Maha-bharata 100.000 in Italiano – Adi Parva, Anukramanika Parva – Un riassunto, da Pandu in poi

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Indice GeneraleAdi Parva – 

  1. Anukramanika

 

 

Un riassunto, da Pandu in poi

Sauti:

Duryodhana è come un grande albero creato dalla rabbia, Karna è il suo tronco; Sakuni e’ i suoi rami; Duhssasana i suoi frutti e fiori e il debole Dhritarastra è la sua radice.

Yudhisthira è un grande albero, creato dalla virtù e dalla religione; Arjuna è il suo tronco; Bhima sono i suoi rami; i due figli di Madri i suoi fiori e frutti; e Krishna, Brahma e i Brahmana le sue radici.

Dopo aver conquistato molti regni con il suo valore e la sua saggezza, Pandu si ritirò in una foresta e visse vicino ai saggi della foresta.

Mentre era a caccia una grande disgrazia cadde sulla sua testa, allorche’ uccise un cervo mentre era insieme alla sua compagna. La sventura di Pandu servì da monito per la condotta di tutti i principi della sua casata finché vissero in questo mondo.

Le sue due mogli[1], secondo l’ordinanza degli Shastra, ammisero ai loro abbracci gli esseri celesti Dharma[2], Vayu, Shakra[3] e i due Asvini, in modo che la razza di Pandu non si estinguesse. (p. 9)

I figli di questi Deva e delle mogli di Pandu crebbero sotto le cure delle loro due madri e nella società dei santi Rishi, in mezzo a boschi sacri e nel sacro eremo. Poi i saggi stessi li condussero alla presenza di Dhritarastra e dei suoi figli. I Rishi avevano vesti da Brahmacari e i loro capelli erano annodati sulle loro teste.

I Rishi dissero:

“Costoro, i nostri questi alunni, sono i tuoi figli, i tuoi fratelli e i tuoi amici. Sono i Pandava.”

Sauti:

Così dicendo se ne andarono.

Quando il popolo Kuru ascolto’ dai Rishi che quei giovani erano i figli di Pandu, la classe più elevata tra loro[4] gridò di gioia.

Alcuni, però, sostennero che non erano i figli di Pandu; altri invece accettarono le parole dei saggi, che Pandu che era morto molto tempo fa e loro potevano essere i suoi figli.

Da tutte le parti, tuttavia, si sentirono voci che gridavano: “benvenuti. Grazie al Signore Supremo, i figli di Pandu sono tornati e sono davanti a noi. Che sia proclamato il benvenuto da parte di tutta la cittadinanza”.

Quando le acclamazioni del popolo cessarono, si udirono poderosi applausi di spiriti invisibili, che riecheggiarono in ogni punto del cielo. Caddero piogge di fiori profumati e risuonarono conchiglie e tamburi. Questo furono le meraviglie che accaddero all’arrivo dei principi.

Le grida di gioia dei cittadini che esprimevano la loro contentezza per il lieto evento erano cosi’ forti che arrivarono fino ai pianeti celesti.

Tutti erano contenti e sentivano rispetto per i Pandava che erano stati educati nei Veda e in vari altri Sastra.

I capi della città erano molto soddisfatti della purezza di Yudhisthira, della forza di Bhima, della galanteria di Arjuna[5].

Le qualita’ evidenti di Nakula e Sahadeva erano l’obbedienza ai superiori, la pazienza e l’umiltà. Tutti si rallegrarono nel vedere anche il loro evidente eroismo.

Alcuni anni dopo, Arjuna, dopo aver eseguito una difficile impresa di tiro con l’arco, ottenne la mano di Krishna[6] allo svayamvara[7] in mezzo a una grande assemblea di re e principi.

Da quel giorno in poi fu molto rispettato da tutti gli uomini come un grande arciere. Come un sole, Arjuna apparve sul campo di battaglia e i nemici ebbero sempre difficolta’ a contrastarlo. (p. 10)

Egli sconfisse tutti i potentati vicini e le principali tribù e così trovo’ tutto il necessario affinché Yudhisthira eseguisse il grande sacrificio Rajasuya.

Dopo aver ucciso Jarasandha, che era orgoglioso della sua abilità, attraverso i saggi consigli di Krishna e l’abilità di Bhima e Arjuna, Yudhisthira acquisì il diritto di eseguire il Rajasuya che abbondava di provviste e offerte ed era pieno di meriti trascendentali.

Duryodhana partecipo’ a questo sacrificio. Quando vide da ogni parte la grande ricchezza dei Pandava, le offerte, le pietre preziose, l’oro e i gioielli, gli elefanti e i cavalli; trame, capi, mantelli di pregio e scialli, tappeti fatti della pelle del Ranku[8], fu preso da una insopportabile invidia e la rabbia pervase la sua mente.

Quando vide la sala dell’assemblea, splendidamente costruita da Maya che era simile alla corte celestiale, si dispiacque enormemente.

Quando Duryodhana si senti’ confuso da certi inganni architettonici, Bhima lo derise davanti a Vasudeva, dicendo che era sciocco come uno di bassa classe.

A Dhritarastra fu detto che suo figlio, nonostante partecipasse a vari oggetti di piacere e cose di valore, stava diventando pallido, magro e smunto.

Per affetto verso di lui, il re cieco diede a suo figlio il permesso di giocare a dadi contro i Pandava. Quando Vasudeva venne a sapere questo, si arrabbiò molto[9].

Sebbene Dhritarastra non si sentisse contento dalla piega che la situazione stava prendendo, non fece nulla per fermare il gioco di dadi, ma non dette peso ne’ al gioco ne’ ad altre terribili azioni che scaturirono.

Nonostante Bhishma, Drona, Vidura e il figlio di Saradvata, Kripa, Egli[10] fece uccidere gli Ksatriya l’un l’altro nella grande battaglia che seguì.

[1] Kunti e Madri.

[2] Vedi Dharmaraja o Yamaraja.

[3] Indra, il potente.

[4] I Brahmana.

[5] Tutto cio’ era evidente dal loro portamento.

[6] Krishna e’ scritto al femminile, la a finale e’ lunga. E’ uno dei nomi di Draupadi, essendo scura di pelle.

[7] Svayam = sé, vara = sposo. Dopo aver visto i suoi corteggiatori svolgere un compito specifico e difficile, la giovane sceglie il suo marito.

[8] Un Ranku è un cervo o un’antilope.

[9] Krishna si arrabbiò perché sapeva che erano truccati. Duryodhana voleva rubare le ricchezze dei Pandava.

[10] “Egli” si riferisce a Krishna. Qui Sauti rivela che era tutto parte del piano e della volontà divina di Krishna.

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