Infiniti segmenti di esistenza – parte 3

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La email originale

—– Original Message —–

From: Bérénice De Waen

To: ***@***.com

Sent: Wednesday, February 06, 2002 1:17 PM

Subject: a little help

>Hi,

>i’m searching for the exact translation of the expression “maha laksmi”. i

>know it comes from old sanskrit and is the name given to the goddess of

>fortune, but what does it litterary means?

>Thank you very much in advance for your help

>Have a nice day

>Bérénice De Waen

La risposta originale

Dear friend,

the word maha comes from the sanskrit root mah, which indicates abundancy; also may mean exalted or great; one who rejoices, one who gives or bestows.

Lakshmi is a feminine noun, with root in laksh, which means to be marked with (generally auspicious marks). It therefore means good sign, good fortune, prosperity, happiness, wealth, riches, beauty or loveliness.

Therefore one who very rich with the above-mentioned qualities may be called Maha Lakshmi, but also one who gives them to others.

For any further help we may be able to offer, simply write back to us.

Regards

Manonatha Dasa – feb 2002

Come si dice “amore mio” in hindi

domande – 1

Buongiorno.

Avrei bisogno di sapere il significato della parola SWAMI.

GRAZIE !

Risposte

Gentile amico,

non sappiamo se il termine svami in qualche lingua o dialetto indiano possa significare “amore”. In sanskrito e in hindi corrente certamente no. Significa “marito”, “signore”, “maestro”. Inoltre è un termine maschile; al femminile diventa swamini.

Grazie e Hare Krishna.

Il nome Candra

Domande

From: NonSoloSat Molassana

To: ***@isvara.it ; ***@infinito.it

Sent: Saturday, September 15, 2001 4:05 AM Subject: chandra

Ciao a tutti!

vorrei sapere come si scrive “CHANDRA” in indiano,diciamo in lingua originale…!!!

Grazie,Erika.

***@libero.it

Risposte

Cara amica,

la sintassi corretta e’ candra. La h dopo la c si mette per far leggere “ciandra”, che e’ la corretta dizione.

Se proprio si vuole essere pignoli, non si dovrebbe neanche mettere maiuscolo, in quanto in sanskrito le maiuscole non esistono, ma nei nostri linguaggi mettiamo i nomi di persona in maiuscolo, per cui Candra si puo’ scrivere con la maiuscola iniziale.

Saluti

settembre 2001 – n.925

Storia di Mohini

raccontata da Manonatha Dasa –

Domanda:

Salve, volevo ringraziarvi e dirvi che mi siete comunque stati di aiuto, volevo anche chiedervi se per favore potevate raccontarmi la storia di Mohini. Saluti Mohena

Risposta:

I Deva (gli esseri celesti) e gli Asura (i demoni) decisero di unire le forze per produrre l’amrita, il Nettare dell’Immortalità. Il patto era che una volta prodotto sarebbe stato diviso fra di loro tutti in parti uguali. Ricevute le debite istruzioni dal Signore Supremo Vishnu, si recarono all’Oceano di Latte, dove avrebbero potuto crearlo.

“Ora dobbiamo agitare le sue acque in modo che il latte trascendentale si condensi e diventi Nettare”, dissero i Deva.

Tutti osservarono l’immensa distesa liquida e nessuno sapeva come questo potesse essere possibile. Brahma e Shiva dettero indicazioni.

“Prendente la montagna Mandara e ponetela nel Latte. Usate Vasuki come corda per frullare e così il latte si monterà e diventerà Nettare.”

Con l’aiuto di Vishnu, i Deva e i Demoni riuscirono a porre la montagna nell’oceano. Poi chiesero a Vasuki, nella forma di serpente lungo chilometri, di aiutarli in cambio di una parte del Nettare. Avvolto il serpente attorno alla montagna, cominicarono a tirare vigorosamente. Ma Mandara era troppo pesante ed era difficile farla ruotare appoggiata com’era al fondo. Preghiere vennero rivolte al Signore Vishnu perche’ li aiutassero di nuovo ed Egli, sempre trascendentale nonostante le numerosissime forme che assume, prese la forma di una gigantesca Tartaruga: era Kurma, su cui posero la montagna. Un’altra forma di Vishnu si sedette alla sommità della montagna in modo che rimanesse in equilibrio. Ora tutto era pronto.

I Deva e i demoni presero a tirare la corda in modo che Mandara ruotasse e frullasse l’Oceano. Gigantesche onde si levarono fin dai primi minuti del titanico lavoro degli esseri superiori e tutti gli abitanti dell’oceano ne rimasero terrorizzati. I Danava (demoni) che avevano scelto di tirare Vasuki dalla testa, erano costantemente ustionati dalle fiamme che uscivano dalle sue bocche e gradualmente divennero privi di forze. Vishnu fece cadere della pioggia in modo da rinfrescarli e continuare il lavoro.

Dopo tanto tempo trascorso in questa fatica, il nettare dell’immortalità non appariva. Ajita stesso, Vishnu che stava in cima alla montagna Mandara, discese e prese a muovere le sue braccia nell’oceano, creando gigantesche onde e facendo fuggire anche gli animali acquatici piu’ grossi. A causa di quel movimento, dalle acque scuturi’ un veleno chiamato halahala, cosi’ pericoloso che i fumi stavano avvelenando l’universo intero. Per salvare la vita degli esseri, i Deva si rivolsero a Shiva, chiedendogli di intervenire. Cosi’ il Signore Mahesvara bevve tutto il veleno, e come effetto una linea blu apparve sul suo collo, che ancora oggi ne orna il corpo.

Vedendo salvo l’universo, i Deva e i demoni ripresero a frullare l’Oceano con rinnovato vigore e come risultato la mucca divina Surabhi apparve. I Rishi se ne presero subito cura. Dopodiche’ il cavallo Ucchaisrava e l’elefante Airavata, che furono rispettivamente presi da Bali e Indra. A un maggiore frullamento, molti altri cose e personalità divine apparvero, fra cui Lakshmi, la sposa eterna di Vishnu.

Infine Dhanvantari emerse, che porto’ la scienza della medicina in questo mondo. Egli aveva nelle mani una giara con il tanto desiderato nettare dell’immortalità. Vedendolo, i demoni glielo strapparono dalle mani e fuggirono via. I Deva erano molto preoccupati, ma Vishnu disse loro:

“Non preoccupatevi. Io faro’ in modo da creare dissenso fra di loro, in modo che l’amrita tornerà qui.”

In effetti tra i demoni si accese subito una violenta lite su chi dovesse berne prima e alla fine dissero:

“I Deva hanno lavorato come noi, per cui meritano di una parte.”

Cosi’ l’amrita torno’ dove era stato prodotto e presero a discutere su chi dovesse decidere la spartizione. In quel momento Vishnu, con l’idea di confondere i demoni per impedire loro di bere il Nettare, assunse una forma femminile, Mohini, tanto bella che nessuno poteva rimanere calmo al solo guardarla.

Vedendo Mohini avvicinarsi, i demoni persero la compostezza e tutti le chiesero di divenire la loro sposa. In piu’ le affidarono il compito di distribuire il nettare. In questo modo Mohini lo dette ai Deva, ingannando i demoni.

Quando questi si accorsero di essere stati imbrogliati da Vishnu, che aveva assunto al forma di quella bellezza trascendentale, si armarono e dichiararono guerra ai Deva. Ma questi, fortificati dal nettare, riuscirono a sconfiggerli e a mantenere la pace e la virtù nell’universo.

giugno 2001 – n.775

Ricerca su un nome

Cara Mohena,

Citazione:

Scusate di nuovo per il disturbo sono di nuovo Mohena

Nessun disturbo. Siamo qui per questo e ci stiamo con piacere.

Citazioni

BHAGAVAD-GITA 7.27

iccha-dvesa-samutthena / dvandva-mohena bharata sarva-bhutani sammoham / sarge yanti parantapa

Spero che possiate darmi il significato.

Il versetto che ci riporti è in sanskrito, che ha una struttura grammaticale piu’ complicata ma in qualche modo simile al latino. Per esprimere il valore di un sostantivo vengono usate le desinenze. In “mohena” la radice è “moh”, che – come ti ho detto nella precedente email – vuol dire illusione o confusione e la desinenza del caso specifico (lo strumentale, essendo un complemento di causa) è “ena”.

Percio’ se uno mi rivolgesse una domanda in sanskrito dicendo (tanto per fare un esempio) “perche’ quell’errore?”, se volessi rispondere che è successo a causa di confusione, illusione o per comuni limitazioni umane direi semplicemente “mohena”.

Dunque mohena non è un nome proprio di persona. Mi dispiace non aver potuto risolvere il tuo problema.

Saluti

giugno 2001 – n.773

Buddha e Buddhismo

Email di domande

Data: Thu, 13 Sep 2001 13:00:57 +0200 Da:

Oggetto: Buddismo e Vaishnavismo Carissimo Prabhu,

recentemente ho avuto l’occasione di visitare un centro buddista tibetano e seguire alcune lezioni sulla filosofia mahayana. Ho trovato molte cose in comune con quella vaishnava eccetto che per la parte impersonalista.

Non riesco a capire come vedano Dio! Un’energia cosmica o cosa? Ma se Dio e’ onnipotente perche’ non puo’ avere un nome e una personalita’?

Adesso mi e’ venuto anche un dubbio, e’ giusto interessarsi ad altre filosofie avendo una forte “simpatia” per quella vaishnava. Il Buddha dice di dubitare sempre finche’ uno non ha realizzato con la propria esperienza.

In casa ho anche dei piccoli Buddha e qualcuno vicino a delle immagini di Krsna. Penso che avere tante “figure” in cui credere sia come non averne ma date le molte affinita’ che ho rilevato ritenevo giusto averle in casa per ricordarmi sempre le cose positive della vita.

Il Buddha e’ riconosciuto dalla filosofia vaishnava?

Grazie. Marco Hare Krsna

Risposte

Risposta a “Buddismo e Vaishnavismo” settembre 2001

Intanto volevo scusarmi per il ritardo con cui ricevi questa risposta. Avrai visto sul nostro Forum che siamo in procinto di traslocare. Ma i vostri interventi ci fanno sempre piacere, anche se magari poi tardiamo un po’ a rispondere. Tra un paio di mesi tutto si normalizzera’.

Entriamo nel merito delle tue domande.

recentemente ho avuto l’occasione di visitare un centro buddista tibetano e seguire alcune lezioni sulla filosofia mahayana. Ho trovato molte cose in comune con quella vaishnava eccetto che per la parte impersonalista. Non riesco a capire come vedano Dio! Un’energia cosmica o cosa? Ma se Dio e’ onnipotente perche’ non puo’ avere un nome e una personalita’?

Ci sono molte differenze, non solo quella. Certamente la visione di Dio che i buddhisti hanno e’ quella che balza maggiormente all’attenzione. Pero’ se si vuole fare un discorso serio va detto che al presente non esiste una teoria unica nell’ambito buddhista. Ci sono numerosi movimenti piccoli o grandi che si identificano e si rifanno al buddhismo. Qualcuno fedele al messaggio originale, altri meno. Ma non e’ una cosa nuova, questa. Anche nel cristianesimo e persino nel Vaishnavismo ci sono numerosi diramazioni che la pensano nei modi piu’ diversificati e certe volte persino contrastanti.

Siccome pero’ quando si vuole ragionare un punto di riferimento bisogna averlo, ti esporro’ il punto di vista del buddhismo classico.

Loro non credono che ci sia un Dio, e quindi non c’e’ nessuno che dobbiamo raggiungere. Il fulcro della loro ricerca e’ l’uomo stesso, che e’ al centro dell’esistenza. Il maestro (tathagata), come ad esempio il Buddha e gli altri, insegna la via, che poi però deve essere percorsa dallo studente, cioè da ognuno di noi. Da questo punto diparte un complesso sistema filosofico tutto da discutere.

Non e’ propriamente corretto dire che il buddhsimo e’ un sistema impersonalista, in quanto il buddhista classico non crede che all’origine ci sia nessuna sostanza, ma che la creazione sia un vuoto (shunya). I sistemi impersonalisti (advaitavada, mayavada e altri) potrebbe essere visti come provenienti dal buddhismo, ma bisogna fare una operazione strettamente filosofica perche’ questa tesi sia visibile. A prima vista il buddhismo, non accettando l’idea della presenza di un Dio, viene definito come un sistema ateistico, mentre gli advaitavadi sostengono che l’Ente supremo sia composto dalla moltitudine di essenze spirituali tutte assieme.

Dunque fra i buddhisti e i cosiddetti “impersonalisti” c’e’ una differenza.

Adesso mi e’ venuto anche un dubbio, e’ giusto interessarsi ad altre filosofie avendo una forte “simpatia” per quella vaishnava. Il Buddha dice di dubitare sempre finche’ uno non ha realizzato con la propria esperienza.

In casa ho anche dei piccoli Buddha e qualcuno vicino a delle immagini di Krsna. Penso che avere tante “figure” in cui credere sia come non averne ma date le molte affinita’ che ho rilevato ritenevo giusto averle in casa per ricordarmi sempre le cose positive della vita.

Su questo punto che dire: come si puo’ consigliare a una persona di togliere immagini di qualcuno perche’ espone una filosofia discordante? E’ una cosa che devi decidere tu. Certamente negli asrama, cioe’ nei luoghi dove si coltiva la coscienza di Krishna secondo i canoni Gaudiya Vaishnava non trovi immagini del Buddha, cosi’ come nelle moschee

musulmane o nelle chiese cristiane non trovi immagini di Krishna.

Il Buddha e’ riconosciuto dalla filosofia vaishnava?

Si’, certamente. Trovi il nome del Buddha nello Srimad- Bhagavatam tra le principali incarnazioni di Vishnu. Al riguardo c’e’ una storia abbastanza interessante che ha procurato ampi dibattiti e discussioni. Non tutti i Maesrti Vaishnava accettano l’idea che il Buddha Sakya Muni che conosciamo sia lo stesso menzionato nel Bhagavatam. Ho letto un libro abbastanza convincente che sostiene appunto che i due personaggi siano diversi. Io trovo la cosa interessante.

Manonatha Dasa (ACBSP)

Please visit our web site www.isvara.org.

Domanda

Ho letto la seguente discussione

dalla quale ho estratto la parte conclusiva,

“Trovi il nome del Buddha nello Srimad-Bhagavatam tra le principali incarnazioni di Vishnu. Al riguardo c’e’ una storia abbastanza interessante che ha procurato ampi dibattiti e discussioni. Non tutti i Maestri Vaishnava accettano l’idea che il Buddha Sakya Muni che conosciamo sia lo stesso menzionato nel Bhagavatam. Ho letto un libro abbastanza convincente che sostiene appunto che i due personaggi siano diversi. Io trovo la cosa interessante”

che secondo me necessita di qualche chiarimento, per essere compresa al meglio.

Anche io trovo il discorso molto interessante, ma appunto, non ho mai avuto la possibilità di approfondirlo.

Lo Srimad-Bhagavatam sembra molto chiaro, cita chiaramente il nome del Buddha, ma nell’ ambiente dei devoti qualcuno sostiene che il Buddha del Bagavatam non è lo stesso personaggio storico fondatore del Buddhismo.

Secondo me solo una persona potenziata da Krishna stesso, quindi un Saktiavesa Avatara, o addirittura un Vishnu Avatara, avrebbe potuto fare quello che ha fatto il Buddha, ossia fermare la classe bramhinica vedica di casta, con tutto il loro potere, e far conseguentemente prosperare l’ ateismo, fino all’ arrivo di un altro Avatara, Sankaracarya.

Quindi trovo accettabile la possibilità che il Buddha del Bhagavata sia lo stesso personaggio storico. Ma sono in molti a pensarla diversamente, anche se non ho mai capito su quali basi poggino le loro convinzioni.

Ora tu parli di un libro abbastanza convincente che tratta questa possibilità, anche se secondo me è impossibile stabilire al 100% cosa accade 5000 anni fa, quando è stato messo per iscritto il Bhagavatam, e 2500 anni fa, quando è nato il Buddha, perché mancano le prove, e quindi tutto si basa su qualche indizio.

Quello che ti chiedo é:

Come si intitola il libro e chi è l’ autore?

E’ stato tradotto anche in italiano?

Potresti descrivere brevemente quali argomenti tratta? Srila Prabhupada e la Guruparampara cosa dicevano al riguardo?

Grazie infinite. Govinda Dasa

Risposta

E’ un argomento piuttosto vasto. Diro’ solo qualcosa.

Il libro si chiama “Vaishnava Vijaya” ed e’ tratto da un testo originale chiamato Mayavader Jivani di Bhakti Prajnana Keshava Maharaja, che e’ colui che ha dato sannyasa a Srila Prabhupada, un suo confratello.

E’ un libro che ho letto tanti anni fa e siccome non ce l’ho con me (purtroppo quando si cambiano cosi’ tanti posti si perdono le cose) non posso essere piu’ preciso.

La tesi di Keshava Maharaja si basa sui testi sacri stessi, da cui si possono certamente conoscere gli avvenimenti di millenni orsono.

Egli fa notare che i nomi dei padri e delle madri differiscono, il luogo di nascita anche, la storia stessa e’ cosi’ diversa da non lasciare spazio a interpretazioni.

Lo scopo anche delle due personalita’, secondo Keshava Maharaja, e’ diverso.

Il Buddha Siddhartha va a Gaya per trovare l’illuminazione perche’ e’ il luogo di apparizione del Buddha Vishnu Avatara, apparso in quel luogo mille anni prima di lui. Buddha Siddhartha invece e’ nato in Nepal e non a Gaya, che e’ in India. Infatti per questo era anche chiamato “Sakyamuni”, poiche’ il suo regno era chiamato Sakya.

Pare cosi’ che l’unica cosa che sia la stessa sia il nome, il quale e’ pero’ piu’ un titolo che un nome proprio. Infatti la parola buddha viene dalla radice “budh” che vuol dire risvegliarsi. Ogni saggio realizzato puo’ a ragione essere chiamato “Buddha”.

Casi di omonimia che hanno fatto storia non sono pochi nella storia vedica. Ad esempio ci sono due Kapila ben diversi l’uno dall’altro. Ci sono anche due Nimbarkacarya diversi tra loro. Quando la storia va indietro di tanti millenni queste circostanze sono inevitabili.

Dai nostri Acarya viene un riconoscimento dello status del Buddha Siddhartha. Infatti Srila Prabhupada ne ha apprezzato l’opera riconoscendogli il merito di aver in qualche modo denunciato e fermato la degradazione dell’epoca. Inoltre di aver contribuito a fermare la mattanza di animali.

Il libro e’ solo in inglese.

Tratta principalmente – ma non solo – del mayavadismo come filosofia opposta e contraria al vaishnavismo. Ovviamente affronta – molto bene a parer mio – le varie questioni filosofiche stabilendo la vittoria (vijaya), cioe’ la superiorita’, del vaishnavismo sull’eresia impersonalista.

Cosa significa muni?

da una domanda pervenutaci via ICQ –

Paola A.: (4:04 PM) ciao , senti volevo chiederti una cosa, in sanscrito muni significa asceta e anche saggio? sto studiando su un altro testo che me li da’ entrambi, volevo però una certezza…grazie. ciao

Manonatha Dasa: (4:06 PM) muni letteralmente significa “silenzioso”

da mauna, silenzio.

da li’ tutte le interpretazioni possibili

molti asceti facevano il voto del silenzio per cui gli

asceti venivano anche chiamati muni.

oppure chi parla solo di cose spirituai (quindi un saggio)

può essere chiamato muni, perche parla solo di cose spirituali e quindi e’ come se facesse il voro del silenzio.

ti basta? ciao 🙂

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Il significato del nome Mohena

Domanda

Salve,

Mi chiamo Mohena e per caso mentre stavo cercando il significato del mio nome su un motore di ricerca mi he comparso il vostro sito in cui viene citato.

Visto che non sono riuscita a capire a causa della lingua in cui era scritto, di che parlava il testo vi chiederei se cortesemente mi potreste dire chi è o cosa è Mohena e in che contesto ne trattate.

Grazie per la vostra attenzione Saluti

Mohena

Risposta

Cara amica,

non ci dici in quale articolo ti sei imbattuta nella tua ricerca e quindi non possiamo sapere in quale contesto la parola mohena è stata usata. Nella nostra Biblioteca, in inglese e in italiano, ci sono migliaia di aricoli ed e’ impossibile ricordarli tutti.

Probabilmente avrai trovato la parola “Mohini” e non “Mohena” che non ci risulta esistere come nome nella tradizione indiana.

Mohin vuol dire “che illude, che confonde, che da’ perplessità”. Al femminile diventa Mohini, che significa “affascinante, cosi’ attraente da confondere la mente”; e’ anche il nome di un fiore della famiglia del gelsomino.

Se questo e’ il nome, forse hai trovato la storia di Mohini, che è una incarnazione di Vishnu che ha confuso i demoni con la sua bellezza e ha favorito gli esseri celesti durante la spartizione del nettare dell’immortalità. Questa storia si trova in tutte le maggiori Purana, compreso il Mahabharata. E’ una lunga storia, se vuoi la raccontiamo. Per maggiori informazioni puoi sempre riscriverci.

Saluti

giugno 2001 – n.771

Il significato della parola Paratiti

Domande

Non so se è qui che devo scrivere, ma cervano il significato della parola PARATITI.

Grazie

Risposta

La parola sanskrita titi si riferisce a uno che desidera la liberazione dalle illusioni dell’esistenza materiale, il ricercatore dello spirito, colui che ha raggiunto un certo grado di realizzazione spirituale. Para sta per “preminente”, o “il migliore tra”. Dunque il significato di Paratiti e’ “il migliore tra coloro che ricercano la Verita’ spirituale”.

Ovviamente per la natura stessa del linguaggio sanskrito altri significati possono essere estratti. Dal canto nostro conosciamo solo questo.

novembre 2001

Radice Car o Kar nel Sanskrito?

Domande

Spettabili,

per una mia ricerca ho bisogno di sapere se le parole in oggetto significano “Montagna”. Perché secondo me li termini Cadore – Carpazi- Carnia – Corinzia – Caracorum ecc. posseggono una radice comune nel sanskrito con il significato di zona montuosa o altura o montagna.

Potete aiutarmi? Grazie mille Stefania Trusiani

Risposte

Gentile amica,

nelle radici di cui ci chiedi il significato non ci risulta nulla del genere. Il Monier Williams Dictionary non menziona nemmeno la radice “kar”.

Kat (con la a lunga) significa invece litigio, discordia.

Car significa muoversi, diffondersi o impegnarsi in un sacrificio.

Cat è invece la radice verbale (dhatu) di cadere, uccidere, piovere, coprire.

 

 

 

 

Cosa sono i “Guna”?

Domanda:

ho letto la bhagavad.gita e visto che devo sostenere un esame su questo testo volevo avere dei chiarimenti sui guna, grazie!

Laura Ferrero

Risposta

La parola “guna” significa principalmente “fune”. I guna (che sono uno dei ventisei elementi materiali che costituiscono la creazione) hanno la funzione di generare varietà nelle cose, nelle persone e nelle esperienze in modo tale da renderle attrattive. L’essere vivente (noi tutti) siamo i beneficiari delle esperienze materiali e – avendo essa una natura interiore particolarmente composta – se queste non fossero similmente qualitativamente variegate non apparirebbero attraenti e l’essere vivente non si sentirebbe spinto all’esperienza materiale.

Dunque, ingannato dall’illusione, si lega al mondo falso della materia e ne rimane legato (guna).

Nella Bhagavad-gita (14.5) Sri Krishna dice che la natura materiale è composta di tre “modi” – virtù (sattva), passione (rajas) e ignoranza (tamas) – e che quando l’entità vivente ne viene in contatto diventa condizionato.

In questo mondo le forme delle cose appaiono sempre come misture con quantità variabili di ognuna.

Facciamo un esempio.

Siamo in riva a un oceano stupendo, con onde alte, il cielo terso, il vento, il sole che splende e degli scogli su cui le onde si infrangono, sollevando nuvoloni di gocce d’acqua.

Questa visione è piacevole, rilassante e riposante. La sensazione che ne viene generata dà pulizia mentale, relax e senso di soddisfazione. Dunque è principalmente fatta dal “modo della virtù”, che la governa.

Ma il vento e la potenza delle onde parla anche di energia e di forza. Provoca in noi anche un senso di timore reverenziale nei confronti di quasta enorme distesa d’acqua contro la quale – se si scatenasse – non potremmo nulla. Questa seconda componente è il “modo della passione”, che di solito genere desideri sempre in aumento. Infatti sarà proprio il senso forte del pericolo che ci dà una emozione più violenta e saremo attratti a ripetere l’esperienza.

Inoltre il sole splende in cielo e, nonostante il vento, colpisce ripetutamente il nostro capo e ci fa sentire sonnolenti e stanchi. Questa terza componente è il “modo dell’ignoranza”, che conduce alle tenebre e alla perdita della serenità della virtù e delle brillantezza della passione.

Così è per tutte le cose, le persone o le esperienze di questo mondo.

Se le si analizza attentamente si troverà sempre una proporzione variabile di questi tre modi della natura materiale.

A disposizione per approfondimenti o altre questioni. 11 luglio 2002 – n.1650

 

 

 

 

La nostra Sri Guru Parampara

domanda in inglese di Premananda Dasa e risposta tradotta in italiano di Manonatha Dasa –

Sri Sri Guru-Gaurangau jayatah Dear devotees,

I found this information on your website. Is there a translation of this available in English?

The information I received is different though. A disciple of Sri Bhaktisiddhanta, Sri Sundarananda Das has written that the diksa guru of Sri Gaurakisora das Babaji is in the Sri Advaita- parivara and that his name is Sri Nandakisora Gosvami.

Premananda das

Srila Bhaktisiddhanta e Srila Bhaktivinoda:

Gaudiya Vaishnava Diksha Guru Parampara

Confutazione della teoria secondo cui la Sarasvata Gaudiya Parampara e’ priva di un legame Diksha.

* Nota: le linee diksha sono state redatte da Srila Krishna Dasa Babaji Maharaja, un discepolo di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada, che sentitamente ringraziamo per le ricerche effettuate.

Spiegazioni di Manonatha Dasa

– feb 2001

Una delle critiche che vengono mosse alla famiglia spirituale Gaudiya Sarasvata (discendenti di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati) e’ quella di essere apa-sampradaya, cioe’ di non essere parte di una parampara autentica. Questa critica si riferisce in particolare all’aspetto diksha, piu’ precisamente mantra-diksha, cioe’ che noi oggi chiamiamo “seconda iniziazione” o “iniziazione brahminica”, la concessione del Gayatri Mantra. Secondo costoro la Sarasvata parampara e’ priva di questo rigoroso legame.

La nostra risposta e’ sempre stata che una vera parampara non deve necessariamente essere strettamente Diksha. L’affermazione contraria assomiglia molto alle idee degli smarta-brahmana e dei gosvami di casta, che i Gaudiya hanno sempre severamente criticato. Essere nati in una famiglia di brahmana non qualifica a essere tale, come ricevere una iniziazione formale non qualifica a poter continuare la missione del proprio Guru. Discepolo e’ anche

chi di fatto accetta le istruzioni dell’Acarya e, sotto la sua guida personale, ne applica i precetti. A uno studio serio, si evdra’ che la nostra parampara, quella che conosciamo, e’ mista di Diksha e Shiksha, con una netta prevalenza in favore di Shiksha.

Ma gli studiosi e i religiosi indiani, di solito eccessivamente attaccati agli aspetti formali e ai ritualismi, non possono accettare questo punto di vista e predicano contro di noi. In questo momento di confusione nei vari Movimenti Gaudiya, che sono venuto dopo la scomparsa del piu’ grande Acarya dell’utlimo secolo, AC Bhaktivedanta Svami Prabhupada, alcuni sono caduti in questa trappola di mendacita’ e hanno abbandonato la nostra parampara per accettarne altre in stretta linea diksha. In questo modo, accettando il teorema che grandi Acarya come Bhaktivinoda Thakura e Srila Bhaktisiddhanta non siano Guru autentici, commettono offese gravissime.

Per la misericordia di Krishna e dei Vaishnava, proprio in questi giorni qui a Vrindavana siamo giunti in possesso di un documento importante. Qui si attesta inconfutabilmente che, oltre alla linea Shiksha, la Sarasvata e’ anche in stretta linea Diksha. Siamo felici di esserne giunti a conoscenza e lo poniamo alla vostra attenzione. Troverete anche le rispettive svarupa dell’Acarya (la personalita’ originale nel mondo spirituale).

Chi desidera approfondire l’argomento, non esiti a contattarci via email.

Diksha Guru Parampara di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati:

1) Nityananda Prabhu

2) Jahnava Devi (Ananga Manjari)

3) Birchandra Prabhu (Vilasini Manjari) 4) Harigopal Mishra (Rangana Manjari) 5) Kanupriya Mishra (Keli Manjari)

6) Radhamohan Gosvami (Ratna Manjari)

7) Isvarananda Mishra (Nayanprabha Manjari) 8) Paramananda Mishra (Rasa Manjari)

9) Pyarimohan Gosvami (Palana Manjari)

10) Ramadeva Mishra (Kumud Manjari)

11) Nimaichand Gosvami (Nibhanani Manjari)

12) Gaurakishora Dasa Babaji (Vinode Manjari)

13) Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati (Nayantara Manjari)

Diksha Guru Parampara di Srila Bhaktivinode Thakura:

1) Nityananda Prabhu

2) Jahnava Devi (Ananga Manjari)

3) Ramachandra Gosvami (Raga Manjari)

4) Rajavallabha Gosvami (Rasa Manjari)

5) Keshavachandra Gosvami (Kamaka Manjari)

6) Rudreshvara Gosvami (Rati Manjari)

7) Dayaram Gosvami (Dana Manjari)

8) Srimati Maheshvari Thakurani (Madhu Manjari)

9) Srimati Guna Manjari Thakurani (Guna Manjari)

10) Srimati Rasmani Thakurani (Rasa Manjari)

11) Yajneshvar Gosvami (Juthika Manjari)

12) Vipina Vihari Gosvami (Vilasa Manjari)

13) Bhaktivinode Thakura (Kamala Manjari)

giugno 2001

Il fondatore del pensiero Hare Krishna

Domanda da Lorenzo –

Salve, mi chiamo Lorenzo e da poco mi sto avvicinando e interessando al pensiero Krishna.

Scusata la banalità della domanda e forse la troppa ignoranza ma avrei una domanda da porvi: chi è il fondatore del pensiero Hare Krishna?

Una persona mi ha risposto che si tratta di J. Krishnamurti, ma la biografia che io ho letto su di lui non fa alcun riferimento al movimento Hare Krishna, inoltre spesso questi sostiene di disapprovare qualsiasi forma di religione, pure il buddismo.

Potete rispondermi? Grazie.

Lorenzo – gen 2002

Risposta

La risposta che ti è stata data proviene da una persona che sa poco o nulla della storia del Movimento Hare Krishna, della filosofia dell’India, dei Veda e del Vaishnavismo. Krishnamurti, come ti sei facilmente accorto, non ha nulla a che fare con il “pensiero Hare Krishna”.

Le radici storiche e filosofiche del Movimento Hare Krishna sono nei Veda, i quali furono messi per iscritto circa 5000 anni fa ma che preesistevano in forma orale da molto piu’ tempo. E’ una religione nata con l’uomo stesso, anzi con Dio stesso, e come tale non ha inizi. Solo che certe volte è conosciuta e altre volte dimenticata. Fino a qualche decennio fa in Occidente era totalmente sconosciuta, fino a che un rispettabile Maestro – AC Bhaktivedanta Swami Prabhupada – è venuto a insegnarcela.

Un altro punto di riferimento storico importante per il pensiero della coscienza di Krishna è stato poco piu’ di 500 anni fa, con la nascita e la predicazione di Sri Caitanya Mahaprabhu, un Avatara di Krishna. Ha lasciato chiare indicazioni su come vivere una vita spirituale.

gen 2002

Le premonizioni

domanda

ciao, avrei da porvi una domanda non so bene se attinente alla rincarnazione. Io a volte da sveglia vedo persone e posti che non conosco cosa puo voler dire?e riesco anche a percepire purtroppo solo disgrazie prima che succedono tanta angoscia ma non so a chi dove e come. Se potete darmi una piccola risposta ve ne sarei grata. ciao.

Risposta

Cara amica,

naturalmente nulla di preciso può essere affermato sul tuo caso specifico, in quanto nessuno può conoscere il tuo “assetto karmico”. Solo conoscendo esattamente il karma (le azioni) delle tue vite precedenti e le loro rispettive valenze in termini di karma (reazioni) sarebbe possibile dire cosa ti sta succedendo.

Però qualcosa a livello generale possiamo dirlo.

Prevedere il futuro – o parte di esso – è una delle siddhi (chiamiamoli poteri mistici) che è possibile sviluppare grazie alla pratica dello Yoga. Naturalmente non lo Yoga che si fa nelle palestre delle nostre città, ma l’altro Yoga, quello vero. In accordo a Sri Patanjali, grazie a queste severe discipline si ottengono diversi “poteri”, che sono funzionali allo scopo ultimo che è la liberazione. Una di queste è appunto la premozione degli avvenimenti futuri.

In linea teorica è possibile che qualcuno detenga ancora strascichi di qualche potere mistico ottenuto nelle vite precedenti, e che questo riemerga in circostanze di particolare sensibilità.

Non diciamo che questo sia il tuo caso (ci sono altre spiegazioni possibili) ma in teoria è possibile che accada.

12 maggio 2002

Per una tesi universitaria, Puja ed altro

Da Lucia

Cara amica,

mi è stata girata la tua email a cui rispondero’ punto per punto in modo riassuntivo. Laddove riterrai di aver bisogno di approfondimenti non dovrai fare altro che riscriverci.

Citazione

prima di tutto ti ringrazio per avermi risposto così velocemente

Di solito rispondiamo nel giro di pochi giorni a tutte le email perche’ dedichiamo una quantità fissa di tempo quotidianamente alla risposte delle email, che poi vanno ad arricchire il nostro Forum e alla fine vengono archiviate nella nostra Biblioteca.

Passiamo alle tue domande.

1)A che cosa serve esattamente una puja?

La parola sanskrita “puja” (radice puj) significa onorare, rispettare, adorare. Dunque l’atto di adorazione di persone divine o umane degne di onore si chiama puja. Non è una cerimonia specifica per Ganga ma è un termine generico che si riferisce a ogni cerimonia di onore alle Divinità.

Domanda

E in particolare cosa vuol dire quando si prende quel candelabro in mano e tutti se lo passano? Quel momento mi ha sempre emozionato tantissimo, anche la musica è diversa.

Spesso nel passato le Murti venivano tenute in grotte o nella parte piu’ nascosta della casa, per cui in genere mancava la luce. Quando qualcuno veniva per vedere le forme del Signore, il devoto accendeva un candelabro su cui metteva degli stoppini di cotone imbevute nel ghi, che accendeva, e lo girava lentamente per illuminare le varie parti della Divinità, in modo che la gente potesse vederla. Nel corso del tempo questa è diventata parte integrante del cerimoniale vedico.

Dopo aver illuminato le Divinità, viene passato ai devoti che scorrono le mani sopra perche’ il fuoco, specialmente quando ha reso servizio alla Srimurti, ha un forte potere purificatore.

2)Quanto è importante la musica in una puja?

Il puja non ha necessita’ di musica e puo’ essere fatto senza. Tuttavia i devoti cantano e suonano per la glorificazione del Signore e la musica ha funzione di accompagnamento ai mantra, alle preghiere e non riveste importanza primaria. Questo non significa che è superflua, ma che i mantra sono il veicolo di avanzamento spirituale.

3)Che ruolo hanno i musicisti? Ho visto che in molti negozietti del market ci sono esposte le foto del cantante della puja, che suona anche le tastiere, certe volte vicino a foto di divinità. E’ un puro caso o gli si dà un’importanza particolare?

I musicisti sono devoti che offrono i loro talenti in servizio, che gli sono stati concessi da Dio, per una adorazione gioiosa e devozionale. Tradizionalmente durante il puja si dovrebbero usare solo certi strumenti e mai quelli moderni come le tastiere eletttriche e cose del genere. Ma a Rishikesh, che e’ turistica e gli indiani in genere vanno pazzi per i denari, suonano musiche di tutti i tipi per attrarre gli stranieri e i dollari che hanno in tasca. Per l’atmosfera di mondanità che regna in quel posto, i veri sadhu non vi si recano quasi piu’.

4) I bambini della scuola lì accanto, durante la puja, si siedono in basso, vicino alla statua sul fiume. Ma delle volte sono vestiti tutti di giallo, altre volte di bianco. Vuol dire qualcosa? E perchè si disegnano quelle strisce bianche sulla fronte?

Il giallo e il bianco sono i colori della gente comune, non dei rinunciati, i quali in genere si vestono con colori come l’ocra o l’arancione. Non tutti pero’, dipende dalla sampradaya (tradizione religiosa) a cui appartengono. I Babaji della Gaudiya Vaishnava, ad esempio, si vestono di bianco.

Le tre strisce sulla fronte è il segno del devoto di Shiva, il quale ha uno stretto rapporto storico con Ganga. La storia è lunga. Comunque prima di discendere in questo mondo, Ganga rimase a lungo prigioniera fra i capelli di Shiva e solo dopo molto tempo e preghiere rivolte a Mahadeva (Shiva) riuscì a liberarsi e a discendere nel nostro mondo. Sulle Himalaya la devozione a Shiva è molto piu’ sentita di altre parti dell’India, anche perchè vive li’, a Kailasha.

5)Cosa vuol dire quando uno dei musicisti suona la conchiglia e tutti si alzano e alzano le braccia?

La conchiglia (shankha) segna l’inizio e la fine del puja. Certe volte viene anche suonata dai devoti durante tutta la cerimonia. Quando qualcosa di molto auspicioso sta accadendo, per chiamare tutti alla partecipazione si suona la conchiglia o la campana. I devoti si alzano in piedi e per salutare alzano le braccia in cielo. Anche a noi, vedendo una persona cara, viene spontaneo alzare le braccia e dire “finalmente ti rivedo”.

6) Una volta, al tempio di Neelkant, un baba mi ha detto che prima di salire in alto, se volevo, poteva farmi una puja.

No, non faceva il puja a te, ma lo faceva alla Divinità a tuo nome. Molti lo fanno in cambio di denaro, come le indulgenze della tradizione cristiana. Tu mi paghi, io faccio il puja per te e tu ricevi vantaggi spirituali. Tutto questo non è genuina tradizione vedica.

Domanda

Mi ha fatto il bindu sulla fronte, mi ha dato dell’acqua e mi ha offerto quelle strane caramelle bianche che nella forma ricordano il citrato.

Sia la polvere diluita con cui si fa il bindu, sia l’acqua, che le caramelle (sono zucchero cristallizzato) e’ stato offerto alle Divinità, per cui ha potere di purificazione.

Domanda

Un’altra volta, nel giorno di Diwali, a casa di un amico mi hanno detto che avremmo fatto la puja a Lakshmi e Ganesha, e abbiamo offerto loro fiori e frutta. Ma allora “puja” è un nome generico per indicare tutte queste pratiche diverse, oppure indica un momento preciso?

A questo ho gia’ risposto: tutte le cerimonie di onore alle Divinità sono chiamate puja. Quindi abbiamo Krishna Puja, Vishnu Puja, Shiva Puja, Durga Puja, Ganga Puja e così via.

7)Una domanda ancora più sciocca, ma che interessa la mia tesi: che tu sappia, da quanto tempo, in quella puja, si usa la tastiera elettrica?

Anche a questo ho gia’ accennato: non si dovrebbe, ma lo fanno per i turisti.

Domanda

Il viaggio dei Beatles a Rishikesh, nel 68, ha avuto qualche risvolto nelle pratiche musicali indiane? I Beatles hanno subito l’influenza dell’India, e hanno usato effetti particolari in molte delle loro canzoni successive a quella data. Per gli indiani, è successo qualcosa di simile?

Non credo proprio che i Beatles abbiano avuto una qualsivoglia inflenza sulla musica indiana, che e’ una tradizione millenaria molto forte a cui gli indiani sono molto attaccati. Questo popolo è legato alle sue tradizioni e le innovazioni radicali faticano ad attecchire, anche se purtroppo vediamo che sta accadendo. Ma accade molto piu’ lentamente che in altri posti.

Una richiesta più precisa ce l’avrei, ma non riguarda la mia tesi. Il mio indirizzo di laurea è quello archeologico- artistico, e il libro di Susan L.Huntington intitolato “The art of ancient India” è stato, negli anni, molto importante. Ma ho sempre studiato sulle fotocopie della biblioteca di “studi orientali” e non l’ho mai trovato nei negozi. Se me lo facessi spedire quanto mi costerebbe?

Spediamo libri su ordinazione, ma in genere lo facciamo via posta normale e prende 2 mesi per arrivare a destinazione. In questo modo costa circa 500 rupie al chilo. Via posta aerea (arrivano in pochi giorni) non lo so, possiamo informarci. Spedire cose dall’India e’ uno dei modi con cui finanziamo la nostra Accademia.

Se ti interessano libri (in inglese, ovviamente) puoi ordinarli, ma a parte quel libro specifico dovrai fidarti della nostra discriminazione.

Domanda

Ho cercato Vrindavana sulla cartina ma non l’ho trovata. Dov’è esattamente?

E’ tra Delhi e Agra. Sulla cartina trovi Mathura. Vrindavana e’ a 10 km a nord di Mathura, sul fiume Yamuna, dove ogni giorno andiamo a fare bagni… E’ la città di Krishna.

Domanda

Se venissi lì, troverei qualche buona scuola di musica dove poter intervistare dei musicisti? La mia tesi è di “ricerca sul campo”, e prevede anche delle registrazioni. A Rishikesh conosco solo un percussionista che mi sembra eccellente, ha studiato a Benares, mentre tutti gli altri suonano da amatori e non da professionisti. A Vrindavana potrei trovare qualcuno disposto a risponedere alle mie domande e a farsi registrare? Sarebbe molto importante.

Questo mi dispiace ma non lo so. Non ci siamo mai interessati a questo aspetto. Sicuramente ci sono scuole di musica, sicuramente si fanno intervistare, registrare e fare foto. Ma non saprei indicarti chi e dove.

Domanda

Che tipo di città è? Gli alloggi sono costosi?

E’ un tipico paese indiano un po’ piu’ moderno perche’ specie in certe stagioni e’ pieno di occidentali per via del fatto che qui c’è il tempio degli Hare Krishna, conosciuto in tutto il mondo.

Per l’alloggio dipende molto da cosa vuoi. Si va da 50.000 al giorno (1000 rupie) a 2.500 lire al giorno (50 rupie).

C’è un ristorante dove fanno pure pasta e pizza.

Domanda

Adesso ti faccio un’ultima domanda: per caso esiste un pianoforte, a Vrindavana o nei dintorni? Ti spiego: sono una pianista, dopo dieci anni di conservatorio e una vita passata a fare musica, mi sono trovata in India senza poter suonare mai e ho sofferto molto. Mi piacerebbe tanto trovare un posto in cui stare, dove poter studiare per la mia tesi e magari toccare una tastiera almeno un paio di volte al mese.

C’è una nostra amica americana che ha un piano e ha una figlia che studia musica in una qualche scuola. L’ho sentita suonare quando vivevo vicino a casa sua. Ma non so dirti se te lo farebbe usare.

A disposizione per ulteriori chiarimenti Hare Krishna

Manonatha Dasa

giugno 2001

Difesa del sapere

C’erano tempi in cui in alcuni ambienti Vaishnava esisteva una certa diffidenza nei confronti del sapere. L’idea era che l’erudizione era una cosa abbastanza superflua in confronto alla devozione e alle sue discipline, come cantare Hare Krishna e cosi’ via. Le due cose non sono affatto separate l’una dall’altra, ma taluni la vedevano cosi’. I devoti studiosi erano visti come “speculatori mentali”, a cui piaceva giocare con la propria intelligenza. Eppure e’ in uno dei versetti finali in cui Sri Krisna in persona dice:

“E io dichiaro che chi studia questa sacra conversazione mi adora con la propria intelligenza.” (BG 18-70)

Le scritture sono colme di inviti allo studio e alla riflessione devozionale. Del resto se dare cibo alla propria intelligenza non fosse stato importante Sri Vyasadeva non avrebbe impiegato cosi’ tanto tempo per scrivere milioni di versetti la maggior parte alquanto complicati da comprendere. Ma arrivando piu’ vicini ai giorni nostri abbiamo il nostro stesso Acarya (maestro spirituale), Srila Prabhupada, che voleva fondare un’istituto di devoti intellettuali in grado di sconfiggere qualsiasi filosofia. Diceva anche che si dovevano leggere “altri libri” per far sì che ciò fosse possibile. Inoltre contestò la teoria che solo lui poteva fronteggiare le difficoltà di uno scontro dialettico con altre culture.

Segue una lettera dei GBC che riporta le istruzioni di Srila Prabhupada (5 agosto 1975):

“Per quanto riguarda un altro argomento, Srila Prabhupada ci ha chiesto di compilare una lista di tutti i devoti che hanno una laurea o anche un diploma. Questo in riferimento al college che stiamo formando a Mayapur e pianificandolo anche per Vrindavana. Per favore, raccogliete questi dati dalla vostra zona, nome, grado, soggetto e università e spedite una copia a Sua Divina Grazia. Srila Prabhupada ha tracciato la sua idea di una istituzione scolastica: studiosi da ogni parte del mondo, possono studiare qualsiasi filosofia che a essi piaccia e poi presentarla comparandola con la filosofia del Signore Caitanya. Uno dei suoi segretari ha ribattuto: “Ma solo tu puoi condurre tali argomentazioni, Srila Prabhupada,” e lui ha detto no, tutti noi dobbiamo essere in grado di sconfiggere qualsiasi filosofia.”

Dunque appare chiaro – laddove ce ne fosse stato bisogno e noi crediamo di no, che lo studio devozionale e’ uno degli aspetti fondamentali della vita spirituale.

I devoti più elevati sono eruditi e il tipo di erudizione comprende la logica e le argomentazioni. Non è sufficiente

una conoscenza “generale” della nostra filosofia. La Caitanya Caritamrita, Madhya lila 22,65), dice:

“Colui che è esperto nella logica, nella argomentazioni e nelle scritture rivelate, e che ha ferma fede in Krishna, è classificato come un devoto del grado più alto…”

Inoltre (BG 13.19) “la conoscenza è lo stadio preliminare della comprensione perfetta del servizio devozionale.”

Ognuno di noi nasce con una impostazione karmica particolare (guna), e con quella deve avere a che fare per tutta la vita, a meno che non riesca a trascendere. Nel caso piu’ comune, cioe’ che la persona abbia bisogno di gradualita’ per giungere alla liberazione, deve mettere al servzio di Krishna cio’ che ha. Dunque l’intellettuale deve studiare e insegnare la coscienza di Krishna, il commerciante fare soldi e darne al Guru e a un Tempio, e cosi’ via. In questo modo si ottiene un veloce avanzamento spirituale.

Il sapere e’ personificata in Sarasvati e su di lei Srila Prabhupada dice (dal Nettare della Devozione):

” la dea della conoscenza è ornata con i quattordici gioielli dell’erudizione, enumerati come segue:

  1. la sua intelligenza penetra le quattro divisioni dei Veda
  2. e la sua attenzione è sempre sui libri di legge compilati dai grandi saggi come Manu,
  3. è esperta nei sei rami del sapere specializzato – la scienza dell’interpretazione vedica, la grammatica, l’astrologia, la retorica, la conoscenza del vocabolario e la conoscenza dei riti,
  4. Ha come compagni costanti i supplementi dei Veda, cioè le Purana
  5. è scortata dalla logica
  6. e porta come ornamento le conclusioni finali di tutta la conoscenza;

ediz italiana pag 187 Altre citazioni utili:

… dobbiamo avere conoscenza dalla giusta sorgente. I 4 Veda con i loro supplementi, Purana, Maha-bharata, Ramayana e i loro corollari, che sono conosciuti come Smriti, sono tutte sorgenti autorevoli di conoscenza. Se vogliamo veramente ottenere conoscenza, dobbiamo cercarla senza esistazioni da queste sorgenti.

(Caitanya Caritamrita, Adi1)

“… le Purana sono anche parti dei Veda. E storie come il Maha- bharata o il Ramayana sono anche parti dei Veda. Gli acarya o i Gosvami devono essere ben istruiti con tutta questa letteratura. Ascoltarla e spiegarla è più importante che leggerla…

(Srimad Bhagavatam 1.1)

– Uno può sedere sul vyavyasasana solo dopo essere pienamente istruito in tutti i sistemi filosofici (i 7 sistemi) cosicchè uno possa presentare pienamente l’ottica teistica del Bhagavatam in confutazione di tutti gli altri sistemi…

(Srimad Bhagavatam 1.1)

– Ramayana, Maha-bharata e le Purana sono storie di ere passate registrate in connessione con i divertimenti delle incarnazioni del signore, e quindi rimangono fresche anche dopo letture ripetute.

E infine:

“La discussione di questi argomenti non deve essere trascurata, perchè fortifica la mente.”

(Caitanya Caritamrita, adi, cap. 2 verso 117) Manonatha Dasa (ACBSP) agosto 2001

Sull’invasione degli aryani in India

Gennaio 2001

Domande

Haribol a tutti,

sono *** e scrivo da Roma, volevo fare i complimenti per il sito. è veramente molto interessante e ben curato, in particolare la Biblioteca l’ho trovata ricca di spunti interessanti. Facendo l’ università qui a Roma (Lingue e civiltà orientali) ho avuto spesso l’ opportunità, in particolare nel corso di Storia dell’ India (docente prof. ***), di appurare come tutta la discussione improntata sulla presunta invasione degli Arya sia sempre affrontata in maniera relativa e ferma su ormai “decrepite” posizioni, basti pensare che il manuale su cui si basa il corso di tali indologi tedeschi di nome Kulke e Rothermund è “tappezzato” di “forse” e “chissà”;ebbene è questa la storia, ma la storia non era basata su certezze scientifiche?

A questo proposito ho trovato l’approfondimento di Manonatha Dasa molto interessante, volevo sapere senza andare troppo per le lunghe se è possibile avere qualche nome di autori indiani e non e titoli di opere che affrontano la teoria della non-accettazione in maniera seria ed approfondita, ringraziandovi da ora, i miei più rispettosi omaggi.

Jaya Prabhupada, xxxxx

25/08/2002

Risposte

Caro ***,

Accetta i miei rispettosi omaggi. Srila Prabhupada, Sri Sri Nitai Gauranga, Sri Sri Radha Govinda ki-jay.

Mi hanno passato la tua email, a cui volentieri rispondo.

Intanto grazie per le parole di apprezzamento, che sono “il nostro stipendio”, il compenso del servizio alla missione di Mahaprabhu. Gli apprezzamenti sono la prova che stiamo andando bene e ci incoraggiano a continuare su questa strada. Al riguardo della teoria dell’invasione degli Aryani in India e sotto-teorie connesse, molti oggigiorno si vergognano ad insegnarla e a promuoverla, perche’ la sua erroneita’ e’ palese.

Purtroppo la scienza e’ scientifica solo quando deve criticare le religioni, ma se vai nel merito di molti tra i loro piu’ importanti teoremi ti accorgi che si basano sulla fede piu’ spietata, quanto la piu’ irrazionale delle religioni. Come il classico: “Dio esiste? ebbene dimostramelo,” a cui noi rispondiamo: “Dio non esiste? ebbene dimostramelo.” Quando ribattiamo cosi’, arrossiscono e capiscono quanto infantile sia questo modo di portare avanti un dibattito serio.

Al riguardo della bibliografia sull’argomento “Aryani”, alla fine del libro c’e’ una corposa lista di opere, ma sono tutte in inglese e in Italia non si trovano. Per cui potresti anche fare una ricerca su Internet usando come parole chiavi “aryan”, “aryans”, “Dvaraka” o altro, ma sempre in lingua inglese. Io fra qualche settimana vado proprio a Dvaraka dove, come avrai letto nel mio libro, hanno ritrovato i resti dell’antica citta’ di Krishna. Spero di trovare li’ informazioni utilissime per tutti.

Sarei molto contento se tu lavorassi su un approfondimento dei temi trattati sul mio libro e presentare i risultati nel Forum e nella Biblioteca. Sarebbe un lavoro meritevole e spiritualmente produttivo.

A disposizione per approfondimenti o per altre tematiche

Hare Krishna Manonatha Dasa 25/08/2002

Vorrei sapere cosa significa la parola Swami

Caro amico Mallardi

La parola Swami viene dal sanscrito e si scrive Svami, con la prima a lunga (quindi si dovrebbe dire Svaami). Nel moderno linguaggio hindi, la v è divenuta w, dando quindi un leggero anche se non completo suono di u (quindi Suaami).

La parola Swami è un termine maschile. Al femminile diventa Swamini (prima a e seconda i lunghe = Suaaminii). Significa signore, maestro, marito.

Ti segnaliamo il nostro motore di ricerca, da dove puoi risalire a numerosi documenti su questo e altri argomenti.

8 agosto 2002 – n.1732

Vorrei chiamare mia figlia Swami

Domanda

ciao a tutti sono un ragazzo di 33 anni.sto diventando papa’ io e mia moglie abbiamo deciso che nostra figlia si chiamera swami un nome indiano (il significato di questo nome e amore) vorremo sapere come si scrive in indiano. per favore aiutatemi. vi ringrazio anticipatamente

Risposta

Intanto auguri vivissimi alla bimba. Che la sua sia una vita piena di ogni fortuna.

La parola Swami viene dal sanscrito e si scrive Svami, con la prima a lunga (quindi si dovrebbe dire Svaami). Nel moderno linguaggio hindi, la v è divenuta w, dando quindi un leggero anche se non completo suono di u (quindi Suaami). Va detto comunque che la parola Swami è un termine maschile. Al femminile diventa Swamini (prima a e seconda i lunghe = Suaaminii).

Non significa affatto amore, ma signore, maestro, marito.

5 maggio 2002

Infiniti segmenti di esistenza

Il Tempo e’ eterno per definizione. Ogni cosa esistente e’ fatta di innumerevoli segmenti di esistenza e ognuno di essi genera un ulteriore segmento di esistenza senza soluzione di continuita’. L’esistenza e’ fatta di esistenza e non potrebbe essere tale se fosse composta anche del suo esatto opposto, che potremmo chiamare negativo, il quale – se fosse presente – annullerebbe l‘elemento positivo. In altre parole, se l’esistenza fosse anche nonesistente allora non avrebbe mai potuta essere esistita. Questo sia in senso futuro che in senso passato.

La logica ci conduce ad accettare che l’esistenza porta in se’ intrinsecamente il concetto di eternita’, che vuol dire nessun inizio e nessuna fine.

Se una cosa esiste deve essere eterna. Se una cosa non esiste non puo’ mai venire ad esistere.

Ne consegue che le parti costituenti della creazione sono eterne e che mai ci fu un momento in cui non sono esistite. Cosi’ anche la vita. Se la vita esiste vuol dire che e’ eterna. La vita non nasce mai ne’ muore mai. E’ indissolubile, perfetta, eterna.

Tuttavia vediamo nella nostra esperienza che ci sono cose che nascono e muoiono. E’ percio’ legittimo chiedersi come sia possibile questo fenomeno della temporaneita’ in un mondo in cui tutto dovrebbe essere eterno.

La questione ci porta direttamente a contatto con le verita’ vediche di energie diverse, in cui una e’ eterna ma inconsciente e l’altra e’ eterna ma cosciente. Il fenomeno della temporaneita’ nasce dall’unione di queste due energie, ma le due continuano a rimanere eterne, sia allo stadio individuale che nello stadio di unione. La natura materiale e’ eterna, quella spirituale e’ eterna. Ma sono diverse fra loro. Queste diversita’ provocano una difficolta’ irrisolvibile nello stare insieme per cui nasce il fenomeno della temporaneita’.

E gli oggetti, ci si puo’ chiedere? Gli oggetti non hanno un principio spirituale all’interno, eppure sono temporanei lo stesso. Questi sono temporanei perche’ la natura materiale, sebbene eterna, non puo’ manifestare forme della medesima caratteristica, cioe’ eterne, perche’ prive della coscienza. Le sue manifestazioni sono meccaniche e percio’ imperfette.

Questo genera un momento di creazione, di esistenza, di degenerazione graduale e infine di distruzione. Ma questo fenomeno non include l’energia in se’, la quale rimane eterna.

Nulla si crea ne’ si distrugge ma tutto si trasforma.

Percio’ i corpi materiali sono temporanei per il rapporto imperfetto che esiste fra l’anima e il corpo – cioe’ fra spirito e materia – e gli oggetti sono temporanei per la mancanza di coscienza, qualita’ propria solo dello spirito. Ma tutto rimane eterno.

In definitiva tutto cio’ che esiste e’ eterno, cio’ che non esiste non puo’ mai venire a esistere. Il fenomeno della temporaneita’ a cui assistiamo e’ illusorio e nasce per la particolarita’ del rapporto fra le diverse energie divine e l’imperfezione contenuta nella energia secondaria della Suprema Personalita’ di Dio.

Allora non siamo tutti uguali?

Domanda

In un intervento e’ stato chiesto:

Quindi non siamo tutti uguali? C’è chi è più avvantaggiato?

Risposta

Krishna e’ imparziale verso tutti, nel senso che ama nello stesso modo e reciproca tutti. Non c’e’ nessuna ragione per cui non dovrebbbe essere cio’.

Ma non siamo tutti uguali. Ognuno e’ una persona diversa e di conseguenza Krishna ha con noi un rapporto che varia. Ad esempio quando il padre cerca di educare il figlio talvolta e’ severo mentre in altri momenti e’ affettuoso con sua moglie. Questo non significa che detesta il figlio e ama la moglie. L’intensita’ dell’amore e’ lo stesso ma si manifesta in

modi diversi dipendendo dal tipo di rapporto e dalla necessita’.

Ne consegue che le diversita’ che vediamo nel comportamento di Krishna e’ amore nelle sue numerose diversita’.

L’amore e’ una cosa ampia, vasta. La sua psicologia e’ complessa. Si deve imparare a riconoscerlo abbandonando la rigidezza mentale e i pregiudizi che impongono modelli stereotipati in riferimento a questo sentimento tanto desiderato.

I problemi possono aiutare

Comunque, indipendentemente se i problemi vengano dalle azioni passate, dai desideri che ancora si covano dentro il cuore o se siano di diretta provenienza divina, questi aiutano il devoto a maturare. Il risultato diretto e’ la gioia o la sofferenza che ne derivano; quello indiretto e’ la comprensione che dalla dualita’ (gioia o sofferenza appunto) del mondo materiale non e’ possibile ricavarne nulla di buono.

Da questa comprensione per il devoto scaturisce dapprima il distacco e poi la determinazione nel servizio devozionale.

L’attaccamento e la falsa identificazione al corpo e’ il problema piu’ grosso e radicale (radicale nel senso che e’ alla radice).

Dunque indirettamente le sofferenze del mondo materiale aiutano il devoto a ottenere il puro amore per Krishna. Il processo diretto e’ il servizio devozionale in disciplina (sadhana-bhakti). Se uno non e’ pronto, allora quello indiretto e’ la vita materialistica, che da’ tanta sofferenza e vite dopo vite di tragedie.

Stralcio da una lettera privata Manonatha Dasa (ACBSP)

Ci vuole una visione trascendentale

Ho visto molti devoti o aspiranti devoti che vanno in India per cercare di vedere Krishna a Vrindavana. Vanno la’ e vedono poco piu’ di un villaggio indiano come altri. Vedono maiali, cani, scimmie, animali di tutti i tipi, fogne allo scoperto, una fiumana di gente che chiede soldi e tante austerita’ fisiche.

Ci vuole una visione trascendentale per vedere la vera Vrindavana, che sta al di la’ della visione materiale. O almeno una sensibilita’ purificata.

La maniera giusta per venire a Vrindavana e’ venirci per rendere rispetti al luogo santo, ai tanti sadhu che ci sono, e ascoltare di Krishna. Se a uno piace fare queste cose, allora Vrindavana e’ il posto giusto.

Stralcio da una lettera privata Manonatha Dasa

Durga era conosciuta prima…?

Domande

Messaggio da: Atmarama

Nel capitolo 4, del Libro di Krishna, la bimba che Kamsa toglie dalle mani a Devaki per scaraventarla a terra, si manifesta improvvisamente come Durga…. Kamsa desiste quindi dai suoi intenti criminosi… c’è poi scritto:

“Da quel momento la dea Durga fu celebrata con vari nomi, in diverse parti del mondo”…

Questo significa che sino a quel momento, la sorella di Vishnu non era conosciuta? E quali sono i nomi con cui viene celebrata in altre parti del mondo?

Grazie.

Risposte

Le personalita’ originali di ogni divinita’ vivono eternamente nei mondi spirituali.

Quando scendono in questo mondo lo fanno attraverso espansioni proprie di vario tipo.

Queste personalita’ non sono mai uguali le une alle altre. Sebbene siano espansioni della stessa personalita’, sebbene siano simili tra di loro e facciano anche cose simili, non sono mai uguali.

Percio’ i devoti venerano una forma particolare della loro Divinita’, essendo attratti dalle sue caratteristiche peculiari.

La dea Durga e’ eterna ed eternamente conosciuta.

Tuttavia l’espansione che apparve a Gokula e che minaccio’ Kamsa a Mathura viene ad essere conosciuta e venerata dal momento della sua apparizione.

Questa personalita’ distinta di Durgadevi viene chiamata con diversi appellativi, come Durga, Sati, Bhavani, Sambhavi, Katyayani, Gauri e innumerevoli altri.

Quale e’ la differenza tra Vipra e Brahmana?

Domanda

Messaggio da: Atmarama

Nel capitolo 5 del “Libro di Krisna” (Nanda incontra Vasudeva) è scritto:

“Lo studio dei Veda eleva allo stadio di vipra, dal quale si puo’ passare a quello di Brahmana”

Questo mi ha fatto capire che il Vipra sia inferiore al Brahmana. Pero’ alla voce “vipra” nel glossario dello stesso libro è specificato che il Vipra è un “Brahmana erudito”.. quindi il contrario di quello che avevo letto.. ovvero se da Vipra si diventa Brahmana dovrebbe essere quest’ultimo superiore…

Non ho capito qualcosa?

Risposte

E’ consuetudine usare i due termini nello stesso senso. Si accetta che un vipra sia un brahmana e viceversa.

Tra i due nomi tuttavia esiste una differenza.

Uno viene chiamato Vipra quando si impegna a studiare i Veda e ne diventa un esperto.

Quando questo sforzo viene coronato dal successo, cioe’ quando uno realmente realizza brahman, allora diventa un Brahmana.

Domande

Certo, le ho lette grazie.

Anche se quella sul Brahmana e Vipra mi fa pensare che deve esserci un’errore nel libro allora.. perchè la spiegazione che c’è nel glossario non coincide.. quello che tu dici invece corrisponde a quanto scritto nel testo da Srila Prabhupada..

Atmarama Dasa

Risposte

non e’ necessariamente un errore.

Sono consuetudini.

Anche io nelle classi quando parlo del Brahmana a volte lo chiamo Vipra.

Ci sono generalizzazioni e specificazioni. Quest’ultima e’ una generalizzazione.

La spiegazione tecnica e’ una specificazione.

Manonatha Dasa

Come si manifesta l’ eternità del Bhagavatam?

Domande

Il primo essere ad aver ricevuto l’ insegnamento dello Srimad-Bhagavatam è stato Brahma prima della creazione dell’ universo materiale. In meditazione sul fiore di loto che spuntava dall’ ombelico di Sri Vishnu, ricevette nel cuore quell’ insegnamento.

Ma siccome è eterno, quindi senza inizio e senza fine, esisteva già nella mente di Krishna, anche se nessuno, prima di allora, ne aveva mai sentito parlare.

Questo significa che ogni nuova creazione Dio presenta opere nuove all’ uomo, nuovi insegnamenti inediti? Il Bhagavatam eterno viene manifestato solo durante questa creazione?

Inoltre il Bhagavatam tratta di argomenti che possono essere identificati nello spazio temporale, come ad esempio il rapimento dei pastorelli e dei vitelli da parte di Brahma, che conoscendo già quell’ opera, doveva anche essere a conoscenza del fatto che avrebbe rapito pastori e mucche, che sarebbe rimasto stupito dalla potenza di Krishna, e comunque avere già la certezza che Krishna è lo stesso Dio che gli trasmise quella conoscenza.

O per insegnamenti del Bhagavatam si considerano solo le realizzazioni che se ne traggono, ed ogni volta viene presentato in maniera differente a seconda del periodo nel quale viene enunciato?

Govinda Dasa

Risposte

Sri Krishna, come tutte le personalita’ spirituali, e’ sempre fresco e in espansione. Lui fa sempre cose nuove e anche quando fa cose simili c’e’ sempre uno o piu’ dettagli che le rendono differenti da cio’ che aveva fatto in precedenza.

Inoltre le emozioni che ne derivano, sia da chi compie quelle azioni sia da chi le riceve o le osserva, sono sempre diverse, perche’ e’ la caratteristica della vita. Nella vita non ci sono mai due cose uguali. C’e’ sempre qualcosa che differenzia una cosa dall’altra.

Srimad-Bhagavatam e’ la storia di Sri Krishna e dei Suoi devoti. La parola “bhagavata” si riferisce a Lui, ai Suoi bhakta e alla narrazione stessa. Tutti e tre questi elementi sono trascendentali.

Siccome Krishna fa sempre cose diverse, anche lo Srimad-Bhagavatam e’ sempre diverso. Non soltanto differisce da creazione a creazione, ma anche durante la stessa creazione.

In questo momento esistono diversi Bhagavatam che vengono recitati e ascoltati in pianeti diversi che descrivono altri passatempi del Signore.

La conoscenza ha lo stesso tempo dell’argomento che tratta. Krishna e’ eterno, per cui anche la conoscenza che lo riguarda lo e’.

Srimad-Bhagavatam e’ percio’ eterno.

Quello che abbiamo noi si riferisce alla incarnazione del Signore 5,000 anni fa. Per cui i pastorelli di Vrindavana non necessariamente dovevano sapere lo svolgimento esatto di cio’ che stava accadendo.

Naturalmente tutti sappiamo che questi divertimenti, essendo eterni, erano conosciuti dai Gopa. Pero’ non si puo’ giocare se uno ha una mente da adulto. Non si puo’ giocare a sfidare Krishna a lotta sulle rive sabbiose della Yamuna se si sa che Krishna e’ la Suprema Personalita’ di Dio.

Cosi’ l’agente chiamata Yogamaya interviene nel dispositivo conoscitivo dei devoti e fa loro dimenticare. In altre parole, fa uno scambio di tattva per rasa. Uno scambio conveniente.

Cosi’ Subala pensa che Krishna sia un ragazzino come lui. Se non lo pensasse non potrebbe giocare. Yasoda-mayi pensa che Krishna sia un bambino da educare. Se non lo pensasse non potrebbe fare la madre. Srimati Radharani pensa che Krishna sia un meraviglioso giovane. Se non lo pensasse non potrebbe desiderare di amarLo.

Tutto cio’ e’ opera di Yogamaya, che e’ l’energia che permette i lila del Signore.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

www.isvara.org

Come si chiama quella bellissima festa?

Domanda:

Ho partecipato qualche anno fa ad una bellissima festa che si svolgeva nel centro di Bologna ed in cui tutti quanti tiravamo carri che recavano sacre immagini. Non ricordo più come si chiamava ! Qualcuno può dirmelo e spiegarmene la storia ed il significato ? Mi serve per una ricerca scolastica…

Hare Krishna. Melania

gen 2002 – n.1024

Risposta

Il nome della festa è Ratha Yatra. Ratha significa carro e Yatra viaggio o giro. Ogni anno a Puri, in India, le Divinità vengono prese fuori dal Tempio centrale e portale su giganteschi carri al Tempio di Gundica, lontano qualche centinaia di metri. Queste Divinità si chiamano Jagannath (che è Krishna) Baladeva (il fratello) e Subhadra (la sorella). La storia è lunga. Comunque dopo un periodo di malattia i devoti vogliono vedere il Signore, il quale monta su un carro e si mostra ai devoti festanti. Ancora oggi in quella che è l’unica occasione in cui la Divinità di Jagannath lascia il Tempio, a milioni corrono ad ammirare la forma sorridente del Signore Jagannath.

Il Tempio di Gundica rappresenta Vrindavana, dove vivono i devoti piu’ avanzati. L’atto di andare a Gundica mostra l’apprezzamento che Krishna ha per i Suoi devoti e per la devozione.

Da quando il Movimento Hare Krishna è stato portato in Occidente da Bhaktivedanta Swami Prabhupada, la stessa festa si ripete annualmente in tutte le più grandi città del mondo.

Questo – come puoi immaginare – molto in breve. Se vuoi approfondimenti non hai che da chiedere.

Una esperienza in comune

Messaggio da: MinatoreInteriore-Edoardo

Hare Krishna!

Glorie a tutti i Vaisnava! Glorie a Srila Prabhupada!

Gentile Manonatha Dasa Prabhu, la voglio ringraziare per la sua risposta a distanza verso le mie,forse inappropiate,domande. Ho notato che mi sta scrivendo da l’antica “BharataVarsa”, dall’antica India,specialmente da Vrindavana.

Mi voglio augurare che parte di quella polvere spirituale,propia di codesto suolo trascendentale, possa esser trasmessa anche via e-mail.

Se lei mi permette..,nel caso che in prossimità voglia farle qualche altra domanda,sappia sopportarmi ed accettarmi. La ringrazio ancora.

P.S. : volevo farle presente che io e Lei abbiamo un esperienza in comune. Mesi fa,vagando su internet,ho scoperto un testo che riportava una storia.Questo testo riportava una Suo vissuto in Francia, e più precisamente al tempio della Nouvelle Mayapura. Ora…,Lei parlava del Suo primo incontro con Srila Prabhupada. Ebbene,io quella storia l’ho vissuta davvero! Anche io,durante l’estate del 2006,ho fatto la mia prima esperienza bhakti al tempio della New Mayapur, ed anchio,ho avuto li, il vero incontro con le divinità di Sri Krishna-Srila Prabhupada-i Suoi Devoti!

Quindi nel leggere quanto Lei scriveva, mi sono impersonificato molto nel Suo personaggio.., per il semplice motivo che anche io ho salito quelle scale che portano alla stanza di Prabhupada,anche io ho toccato quella porta che accedeva alla dimora del Guru,anche io ho camminato in quel pavimento che gli stessi piedi di loto di Prabhupada hanno calpestato,anche io ho salmodiato le mie preghiere facendo avanti e indietro nello stesso corridoio dove era situata la stanza del Maestro spirituale.

Leggendo il Suo testo mi sono immediatamente collegato al mio vissuto,alla mia esperienza.

Il primo tempio in cui ho fatto capolino,in realtà è Villa Vrindavana(si perchè io abito a 50km di distanza da S.Casciano).Essa l’ho cominciata a frequentare alla fine di Aprile del 2006 ,e fino ai primi di Luglio ho avuto solo modo di passarci dei pomeriggi o delle intere giornate.Ma mai una esperienza completa.

Così dai primi di Luglio fino a metà Agosto,New Mayapur è stata per me la mia residenza,la mia casa,il mio rifugio e questo non lo dimenticherò mai!

Ecco volevo dirle questo.

Mi scuso ancora una volta per averLe rubato del tempo prezioso.

Grazie ancora per l’attenzione Haribolo

Risposta

Grazie per condividere la tua esperienza a New Mayapur con me e con i lettori di Isvara.

Sara’ sempre un piacere rispondere a qualsiasi domanda riguardante la coscienza di Krishna.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Venerare Sri Narayana e liberazione…

Domande

Nel Cap. 29 del Libro di Krishna le gopi dicono: “Molti devoti di Narayana Lo adorano per ottenere la liberazione ed Egli la concede a tutti”….

Qual’è il significato di queste parole? Adorare Dio nella forma di Narayana assicura una liberazione al 100%? Oppure ci sono standard molto difficili in tale adorazione che pongono tale percorso comunque secondario rispetto alla C.d.K.??

Risposte

La parola “liberazione” (mukti o moksha) viene talvolta usata in senso generico e puo’ significare varie cose. Puo’ voler dire la liberazione impersonale (che non e’ finale) o anche accesso a Vaikuntha, i mondi di Vishnu, i quali sono finali ma da una certa prospettiva possono essere detti “inferiori” rispetto a Goloka Vrindavana dalla prospettiva del rasa.

Sri Narayana non da’ la liberazione impersonale ma concede accesso ai mondi al di la del brahmajyoti.

La ragione per cui si usa il termine mukti anche per questo tipo di liberazione e’ per distinguerlo dalla destinazione piu’ alta, che e’ Goloka Vrindavana, che si ottiene con Krishna-bhakti. Questi sono i mondi di Sri Krishna, la Suprema Personalita’ di Dio.

Questo fine non e’ dato a tutti e certo non in maniera facile, perche’ e’ il piu’ alto. Solo coloro che hanno sviluppato i sentimenti piu’ nobili ed elevati possono accedere alla pura devozione.

La pura devozione massima e’ quella per Sri Sri Radha Krishna in Vrindavana, sotto la guida delle Loro sakhi.

In accordo a Srila Rupa Gosvami, questa si ottiene iniziando con il sadhana (disciplina), che inizia con sraddha e termina con prema.

Che gioia questi messaggi sull’amore parakiya

Domande

Messaggio da: mannii

che gioia questi messaggi sull’amore parakiya! se non ricordo male per parakiya si intende una passione che non conoscere possesso.La passione che ha il sapore amaro e intenso della separazione. Ed è proprio viraha che mette in moto un’alchimia irripetibile e inimitabile, semplicemente magica.

Ma come si mette la questione riguardo a ripercussioni karmiche..in fondo..si stravolge l’ordine e la sacralità del rapporto legittimo…?

sarà felice se mi risponderai ciao Manuela

Risposta

Gentile amica,

Parakiya-rasa e’ quel sentimento arricchito da situazioni che ricordano i rapporti illegali del mondo materiale e da altri elementi, come appunto viraha (la lontananza) ma questa illegalita’ e’ solo apparente. Non lo e’.

Tutte le anime spirituali sono naturalmente legate a Krishna da un rapporto eterno, percio’ non ce’ nulla di illecito.

I giochi di Sri Krishna con le Gopi sono di natura trascendentale e non hanno nulla a che vedere col mondo materiale, con le sue regole, con la sua morale.

Rapporti fra uomo e donna ad esempio sposati con altri sono assolutamente rifiutati dalla nostra cultura. Ognuno deve accontentarsi del proprio partner e coltivare la vita spirituale per trovare una vera gioia. Non c’e’ nessuna felicita’ tra uomo e donna quando il loro rapporto e’ basato sullo sfruttamente dei sensi per trovare emozioni.

Cosi’ tanto cio’ e’ vero che Sri Jiva Gosvami nei suoi scritti mise in risalto svakiya-rasa (le relazioni spirituali regolate dal matrimonio) sopra parakiya-rasa, provocando la reazione di alcuni santi e filosofi dell’epoca. La ragione era che la gente prendeva a pretesto il principio filosofico spirituale per le loro illecita’ per cui voleva stabilire un insegnamento di moralita’.

Il pianeta Terra ha un’anima?

Domande

Nel cap. 30 del Libro di Krishna (“Krishna si nasconde alle Gopi”) si legge delle gopi che cercando Krishna chiedono a vari alberi, fiori, animali e piante varie se lo abbiano visto. Poi arrivano a chiedere alla Terra, dicendogli: “Chissà quante austerità hai dovuto compiere per avere ora sul tuo corpo le orme di Krishna”.

Questa parte mi ha molto incuriosito in quanto non sapevo che anche il pianeta Terra fosse sede di incarnazioni di Jiva.. Inoltre, visto che la “vita” del pianeta terra è lunghissima rispetto, ad esempio, a quella di un uomo, quando raggiungerà la liberazione questa Jiva? Ed inoltre.. non avendo la possibilità di “agire”, non puo’ far nulla che non sia aspettare la prossima creazione materiale dove sarà incarnata in corpo di un essere senziente…

Atmarama Dasa

Risposte

Caro Atmarama,

il pianeta Terra e’ il corpo di una Dea che si chiama Bhumidevi. Ha molti nomi, come ad esempio Prithvi, colei che fu protetta da Maharaja Prithu, o figlia di Prithu.

I deva agiscono sempre, non sono costretti nei corpi che assumono. Anzi possono prenderne piu’ di uno anche nello stesso tempo.

Questa possibilita’ e’ anche presente nelle anime liberate, che possono assumere corpi sia in potenza parziale o anche in comunanza con altri.

Il fuoco e’ il corpo di Agni, l’oceano di Varuna, il vento o l’aria di Vayu.

Pero’ mentre il vento e’ certamente sempre presente sul pianeta, Vayu si incarna in vari momenti della storia.

Stessa cosa per Bhumidevi.

I Deva sono o puri devoti che scendono per svolgere un servizio o anime molto elevate che in genere raggiungono rapidamente la liberazione o il puro servizio devozionale.

Domanda

Quindi se non ho male capito, le Gopi parlavano con Bhumidevi..

Atmarama

Risposta

si’.

Manonatha Dasa

Domanda sulla coscienza di Krishna e Gesu’ Cristo

Domanda

Carissimo Manonatha Prabhu, i miei omaggi

Volevo porti un quesito, semmai avessi tempo di rispondere, visti i preparativi per la tua partenza, circa le religioni non-vediche.

In particolare la Bibbia e la religione Cristiana, ma il concetto puo’ anche applicarsi per quella Musulmana ed Ebraica.

Volevo dire che alcune religioni, anche con una certa forma di “settarismo” ritengono falsi i messaggi di altre confessioni (per esempio quella Cristiana respinge il Corano.. quella Musulmana riconosce Gesu’, ma non come divinità, ma come un semplice profeta, ecc.).

Srila Prabhupada ha molte volte parlato del Cristo, lamentandosi spesso con i Cristiani perchè non applicano i suoi comandamenti (come quello di non uccidere, ad esempio).

Mi è sempre stata data come spiegazione sull’esistenza di altre religioni, che Dio si manifesta a diversi popoli con diversi messaggi in base al loro grado di “realizzazione”.. o una cosa del genere. In effetti io sto pensando che probabilmente alcune religioni si basano su falsi profeti o su false teorie e che se Cristo fosse una divinità, come credono i Cristiani, esso sarebbe un avatara e quindi sarebbe menzionato nelle scritture Vediche…. Quindi nella religione Vedica, nella Coscienza di Krishna, si accetta la presenza di Cristo acriticamente solo per evitare contrasti? O altro?

Hare Krishna Atmarama

Risposta

Caro Atmarama Dasa,

certe volte si usa velare alcune verita’ secondarie per non danneggiare la comprensione e l’accettazione di principi primari. Mi pare una maniera intelligente di insegnare.

Srila Prabhupada non era persona da nascondere: era un Acarya “della sciabola sguainata” (parafrasando lui stesso in uno scritto al suo Gurudeva).

Srila Prabhupada ha criticato aspramente molti importanti pseudo maestri dell’epoca, pubblicamente o in privato, che pure avevano decine di migliaia di seguaci, senza timore di alcun genere.

Al riguardo di Gesu’ Cristo, cosi’ come di Maometto, non ha mai detto nulla contro, cioe’ non li ha mai criticati duramente a livello personale, neanche in privato con i suoi discepoli.

Al massimo ha detto che i loro insegnamenti si riferivano a un tempo e circostanza particolari e che rappresentavano una versione parziale della Verita’ Assoluta. Questo insegnamento parziale era dovuto a necessita’ circostanziali.

Da cio’ si puo’ dedurre che Srila Prabhupada avesse un reale rispetto verso queste due figure e non solamente “strategico”.

Il Guru non e’ necessariamente un avatara, quindi non e’ necessario che debba essere previsto nelle Scritture Sacre.

Domande

Citazione:

Il Guru non e’ necessariamente un avatara, quindi non e’ necessario che debba essere previsto nelle Scritture Sacre.

Quindi Gesu’ come Guru… per i Cristiani è pero’ Dio, ovvero è il figlio, ma, per il mistero della trinità, è anche Dio.. ecco perchè pensavo ad un “avatara”… Ma l’aspetto “Guru” di Gesu’ riporta le cose su un altro piano… in effetti quindi è un po’ la visione Islamica.. dove Gesu’ è un profeta.. un uomo, insomma..

Atmarama

Intervento

Esistono somiglianze fra il Cristianesimo e la Coscienza di Krishna, ma principalmente si può dire che entrambe le religioni si prefiggono lo stesso obiettivo, la Coscienza di Dio.

È impensabile pensare che Dio si limitasse a manifestarsi soltanto in un ristretto gruppo di persone. Dio è universale, Esso non può essere limitato da rituali o credenze personali. Dio si manifesta alle persone in forme che dipendono da tempo, luogo e circostanze. Anche Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore e acarya della società internazionale per la coscienza di Krishna (ISKCON), era stato invitato da un gruppo di ministri Cristiani di Melbourne per stabilire la posizione di Dio rispetto a Gesù Cristo. Prabhupada in quell’ occasione disse: “Gesù Cristo è anche un nostro Guru, sta pregando Dio, così è un nostro Maestro Spirituale”. Descrivendo Gesù Cristo come rappresentante di Dio, Srila Prabhupada ha detto: “Adora il Signore, e noi gli offriamo i nostri omaggi”. Nella Coscienza di Krishna è considerato come il figlio perfetto di Dio perché esegue perfettamente la volontà del Padre. È sceso come incarnazione autorizzata (Avatara), per insegnare con le parole e l’esempio il modo per adorare Dio. Egli fu un esempio di tolleranza e di pietà ed era completamente arreso a Dio. Questa è l’essenza di tutte le Scritture Vediche, così non sorprende che la filosofia Cristiana ha delle somiglianze con la filosofia Vaishnava di base.

Govinda Dasa www.isvara.org

Dovrebbe sorgerti il sospetto

Caro ***,

tutte le glorie a Srila Prabhupada, a Sri Sri Nitai Gauranga, a Sri Sri Radha Govinda.

Eppure un sospetto che dovrebbe sorgerti e’ come mai, davanti a cose cosi’ apparentemente inaccettabili, grandi professori le accettano come vere. Eppure se si leggono i loro scritti non c’e’ traccia di un atteggiamento fideistico o di fanatismo religioso. Prendi Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati ad esempio. Perche’ le accettano in questo modo? Se fossero solo allegorie, che ci vorrebbe a dirlo? I Veda non sarebbero screditati se nel suo interno fossero state raccontate parabole per far capire concetti filosofici.

Eppure le descrizioni che riporti sono accettate come reali.

La creazione e’ qualcosa di molto piu’ grande e complesso di quanto possano vedere con i loro sensi o percepire con la loro intelligenza persone impegnate e preoccupate con le piccole cose di ogni giorno, come il denaro, la famiglia, le feste natalizie e il cenone di capodanno.

E’ impossibile comprendere questi argomenti partendo da questa piattaforma.

Chi vuole comprendere cose di un altro livello devono porsi su quel livello. Dopodiche’ sara’ facile capire.

La scienza si avvicina spesso alle conclusioni vediche, solo che il pubblico non lo sa.

Nella coscienza di Krishna c’e’ un valore trascendentale che si percepisce sempre, anche nel mezzo di mille dubbi e problemi. Questo “qualche cosa” e’ cio’ che tu percepisci.

Qual e’ il mio dharma?

Domanda

Carissimo Manonatha

Ho aperto a caso la Bhagavad Gita (ho letto che cosi’ lo faceva Ghandi… non per darmi manie di grandezza, ma tanto per provare) e il verso a caso che è uscito fuori è il verso 35.

Gandhi apriva la Bhagavad Gita a caso e nel verso che usciva fuori trovava la soluzione o il conforto di cui aveva bisogno.

Io l’ho appena fatto e, anche se non avevo un quesito preciso, so benissimo quali sono i miei problemi, nel senso che ne sono cosciente. E’ uscito fuori il verso 35, ovvero:

“E’ molto meglio compiere il proprio dovere, anche se in modo imperfetto, che compiere perfettamente quello altrui. E’ meglio fallire nel compimento del proprio dovere che impegnarsi nei doveri di altri perchè seguire la via altrui è pericoloso”

Mi è nato un turbine di pensieri leggendo questo…

Nella spiegazione Srila Prabhupada, fa l’esempio dello ksatriya che vuole fare il Brahmana.. e mi sono un po’ sentito chiamato in causa…

Ma la soluzione qual’è? Perchè questo malessere? Ma soprattutto, qual’è il proprio dovere? Il proprio dovere è legato ad una scelta professionale fatta a 18 anni di età, ovvero quasi in adolescenza? Il dovere è sempre lo stesso nella vita? O puo’ cambiare? Si possono soffocare le proprie ispirazioni, perchè diverse dalla propria posizione attuale professionale, familiare, geografica o altro?

Srila Prabhupada dice che “nella pura coscienza di Krishna uno ksatriya puo’ agire da brahmana e viceversa”.. forse è che io non sono mai entrato nella pura coscienza di Krishna? O non è cosa per me?

Non so quali siano di preciso le risposte, ma pare che il “sistema di Ghandi” funziona.. forse aprendo la Bhagavad GIta a caso, mi si è presentato davanti a me, come in uno specchio, il mio problema esistenziale… Che forse un giorno risolvero’…

Tu cosa ne pensi?

Ti chiedo di postare la mail nel forum, in forma anonima (togliendo la firma..)

Hare Krishna, i miei omaggi

Dalla corrispondenza privata

Risposte

Il verso a cui ti riferisci e’ il 3.35 della Bhagavad-gita

sreyan sva-dharmo vigunah

para-dharmat sv-anusthitat

sva-dharme nidhanam sreyah

para-dharmo bhayavahah

La traduzione in italiano che hai riportato e’ corretta.

La questione che poni si puo’ capire solo se si capisce il significato della parola “dharma”, che qui ricorre quattro volte.

Dharma in breve vuol dire “natura essenziale”. Viene dalla radice sanskrita “dhr”, che vuol dire sostenere. Cosa sostiene la natura del fuoco? Il calore. E allora quale e’ il suo dharma? E’ di bruciare. Cosa sostiene la natura dell’acqua? La liquidita’. Quale e’ il suo dharma? Bagnare.

Si possono fare migliaia di analogie.

Questa natura puo’ essere condizionata o perfetta. Quando uno ha una natura condizionata (come nel caso dei sadhana-bhakta) la maniera migliore di avanzare (dharma) e’ di porsi sotto un Guru, il quale impegna il discepolo al servizio di Krishna attraverso cio’ che ha o cio’ che e’.

Se uno ha una natura brahmana deve studiare e insegnare;

Se uno ha una natura kshatriya deve amministrare e difendere;

Se uno ha una natura vaishya deve produrre economia per se stesso e per tutti gli altri;

Se uno ha una natura shudra deve aiutare.

Ovviamente spesso le nature sono miste.

Il dharma di una data persona viene stabilito dal maestro spirituale, il quale sa riconoscere la natura del discepolo e lo impegna in accordo.

La professione che svolgi ora non ha nulla a che vedere con il tuo dharma, perche’ e’ stata una scelta professionale operata per tuo conto.

La propria natura viene fuori in un contesto di vita virtuosa (sattva) o spirituale (divya). Diversamente le cose sono coperte e intelligibili. Per questo il devoto svolge la vita spirituale sotto la guida di una persona esperta e gradualmente la sua natura (sva-dharma) si rivela e di conseguenza diviene chiaro come impegnarsi in servizio devozionale (dharma) nella maniera migliore.

Quando il devoto diventa puro, allora il vero dharma originale (prema-bhakti) si rivela e torna a vivere nella dimora trascendentale del Signore, Sri Vrindavana Dhama.

Cosa sono i tre mondi?

Domande

Volevo chiedere a Manonatha Prabhu,

  1. Nel Cap. 16 del Libro di Krishna (Vittoria su Kaliya) si parla dei “tre mondi”.

Cosa sono?

  1. Nel Cap. 17 del Libro di Krishna, Garuda viene definito:

“grande Bhakta”, “direttamente legato a Dio”, “della stessa statura di Bhagavan, Dio stesso” e “grande Vaishnava”.

Questo Garuda, nonostante quanto sopra, pero’, si ciba dei naga (serpenti) e dei pesci… Come mai non è vegetariano e si nutre di carne?

Atmarama

Intervento

Se posso, in breve, poi perfezionerà Gurumaharaja:

I tre mondi traya-loka, sono il sistema planetario superiore (dove abitano i deva, ma anche gandarva e apsara), quello intermedio (di cui la terra fa parte), e quello inferiore (dove abitano gli asura).

Trovi tutto dettagliatamente spiegato nel 5° canto del Bhagavatam.

Garuda invece non è vegetariano perché fa parte della famiglia delle aquile.

Risposta

Citazione:

  1. Nel Cap. 16 del Libro di Krishna (Vittoria su Kaliya) si parla dei “tre mondi”. Cosa sono?

Una delle divisioni dell’universo e’ quella in tre parti: mondi superiori (Svargaloka), mediani (Bhuvarloka) e inferiori (Bhurloka).

Citazione:

  1. Nel Cap. 17 del Libro di Krishna, Garuda viene definito:

“grande Bhakta”, “direttamente legato a Dio”, “della stessa statura di Bhagavan, Dio stesso” e “grande Vaishnava”.

Questo Garuda, nonostante quanto sopra, pero’, si ciba dei naga (serpenti) e dei pesci… Come mai non è vegetariano e si nutre di carne?

Garuda uccide i demoni donando loro la liberazione o forme di vita superiori.

Il commento aggiunto da Govinda e’ corretto.

 

 

 

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