Il Sacrificio dei Serpenti – La nascita di Astika

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La nascita di Astika
Un giorno, non molto tempo dopo del concepimento e prima che la signora dei Naga Jaratkaru sapesse di essere gia’ incinta, il famoso Jaratkaru pose il capo sul suo grembo e parve come fosse molto affaticato. Mentre stava dormendo un raggio del sole che stava tramontando dietro le montagne che si ergevano ad occidente entro’ dalla finestra e illumino’ flebilmente la stanza. Il giorno se ne stava andando. La signora Jaratkaru divenne pensierosa e si preoccupo’ della perdita’ di virtu’ di suo marito.
Penso’:
“Cosa devo fare? Dovrei svegliarlo o no? Lui e’ molto preciso e puntiglioso nei suoi doveri religiosi. Se non lo sveglio potrebbe dirmi, perche’ non mi hai svegliato? E se lo sveglio potrebbe ugualmente offendersi. Cosa fare? Le alternative sono la sua rabbia o la perdita’ delle virtu’ di un uomo virtuoso. Sono certa che quest’ultima e’ il peggiore dei mali. Ma di nuovo, se lo sveglio potrebbe arrabbiarsi e mio figlio non e’ ancora nato. Ma se il sole tramonta senza che egli dica le sue preghiere subira’ una perdita’ di virtu’.”
Alla fine prese la decisione. La giovane, che aveva una voce molto dolce e gentile, sussurro’ alcune parole al Rishi risplendente di potenza ascetica che giaceva prostrato sul suo grembo.
“Marito mio, svegliati, il sole sta tramontando. Recita le tue preghiere serali dopo esserti purificato con l’acqua e aver pronunciato il nome di Vishnu. L’ora del sacrificio serale e’ arrivata. Il crepuscolo sta coprendo la parte occidentale del cielo proprio in questo momento.”
L’illustre Jaratkaru si sveglio’ e con il labbro superiore che tremava disse:
“O donna amabile della razza dei Naga, tu mi hai offeso. Io non vivro’ piu’ con te. Tornero’ da dove provengo. In cuor mio credo che il sole non ha il potere di tramontare se io sto dormendo e non recito le mie preghiere serali. Una persona insultata non dovrebbe mai vivere dove l’offesa e’ stata perpetrata, men che meno le persone virtuose come me.”
Jaratkaru, la sorella di Vasuki, sentendo queste parole pronunciate con rabbia da suo marito, tremo’ di paura e disse:
“Oh Brahmana, non ti ho svegliato perche’ volevo offenderti ma l’ho fatto per non farti perdere meriti ascetici.”
The Rishi era ancora adirato e oramai aveva preso la determinazione di lasciare la sposa.
Aggiunse:
“Mia bella moglie, io non ho mai pronunciato una falsita’. Quando dico una cosa quella sara’. Questo era parte del nostro accordo. Amabile sposa, sono stato felice con te. Quando saro’ andato via di’ a tuo fratello che ti ho lasciata. E non ti preoccupare per me perche’ staro’ bene.”
La ragazza Jaratikaru era tra le piu’ belle donne del suo tempo ed era anche priva di difetti caratteriali. Si senti’ piena di ansia, di dispiacere e cerco’ di parlare. Ma le sue parole erano ostacolate dal pianto e dalle lacrime. Il bel viso era pallido di paura. Con i palmi delle mai giunti e gli occhi ancora bagnati dalle lacrime disse:
“Per favore, non abbandonarmi. Non ho fatto nulla di male. Tu cammini sempre sul sentiero della virtu’. Anche io sono stata sempre nella stessa strada e nel mio cuore c’e’ sempre stato il desiderio di far del bene alla mia specie. Migliore dei Brahmana, lo scopo per cui sono stata data a te in matrimonio non e’ stato ancora raggiunto. Non ho ancora un figlio. Come sono sfortunata! Che dira’ Vasuki di me? La progenia che la mia famiglia desiderava non e’ ancora arrivata e non sono neanche incinta. La mia intera specie e’ in pericolo a causa di una terribile maledizione. La mia stessa vita dipende dalla generazione di un figlio da te. Per far si’ che la nostra unione non sia priva di frutto ti prego di non abbandonarmi. Perche’ dovresti farlo se non ho commesso nessun torto? Io questo non riesco a capirlo.”
Sentendo queste parole e vedendola cosi’ afflitta, il Muni dette una risposta adatta alla circostanza.
“O donna fortunata, tu sei incinta. L’essere che hai concepito e’ un Rishi altamente virtuoso, simile ad Agni in energia, ed e’ un maestro dei Veda e delle loro sezioni.”
Avendo detto questo il potente Rishi Jaratkaru ando’ via, col cuore fisso nel desiderio di praticare le piu’ severe delle penitenze.
Poco dopo che il suo marito fu partito, la signora Jaratkaru ando’ da suo fratello e gli disse:
“Mio marito mi ha lasciata.”
Sentendo quella notizia catastrofica Vasuki si preoccupo’ tantissimo. Dapprima tento’ di appacificare sua sorella che era piangente, poi le disse:
“Amabile sorella, tu sapevi perche’ eri stata concessa al saggio. Se un figlio fosse nato dalla vostra unione lui ci avrebbe salvati dal terribile sacrificio che il re Janamejaya iniziera’ presto a celebrare. Brahmaji stesso lo disse ai Deva tanto tempo fa. Hai concepito grazie all’unione col Rishi? Il mio desiderio piu’ caro e’ che il vostro matrimonio non sia privo di frutto. So che non e’ appropriato per me chiedertelo, ma per la gravita’ della situazione posso farlo. Conoscendo l’ostinazione e la determinazione di tuo marito io non lo seguiro’ cercando di convincerlo a tornare a casa perche’ lui potrebbe maledirmi. Dimmi nei dettagli tutto quello che il tuo signore ha fatto ed estrai questo terribile dardo che da tanto tempo e’ piantato nel mio cuore.”
Jaratkaru tranquillizzo’ Vasuki rispondendo cosi’:
“Io ho chiesto a quel potente asceta se ero incinta e lui mi ha risposto di si’. Ha detto che portavo in grembo nostro figlio, il quale sara’ anche lui un grande Rishi. Dopo aver detto questo e’ andato via. Io non ricordo di averlo sentito dire una cosa che non fosse vera neanche mentre scherzava. Perche’ dovrebbe aver detto una fasita’ proprio su una cosa tanto seria?
“Il Rishi mi ha detto:
“Non aver timori ne’ preoccupazioni. O dama della razza dei serpenti, tu vuoi sapere se la nostra unione ha dato un frutto. Ti dico che un figlio splendente come il sole nascera’ dal tuo ventre.
“Fratello mio, dopo aver detto questo mio marito e’ andato via. Pertanto fa che la preoccupazione nel tuo cuore scompaia.”
Queste parole allietarono Vasuki. Siccome sapeva quanto veritiera ella fosse le accetto’ ciecamente. Da quel giorno lui e tutti i serpenti fecero a gara per offrirle tutti i riguardi, doni, ricchezze e complimenti.
Nel corso dei mesi quell’embrione si sviluppo’ e pareva che splendesse come la luna.
Quando il giorno giunse la dama Jaratkaru dette nascita a un figlio che pareva un essere celestiale. Egli era colui che avrebbe dato sollievo alla sua famiglia dalle pene di una distruzione imminente.
Il bimbo crebbe nella casa di Vasuki. Studio’ i Veda e le loro sezioni sotto il saggio Cyavana, il figlio di Bhrigu.
Fin dalla sua gioventu’ egli esegui’ con piacere e in modo naturale rigide discipline. Aveva un’intelligenza acuta ed era dotato delle migliori qualita’ brahminiche come la virtu’, la conoscenza, la liberta’ dalle indulgenze materiali e la santita’. Il nome con cui il mondo lo avrebbe conosciuto fu Astika. La ragione per cui gli fu dato questo nome era che quando suo padre decise di tornare nella foresta mentre egli era ancora nel ventre della madre aveva detto “asti”, che vuol dire “c’e’”.
Sebbene fosse solo un ragazzo, Astika era sempre di umore grave ed era brillante nel ragionamento. Vasuki lo fece crescere con tutte le cure nel palazzo reale. Egli era simile a Mahadeva, il Signore dei celestiali, e aveva un colore fisico dorato.
Giorno per giorno Astika crebbe visibilmente. Vedendolo crescere cosi’ tutti i serpenti si sentirono sempre piu’ sereni e felici. Erano convinti che quel giovane avrebbe potuto fermare il sacrificio dei serpenti.

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