Il Sacrificio dei Serpenti – L’arrivo di Astika

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L’arrivo di Astika
Astika era desideroso di placare il terrore che aveva colto i suoi parenti e cosi’ parti’ in direzione di Hastinapura, dove si stava celebrando il sacrificio voluto da Janamejaya.
Quando vi giunse vide che l’arena sacrificale era opulenta e che i numerosi Sadasya e Brahmana avevano uno splendore personale simile a quello del sole. I guardiani volevano impedire l’entrata a quell’asceta ma lui con parole gentili li convinse a lasciarlo passare.
Appena entrato offri’ rispettosi omaggi al re, ai Ritvik, ai Sadasya e anche al fuoco sacro.
Appena gli fu permesso di parlare, Astika disse:
“In tempi antichi Soma, Varuna e Prajapati hanno tutti celebrato sacrifici sontuosi e apprezzati da tutti. Ma il tuo sacrificio, re della nobile razza dei Bharata e figlio di Pariksit, non e’ inferiore a nessuno di quelli. Che coloro che ci sono cari ricevano tutte le benedizioni.
“Sakra celebro’ cento sacrifici, ma questo tuo sacrificio corrisponde a diecimila di quelli. Benedizioni a tutti coloro che ci sono cari.
“Questo sacrificio e’ come quello di Yama, di Harimedha o di re Rantideva. E’ come quello di Maya, di re Sasavindu o del re Vaisravana. Questo tuo sacrificio ha la stessa potenza di quello di Nriga, di Ajamida e del figlio di Dasaratha. Che tutti coloro che amiamo siano benedetti.
“Questo sacrificio che stai celebrando e’ come il sacrificio di Yudhisthira, che era il figlio di un Deva, che apparteneva alla razza di Ajamida e di cui si parlo’ anche nei pianeti celestiali. Che coloro che ci sono cari ricevano tutte le benedizione.
“Il tuo sacrificio e’ grande come quello di Krishna Dvaipayana, il figlio di Satyavati, in cui egli stesso era il sacerdote principale. Che coloro che ci sono cari siano benedetti.
“I Ritvik e i Sadasya sono qui sono impegnati nello svolgimento del tuo sacrificio che e’ come quello dell’uccisore di Vritra e ha uno splendore simile a un sole. Non c’e’ piu’ nulla che i tuoi Brahmana debbano sapere e chi offre loro donazioni riceve meriti inesauribili. E’ mia convinzione che non c’e’ Ritvik al mondo uguale al tuo Ritvik, di nome Dvaipayana. I suoi discepoli sono anche esperti in tutte le cerimonie, sono competenti al riguardoi dei loro doveri e hanno viaggiato in tutta la Terra.
“Quella personalita’ divina che ora e’ presente davanti a noi sotto forma di fiamme porta le tue offerte agli Dei. Altri nomi di Agni sono Vibhavasu e Citrabhanu. Il suo seme e’ il metallo piu’ prezioso, l’oro, e si trova facilmente seguendo le sue tracce nere, cioe’ il fumo.
“In questo mondo di uomini nessun monarca e’ uguale a te nella protezione dei sudditi. E’ sempre un piacere sapere che pratichi l’astinenza. In realta’ tu sei o Varuna o Yama, il Deva della Giustizia.
“Come Sakra stesso, fulmine in mano, tu in questo mondo sei il protettore di tutte le creature. Su questa terra non c’e’ nessun uomo grande quanto te e nessuno sa organizzare i sacrifici come te. Tu sei come Khatvanga, Nabhaga e Dilipa. In destrezza guerriera sei come Yayati e Mandhatri. In splendore sei come il sole e nei voti sei il migliore di tutti come Bhishma. La tua energia e’ nascosta, come quella di Valmiki.
“Come Vasistha sei riuscito a controllare la rabbia. Come quello di Indra e’ il tuo regno. Il tuo splendore e’ accecante come quello di Narayana. Come Yama tu sei esperto nell’applicazione della giustizia. Tu sei come Krishna, che e’ adornato di ogni virtu’. Tu sei la dimora di ogni buona fortuna di cui i Vasu sono ricchi. Tu sei anche il rifugio dei sacrifici.
“In forza fisica tu sei uguale a Dambodbhava. Tu hai conoscenza perfetta di tutte le scritture e con le armi sei come Rama . In energia sei uguale a Aurva e Trita. Il tuo aspetto fisico ispira timore tanto quanto Bhagiratha.”
Astika offri’ rispettose preghiere a tutti, al Re, ai Sadasya, ai Ritvik e al fuoco del sacrificio.
Re Janamejaya sapeva anche interpretare i presagi e ne vide numerosi materializzarsi attorno a se’. Tutto lasciava pensare che qualcosa di negativo per il suo fine stava per accadere. Per questo disse ai sacerdoti:
“Costui sembra solo un ragazzo ma parla come un saggio anziano. Egli non e’ un giovane inesperto ma un Rishi venerabile. Io vorrei concedergli un dono. Percio’, voi Brahmana, datemi il permesso necessario.”
I Sadasya dissero:
“Un Brahmana, anche se giovane, merita di essere rispettato dai re. Coloro tra i Brahmana che sono eruditi lo meritano ancora di piu’. Certamente devi dare come dono qualsiasi cosa che questo giovane desideri ma non promettere niente prima che Takshaka sia morto bruciato dal fuoco.”
Nonostante le raccomandazioni dei suoi Sadasya, il re sentiva che doveva concedere al Brahmana la soddisfazione di un dono. Percio’ di impeto disse:
“Chiedimi cio’ che vuoi e io te lo daro’.”
Sentendo quelle parole gli Hotri si sentirono dapprima allarmati e poi irritati. Dissero:
“Takshaka non e’ ancora arrivato. Aspetta.”
Janamejaya si volse verso di loro e replico’:
“Fate presto. Ponete il massimo della vostra energia cosicche’ questo sacrificio possa essere coronato dal successo, che e’ la morte di Takshaka nelle fiamme sacrificali. Egli e’ il mio nemico e deve perire.”
I Ritvik dissero:
“Oh re, sappiamo dalle scritture che in questo momento Takshaka si trova nella dimora di Indra e che e’ terrorizzato. Il fuoco sacro ce lo sta confermando. E anche l’illustre suta chiamato Lohitaksha, che in questo momento si trova di fronte a noi e che e’ un conoscitore perfetto di tutti i testi storici, ce lo ha detto. Takshaka e’ a Indra-loka.”
Janamejaya chiese:
“Venerabile Lohitaksha, e’ vero che in questo momento Takshaka si trova nella casa di Indra?”
Lohitaksha rispose:
“Sire, e’ proprio come i Brahmana hanno detto. Conoscendo i Purana io posso dire che Indra gli ha concesso un favore dicendogli:
“Nasconditi nella mia dimora e Agni non ti brucera’.”
Mentre riceveva questa informazione, Janamejaya divenne molto preoccupato e amareggiato, e incito’ gli Hotri a fare il loro dovere con maggiore energia.
Essi continuarono a far cadere il burro chiarificato nelle fiamme cantando i mantra e chiamando Indra ad apparire nell’arena del sacrificio.
In breve l’illustre divinita’ apparve montando sul suo carro. Sembrava come se i tanti altri Deva che stavano con lui lo adornassero. Era anche seguito da masse di nuvole, cantanti e danzatrici celestiali.
Il terrorizzato Takshaka era nascosto tra i vestiti di Indra e nessuno pote’ vederlo.
Scorgendo Indra e sapendo che Takshaka doveva essere li’ vicino, Janamejaya incito’ rabbiosamente i Brahmana a chiamare il nome del serpente in modo che precipitasse tra le fiamme.
Disse:
“Se il serpente Takshaka e’ vicino a Indra, gettateli entrambi nel fuoco; lui e Indra, che entrambi periscano tra le fiamme.”
Sorpresi dall’insolita furia del re, gli Hotri moltiplicarono gli sforzi. Continuando a versare il sacro ghi tra le fiamme, nominarono ripetutamente e con grande vigore il nome del serpente Takshaka.
Mentre le offerte al deva del fuoco erano versate, Takshaka divenne visibile in cielo proprio sopra l’arena del sacrificio. Lo videro attorcigliato a un preoccupatissimo Indra. Vedendo quelle fiamme altissime Purandara si impauri’, si sciolse dall’abbraccio di Takshaka e lo abbandono’ al suo destino. In un momento Indra scomparve.
Il grande serpente era oramai paralizzato dalla paura e dal potere dei mantra. Si senti’ calamitato in direzione del fuoco senza che avesse piu’ potere di dirigere il proprio corpo. Tutti lo videro precipitare.
I Ritvik dissero:
“Oh re dei re, questo sacrificio sta per giungere al termine. Ora puoi concedere a questo Brahmana il favore promesso.”
Janamejaya rispose:
“Grande Brahmana con il viso giovane e bello, io desidero concederti un desiderio. Chiedimi qualsiasi cosa ci sia nel tuo cuore. Ti do’ la mia parola che esaudiro’ le tue richieste non importa quanto difficile siano.”
I Ritvik avvertirono:
“Guarda, Takshaka sta giungendo sotto il tuo controllo. Le sue grida terribili e i suoi ruggiti assordanti si possono gia’ sentire. E’ chiaro che egli e’ stato abbandonato da colui che ha come arma il fulmine. Il suo corpo e’ paralizzato dai mantra e sta cadendo dal cielo. In questo momento, roteando in aria e privo di capacita’ di movimento, il grande serpente sta arrivando, respirando affannosamente.”
Mentre Takshaka stava precipitando dal cielo in direzione delle fiamme, oramai vittima del potere dei mantra, Astika riprese a parlare con tono tranquillo:
“Re Janamejaya, se vuoi concedermi un dono fa che questo sacrificio giunga immediatamente a termine e che nessun altro serpente cada nelle fiamme.”
Al figlio di Pariksit queste parole giunsero come un fulmine a ciel sereno perche’ era oramai certo che il suo nemico sarebbe a momenti morto arso vivo. Replico’ ad Astika in questo modo:
“Illustre studioso, oro, argento, bestiame, terre sconfinate; qualsiasi cosa che io possegga e’ tua se la vuoi. Ma non chiedermi di fermare il sacrificio. Mio padre deve essere vendicato.”
Astika rispose:
“Non ti ho chiesto oro, argento o null’altro. Desidero solo che questo sacrificio si interrompa cosi’ che la mia famiglia sia salva.”
Janamejaya insistette:
“O migliore tra i Brahmana, chiedimi qualsiasi altro favore. Che tu sia benedetto, ti daro’qualsiasi altra cosa tu mi chieda.”
Ma Astika non volle chiedere nessun altro favore.
“Voglio solo che questo sacrificio si interrompa immediatamente.”
A quel punto tutti i Sadasya conversanti con i Veda dissero al re in unisono:
“Che questo Brahmana riceva il suo dono. Hai promesso, ora devi mantenere. La parola data e’ sacra.”
E cosi’ il sacrificio dei serpenti fu sospeso.

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