Argomento Dodicesimo – Anche le anime liberate studiano il Bhagavatam
Sri Jiva inizia la sezione trentesima introducendo il principio della jiva, facendo rilevare che anche le anime liberate prediligono l’ascolto dello Srimad-Bhagavatam. Daremo un sunto dei versi iniziali del primo Canto, capitolo settimo della suddetta Scrittura:
Dopo la partenza di Sri Narada Muni, Vyasadeva andò sulle rive occidentali del fiume Sarasvati, a Samyaprasa e, dopo essersi purificato facendo acamana, si sedette in meditazione. Grazie a tale assorbimento devozionale (bhakti-yogena manasi), egli vide la Suprema Personalità di Dio in compagnia dell’energia esterna, sempre sotto il Suo controllo. Vyasa ebbe la chiara visione di come le entità viventi, sebbene siano trascendentali ai tre modi della natura materiale, credano di essere un prodotto della materia e, a causa di ciò, divengono vittime delle reazioni delle miserie materiali. Il contatto con Maya è totalmente superfluo per la jiva e le miserie che ne conseguono possono essere mitigate, in modo diretto, grazie al processo yoga del servizio devozionale (bhakti-yoga adhoksaje).
Ma la gente comune ignorava queste realtà fondamentali, per cui il sapiente Vyasadeva si assunse il compito di mettere per iscritto la letteratura vedica, che è in relazione alla Verità Suprema (satvata-samhitam). Semplicemente prestando ascolto a questo messaggio, il sentimento nei confronti del servizio devozionale a Sri Krishna, la Suprema Personalità di Dio (krsne parama-puruse), immediatamente si sprigiona ed estingue definitivamente il fuoco del lamento, dell’illusione e della paura (soka-moha-bhayapaha).
Il saggio Vyasadeva, dopo aver compilato il Bhagavatam e averlo rivisto, lo insegnò al proprio figlio, Sri Sukadeva Gosvami, che era già realizzato nel proprio sé spirituale.
A quel punto Saunaka chiese: “Sukadeva Gosvami era già sul sentiero della realizzazione del sé. Allora, perché si sottomise allo studio di una letteratura tanto vasta?”
In altre parole, visto che Sukadeva era un’anima liberata fin dalla nascita, che bisogno aveva di studiare il Bhagavatam? Per tutta risposta, Suta Gosvami recitò il celebre verso atmarama:
atmaramas ca munayo nirgrantha apy urukrame
kurvanty ahaitukim bhaktim ittham-bhuta-guno harih
“Tutti i differenti tipi di atmarama, specialmente coloro che sono stabiliti sul sentiero della realizzazione del sé, desiderano rendere puro servizio devozionale alla Personalità di Dio, sebbene siano liberi da ogni tipo di prigionia materiale. Questo significa che il Signore possiede qualità trascendentali e che quindi può attrarre chiunque, compreso le anime liberate.”
Coloro che si sono liberati nella dimensione del brahman impersonale, non provano attrazioni di sorta, essendo tale sentimento una delle caratteristiche della persona. Sukadeva era liberato seguendo il concetto monistico, per cui non avrebbe dovuto provare attrazione per nulla. Eppure, quando ascoltò la descrizione delle attività di Sri Krishna, immediatamente sentì una prepotente attrazione per Lui e per l’ascolto delle Sue qualità e delle Sue gesta. E’ dunque comprensibile che Saunaka si chieda come questo fosse stato possibile. Suta Gosvami gli rispose che le anime liberate non provano attrazioni nei confronti delle cose di natura materiale, ma le qualità di Krishna sono di natura trascendentale; perciò possono essere oggetto di desiderio di chiunque.
Questo verso, originalmente parlato da Suta Gosvami, è uno dei cavalli di battaglia di tutti i Vaisnava. Sri Caitanya Mahaprabhu lo spiegò in sessantuno maniere diverse a Sanatana Gosvami e a Sarvabhauma Bhattacarya, a cui ne dette diciotto versioni differenti. Un esperto in grammatica sanscrita e in filosofia vedica, utilizzando questo versetto, riuscirà a provare in modo inconfutabile quanto inconsistenti siano le teorie Advaita, secondo le quali la liberazione impersonale è suprema. Se ciò fosse, un’anima liberata come Sri Sukadeva non si sarebbe sentito attratto al Bhagavatam.
La perfezione massima è il bhakti-yoga, cioè la reunione con Krishna attraverso il puro e incontaminato servizio devozionale. Questo vide Vyasadeva durante la sua meditazione.
Sri Jiva Gosvami inizia un’analisi di sei versi del Bhagavatam, iniziando dall’1.7.4, che dice:
bhakti-yogena manasi samyak pranihite ‘male
apasyat purusam purnam mayam ca tad-apasrayam
“Così egli (Srila Vyasadeva) controllò la sua mente, fissandola in modo fermo grazie al servizio devozionale (bhakti-yoga), senza alcuna traccia di materialismo; e così vide l’Assoluta Personalità di Dio insieme alla Sua energia, che era sotto il Suo controllo.”
Bhakti-yoga significa prema, puro amore per Dio. Questo prema è senza dubbio superiore a mukti (la liberazione), per cui è corretto dire che è il fine ultimo della vita. A questo proposito Sri Sukadeva disse a Maharaja Pariksit:
“Coloro che si sforzano di servirlo ottengono molto facilmente la liberazione, ma l’opportunità di rendere servizio diretto non viene accordata molto facilmente.”
Ciò vuole dire che Krishna, la Suprema Personalità di Dio, è conquistato solo dal sincero e intenso amore dei Suoi bhakta. Gli altri, coloro che lo servono con qualche motivo materiale, probabilmente otterranno la liberazione, ma non il servizio personale a Krishna. Questo è confermato anche dal santo Vaisnava Bilvamangala Thakura nel suo Krishna-karnamrita (# 107).
Questo servizio devozionale, continua a spiegare Sri Jiva rifacendosi allo stesso verso del Srimad-Bhagavatam, deve essere reso alla Persona Suprema (purna-purusa); da ciò ne consegue che Egli è il Supremo Signore. Afferma il Padma Purana:
“Le parole Bhagavat e Purusa sono entrambi libere da qualsiasi upadhi, o aggiunte limitanti, e si riferiscono a Vasudeva, il Sé di tutto.”
Sridhara Svami conferma che chi desidera la liberazione dovrebbe adorare e servire la Suprema Personalità di Dio, Krishna. Lo Svami menziona lo Srimad-Bhagavatam (2.3.9):
“…Colui che non desidera nessun piacere mondano dovrebbe adorare la Suprema Personalità di Dio.”
E, continua Sridhara Svami, persino se hai dei desideri materiali da soddisfare, dovresti comunque adorare Krishna.”
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