I karmi,
Un termine per indicare una persona materialista
al contrario, sostengono che lo sforzo impiegato per ricercare verità trascendenti sarebbe meglio impiegato nella ricerca delle migliorie mondane personali, dello stare meglio, insomma. Cercare maniere sempre più perfezionate di vivere la vita presente senza preoccuparsi dell’aldilà. Ma Baladeva non si trova affatto d’accordo con queste tesi e risponde che tutte le attività interessate (kamya-karma), cioè quelle che si attuano per un vantaggio finale personale, sono solo una perdita di tempo.
srama eva hi kevalam, dice lo Srimad-Bhagavatam, 1.2.8.
Sulla scia della critica al kamya-karma, Srila Prabhupada attacca energicamente coloro che sottovalutano l’importanza di accostarsi allo studio della filosofia. Certuni dicono che la vita è fine a sé stessa, che esiste solo ciò che vediamo e di cui possiamo godere, e che un fine che trascenda questa esistenza è creazione di filosofi idealisti che hanno perso il senso della realtà. Ribattendo a questa teoria, che affronteremo meglio in seguito, Prabhupada sostiene che la vita umana è fatta per conoscere la verità e non per perire succubi dell’ignoranza.
Questa è una sezione del libro “La Filosofia del Bhakti Yoga”, in lingua italiana.
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