Il re Pariksit
Durante quel tempo viveva un re di nome Pariksit, nato nella razza dei Kauravas. Come il suo bisnonno Pandu, egli era molto forte, un arcere implacabile e gli piaceva la caccia. Il monarca vagava nella foresta inseguendo cervi, orsi, lupi, bufali e altri tipi di animali selvatici.
Un giorno, mentre era nella foresta, vide un cervo e gli scaglio’ contro una freccia. Seppur gravemente ferito, l’animale riusci’ a fuggire. Pariksit lo insegui’ ed entro’ nel profondo della foresta cercando l’animale ferito. Pareva un secondo Rudra che una volta dette la caccia alla personificazione del sacrificio che aveva preso la forma di un cervo. Qualcosa di strano c’era nella situazione Pariksit in cui si trovava, perche’ era la prima volta che un animale era riuscito a fuggire dopo essere stati colpito da una sua arma.
Il cervo fuggi’ con grande rapidita’, veloce come l’approssimarsi del raggiungimento del re ai pianeti celesti. Pariksit lo insegui’ ma non riusciva piu’ a vederlo. L’inseguimento condusse il monarca nelle profondita’ della foresta.
Dopo molto tempo che cercava la sua preda, Pariksit si senti’ affaticato e assetato, e decise di cercare dell’acqua e un posto dove riposarsi per ritrovare le energie. Mentre vagava vide un Muni che viveva nella foresta, seduto nel recinto della sua mucca mentre era immerso in meditazione. Pariksit si avvicino’ a lui e sollevando l’arco chiese al Muni:
“Io sono il re Pariksit, il figlio di Abhimanyu. Sto inseguendo un cervo che ho ferito durante la caccia. Lo hai visto passare?”
Ma il Muni, di nome Samika, stava osservando il voto del silenzio per cui non gli rispose affatto. Il re non aveva capito che egli era un Rishi avanzato nella vita spirituale e nella pratica dello yoga mistico ma pensava che era un povero che viveva nella foresta. Gli disse di nuovo:
“Ti ho fatto una domanda. Perche’ non rispondi?”
Di nuovo non ottenne alcuna risposta. A quel punto la sua rabbia divampo’, vide in terra il cadavere di un serpente morto, lo colse con la punta dell’arco e glielo mise al collo. Il Muni lo lascio’ fare senza protestare. Non disse nulla, nessuna reazione.
In un momento la rabbia scomparve, Pariksit vide cio’ che aveva fatto e se ne dispiacque. Tuttavia lascio’ la carcassa del serpente attorno al collo del saggio e ando’ via.
Samika rimase ancora in silenzio. Dentro di se’ pensava che che Pariksit era un grande re, virtuoso e aderente ai doveri del suo ordine. Percio’, sebbene fosse stato insultato, non lo maledisse e lo perdono’.
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