Da Nadajal Syamananda Prabhu andò a Tamluk con i suoi discepoli e pernottarono in una vicina Durga Mandapa[1].
A quei tempi il re di Tamluk era sotto l’influenza di un sannyasi tantrico[2]. Su suggerimento di quel tantrico, il re dichiarò che il luogo in cui sedevano i vaisnava era diventato impuro e ordinò che l’argilla che ricopriva il pavimento fosse gettata via e sostituita con nuova argilla. Gli assistenti del re iniziarono quindi a rimuovere l’argilla, ma con loro stupore, nonostante i loro migliori sforzi, la quantità di argilla non diminuì. Venendo a conoscenza di questo fantastico incidente, il re si spaventò e uscì per rifugiarsi ai piedi di loto di Syamananda Prabhu, che si rifiutò categoricamente anche solo di guardare il volto di qualcuno ostile ai vaisnava.
Quella notte in sogno Caitanya Mahaprabhu disse a Syamananda che in precedenza Lui era adorato a Padumvasan ma che, a causa della malvagità di quel mayavadi tantrico, la Sua Divinità era poggiata su una stuoia, nascosta nella casa di un brahmana di Mirzapur. Mahaprabhu gli ordinò di portare via la Divinità da quel luogo e ricominciare la Sua adorazione e servizio.
[1] Un mandapa è qualcosa di simile a un padiglione.
[2] Nella tradizione tantrica ci sono pratiche magiche e “nere” che conferiscono poteri materiali, non sempre con lo scopo di fare del bene.
Questa è una sezione del libro “Syamananda, la Gioia di Radharani”, in lingua italiana.
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