La missione di Utanka
Dopo un certo tempo, Janamejaya e Paushya, entrambi dell’ordine degli Kshatriya , arrivarono alla residenza del Brahmana Veda e gli chiesero di diventare la loro guida spirituale. Egli accetto’ e insegno’ loro i canoni della saggezza vedica.
Un giorno Veda doveva partire per officiare a un sacrificio e chiamo’ uno dei suoi discepoli di nome Utanka.
“Utanka,” disse, “qualsiasi cosa ci sia da fare in casa falla senza indugio. Io devo partire e tu devi sbrigare tutte le cose di casa.”
Utanka annui’ lietamente.
Cosi’ Veda parti’ in tranquillita’ perche’ c’era il discepolo a prendersi cura di tutto il necessario.
Un giorno le donne della casa lo chiamarono e gli dissero:
“La tua signora e’ nella stagione in cui l’unione sessuale puo’ dare frutti. Il precettore e’ assente. Prendi quindi il suo posto e rendila madre.”
“Non e’ appropriato per me fare cio’,” rispose Utanka. “Il mio maestro non mi detto di fare queste cose.”
Dopo un po’ di tempo Veda torno’ dal suo viaggio e venne a sapere di questo episodio. Penso’ che Utanka aveva agito correttamente e ne fu compiaciuto. Cosi’ disse:
“Utanka, figlio mio, come posso ricompensarti? Tu mi hai servito nel migliore dei modi e per questo la nostra amicizia e’ migliorata. Puoi andare. Il tuo periodo di studi e’ terminato. E che tutti i tuoi desideri siano soddisfatti.”
Utanka rispose:
“Prima di andare via vorrei fare un’ultima cosa che possa farti piacere. Al termine del periodo di studi l’alunno deve sempre dare qualcosa al Guru, un onorario di riconoscenza. Cosa posso fare te?”
Il saggio Veda disse:
“Aspetta un momento.”
Passarono dei giorni e Utanka ripete’ ancora:
“Ordinami di darti qualcosa che possa farti contento.”
Veda allora rispose:
“Mio caro Utanka, visto che tu mi hai ripetuto che vuoi fare qualcosa per compiacermi in cambio della conoscenza ricevuta, vai da mia moglie e chiedile cosa desidera. Qualsiasi cosa lei chieda fallo.”
Utanka si reco’ dalla moglie del precettore e dopo averla salutata rispettosamente le chiese:
“Signora, il mio maestro mi ha dato il permesso di tornare a casa pero’ prima vorrei darvi qualcosa che desiderate ardentemente come offerta di ringraziamento e di gratitudine, in modo che non parta da debitore. Per favore, dimmi cosa posso fare.”
La signora replico’:
“Va dal re Paushya e chiedile un paio di orecchini che la regina indossa spesso. Fra quattro giorni ci sara’ un giorno sacro e voglio apparire davanti ai Brahmana che vengono a pranzare nella nostra casa indossando quegli orecchini. Se riesci a fare cio’, caro Uttanka, avrai ogni buona fortuna. Se invece non ci riuscirai non potrai aspettarti nulla di buono dalla tua vita.”
Ricevuto quest’ordine, Utanka parti’.
Mentre stava percorrendo la strada vide un toro gigantesco e un uomo di statura eccezionale che era seduto sul toro. Quell’uomo si rivolse a Utanka dicendogli:
“Mangia lo sterco di questo toro.”
Utanka non voleva farlo. Allora l’uomo aggiunse:
“Mangialo senza pensarci sopra due volte. Il tuo maestro lo ha fatto prima di te.”
Sentendo quelle parole Utanka mangio’ lo sterco e bevve l’urina del toro. Dopodiche’ si rialzo’ rispettosamente, offri’ omaggi e riprese il cammino.
Giunto al palazzo reale del re Paushya, Utanka vi entro’ e vide il monarca seduto sul trono.
Dopo avergli offerto le benedizioni disse:
“Sono venuto a chiederti una cosa.”
Paushya rispose:
“Cosa posso fare per te?”
“Sono venuto a chiederti un paio di orecchini che la regina, tua moglie, indossa spesso. Vorrei regalarli alla signora del mio maestro.”
“O saggio, vai negli appartamenti delle donne e chiediglieli tu stesso,” rispose Paushya.
Utanka si reco’ dove era stato diretto ma non trovo’ nessuno. Percio’ torno’ indietro.
“Non e’ bello che tu mi tratti in questo modo. Sono andato nelle stanze della regina ma lei era assente.”
Il re riflette’ per un po’ e poi rispose:
“Pensaci un po’, caro signore, se per caso non sei in uno stato di impurita’. Forse hai toccato qualcosa che non era perfettamente pulito. La mia regina e’ una donna molto casta e non puo’ essere neanche vista da uno che non e’ completamente puro.”
Utanka ci riflette un po’ sopra e poi disse:
“Si’, deve essere proprio cosi’. Per la fretta ho eseguito le mie abluzioni dopo pranzo rimanendo in piedi e non mi sono seduto. Quelle devozioni non vanno mai fatte in piedi.”
“Questa e’ una trasgressione. La purificazione non avviene se si rimane in piedi.”
Il saggio assenti’, si sedette con il viso che guardava l’oriente e lavo’ il viso, le mani e i piedi in modo completo. Poi, senza generare il minimo rumore, sorgeggio’ tre volte dell’acqua senza schiuma, non calda e appena sufficiente per arrivare allo stomaco. Poi asciugo’ il viso due volte. Subito dopo tocco’ con dell’acqua le aperture del suo corpo .
Terminato il processo di purificazione ando’ di nuovo negli apprtamenti delle signore. Questa volta vide la regina, che lo saluto’ rispettosamente.
“Benvenuto, saggio Brahmana. Cosa posso fare per te?”
Utanka rispose:
“Vorrei gli orecchini che porti in questo momento. Te li chiedo come dono per la moglie del mio precettore.”
Vedendo che era un Brahmana dalla condotta sobria e gentile, la regina penso’ che Utanka era degno della sua elemosina. Percio’ si tolse gli orecchini e glieli diede.
Ma gli dette un avvertimento:
“Devi pero’ stare molto attento perche’ li vuole anche Takshaka, il re dei serpenti. E’ tanto tempo che cerca di rubarli. Durante il tragitto di ritorno alla casa del Guru fai molta attenzione.”
“Signora, non preoccuparti,” rispose Utanka. “Takshaka non e’ capace di sopraffarmi.”
Presi con se gli orecchini, torno’ da Paushya e gli disse:
“Sono contento. Ho avuto quello che cercavo.”
“Tu sei un ospite qualificato e gradito,” gli disse il re. “Io desidero celebrare una cerimonia sraddha. Attendi un poco prima di partire.”
“Va bene. Partecipero’ alla cerimonia,” rispose il saggio Utanka.
Quando arrivo’ il cibo, vide che era freddo e che aveva dei peli dentro. Quindi lo ritenne impuro. Disse:
“Tu mi hai dato del cibo che e’ impuro. Per questa ragione tu perderai la vista.”
Paushya replico’:
“Siccome tu hai creduto che il cibo che ti e’ stato offerto era impuro quando invece e’ puro, non avrai mai figli.”
Utanka ribatte’:
“Non avresti dovuto maledirmi perche’ sei nel torto. Prima mi offri cibo non pulito e poi mi maledici. Guarda tu stesso.”
Paushya guardo’ egli stesso e vide che era cosi’ come il saggio diceva. Il cibo era freddo e aveva dei peli dentro, essendo stato preparato da una donna che non si era coperto il capo mentre cucinava. Capendo di essere nel torto Paushya cerco’ di appacificare il Rishi dicendo:
“Signore, il cibo che ti e’ stato offerto e’ freddo e contiene capelli. Effettivamente e’ stato preparato senza la cura opportuna. Ti prego di perdonarmi. Non farmi diventare cieco.”
“Cio’ che ho detto deve accadere,” ribatte’ Utanka. “Diventerai cieco pero’ riacquisterai la vista dopo non molto tempo.
“Ma ora e’ il tuo turno. Revoca la tua maledizione e fa si’ che io possa avere prole.”
Paushya rispose:
“Non sono in grado di revocare la mia maledizione. In questo stesso momento io mi sento ancora arrabbiato con te. Il cuore di un Brahmana e’ tenero come il burro anche se le sue parole possono sembrare affilate come il rasoio. E’ il contrario per lo Kshatriya che sembra gentile ma il suo cuore e’ duro come la pietra. Per questa ragione non sono in grado di ritirare la maledizione che ti ho lanciato contro. Ora puoi andare ovunque tu voglia.”
A queste parole Utanka rispose:
“Ti ho provato che il cibo che mi hai offerto e’ impuro e le tue parole mi avevano appacificato. Nella tua maledizione tu implicavi che io ti avevo maledetto senza ragione, mentre cio’ che ti avevo detto era vero. Percio’ sono sicuro che la tua maledizione non avra’effetto.”
Utanka parti’ con gli orecchini.
Utanka nella regione dei serpenti
Durante il cammino il Rishi vide che era seguito da un mendicante che talvolta appariva e talvolta spariva. Cio’ lo pose dubbioso e sospettoso.
Mentre costeggiava un fiume, giunse il momento di fare le sue abluzioni. Utanka pose gli orecchini in terra e si avvicino’ all’acqua. Mentre era cosi’ impegnato, il mendicante corse verso di lui, afferro’ gli orecchini e fuggi’ a tutta velocita’.
Utanka lo aveva visto, si era accorto di quanto stesse accadendo tuttavia termino’ tranquillamente le preghiere per gli Dei e i maestri spirituali e poi prese a inseguire il ladro con sovrumana velocita’. Sebbene il mendicante correva molto velocemente, Utanka riusci’ a raggiungerlo e ad afferrarlo. Mentre lo aveva cosi’ sopraffatto grazie alla sua forza superiore, il mendicante si trasformo’ in un serpente. Era Takshaka in persona, il re dei serpenti. In un baleno entro’ in un buco del terreno e scomparve. In questo modo torno’ nella dimora sotterranea dei Naga.
In quel momento Utanka ricordo’ le parole della Regina che lo aveva avvisato: Takshaka voleva quegli orecchini e doveva essere vigile.
Utilizzando un bastone Utanka comincio’ a scavare nel terreno per creare un passaggio ma non progrediva rapidamente e aveva poco tempo per tornare a casa. Vedendo il Rishi in difficolta’ Indra mando’ la sua arma preferita, il vajra , per aiutarlo. La sua immane energia entro’ nel bastone del Rishi e comincio’ ad allargare il foro con grande velocita’. Quando fu abbastanza largo vi entro’ e si diresse verso le profondita’ della Terra.
Li’ vide le sconfinate regioni dei serpenti, con centinaia di palazzi e mansioni abbellite da torrette, cupole, cancelli, e che avevano numerosi luoghi per la ricreazione. Fu sorpreso nel vedere tanta opulenza.
Utanka comincio’ a glorificare i Naga con preghiere scelte e infine chiese che gli fossero ritornati gli orecchini. Ma nessuno rispose. Evidentemente Takshaka si stava rifiutando di restituirglieli. Percio’ si sedette per riflettere su quale fosse la cosa giusta da farsi.
Mentre stava riflettendo vide non lontano da lui due donne al telaio che stavano cucendo della stoffa con una spola che era stata creata in modo molto artistico. Esse stavano usando fili neri e bianchi. Vide anche una ruota con dodici raggi sospinta da sei giovani. Vide anche un uomo con un cavallo stupendo.
Utanka si rivolse a loro con le seguenti parole:
“Questa ruota, la cui circonferenza e’ marcata da ventiquattro divisioni che rappresentano altrettanti cambiamenti lunari, e’ abbellita da trecento raggi. E’ posta in movimento continuo da sei ragazzi, che sono le sei stagioni. Queste signore rappresentano la natura universale che sta tessendo senza sosta un panno i cui fili sono bianchi e neri, rappresentando cosi’ la creazione dei mondi variegati e degli esseri che li abitano. Tu che hai questo cavallo sei colui che porta in mano il fulmine, il protettore dell’universo, l’uccisore di Vritra e Namuchi . Tu indossi un panno nero ed esponi con chiarezza cio’ che c’e’ di vero e di falso nell’universo. Per viaggiare usi il cavallo che hai ricevuto dalle profondita’ dell’oceano, che altro non e’ che un’altra forma di Agni, il Deva del fuoco. Mi inchino a te, Purandara, signore supremo, padrone dei tre mondi.”
A queste parole l’uomo che montava su un cavallo rispose a Utanka:
“Sono soddisfatto da queste tue preghiere. Cosa posso fare per te?”
“Io voglio che questi serpenti siano condotti sotto il mio controllo.”
Indra rispose:
“Soffia dentro questo cavallo.”
Utanka soffio’ dentro il cavallo e da ogni apertura del suo corpo scaturirono enormi vampate di fuoco con del fumo altissimo, dando la sensazione che l’intera regione dei Naga sarebbe stata consumata in pochi istanti. Sorpreso da tanto potere e terrorizzato dalla potenza del fuoco, Takshaka venne fuori di corsa della sua casa e disse:
“Signore, ti prego, riprendi i tuoi orecchini.”
Utanka li prese con se’. Mentre li prendeva nelle mani il Rishi penso’:
“Questo e’ il giorno sacro della moglie del mio Guru e la casa e’ molto distante. Come posso arrivare in tempo per darle gli orecchini?”
Vedendolo mortificato e ansioso, l’uomo gli disse:
“Utanka, monta su questo cavallo e lui ti condurra’ alla casa del tuo maestro in un baleno.
Dopo aver ringraziato e sentendo un profondo sentimento di gratitudine per Indra, Utanka monto’ sul cavallo e in pochi istanti giunse alla casa del precettore.
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