Tattva Sandarbha di Jiva Gosvami in Italiano – Argomento Diciannovesimo – Gli argomenti contenuti nello Srimad-Bhagavatam

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Argomento Diciannovesimo – Gli argomenti contenuti nello Srimad-Bhagavatam

Dalla sezione cinquantasei alla sessantatre, Srila Jiva Gosvami descrive i tattva contenuti nel Bhagavatam.

Il tattva, o verità, che forma l’argomento fondamentale del Bhagavata è il principio della non-differenza tra la jiva e il Brahman. Abbiamo già detto che la scintilla di energia trascendentale è composta di coscienza pura, quindi ben diversa dal corpo di materia e che essa è una porzione di Brahman. Tutto ciò è spiegato da due punti di vista, detti samasti e vyasti. Il primo, samasti, (o d’insieme) è il punto di vista di Brahman; il secondo, vyasti (o della singolarità), è il punto divista della jiva. Essendo l’anima eternamente individuale e una porzione del Supremo, essa è il Suo vyasti.

Baladeva Vidyabhusana fa notare che l’investigazione riguardante il tattva della jiva è stata condotta con l’intenzione finale di spiegare la natura di Isvara.

Jiva Gosvami inizia a enumerare i dieci tattva esposti nel Bhagavatam, spiegandoli successivamente uno ad uno. Suta Gosvami dice:

“Gli argomenti dello Srimad-Bhagavatam sono divisi in dieci categorie:
1. sarga (la creazione)
2. visarga (la creazione secondaria)
3. sthana (i sistemi planetari)
4. posana (la protezione offerta dal Signore),
5. uti (gli impulsi creativi)
6. manvantara (il cambiamento delle epoche dei Manu)
7. isanukatha (la scienza che spiega la Perosnalità di Dio)
8. nirodha (il ritorno al Supremo)
9. mukti (la liberazione)
10. asraya (il fine insuperabile della vita)”

Il verso seguente (2.10.2) dice che lo scopo della comprensione dei primi nove tattva è di isolare il decimo, in modo da evidenziarne la superiorità. In altre parole, i saggi affrontano dapprima nove argomenti per far capire in modo completo la vera natura (tattva) dell’asraya, che è Sri Krishna, la Suprema Personalità di Dio. Suta Gosvami aggiunge che i Rsi li trattano aiutandosi con le Scritture, che contengono la filosofia e gli avvenimenti storici.

Volendo spiegare meglio di cosa trattano questi dieci tattva, Sukadeva Gosvami recita i sette versi del Bhagavatam (quelli successivi al 2.10.2).

1) Sarga è l’originazione degli elementi, degli oggetti dei sensi, degli organi dei sensi e dell’intelletto: questa creazione è causata da un distirbo nell’equilibrio dei guna.

2) Visarga è la creazione di Brahma.

3) Sthana è la presa di coscienza della superiorità di Visnu.

4) Posana è la protezione offerta dal Signore ai Suoi devoti.

5) Uti sono gli impulsi creativi, necessari affinché la creazione abbia luogo. Sri Jiva dice che le uti sono le impressioni che si formano grazie alle attività delle jiva durante il periodo di manifestazione dell’universo materiale. E’ dunque il karma e le sue impronte.

6) Manvantara è il cambiamento dei Manu, che forniscono istruzioni per il giusto funzionamento della società umana.

7) Isanukatha è la sezione che descrive le incarnazioni del Signore Supremo e le differenti attività svolte in compagnia dei Suoi devoti.

8) Nirodha è l’immersione delle entità viventi in Maha-Visnu, insieme alle loro tendenze condizionate. Questo momento coincide con il ritiro della manifestazione cosmica nello stesso Maha-Visnu.

9) Mukti è la liberazione, cioè la situazione permanente in cui si ritroveranno le entità viventi, dopo che avranno abbandonato i corpi materiali (sia il corpo grossolano che quello sottile). L’abbandono, cioè, di tutto quello che gli è estraneo e la sconfitta definitiva dell’avidya.

10) Asraya è la Suprema Personalità di Dio. Egli è l’origine di ogni cosa. Nulla è al di là di Lui. Capire gli altri tattva è utile per comprenderlo e riunirsi a Lui.

Nella sezione cinquantotto, Jiva Gosvami usa le parole dello Srimad-Bhagavatam stesso (2.10.7) per definire l’Asraya:

“Il Supremo, che è celebrato come l’Essere Supremo o anche come l’Anima Suprema, è la sorgente della manifestazione cosmica e della sua dissoluzione; Egli è l’origine di tutto (brahman), la Verità Assoluta (paramatma).”

Brahman e Paramatma sono dunque nomi della stessa persona da cui tutto proviene (abhasa) e che causa la dissoluzione (nirodha); essendo percepibile dai sensi (della jiva) è anche chiamato Asraya. La particella iti (nel verso del Bhagavata Purana appena enunciato) indica la varietà; quindi Bhagavat è uno dei Suoi nomi.

Per chiarire meglio la natura dell’Asraya, Sukadeva Gosvami ha recitato il verso seguente:

“L’essere individuale che possiede i vari strumenti (i sensi) è chiamata la persona adhyatmika; la divinità individuale che controlla i sensi è chiamata adhydaivaka; la manifestazione fisica percepita dalla vista (il corpo) è detta la persona adhibautika.”

Per capire meglio queste parole, siamo andati a vedere il commento di Srila Prabhupada a verso in questione. Dice:

“Sri Krishna è il controllore di tutti e di ogni cosa. In questo mondo nelle azioni dei sensi entrano in gioco tre entità: l’anima individuale, i deva che permettono l’azione dei sensi e il veicolo dei sensi, cioè il corpo. Tutti sono controllati dal Signore, che rimane il Parama-purusa di tutti. I tre Purusa appena menzionati nel verso del Bhagavatam sono l’adhyatmika-purusa (l’anima individuale), l’adhidaivika-purusa (i deva che gestiscono i fenomeno all’interno del mondo) e l’adhibautika-purusa (l’energia materiale stessa). Questi tre purusa non sono affatto supremi. Nessuno di loro è indipendente, bensì l’uno dipendente dagli altri. La materia dipende dall’anima e dai deva, così come la jiva dipende dall’azione dei due purusa. Perciò, essendo essi interdipendenti, non possono essere assoluti né, di conseguenza, supremi.”

Colui “che conosce” questi tre, cioè colui che osserva l’azione senza esserne direttamente coinvolto e che la percepisce come testimone attraverso l’esercizio della perfetta cognizione, è il Paramatma, cioè l’Asraya, la Persona Suprema.

Qualsiasi Asraya non può essere altro che uno Svasraya, cioè uno che non ha altro Asraya che se stesso. Solo Krishna Bhagavan è l’assoluto indipendente (svarat) ed è sempre distinto dagli altri tre, che sono Asraya secondari e subordinati. La jiva, essendo una sakti di Paramatma, non può essere definita Svasraya.

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