Maha-bharata 100.000 in Italiano – Adi Parva, Anukramanika Parva – Il lamento di Dhritarastra

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Indice GeneraleAdi Parva – 

  1. Anukramanika

 

Il lamento di Dhritarastra

Dhritarastra, udendo la notizia del successo dei Pandava[1], si ricordò dei voti che Duryodhana, Karna e Sakuni avevano preso. Pensò per un po’ e poi si rivolse a Sanjaya così:

Dhritarastra:

“Ascoltami, o Sanjaya, ascolta tutto ciò che sto per dire ora. Scoprirai allora che non è appropriato trattarmi con disprezzo.

Tu sei istruito negli Shastra, sei intelligente e possiedi saggezza. Le mie inclinazioni non sono mai state per la guerra, né ho mai provato piacere nella distruzione della mia razza. (p.11)

Non vedevo nessuna differenza tra i miei figli e i figli di Pandu. I miei figli erano ribelli e mi odiavano, perché ero vecchio e cieco. Sopportavo tutto per la mia misera condizione di cecita’ e per affetto paterno. Ero sciocco e sconsiderato e Duryodhana crebbe nella follia[2].

Mio figlio era uno spettatore della grande ricchezza dei potenti figli di Pandu ed è stato deriso per la sua goffaggine nell’entrare nella sala.

Non volendo sopportare tutto questo e nello stesso tempo non essendo in grado di battere i Pandava sul campo di battaglia, progettò un gioco ai dadi truccato con l’aiuto del re di Gandhara[3]. Preferi’ questa via piuttosto che cercare la fortuna con la propria potenza militare

Ascolta, o Sanjaya, tutto ciò che accadde dopo e tutto ciò che venne a mia conoscenza. Quando ascolterai ciò che dico, ricordando tutto, allora saprai che sono un uomo dagli occhi profetici.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando udii che Arjuna, dopo aver teso l’arco, aveva perforato il marchio e lo aveva portato a terra e aveva portato via la principessa Krishna in presenza dei capi dei potentati riuniti.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Subhadra della razza Madhu[4] era stata portata via con la forza da Arjuna e che poi aveva sposato nella città di Dvaraka, matrimonio benedetto dai due eroi della razza Vrishni. Invece di essere arrabbiati, i due andarono a Indraprastha come amici[5].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Arjuna aveva accontentato Agni donandogli la foresta di Khandava, prevenendo allo stesso tempo con le sue frecce celesti il ​​diluvio causato da Indra, il re dei celestiali[6].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che i cinque Pandava con la loro madre Kunti erano fuggiti dalla casa di lacca e che Vidura li aveva aiutati nella loro fuga.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Arjuna aveva ottenuto le mani di Draupadi, colpendo il marchio, e che i coraggiosi Pancala erano diventati alleati dei Pandava[7]. (p. 12)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando venni a sapere che il principale re della dinastia Magadha, la stella splendente di tutti gli Ksatriya, Jarasandha, era stato ucciso da Bhima da solo e con le sue mani.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che i figli di Pandu avevano conquistato tutti i capi e potentati in una campagna generale e avevano celebrato la vittoria con l’esecuzione del grande sacrificio di Rajasuya.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Draupadi, piangente e addolorata, nella stagione della sua impurità, era stata trascinata in tribunale con un solo panno addosso e trattata come una donna indegna, sebbene avesse i suoi protettori[8].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che il malvagio disgraziato Duhssasana, quando aveva tentato di spogliare Draupadi del suo unico vestito, era stato in grado di tirare fuori solo un mucchio di vestiti senza trovare la fine.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Yudhisthira era stato sconfitto da Saubala[9] ai dadi e come risultato era stato privato del suo regno, ma era comunque assistito dai suoi potenti fratelli.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che i quattro fratelli Pandava, piangendo di dolore, avevano seguito il loro fratello maggiore e avevano cercato ogni mezzo per mitigare il suo disagio[10].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Yudhisthira era stato seguito nel deserto dagli Snataka e dai santi Brahmana.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Arjuna, dopo aver compiaciuto in combattimento il dio degli dei, Tryambaka[11], che era apparso davanti a lui sotto le spoglie di un Kirata[12], aveva ottenuto la grande arma Pasupata.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che il giusto e famoso Arjuna era andato nei pianeti superiori  e aveva ottenuto armi celesti da Indra, il re dei Deva.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Arjuna aveva poi sconfitto i Kalakeya e i Pauloma, che erano orgogliosi del dono che avevano ricevuto da Shiva e grazie al quale neanche i Deva avevano potuto sconfiggerli. (p. 13)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che il castigatore dei nemici, Arjuna, era andato nella terra di Indra per uccidere gli Asura ed era tornato con successo.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Bhima e altri figli di Kunti erano andati nei paesi inaccessibile agli umani e avevano incontrato Vaisravana[13].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che i miei figli furono fatti prigionieri dai Gandharva durante il loro Ghoshayatra, ma che furono salvati da Arjuna.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Dharma era arrivato sotto forma di Yaksa e ho posto alcune domande a Yudhisthira, che ha risposto bene.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che i miei figli non riuscirono a scoprire i Pandava quando vivevano sotto mentite spoglie con Draupadi nel regno di Virata.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che tutti i principali guerrieri della mia parte furono sconfitti da Arjuna su un solo carro mentre si trovava nel regno di Virata.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che il re di Matsya[14] aveva offerto la sua virtuosa figlia Uttara ad Arjuna e Arjuna l’aveva accettata per suo figlio Abhimanyu.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Yudhisthira, che era stato sconfitto ai dadi e privato della sua ricchezza, che era stato esiliato e separato dai suoi parenti e amici, aveva raccolto un esercito di sette Akshauhini[15].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Vasudeva della razza Madhu, che copri’ l’intero universo con un solo passo[16], si era sinceramente impegnato a favorire i Pandava. (p. 14)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Narada aveva dichiarato che Krishna e Arjuna erano Nara e Narayana ed erano stati visti insieme nella regione di Brahma.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che essendo ansioso di portare la pace per il benessere dell’umanità, Krishna era venuto dai Kuru, ma se n’era andato senza avere successo nella sua missione.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Karna e Duryodhana avevano deciso di fare prigioniero Krishna, ma che lui aveva mostrato l’intero universo presente in se stesso[17].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Kunti ando’ da Krishna che era presso la sua carrozza di guerra e, vedendola piangere, la consolo’.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Vasudeva era il loro consigliere e che il figlio di Shantanu, Bhishma, e il figlio di Bharadvaja, Drona, avevano pronunciato benedizioni su di loro.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentii che Karna aveva detto a Bhishma ”finche’ tu combatterai, io non combattero’”. Dicendo cosi’ Karna ando’ via.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Vasudeva, Arjuna e il potente Gandiva[18], questi tre di spaventosa energia, si erano uniti.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Krishna aveva mostrato ad Arjuna tutti i mondi dentro di sé nel momento in cui, pieno di compassione, si era seduto sul suo carro.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che il grande distruttore di nemici, Bhishma, che uccideva diecimila guerrieri ogni giorno, non aveva ucciso nessun eroe Pandava degno di nota.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che il virtuoso figlio di Ganga, il grande Bhishma, aveva egli stesso detto ai nemici come ucciderlo e che i Pandava avevano accettato il consiglio con gioia. (p. 15)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Arjuna, avendo posto Shikhandin davanti a lui sul suo carro, aveva ferito l’infinitamente coraggioso e invincibile Bhishma.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che, dopo aver ridotto i Somaka a pochi, il vecchio eroe Bhishma era stato sopraffatto da innumerevoli ferite e giaceva su un letto di frecce.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che, essendo stato richiesto, Arjuna, perforando la terra, aveva placato la sete di Bhishma nel momento in cui aveva desiderato molta l’acqua[19].

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Vayu, insieme ad Indra e Surya, si erano alleati per il successo dei Pandava e i guerrieri Kuru avevano paura persino delle bestie feroci.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Drona, sebbene avesse mostrato molti modalita’ di combattimento, non aveva ucciso nessuno dei capi Pandava.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che i Samsaptaka, potenti guerrieri sui carri, incaricati di sconfiggere Arjuna, erano stati tutti uccisi da lui.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che il coraggioso figlio di Subhadra era penetrato da solo nel nostro Vyuha[20], impenetrabile per qualsiasi altro, che pure era difeso dallo stesso Drona ben armato.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che i nostri grandi combattenti sui carri da guerra, non essendo in grado di sconfiggere Arjuna, avevano gioito dopo aver circondato e ucciso tutti insieme il giovane Abhimanyu.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che i ciechi Kaurava stavano gridando di gioia per aver ucciso Abhimanyu e che Arjuna aveva pronunciato il suo famoso voto contro Saindhava.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Arjuna aveva fatto voto di uccidere Saindhava e aveva adempiuto il suo voto in presenza dei suoi nemici. (p. 16)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Vasudeva, trovando i cavalli di Arjuna stanchi, li sgancio’ sul campo di battaglia, dette loro da bere e, riagganciandoli, guido’ il carro come prima.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando sentii che Arjuna aveva tenuto impegnati tutti i suoi assalitori mentre i suoi cavalli si abbeveravano.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Yuyudhana[21] della razza Vrishni era arrivato nel luogo dove si trovavano Krishna e Arjuna, dopo aver gettato in disordine l’esercito di Drona, non essendoci nessuno in grado di resistere all’attacco del potente elefante.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Karna, avendo tenuto Bhima in suo potere, gli aveva permesso di fuggire solo con alcuni termini sprezzanti e lo aveva trascinato con la punta del suo arco.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Drona, Kritavarma, Kripa, Karna, Asvatthama e Salya avevano permesso che Saindhava fosse ucciso davanti a loro.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che attraverso le macchinazioni di Krishna, l’arma celeste Shakti, che Indra aveva dato a Karna, era stata scagliata contro Ghatotkaca che aveva un aspetto spaventoso.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che nella lotta tra Karna e Ghatotkaca, la Shakti era stata scagliata contro Ghatotkaca da Karna, un’arma che avrebbe certamente potuto uccidere Arjuna.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Dhristadyumna, violando tutte le regole di guerra, aveva ucciso Drona mentre era in meditazione sul suo carro, intenzionato a lasciare il suo corpo.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Nakula, il figlio di Madri, aveva trascinato ovunque il carro del figlio di Drona, impegnandosi con lui in un duello singolo davanti a tutto l’esercito e dimostrandosi pienamente uguale a lui. (p. 17)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho saputo che il figlio di Drona aveva usato impropriamente dell’arma di nome Narayana, e che non era neanche riuscito a uccidere i Pandava.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Bhima aveva bevuto il sangue di suo cugino Duhssasana e nessuno fu in grado di impedirglielo.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che l’estremamente coraggioso e invincibile in guerra, Karna, era stato ucciso da Arjuna nella battaglia dei fratelli[22], che era misteriosa anche per i celesti.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Yudhisthira aveva sconfitto il figlio di Drona, Duhssasana e il temibile Kritavarma.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Yudhisthira aveva ucciso il re di Madra[23], che sempre sfidava Krishna.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Saubala, l’uomo dal potere magico e la radice del gioco e della faida, era stato ucciso da Sahadeva.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che Duryodhana, consumato dalla fatica, esaurite le forze e senza nemmeno un carro, si era recato in un lago e si era rifugiato nelle sue acque.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che i Pandava, accompagnati da Krishna, erano andati a quel lago e avevano cominciato a rivolgersi a mio figlio con disprezzo, a lui che non ha mai potuto sopportare alcun affronto.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che mentre mostrava vari modi di attacco e difesa in un combattimento di clave, era stato slealmente ucciso grazie ai consigli di Krishna.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che il figlio di Drona e altri[24] avevano commesso un atto orribile e infame uccidendo i Pancala e i figli di Draupadi nel sonno. (p. 18)

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che Asvatthama, inseguito da Bhima, aveva lanciato la più grande delle armi, chiamata Aisika[25], dalla quale il figlio nel grembo di Uttara fu distrutto.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando ho sentito che l’arma Brahmashira, scagliata da Asvatthama, era stata respinta da Arjuna con un’altra arma, sulla quale aveva pronunciato la parola Svasti e che Asvatthama dovette cedere il gioiello che era incastonato sulla sua testa.

Non ebbi alcuna speranza di successo, o Sanjaya, quando seppi che per aver ucciso il figlio nel grembo di Uttara sia Krishna che Dvaipayana lo avevano maledetto[26].

Ahimè! Gandhari è da commiserare! Ha perso tutti i suoi figli, nipoti, genitori, fratelli e parenti. I Pandava hanno svolto un lavoro molto difficile. Hanno conquistato un regno senza rivali.

Ahimè! Ho sentito dire che solo dieci persone sono uscite vive da questa guerra, tre della nostra parte e sette della parte dei Pandava. Diciotto Akshauhinis di Ksatriyas sono stati sterminati in questa terribile battaglia.

C’e’ solo oscurità tutto intorno a me, una debolezza infinita mi assale. O Suta, la coscienza mi sta abbandonando, la mia mente gira incontrollabilmente.

Sauti disse:

Piangendo così sul suo triste destino, Dhritarastra fu sopraffatto da un grande dolore e perse i sensi. Quando riguadagno’ la coscienza esterna, si rivolse a Sanjaya con queste parole.

Dhritarastra disse:

Dopo quello che è successo, o Sanjaya, desidero abbandonare questa vita senza ulteriori indugi. Non vedo nessuna ragione per continuare a vivere.

Sauti disse:

Mentre parlava così e si lamentava emettendo sibili come i serpente e svenendo a ogni momento, il saggio figlio di Gavalgana[27] si rivolse al sofferente re della terra con parole infuse di significato profondo. (p. 19)

Sanjaya disse:

Dai saggi Narada e Vyasa hai sentito, o re, di uomini immensamente potenti, uomini di grandi sforzi, uomini nati da grandi dinastie reali, uomini pieni di grandi qualità, uomini esperti nell’arte di usare armi celesti, uomini che, avendo conquistato il mondo con la giusta guerra e compiendo sacrifici con offerte adeguate, ottenne fama in questo mondo e infine soccombette alla morte.Tali uomini erano Shaivya, il coraggioso guerriero su carro da guerra Srinjaya, il grande tra tutti i conquistatori Suhotra, Rantideva, Kaksivanta, il glorioso Damana, Balhika, Sharyati, Ajita, Nala, Visvamitra, uccisore dei nemici, il fortissimo Ambarisha, Maruta, Manu , Ikshvaku, Gaya, Bharata, Parashurama, Rama il figlio di Dasaratha, Sashabindu, Bhagiratha, Kritavirya, Janamejaya e Yayati di azioni buone, che compivano sacrifici, assistiti dagli stessi celestiali e dai cui altari e pali sacrificali le regioni abitabili e abitabili di questa terra era tutta segnata. Quando Shaitya fu molto afflitto per la perdita dei suoi figli, le storie di questi ventiquattro Raja gli furono raccontate nei tempi antichi dal saggio celestiale Narada.

Ma oltre a questi, altri re, che erano grandi guerrieri sul carro, che pure erano più potenti di quelli sopra, nobili di mente e pieni di ogni buona qualità, erano caduti nelle mani della Morte.

Erano Puru, Kuru, Yadu, Shura, Vishagashva, Mahadyuti, Anuha, Yuvanashva, Kakutstha, Vikrami, Raghu, Vijaya, Vitihotra, Anga, Bhava, Shveta, Brihadguru, Ushinara, Shataratha, Kanka, Duliduha, Druma, Dambhodbhava, Para, Vena, Sagara, Sankriti, Nimi, Ajeya, Parashu, Pundra, Shambhu, Devavridha, Anagha, Devahavya, Supratima, Supratika, Brihadratha, Mahotsaha, Vinitatma, Sukratu, il re di Nishadha Nala, Satyavrata, Shantabhaya, Sumitra, Subala, Janujangha, Anaranya, Arka, Priyabhritya, Suchivarta, Balabandhu, Niramarda, Ketusringa, Brihadbala, Dhrishtaketu, Brihatketu, Diptaketu, Niramaya, Avikshita, Chapala, Dhurta, Kritabandhu, Drindheshudhi, Mahapuranasambhava, Pratyanga, Paraha e Sruti. Questi i re e centinaia e migliaia di altri.

Che erano molto potenti e saggi, eppure avevano incontrato la morte come i tuoi figli, abbandonando immense ricchezze e piaceri. (p. 20)

Anche quegli uomini, che possedevano tutte le nobili virtù e il cui valore celeste, generosità, magnanimità, fede, verità, purezza, semplicità e misericordia, sono stati descritti nei Purana dai sacri scrittori di grande cultura, hanno abbandonato il loro corpo[28].

I tuoi figli erano malvagi, invidiosi, avari, di temperamento passionevole e di indole viziosa; tu sei esperto negli Shastra, sei intelligente e saggio; coloro la cui comprensione segue i dettami degli Shastra non soccombono mai al dolore o alla sfortuna.

Tu conosci, o re, la severità e la leggerezza dei risultati delle proprie azioni. Conosci l’ansia che hai mostrato per l’incolumità dei tuoi figli. Pertanto, questo dolore non ti si addice. Non è giusto che ti addolori per qualcosa che doveva accadere[29].

Chi può scongiurare con la sua astuzia i decreti del destino? Nessuno può andare oltre il sentiero segnato per lui dal karma[30]. Esistenza e non esistenza, piacere e dolore, vengono dal Tempo.

Il tempo crea tutte le cose e il tempo le distrugge tutte. Il tempo brucia tutte le creature e il tempo spegne di nuovo quel fuoco.

Tutte le cose, buone e cattive, nei tre mondi, sono create dal Tempo. Il tempo le distrugge e il tempo le crea di nuovo.

Il tempo da solo è sveglio quando tutti dormono. Il tempo non può essere superato da nessuno. Il tempo cammina in ogni cosa senza tardarsi.

Sapendo che tutte le cose, passate, presenti e future, sono il risultato del Tempo, non dovresti essere sopraffatto dal dolore[31].

Sauti:

E, dopo aver così consolato il reale Dhritarastra, che era sopraffatto dal dolore per la morte dei suoi figli, riusci’ a riportare la pace nella sua mente[32].

[1] Alla fine della battaglia, quando realizzo’ che aveva perso e che tutti i suoi figli erano stati uccisi.

[2] Dhritarastra era nato cieco e per questo non poteva svolgere i doveri di un re. Così Pandu, suo fratello minore, agì da re. Yudhisthira nacque prima di Duryodhana e quindi quest’ultimo perse il diritto al trono. Quindi Duryodhana aveva un certo risentimento nei confronti di suo padre. Qui sembra che Dhritarastra non fosse cieco solo materialmente ma anche nell’intelligenza, poiché non riusciva a riconoscere i propri errori. Voleva persino apparire innocente quando non lo era.

[3] Il verso dice gandhararaja. Tuttavia Sakuni era il figlio del re di Gandhara, Subala, che aveva anche una figlia di nome Gandhari.

[4] Uno dei loro antenati.

[5] Si riferisce a Krishna e Balarama.

[6] La storia completa dell’incendio della foresta di Khandava si trova alla fine dell’Adi Parva

[7] Questa storia verrà raccontata più avanti nell’Adi Parva.

[8] L’insulto a Draupadi è stato un momento cruciale nel Maha-bharata

[9] Saubala è Sakuni, il figlio di Subala, re di Gandhara.

[10] Come vedremo nel corso della storia, quando Yudhisthira fu esiliato i suoi quattro fratelli decisero di seguirlo, insieme a Draupadi.

[11] Tryambaka e’ Shiva, che ha tre occhi.

[12] Un cacciatore.

[13] Vaisravana, figlio di Visrava, Kuvera

[14] Virata.

[15] Ricordiamo che questo termine, come tutti quelli che si riferiscono a nomi, luoghi o concetti filosofici, sono spiegati nel Glossario dell’Adi Parva

[16] Si riferisce all’incarnazione di Vamanadeva, la cui storia sara’ narrata in seguito.

[17] Questa forma divina, che Krishna ha mostrato varie volte, si chiama Virata Rupa. In questa si puo’ vedere l’intera creazione materiale.

[18] L’arco di Arjuna.

[19] Questa storia, come tutte le altre, la vedremo in seguito. Bhishma aveva sete ma non voleva acqua normale ma quella del Gange. Cosi’ Arjuna, con una freccia, penetro’ la terra fino al fiume sacro.

[20] Formazione militare.

[21] Un altro nome per Satyaki

[22] Arjuna e Karna erano fratelli ma pochissimi lo sapevano. Arjuna era fra quelli che ignorava questo fatto.

[23] Il re di Madra, Salya, fratello di Madri. Era lo zio di Yudhisthira.

[24] I tre che avevano perpetrato l’atto piu’ vile della battaglia di Kuruksetra erano Asvatthama, Kripa e Kritavarma.

[25] Piu’ comunemente conosciuta come Brahmastra o Brahmashira.

[26] Come vedremo in seguito, questo neonato era Pariksit che fu poi resuscitato da Krishna.

[27] Gavalgana era un auriga e il padre di Sanjaya.

[28] Sanjaya sta quindi sottolineando che tutti, anche la persona più importante, sono destinati a lasciare il corpo e quindi non c’era nulla di cui lamentarsi per qualcosa di così inevitabile.

[29] Non bisogna lamentarsi per qualcosa causato da se stesso. Ci sono conoscenze e insegnanti sufficienti per sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Dhritarastra lo sapeva, ma non fece nulla per evitarlo. Quindi qui Sanjaya sta dicendo che era stata colpa sua.

[30] Arriva cio’ che si e’ coltivato. Questa si chiama legge del karma.

[31] Anche le brave persone cadono vittime del Tempo e della successiva morte. La differenza tra le persone buone e quelle cattive è ciò che accade loro dopo la morte.

[32] Sanjaya riuscì a portare un po’ di pace nella mente di Dhritarastra mediante la conoscenza trascendentale.

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