Preparazioni per il sacrificio dei serpenti
Dopo aver riflettuto a lungo, re Janamejaya convoco’ di nuovo i suoi ministri. Aveva in mente una domanda.
“Come siete venuti a sapere cio’ che accadde tra Kasyapa e Takshaka, in particolare della resurrezionne dalle ceneri dell’albero banyano? Non c’e’ dubbio che mio padre non sarebbe morto se Kasyapa fosse arrivato a Hastinapur. Non ci sono dubbi che sarebbe rinato grazie ai potenti mantra del saggio. Quel vile serpente, profodamente peccaminoso, penso’ che se Kasyapa avesse fatto rivivere mio padre lui sarebbe stato deriso da tutti. Sapendo cio’ egli soddisfo’ il Brahmana dandogli immense ricchezze.
“Takshaka ha fatto piu’ di cio’ che la maledizione gli ordinava. Deve percio’ essere punito. Pero’ prima mi piacerebbe sapere come voi siete venuti a conoscenza di cio’ che accadde nella profonda solitudine della foresta, cioe’ la conversazione tra Takshaka e Kasyapa. Dopo averlo saputo prendero’ le mie decisioni.”
I ministri risposero:
“Ascolta come venimmo a sapere dell’incontro tra il Brahmana e quel serpente dei boschi. Una certa persona si era arrampicata su quell’albero perche’ aveva bisogno di rami secchi per un fuoco sacrificale. Nessuno lo vide salire su quell’albero, ne’ il serpente ne’ il Brahmana. Quando Takshaka morse e l’albero divampo’ in fiamme altissime, quell’uomo brucio’ e mori’. Egli era un uomo semplice che lavorava come assistente di un Brahmana. Quando Kasyapa resuscito’ l’albero anche lui torno’ alla vita. Fu proprio quest’uomo che ci narro’ quanto era accaduto.
“In questo modo ti abbiamo detto tutto cio’ che abbiamo visto e sentito. Ora cosa vuoi che facciamo?”
Il racconto angustio’ molto Janamejaya che penso’ alla sua vita passata senza un padre e cosi’ pianse amaramente. Colto da una rabbia violenta strinse ripetutamente i pugni e digrigno’ i denti. Da quegli occhi simili ai petali di un loto scesero lacrime copiose e comincio’ a lamentarsi a voce alta. Sopraffatto dal dolore tocco’ acqua pura secondo l’usanza e prese la sua decisione. L’infuriato monarca si rivolse ai suoi ministri e disse le seguenti parole:
“Ho ascoltato la vostra narrazione dell’ascesa di mio padre ai pianeti celestiali. Ora ascoltate qual’e’ la mia decisione.
“Non ci deve essere nessun indugio nel vendicare l’azione dell’assassino Takshaka che ha ucciso mio padre. Egli si e’ comportato in maniera tale da rendere Sringin solo una causa secondaria. Qual’era la necessita’ di far tornare indietro Kasyapa? Cosa gli aveva fatto mio padre? Avrebbe potuto semplicemente fare il suo dovere come strumento nelle mani di un Rishi e lasciare Kasyapa fare il suo. Se quel Brahmana fosse arrivato, mio padre sarebbe sicuramente sopravvissuto. Cosa avrebbe perso se mio padre fosse stato resuscitato per la grazia di Kasyapa e le misure precauzionali dei suoi ministri? Fu solo malignita’ e invidia. Probabilmente ha fatto tutto cio’ anche per ignoranza degli effetti della mia furia. Per tutto cio’ ha fatto si’ che Kasyapa non arrivasse a Hastinapura. Ora io devo vendicarmi contro il nemico di mio padre per appacificare il Rishi Utanka, tutti voi e me stesso.”
I ministri di Janamejaya espressero la loro approvazione.
Poi aggiunse:
“Voglio che si celebri un sacrificio dei serpenti allo scopo di bruciare tutti i rettili del mondo, proprio come Takshaka ha bruciato mio padre, il re Pariksit.”
A quel punto la sua determinazione era piena. Nel suo cuore non c’era altro che desiderio di vendetta. Il giorno stesso Janamejaya chiamo’ i suoi sacerdoti e i Ritvik. L’eloquente monarca parlo’ ad essi e spiego’ cosa voleva che facessero. A ciascuno dette un ruolo e anche precise disposizioni su come voleva che il sacrificio si svolgesse.
“Io devo vendicare la morte di mio padre ingiustamente inflitta dal vile serpente Takshaka. Ditemi cosa devo fare. Siete a conocenza di un sacrificio grazie al quale io possa far cadere nelle fiamme del fuoco sacrificale Takshaka e la sua stirpe? Io voglio bruciare quel malvagio proprio come nei tempi che furono egli brucio’ mio padre, col fuoco del veleno.”
I sacerdoti risposero:
“Coloro che sono eruditi nei Purana ci hanno detto che tale sacrificio esiste e che fu creato dagli Dei appositamente per te. E’ conosciuto come il sacrificio dei serpenti. Ma questo sacrificio e’ impossibile per chiunque. Solo tu puoi farlo, nessun altro. “
Quelle parole resero Janamejaya felice e penso’ che Takshaka era gia’ morto. Nella sua mente lo vide mentre bruciava, gettato nella bocca fiammeggiante di Agni, il mangiatore del burro sacrificale.
Quei Brahmana conoscevano a perfezione i mantra vedici. Percio’ chiese loro:
“Io arrangero’ per qualsiasi cosa sia necessaria allo svolgimento di quel sacrificio, che deve essere condotto alla perfezione. Ditemi di cosa avete bisogno.”
I Ritvik del re avevano conoscenza perfetta non solo dei mantra ma anche di tutti i Veda e delle loro sezioni. Cominciarono misurando la terra necessaria per la piattaforma sacrificale. Questa fu ornata di articoli preziosi e molti Brahmana furono invitati. Furono arrangiati anche dei seggi comodi per i Ritvik.
Quando la piattaforma sacrificale fu costruita in accordo alle regole e secondo le esigenze, essi istallarono il re al sacrificio dei serpenti per l’ottenimento dell’obiettivo agognato.
Prima dell’inizio del sacrificio ci fu un incidente che fece presagire ostruzioni al sacrificio.
Mentre stavano ancora costruendo la piattaforma sacrificale, un architetto di professione chiese di parlare. Egli un Suta di casta, conosceva perfettamente i Purana, aveva una grande intelligenza ed era un profondo conoscitore della scienza di costruire le fondamenta di un edificio[1].
“Il suolo su cui abbiamo costruito la piattaforma e il momento in cui la misura della piattaforma sacrificale e’ stata fatta,” disse, “indica che questo sacrificio non sara’ completato e che la causa sara’ un Brahmana.”
Ascoltando queste parole e credendo all’architetto, il re dette ordini ai suoi guardiani di non ammettere nessuno nell’arena sacrificale senza il suo consenso.
[1] Si tratta del famoso Lohitaksha
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