La terra promessa

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Stralcio dalla corrispondenza privata di Manonatha Prabhu

Domanda

io vedo, ed ho sempre sentito l’India, come un luogo lontano da me, un luogo da raggiungere, un luogo dove cercare un qualcosa o un qualcuno che, al momento, mi manca. E’ una terra spirituale, che ha visto grandi santi e saggi solcare le sua superficie, e che ha visto anche incarnazioni di Dio e Dio stesso, solcare i suoi luoghi santi.

Scambiando talune opinioni al riguardo alcune persone mi dicono che l’India, quella vera, quella che cerco, non e’ un luogo geografico e, sorpattutto, non bisogna prendere l’aereo per recarcisi…. ma bisogna solo collegare il cervello (la parte razionale) con il cuore (la parte interiore/emotiva)….

Debbo dire che ho riflettuto in questi giorni su questa cosa che all’inizio mi sembrava la solita ricettina banale da spiritualisti new-age del discount-spirituale di questo secolo del commercio facile e globalizzato..

E se invece fosse proprio cosi’?? Se l’India fosse dentro di me e il mio problema fosse soltanto il non sapersi guardare dentro?

Cosa puoi dirmi in merito? Secondo te ci puo’ essere del vero in questo? Oppure la verita’ e’ in mezzo? Ovvero sono vere entrambi le cose?

by Hayagriva

Risposta di Manonatha Prabhu 

alla corrispondenza di cui sopra:

Non e’ difficile esprimere concetti di verita’. Il difficile e’ dirli nel contesto giusto.

Non ci vuole tanto a dire cose giuste e farle diventare sbagliate. Per questo il compito del predicatore, dell’insegnante, del maestro spirituale e’ estremamente delicato. L’oratore ha la vita facile, l’insegnante molto meno.

Che lo spirito sia nel nostro cuore non ci sono dubbi. Per essere precisi, si dovrebbe dire che noi siamo spirito ma che lo abbiamo dimenticato. Pensiamo di essere il corpo, di essere uomini, donne, italiani, americani, indiani. Tutto questo e’ falso.

Se si realizzasse questo non servirebbe andare in India, cosi’ come non servirebbe neanche andare in un Tempio perche’ saremmo nel mondo spirituale in ogni istante.

La domanda che bisogna porre e’ qual e’ il metodo per arrivare a tale desiderabile meta. Applicare quel principio pur sacrosanto in un momento in cui uno non ha ancora questo tipo di realizzazione e’ sbagliato. E’ questo un esempio di pessima applicazione di un principio filosofico corretto, facendolo diventare prima astratto e poi errato.

Uno dei principi fondamentali della vita spirituale e’ l’associazione con i devoti, cioe’ con coloro che praticano seriamente. Si chiama sadhu-sanga. E’ molto difficile andare avanti senza a compagnia dei devoti.

Questa e’ la ragione per i tanti sforzi che stiamo facendo per mantenere in vita Isvara.org, perche’, pur se virtuale, e’ un tipo di sadhusanga, compagnia coi Vaishnava.

Nel tempio, come in India, ci sono i devoti, ci sono i kirtana, ci sono le classi, ci sono i luoghi santi, tutto parla di Krishna. Quindi se uno vuole la realizzazione spirituale deve andarci.

A casa tua non c’e’ tutto questo, percio’ il desiderio di andare in un luogo dove tutto questo avviene e’ legittimo.

Andare in un tempio e’ il metodo migliore per cercare dentro se stessi.

 

Questa è una sezione del libro “Il Microfono di Dio”, in lingua italiana.

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