Maha-bharata 100.000 in Italiano – Adi Parva, Anukramanika Parva – Vyasa compone il Maha-bharata

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Indice GeneraleAdi Parva – 

  1. Anukramanika

 

Vyasa compone il Maha-bharata

Sauti disse:

E innumerevoli creature e le loro dimore. Furono prodotti i tre Rahasya[1], i Veda, lo Yoga e il Vijnana: Dharma, Artha e Kama[2].

Furono scritti vari libri sul Dharma, Artha e Kama; le regole di condotta dell’umanità.

Le storie e il discorso e vari Sruti. Questi sono i segni di questo lavoro[3].

Tutto questo, essendo stato visto da Rishi Vyasa, è qui menzionato nell’ordine dovuto come un esemplare del libro. Rishi Vyasa ha dichiarato questa massa di conoscenza sia in forma ridotta che dettagliata. I sapienti del mondo desiderano possedere sia i resoconti dettagliati che quelli abbreviati. Alcuni leggono il Bharata dal primo Mantra[4], alcuni dalla storia di Astika, altri ancora da Uparicara, mentre alcuni Brahmana leggono l’intero.

Gli uomini istruiti mostrano le loro varie conoscenze di Smritis nel commentare questa composizione. Alcuni sono abili nello spiegarlo mentre altri nel ricordarlo. Il figlio di Satyavati, con penitenze e mediazione, dopo aver classificato l’eterno Veda, compose questa santa storia.

Quando il dotto e rigoroso Brahmarshi[5], Dvaipayana Vyasa, il figlio di Parasara, completò questa che e’ la regina di tutte le narrazioni, iniziò a considerare come avrebbe potuto insegnarla ai suoi allievi. (p. 5)

Allora quel precettore del mondo, Brahma Bhagavan[6], conoscendo l’ansia di Rishi Dvaipayana, venne di persona nel luogo in cui si trovava il Rishi, in modo che potesse gratificare il Santo e beneficiare la gente.

Quando Vyasa, che era circondato da tutte le classi di Munis, lo vide, fu molto sorpreso. In piedi con le mani giunte, si inchinò ai suoi piedi e ordinò che gli venisse portato un seggio.

Poi girando al lato del posto su cui sedeva Hiranyagarbha[7], si fermò vicino ad esso.

Ma essendo comandato da Paramesti[8], Brahma, pieno d’amore, si sedette sorridendo di gioia.

Poi, rivolgendosi a lui, il glorioso Vyasa disse così:

Vyasa:

“O Divino Brahma, ho composto un poema che è molto rispettato. Contiene spiegazioni della filosofia dei Veda e altri argomenti; i vari inni dei Veda, delle Upanisad[9] con i loro Angas.

E’ una raccolta dei Purana e della storia, che è stata composta e nominata da me. Sono presenti anche i misteri del tempo e delle sue tre divisioni, cioè passato, presente e futuro.

Contiene la natura del decadimento, della morte, della paura, della malattia, dell’esistenza e della non esistenza[10]; una descrizione dei credi e il resoconto dei vari modi di vita.

Contiene anche le regole delle quattro caste e l’essenza di tutti i Purana, un resoconto di ascesi e regole per lo studente religioso; le dimensioni della terra, del sole e della luna.

I pianeti, le stelle e le costellazioni; la lunghezza della durata dei quattro Yuga e contiene inoltre Rik, Saman, Yajur Veda, e Adhyatma[11].

Nyaya[12], ortoeopia[13] e patologia, carità, Pashupata e le nascite celesti e umane per scopi particolari.

Contiene una descrizione di pellegrinaggi e luoghi santi, di fiumi, montagne, foreste, mari.

Delle città celesti e dei Kalpa[14]; l’arte della guerra, i diversi tipi di nazioni e le lingue e i costumi della gente.

Tutto questo e’ stato posto in questa opera ma in questo mondo non c’e’ nessuno qualificato per trascriverlo[15]

Brahma disse:

Per la tua conoscenza della saggezza divina, ho la massima stima di te, eccelso tra tutti i celebri Rishi che sono famosi per le loro sante vite. (p. 6)

Lo so; hai rivelato nel linguaggio della verità le parole divine, fin dalla prima. Hai chiamato il tuo lavoro un poema; quindi dovrebbe essere conosciuto come Kavyam[16]?

Non ci sono autori in questo mondo le cui opere sono uguali a questo tuo poema, cosi’ come gli altri tre Ashrama non sono mai uguali all’Ashrama domestico[17].

Medita su Ganesha, o Rishi, in modo che egli accetti di scrivere questo Kavyam.

Sauti disse:

Avendo così parlato a Vyasa, Brahma torno’ al suo mondo.

Poi Vyasa medito’ su Ganesha. Non appena pensò all’eliminatore di ostacoli, Ganesha, che è sempre pronto a soddisfare il desiderio dei suoi devoti, giunse subito nel luogo in cui era seduto Vyasa.

Vyasa lo saluto’ e lo invito’ a sedersi. Poi rivolse così a lui.

Vyasa:

O Ganesha, gentilmente diventa lo scrittore del Bharata, che ho gia’ composto nella mia mente, ma che ora ripeterò.

Udito ciò Ganesha così rispose;

Ganesha:

Diventerò lo scrittore della tua opera, purché la mia penna non si fermi nemmeno un attimo.

Sauti:

Vyasa allora aggiunse: “non scrivere nulla che tu non abbia capito[18]“.

Sauti:

Ganesha acconsentì dicendo “Om[19]“.

Cosi’ Vyasa inizio’ a narrare e Ganesha a scrivere

Quando aveva bisogno di riposare, Vyasa dettava versi molto complicati. Così la dettatura continuo’.

Sauti continuo’:

In questa opera ci sono ottomilaottocento versi di cui conosco il significato, così come Suka[20] e forse anche Sanjaya li conosce. O Muni, nessuno è in grado di comprendere fino ad oggi gli sloka strettamente intrecciati per la misteriosità del loro significato.

Pur onnisapiente, persino Ganesha aveva bisogno di tempo per capire tutto cio’ che Vyasa diceva, e cosi’ Vyasa aveva la possibilita’ di riflettere e comporre versi in gran numero.

La saggezza di quest’opera, come il bastoncino usato per applicare il collirio, ha aperto gli occhi del mondo che erano coperti dalle tenebre dell’ignoranza.

Così come il sole scaccia l’oscurità, questo Bharata, con i suoi discorsi su Dharma, Artha, Kama e Moksa[21], guida l’ignoranza degli uomini. (p. 7)

Come la luna piena con la sua luce mite apre i boccioli della ninfea, così questo Purana espande l’intelletto umano con la luce degli Sruti[22].

Tutta la casa del grembo della natura è giustamente e completamente illuminata dalla luce proveniente dalla lampada di questa storia, che distrugge le tenebre dell’ignoranza.

[1] Veda, che insegnano il benessere mondano; Yoga, che insegna l’elevazione ai pianeti superiori; e Vijnana Dharma, la liberazione

[2] Dharma, Artha e Kama: Libri sulla religiosità per benefici materiali (dharma); miglioramento economico (artha); piaceri mondani (kama).

[3] Cioe’ che tutto cio’ e’ presente nel Maha-bharata.

[4] Abbiamo menzionato il primo mantra: Narayanam namaskritya… L’invocazione.

[5] Un Brahmarsi è una classe di saggi molto elevata ed è nato in una famiglia di Brahmana. Brahmana significa “colui che conosce Brahman” o conoscenza spirituale, e Rishi significa “veggente”. Qualcuno fa derivare la parola “Rishi” dalla radice sanscrita “rish”, andare, muoversi. Quindi un Rishi è colui che “colui che va oltre questo mondo mondano per mezzo della conoscenza spirituale”. Altri dicono che Rishi derivi dalla radice “drish”, che significa vedere”. Quindi un Rishi è qualcuno che ha una visione trascendentale.

[6] Per il significato di Bhagavan si veda il Glossario

[7] Brahma, nato dal grembo d’oro.

[8] Il supremo.

[9] Libri di filosofia.

[10] Il verso dice: Bhavabhava. Nel caso dell’energia materiale, è eterna e quindi non è mai inesistente. Tuttavia questo bahiraṅga śakti a volte è manifestato e altre volte non si manifesta e quindi può essere chiamato abhava. Anche le forme che assume l’energia materiale sono temporanee e anche in questo caso possono essere chiamate abhava.

[11] Conoscenza del sé, conoscenza spirituale.

[12] Nyaya è la scienza della logica.

[13] La pronuncia corretta delle parole.

[14] La parola kalpa ha diversi significati: uno è un periodo di tempo, un giorno di Brahma. L’altro è il corretto procedimento degli yajna.

[15] Vyasadeva si lamenta del fatto che non riesce a trovare uno scrivano che possa mettere per iscritto il suo dettato.

[16] La maggior parte degli studiosi traduce il Kavyam come una poesia. Tuttavia questa traduzione puo’ travisare ciò che è il Maha-bharata. Il significato più profondo della parola Kavi è “chi è capace di pensare a fondo su qualsiasi argomento”. Quindi i Kavi non erano narratori di sentimenti ma saggi e filosofi. Lo stile del Maha-bharata è certamente “poetico”, essendo ritmico eccetera, ma questo è un libro di storia e filosofia. Una volta accettato questo principio, si puo’ usare il termine Kavyam.

[17] I quattro asrama sono: sannyasa, vanaprastha grihastha e brahmacarya. Nel contesto del Maha-bharata, la vita familiare è certamente il migliore.

[18] Ganesha chiese che il dettato fosse ininterrotto. Ma a volte Vyasa avrebbe avuto bisogno di riflettere su quello che c’era da dire, quindi pose la condizione che Ganesha doveva capire prima di scrivere. Cosi’ quando aveva bisogno di un intervallo, dettava alcuni sloka particolarmente difficili, Ganesha doveva fare una pausa e Vyasa poteva riflettere.

[19] Il sacro Omkara è anche un segno di assenso e di sacro impegno. In questo modo Ganesha accettò il difficile compito.

[20] Suka è conosciuto come Sukadeva Gosvami, figlio di Vyasadeva e maestro spirituale di Sauti.

[21] Il Maha-bharata tratta principalmente i temi del dovere, del profitto, del piacere e della liberazione finale (Dharma, Artha, Kama e Moksa). Sarebbe tuttavia un errore supporre che non tratti anche di temi di trascendenza superiore.

[22] Sruti sono i Veda originali, Upanisad compresi.

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