerà altri 427.000 anni. Nel ciclo delle quattro ere (Satya, Treta, Dvapara e Kali), il Kali-yuga è la più degradata; durante questo periodo l’uomo perde le sue qualità migliori che in altri tempi erano invece sua ricchezza comune.

Sulla base di questa riflessione, Sri Jiva si pone una domanda avanzata, nel passato, anche da altri grandi personaggi del mondo vedico: quale fosse la migliore delle Scritture per uno studio che eviti tragici sprechi di tempo e che indirizzi nella direzione giusta. Alla fine del Dvapara-yuga i saggi di Naimisa si posero il medesimo problema e chiesero a Suta Gosvami di indicare loro la migliore delle opere, proprio partendo dalla consapevolezza delle qualità decrescenti dell’uomo del futuro. La loro conversazione è registrata nel Bhagavatam (1.1.10 e 11):

“O sapiente, in questa Era del Ferro (il Kali-yuga) gli uomini vivono poco, sono litigiosi, pigri, fuorviati, sfortunati e soprattutto sempre disturbati.”

“Ci sono molte Scritture, e in tutte loro troviamo doveri prescritti che possono essere appresi, secondo le loro varie divisioni, solo dopo molti anni di studio. Quindi, o saggio, per favore seleziona l’essenza delle Scritture e spiegale (in modo comprensibile) per il bene di tutti gli esseri viventi. Grazie a tali istruzioni, i cuori delle persone troveranno piena soddisfazione.”

Qui vediamo che i misericordiosi saggi si pongono il problema di alleviare le sofferenze della gente. La stessa esigenza, qualche millennio dopo, è sentita dal Gosvami di Vrindavana. Sri Jiva si rende conto che i Veda sono difficili da capire e soprattutto da praticare. Infatti, dobbiamo ricordare che i Veda non propongono idee per la gioia della mente e dell’intelligenza ma che insegnano un modo di vivere, una nuova coscienza, un nuovo modo di essere. Oltre questo, c’è un problema aggiuntivo, quello che una parte dei Veda è irreperibile, oramai andata perduta.

Jiva Gosvami dice anche: vedete, persino i grandi saggi trovano difficile giungere a una conclusione che trovi tutti d’accordo. Baladeva Vidyabhusana spiega che qui Jiva Gosvami si riferisce agli autori dei sei darsana, come Kanada, Patanjali e altri.

I saggi di Naimisa chiedono a Suta Gosvami di stabilire dove trovare l’essenza degli insegnamenti vedici ed egli, lo stimato figlio di Romaharsana, risponde: lo Srimad-Bhagavatam è l’Amala-purana, il Purana immacolato, privo di ogni traccia di compromesso con la dualità materiale. Il Gosvami di Vrindavana vuole evidentemente condurci gradualmente alla stessa conclusione.

Inizia affermando che il Vedanta (le conclusioni filosofiche dei Veda) sono reperibili anche nelle Purana e negli Itihasa. A supporto di questa tesi presenta alcuni riferimenti, tra cui un versetto dal Maha-bharata (Adiparva 1.267), che dice:

“Si dovrebbe completare i Veda con le Itihasa e i Purana.”

Infatti il termine Purana (oltre che antico) significa “ciò che completa”.

Ma per far ciò, i Purana stessi devono essere della stessa natura dei Veda, altrimenti sarebbe come cercare di riempire un bicchiere di latte mezzo vuoto con dell’acqua; alla fine non avremo un bicchiere di latte. Jiva Gosvami dice che sarebbe come cercare di completare un bracciale d’oro usando del piombo: i due metalli, così diversi l’uno dall’altro, non potrebbero coesistere. Perciò, nulla di non-vedico può completare qualcosa di vedico.

Un’obiezione è possibile:
se noi accettiamo gli Itihasa e i Purana come Scritture Veda, non dovremmo poi cercare altri Purana in modo da completarli? Altrimenti Itihasa e Purana non potrebbero essere considerati dei Veda.

Jiva Gosvami previene l’obiezione e dice: se è nella natura dei Veda essere incompleti, lo sarebbero anche i Purana. In questo caso non avremo mai una conoscenza completa.

A ciò noi rispondiamo, anche se tutti sono di origine divina, una distinzione può tuttavia essere proposta in termini di ordine e accento.

Il significato è chiaro: i Veda e i Purana sono uguali nel senso che provengono dalla stessa sorgente divina, ma fra di loro sussiste una certa differenza di linguaggi e di risalti, per cui talvolta determinati temi sono approfonditi e altre volte no, per cui un testo può risultare più rilevante per un’epoca rispetto a un’altra.

Un esempio chiarificatore è proposto da Baladeva Vidyabhusana, il quale ricorda che per i sudra è prevista una proibizione specifica a riguardo dell’ascolto e dello studio dei Veda. Per loro, e per altre classe sociali inferiori, sono stati concepiti testi come il Maha-bharata (che è un Itihasa). Ricordando che in Kali-yuga tutti sono considerati sudra (kalau sudra sambhavah), la proposta di Sri Jiva di considerare i Purana e gli Itihasa superiore ai Veda sembra logica e confermata dagli sastra.

La seconda parte della sezione dodici (e le sezioni seguenti) contiene numerose conferme di quanto affermato.

Nella diciassettesima sezione, l’autore del Tattva-sandarbha offre ulteriori informazioni a riguardo dei Purana, dividendoli e classificandoli secondo le qualità dette sattvika, rajasika e tamasika. Il Padma Purana divide i diciotto Purana in questo modo:

Visnu, Narada, Bhagavata, Garuda, Padma e Varaha sono Sattvika Purana;
Brahmanda, Brahmavaivarta, Brahma, Vamana e Bhavisya sono Rajasika Purana;
Matsya, Kurma, Linga, Siva, Agni e Skanda sono Tamasika Purana.

Il significato di tutto ciò richiede qualche parola aggiuntiva. Noi sappiamo che il mondo della materia è caratterizzato da tre guna, o modi di essere. Non solo gli oggetti, ma anche le persone sono vittime di una preponderanza di un guna rispetto agli altri. Le persone maggiormente caratterizzate da un guna specifico troveranno lumi maggiori nei Purana corrispondenti al loro guna preponderante.

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