La vendetta
Nei giorni seguenti Utanka si preparo’ per partire. Quando fu pronto offri’ rispettosi omaggi al Guru e a tutti gli abitanti dell’asrama e poi se ne ando’.
Il giovane ma potente Rishi si diresse verso Hastinapura. Nel suo cuore c’era un gran desiderio di vendetta contro Takshaka che solo per poco non gli aveva fatto perdere il favore del suo maestro, rovinandogli cosi’ la vita.
L’eccellente Brahmana giunse in pochi giorni nella capitale dei Kuru. Voleva parlare con il re Janamejaya ma costui era assente perche’ impegnato in una campagna militare a Takshashila. Decise di attendere il suo ritorno.
Dopo pochi giorni Janamejaya torno’.
Quando lo vide attorniato dai ministri pronuncio’ le benedizioni nella forma appropriata. Quando giunse il momento di poter parlare, Utanka gli rivolse la parola.
“O migliore dei monarchi, come mai spendi il tuo tempo come una bambino quando c’e’ una questione della massima importanza che attende la tua attenzione?”
Ascoltate quelle parole, Janamejaya rispose:
“Oh Brahmana ti prego di accettare i miei piu’ sinceri rispetti. Io osservo strettamente i doveri propri della classe regale e provvedo a che tutti i miei sudditi siano felici. Non riesco a pensare a nessuna questione che sia piu’ importante di questa. Di che si tratta e cosa ti ha portato qui?”
Quel Brahmana che era gia’ diventato conosciuto per i suoi atti virtuosi ascolto’ le parole del discendente dei Pandava e poi rispose:
“Il tuo dovere e’ fare cio’ che e’ necessario, percio’ fallo. O re dei re, tuo padre fu privato della vita da Takshaka. Di conseguenza devi vendicare la sua morte. Uccidi quel vile serpente. Il tempo e’ maturo per una vendetta che e’ stata ordinata dal Destino. Vendica la morte del tuo padre magnanime che il morso di quel serpente ha ridotto nei cinque elementi costituenti la materia, come se fosse stato colpito da un fulmine. Quel malvagio Takshaka, il peggiore della razza dei serpenti, era intossicato dal potere e percio’ ha commesso un atto innecessario.
“Tuo padre era come un essere celeste, era il reggente del suo regno e lo proteggeva contro ogni pericolo. Nonostante cio’ lo ha morso, uccidendolo. Takshaka e’ cosi’ malvagio che ha congedato il migliore dei medici, il saggio Kashyapa, che stava arrivando ad Hastinapura per curare tuo padre. Senza aver ricevuto nessun torto, Takshaka voleva la morte di Pariksit. Tu dovresti bruciare quel malvagio nel fuoco del sacrificio dei serpenti.
“Caro re, dai subito l’ordine di cominciare i preparativi per questo sacrificio e vendica il tuo genitore. In questo modo farai un grande favore anche a me, perche’ quel maligno ha ostacolato una cosa importante che stavo facendo per il mio precettore.”
Mentre ascoltava quelle parole Janamejaya senti’ la rabbia contro Takshaka salirgli dal cuore. Ogni parola che Utanka diceva era come quando un purohita poneva ghi nel fuoco, che altro non causa che una fiammata piu’ alta.
In quell’occasione Janamejaya chiese ai suoi ministri i particolari della partenza di suo padre per le regioni delle anime benedette. Fu Utanka stesso a riferirgli nei dettagli tutto cio’ che era successo.
Ascoltando quel racconto Janamejaya fu sopraffatto dal dolore.
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