Il Gange emana dai piedi di loto del Signore dall’oceano Garbhodaka situato al di là della copertura dell’universo materiale, che fu perforata dal pollice del piede di Vamanadeva quando prese possesso dei “tre passi di terra” offerti dall’imperatore Bali Maharaja, coprendo tutta la vasta estensione dell’universo e urtando con il piede la sua copertura esterna.
Originariamente il Gange scorreva soltanto sui pianeti superiori (dove si chiama Mandakini), ma il re Bhagiratha la pregò di discendere sulla Terra per purificare e liberare i suoi sessantamila antenati. Compiaciuta dalle grandi austerità di Bhagiratha, Madre Gange accettò di discendere sulla Terra, dove venne accolta dal signore Shiva in persona, dalla cui testa poi scorre sull’Himalaya (dove Shiva risiede sul monte Kailash) e nella valle sottostante.
Il re Sagara decise di eseguire l’aśvamedha yajna, il rito del cavallo, per provare la propria supremazia. I suoi servitori, però, smarrirono il cavallo sacrificale. Sagara ordinò ai suoi sessantamila figli di ritrovarlo. I principi infuriarono per tutta Bharata-varsa bruciando foreste e distruggendo la terra ed ogni forma di vita per ottemperare alla richiesta. Alla fine giunsero in un luogo tranquillo dove trovarono il saggio Kapila seduto in meditazione e dietro di lui pascolava il cavallo sacrificale. I principi infuriati attaccarono il Kapila pensando che fosse stato lui a rubare il cavallo, ma quando Kapila aprì gli occhi il suo immenso potere ridusse il sessantamila principi in cenere.
Più tardi re Sagara inviò suo nipote Amshuman a recuperare il cavallo. Kapila si mostrò accondiscendente, restituì l’animale e disse ad Anshuman che i sessantamila figli di re Sagara avrebbero potuto salire al cielo solo se il Gange fosse sceso sulla terra ed avesse purificato le loro ceneri con le proprie acque.
Negli anni seguenti nessuno dei re che salirono al trono riuscì nell’intento ed i peccati dei sessantamila principi cominciarono a provocare disastri naturali e cataclismi. Alla fine Bhagiratha ascese al trono e decise che era impossibile governare la situazione fino a che i sessantamila principi non fossero ascesi al cielo.
Per mille anni pratico severe penitenze per ingraziarsi Brahma. Alla fine dei mille anni, Brahma, compiaciuto decise di soddisfare le richieste di Bhagiratha che gli domandò di far discendere il Gange sulla terra cosicché lui potesse salvare i propri antenati. Brahma disse a Bhagiratha di pregare Śiva, perché frenasse la forza del Gange nella sua discesa sulla terra, altrimenti l’impetuosità del fiume avrebbe potuto distruggere l’intero pianeta. Bhagiratha quindi riprese la propria penitenza per propiziarsi Śiva e dopo un anno celeste Śiva apparve e decise da soddisfare la richiesta dell’asceta. Il potente urto della massa d’acqua cadde al centro dello chignon sul capo del Signore Siva rallentandone l’impeto e facendola scorrere delicatamente sulle vette dell’Himalaya ed infine sulla pianura Indiana.
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