D: Nel mondo spirituale vi sono anime che prediligono altre manifestazioni divine, oppure Radha e Krishna costituiscono la combinazione più affascinante di tutte?
R: Indubbiamente la Divina Coppia (come la chiama Srila Prabhupada) è la più bella di tutte, ma è anche spiegato in modo molto chiaro che ci sono anime liberate che per proprio gusto personale prediligono altri aspetti divini e preferiscono avere altri tipi di relazione con il Signore.
Srimad-Bhagavatam 3.28.29, commento
A parte ciò, dobbiamo ripetere che quella di Radha e Krishna rimane la più fulgida espressione dell’amore trascendentale.
Come è spiegato nella Srimad-Bhagavatam (10.13.53), la purificazione dall’esistenza materiale si può ottenere facilmente (Prabhupada dice easily) se si adorano le forme di Radha e Krishna; e aggiunge l’affermazione che chi non lo fa spreca in modo ignobile la sua preziosa vita umana.
Dunque Radharani è la dea dell’amore, una forma divina manifestata per l’amore, ed è attraverso lei che i devoti possono ottenere la bhakti, quello stato di purezza in cui l’amore spirituale si manifesta pienamente grazie al costante e disinteressato servizio devozionale, necessario se si vuole avanzare nella vita spirituale. Questa è la ragione per cui spesso i devoti recitano più il nome di Radha che quello di Krishna. Attraverso Radharani si può ottenere il favore di Krishna.
D: Radharani accompagna sempre Krishna nelle Sue apparizioni su questa Terra?
R: Generalmente sì.
D: Ci sono differenze tra i rapporti di Radha e Krishna che si svolgono nel mondo spirituale e quelli che avvengono durante le loro discese negli universi materiali?
R: Nel mondo spirituale Radha e Krishna sono compagni inseparabili, mentre nel mondo materiale talvolta si separano. Se studiamo con attenzione la storia della vita di Krishna
Vedi “Il libro di Krsna”, scritto da Bhaktivedanta Svami Prabhupada
vediamo che non sono sempre insieme come invece accade a Goloka Vrndavana. La ragione di ciò è molto intima. Sembra che nella separazione la Divina Coppia sperimenti i più alti sentimenti d’amore. Questi, in Radha, sono così elevati che Krishna stesso se ne stupisce e si chiede cosa mai Radharani provi dentro di sé per sentirsi così estatica, per essere così felice, per cui decide di incarnarsi nella forma di Caitanya Mahaprabhu. Il Signore Gauranga (un altro nome di Caitanya) è Sri Krishna nel sentimento di Radha. Solo in questa veste può sperimentare personalmente il sentimento della Sua maggiore devota. Questa è la ragione principale dell’incarnazione di Caitanya.
Ma l’argomento riguardante Srimati Radharani è così complesso e delicato che occorrerebbe molto più spazio e anche molta più purezza di cuore e di intelletto, cose di cui francamente dobbiamo ammetterne la mancanza.
Srila Prabhupada ha scritto molto su Radharani. Si vada a consultare il Nettare della devozione, la Caitanya Caritamrta e il libro “Krishna”.
Altre anime liberate
D: Dunque le gopi, Radha in testa, sono dei personaggi spirituali veramente particolari. Ci chiediamo se anime ordinarie, come noi per esempio, possano accedere a un livello così elevato di amore trascendentale.
R: E’ possibile diventare una gopi. Le Scritture lo dichiarano apertamente, ma è necessario sviluppare il più intenso sentimento di amore spirituale, ottenibile grazie alla pratica delle discipline del bhakti-yoga. Naturalmente non è possibile diventare Radha o qualche altra delle gopi principali, in quanto esse sono personificazioni delle energie interne del Signore.
D: Oltre questi personaggi speciali esistono anche altre categorie di anime liberate. Parliamone.
R: Al presente noi siamo una scintilla spirituale in cui tutta la nostra natura, compresa la naturale relazione con Dio, esiste allo stato di seme. Proprio come nel seme di un albero esiste già allo stato potenziale l’albero con il tronco, i rami, le foglie, i fiori e tutte le altre sue caratteristiche naturali, così in noi c’è già la nostra rasa, l’eterna relazione con Krishna. Non occorre inventare nulla, si tratta solo di scoprire. Come diceva Socrate, tutto esiste già dentro di noi, non acquisire qualcosa dall’esterno. Dall’esterno deve venire solo un aiuto, una qualche assistenza che ci sproni e ci diriga ad agire nella maniera giusta per ritrovare la nostra vera identità.
Per concludere l’argomento di questo capitolo, la forma del nostro corpo spirituale, il quale originalmente appartiene al mondo trascendentale, esiste in potenza dentro di noi. Quando ci riappropriamo della forma originale iniziamo di nuovo a servire e ad amare Dio, ognuno in virtù della propria relazione personale. Come abbiamo già precisato, le tipologie di relazione sono fondamentalmente cinque,
Il Bhakti-rasamrta-sindhu ne elenca dodici: cinque principali e sette secondarie
e sono le relazioni passive, attive, di amicizia, di parentela e di amore coniugale. In relazione a questi differenti rapporti, l’anima assume una forma corporea adatta per svolgerli. Le jiva che sono attratte dal sentimento di amicizia possono diventare dei pastori, o degli studenti con i quali Krishna studia durante il periodo della scuola; se invece sono attratte dal sentimento di amore coniugale diventano gopi, mogli di Krishna; e così via.
Sebbene diversificate, tutte queste relazioni sono della stessa natura dell’energia spirituale nella quale si attuano, cioè sono eterne, prive di illusione (o ignoranza) e colme di ogni gioia trascendentale.
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