Il Sacrificio dei Serpenti – La guerra tra i Deva e i demoni

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La guerra tra i Deva e i demoni
Appena Rahu fu decapitato Narayana capi’ che oramai era stato scoperto. Cosi’ abbandono’ la sua attraente forma femminile e prese a combattere a fianco dei Deva. Le sue armi guizzavano nell’aria come fulmini, rapidi e micidiali, prendendo la vita di migliaia di Asura. Vedendo quell’efficacia distruttiva, i Danava tremarono di terrore ma non rinunciarono alla guerra. Cosi’ si scagliarono con rinnovato vigore contro i Deva.
Cosi’ comincio’ sulle rive dell’oceano di sale la terribile battaglia tra gli Dei e gli Asura, quella che segui’ la produzione dell’ambrosia immortale .
Giavellotti, frecce, spade e migliaia di armi varie cominciarono a volare in cielo dirigendosi verso i rispettivi avversari. Straziati dal disco di Vishnu e feriti dalle spade, dalle frecce e dalle mazze, furono in gran numero quegli Asura che vomitarono sangue e giacquero prostati sul terreno. Si videro teste decapitate separate dal resto del corpo, colpite da spade a doppia punta. Quelle teste, ancora adornate da oro e brillanti, cadevano costantemente sul campo di battaglia. I corpi di quegli Asura, copiosamente bagnati dal sangue, giacevano ovunque privi di vita. Quella battaglia tra Deva e Asura fu terribile.
Quando il Sole sorse in tutto il suo splendore, migliaia di guerrieri erano ancora impegnati in duelli spettacolari e si colpivano l’un l’altro. Si udivano terribili grida di dolore ovunque. I guerrieri combattevano a distanza l’uno dall’altro e abbattevano i loro opponenti con armi di ferro appuntito. Qualcuno combatteva corpo a corpo e per abbattere l’avversario usava solo i pugni.
L’atmosfera era frenetica e carica di violenza. Ovunque si udiva ordini allarmanti come “colpisci”, “trafiggi”, “taglia”, “attento li’”, “torna indietero, “vai avanti”.
Mentre la battaglia divampava e diventava sempre piu’ feroce, Nara e Narayana entrarono nel campo di battaglia. Vedendo l’arco celestiale nella mano di Nara, Narayana chiamo’ nella Sua mente la Sua propria arma, il disco creato per la distruzione di tutti i demoni. Sudarshana era simile ad Agni per l’effulgenza ed era temuto da ogni guerriero che si opponeva al Signore. Nell’istante stesso che Vishnu lo penso’, il disco divino apparve in cielo ed immediatamente si uni’ al dito del Signore. Le braccia di Narayana ricordavano la proboscide di un elefante ed avevano un’energia sovrumana. Scaglio’ con grande forza quell’arma che brillava come il sole. Quel disco si abbatte’ sui Daitya e sui Danava, togliendo in un solo istante la vita a migliaia di loro. Poi si diresse verso il cielo, con fiamme altissime che lo avvolgevano che sembrava volessero distruggere l’universo intero, e ricadde di nuovo su di loro. Sembrava un folletto assetato del sangue di tutti i demoni esistenti.
Ma i demoni non stavano a guardare senza fare nulla. Bianchi come le nuvole da cui la pioggia e’ gia’ caduta, essi erano coraggiosi e pieni di valore. Come in un incubo i Deva videro materializzarsi enormi nuvole in cielo. In pochi secondi realizzarono che erano montagne scagliate contro di loro dai nemici. Cadendo dal cielo collidevano le une con le altre e producevano fiammate e suoni roboanti. Tormentati dalle armi dei demoni, i Deva Gana gridarono mentre cercavano di proteggersi e di difendersi.
Il divino Nara vide che gli esseri celesti erano in gravi difficolta’ e apparve sulla scena dello spaventoso conflitto. Usando delle frecce con le punte d’oro scagliate con forza dal suo arco divino ridusse in polvere quelle rocce. La polvere era cosi’ tanta che copri’ tutti i pianeti celestiali.
Vedendo che ogni sforzo era inutile contro Nara e Narayana e terrorizzati dal disco Sudarshana che continuava furiosamente a impazzare nei cieli e nella terra, i potenti Danava cercarono rifugio nelle viscere della terra. Altri si nascosero nelle profondita’ dell’oceano.
Era la vittoria.
I Deva gridarono di gioia per essere riusciti a sconfiggere i loro nemici di sempre.
“Oggi, per il bene dei tre mondi,” dissero, “abbiamo ottenuto una grande vittoria. Rendiamo grazie a Nara e Narayana e a tutti coloro che hanno partecipato a questa battaglia. Oramai l’opera di estrazione di ricchezze dall’oceano e’ terminata. Possiamo rimettere Mandara dove si trovava.”
Indra cosi’ ripose Mandare sulla sua base naturale.
Dopodiche’ gli Dei, con il nettare dell’immortalita’ nelle loro mani, ricoprirono i cieli con grida di vittoria e fecero grandi feste.
Indra e le altre divinita’ affidarono a Narayana la giara che conteneva l’amrita in modo che potesse custodirlo e non cadesse nella mani sbagliate.

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