Libri Feroci – parte 5

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Sono tutte uguali…….!!!

Domanda:

Io con “ogni religione ha sempre la risposta pronta per affermare la sua autenticità” non intendevo “concetti uguali e convincenti”.Mi sembra molto chiaro.Intendevo che ogni religione ha la sua “verità” (o presunta tale)da difendere.Perchè è così.Sennò non esisterebbero tante religioni,con credenze differenti e talvolta opposte tra loro.Tocca all’individuo conoscerle innanzitutto e poi trovare dentro di sè una risposta in qualcuna di queste religioni o in nessuna.La verità è che io potrò dire,per esempio,ad un Cattolico che non esiste Inferno e Purgatorio ma lui mi darà mille e miliardi di ragioni per dire che esiste.E le dirà con convinzione.Oppure un convertito al cristianesimo o all’Islam o al Buddismo dirà “Io conosco differenti religioni ma in questa ho conosciuto/sentito la Verità”.Ecco cosa volevo dire.Dunque non differenti religioni con tante risposte uguali ma peggio! e cioè tante,tantissime religioni e altrettanto tante tantissime risposte differenti.Ognuna (ovviamente) convinta della sua “Verità”.Ogni credente dunque trova i suoi concetti convincenti.Comunque,ovvio che non mi fermo qui sparando subito che Dio non esiste.Oltretutto ho 19 anni,ho ancora molta strada (chi lo sa) per conoscere bene queste diverse “Verità”.

Risposta:

Caro amico,

ho l’impressione che tu stia facendo un sacco di confusione dovuto all’impulsivita’, che e’ caratteristica naturale dei 19 anni. Prima di parlare di religioni o di filosofie dovresti informarti meglio, studiare di piu’. Con la svogliatezza e la generalizzazione non arriverai da nessuna parte.

La coscienza di Krishna non e’ una religione. La fede, la credenza, non c’entra niente con la nostra filosofia. Noi trattiamo di dati di fatto accertabili con l’intelligenza e con la realizzazione di fatto. Al pari di qualsiasi scienza, la coscienza di Krishna e’ una cosa che va studiata e praticata. Come la fisica. Se vuoi impararla devi andare a scuola, studiare e sperimentare in laboratorio. Allora la capirai. Se invece arrivi prevenuto e dici “ma sono le solite sciocchezze” allora non sei serio nella ricerca della comprensione.

Percio’ fai domande di filosofia e cerca di capire i concetti di base. La religione non c’entra niente con noi. Ci sono circa 28.000 documenti su www.isvara.org. Puoi anche acquistare i nostri libri. Fai domande e volentieri rispondero’.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Intervento:

L’argomento che questo signore lancia in modo tanto enfatico ed impulsivo è comunque decisamente fertile.

Mi piacerebbe molto se il nostro Sriman Manonath Prabhu ci donasse spiegazioni più approfondite nel merito.

In che senso la Coscienza di Krishna non è annoverabile tra le cosiddette religioni?

Forse perchè si pone maggiormente in quanto Scienza filosofica?

Effettivamente ciò che dice quell’utente non è sbagliato….. Il mondo è oberato da migliaia e migliaia di fedi religiose differenti, ognuna delle quali urla la propria verità che generalmente si contrappone a quella delle altre, e ogni religione porta avanti più o meno il discorso “noi possediamo il tesoro e ne siamo gli unici detentori”. Moltiplicando questo assunto per centomila o duecentomila o più, quante sono le religioni che esistono al mondo, da quelle più conosciute e praticate a quelle più obsolete, si può comprendere in quale terribile stato di confusione possa cadere un ricercatore spirituale….

In un mondo dove migliaia e migliaia di persone gridano “ce l’ho io la verità!” come si può fare per discernere chi ce l’ha davvero da chi simula soltanto, mmagari anche in buona fede?

Hare Krishna!

Bhakta Giovanni

Modificato da – BhaktaGiovanni in data 02/05/2007 11:56:50

Risposte:

Certamente l’argomento e’ fertile e interessante.

Innanzitutto e’ necessario mettersi d’accordo sul significato dei termini.

Oggigiorno si da’ alla parola “religione” il significato riduttivo di “fede”, “dogma”, o qualcosa che nasce da pura emotivita’ senza una prova tangibile. Si sa che “religione” significa qualcosa di ben piu’ serio, ma la gente sa questo delle religioni.

Questa accezione del termine non ha nulla a che vedere con la tradizione Vaishnava, a cui apparteniamo.

Se invece al termine “religione” si da’ il significato di “scienza che permette la reunione con Dio” (dal latino religo, rilegare, reunire cio’ che e’ separato, cioe’ Dio e le anime individuali) allora la coscienza di Krishna e’ una religione.

Quanto utile e’ la fede in questo processo religioso?

Anche qui tutti i partecipanti a un dibattito ideale devono dare al termine lo stesso significato, altrimenti finiscono come alla Torre di Babele, dove tutti parlavano e nessuno si capiva.

Se per fede si intende l’accettazione cieca di qualcosa senza capirla, sperimentarla o averne certezze almeno parzali, solo perche’ lo dice qualcun altro, allora la fede nel processo della coscienza di Krishna conta poco o nulla e anzi puo’ a volte essere controproducente.

Se per fede si intende quella certezza che viene dalla comprensione intellettuale e dalla realizzazioni pratica – quantunque incomplete – allora questo tipo di fede ha la sua importanza.

Quando preferiamo dare alla nostra tradizione una dignita’ piu’ filosofica che religiosa e’ per la pessima traduzione che si da’ alle parole religioni e fede, che rovinano il progresso spirituale.

Non ci sono dubbi che all’inizio uno debba usare l’intelligenza per capire la coscienza di Krishna. Da li’ viene la comprensione, la realizzazione e poi la fede. La fede in che? In tutto cio’ che non si puo’ ancora capire e realizzare dovute alle limitazioni umane.

Il processo di comprensione e realizzazione porta a un entusiasmo per uno studio e una pratica piu’ approfondita, e questo porta a maggiore comprensione e realizzazione. Cosi’ la fede aumenta, in una reazione a catena che conduce alla perfezione spirituale.

Tutto cio’ non ha nulla a che vedere con le religioni classiche di oggi, dove l’elemento della fede e’ iniziale e determinante, anche in assenza di qualsiasi comprensione e realizzazione.

Da queste religioni e dal loro processo noi ci dissociamo.

Io sono nato a due chilometri dal Vaticano e ho respirato cattolicesimo dal mio primo giorno di vita. Da ragazzo, lo svilimento dell’intelligenza che si operava in quegli ambienti mi ha fatto rigettare la religione.

Grazie a Krishna ho incontrato il mio Guru Maharaja, Srila Prabhupada, che non mi ha mai parlato di “avere fede” ma di capire e di praticare. Ed e’ per questo che ho trascorso felicemente la mia vita come un devoto di Krishna.

Ora il prossimo punto e’, come si capisce quella che e’ giusta e quella che e’ sbagliata?

La domanda e’ legittima, ma anche la mia, di domanda, e’ legittima: sei sincero o stai giocando? (non mi riferisco a nessuno, per carita’…, e’ solo per facilitare il discorso)

Nel senso che chi arriva in questi ambienti con uno stato d’animo giocoso, del tipo, “fammi vedere cosa dicono questi strampalati” e dopo aver letto 5 pagine e ascoltato 2 o tre predicatori conclude “sono tutte uguali”, e‘ evidente che sta giocando e non capira’ mai non importa cosa gli si dice.

Non capira’ perche’ non e’ venuto per capire.

Le religioni non dicono tutte le stesse cose. Come detto nella risposta al nostro amico da YouTube, io lo so bene perche’ ho speso la mia vita a studiare religioni.

Certo tutte dicono di avere ragione e che le altre dicono fandonie, ma siccome non dicono tutte le stesse cose si hanno ampie possibilita’ di determinare chi ha ragione e chi no.

Facciamo un esempio.

Tutte le religioni dicono che Dio e’ buono.

Pero’ una religione dice che l’inferno e’ eterno e la nostra filosofia dice che non e’ eterno.

Ora, come possono essere accomunati i due concetti della bonta’ divina e l’eternita’ della Sua punizione? Ovvio che si tratta di un errore di concetto.

I Veda dicono invece che l’inferno e’ temporaneo, cosi’ eliminando la contraddizione evidente di una bonta’ infinita con una punizione eterna.

Se in base a questo esempio – ma se ne potrebbero fare a centinaia – non si e’ capaci a determinare chi ha ragione e chi no, e’ evidente che lo studioso non e’ serio.

In definitiva, stabilire chi ha ragione e chi ha torto non e’ difficile. Basta studiare e praticare.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Intervento:

Ora credo di riuscire a discernere meglio, grazie. Solo questo altro punto vorrei portare alla tua attenzione sempre nell’ottica di una migliore comprensione da parte mia.

Mi pare di vedere però che anche all’interno della Coscienza di Krishna alcune cose siano -per così dire- eminentemente dogmatiche, cioè, vadano soltanto accettate, e non ci sia modo di toccarne con mano la veridicità, oppure testarne l’esistenza.

Faccio esempi pratici per rendere meglio la mia idea.

Se leggiamo lo Srimad Bhagavatam, ad ogni passo ci imbattiamo in narrazioni di avvenimenti che molto spesso hanno assolutamente dell’incredibile e che il Testo, e Prabhupada stesso, ci presentano invece come realmente accaduti.

Il combattimento di Krishna contro demoni con corpi da uccello o asino o serpente lunghi kilometri e kilometri, il fatto che Sri Krishna sposò sedicimila e più Regine, le narrazioni relative ad alberi che si mettono a parlare per offrire preghiere, donne che partoriscono ammassi di metallo che poi divengono umani, lucertole che si tramutano in Deva, oceani di latte o liquore e molto altro ancora, tutte queste cose io le posso solo accettare in modo dogmatico-simile, dato che mai e poi mai avrò modo di appurarne l’avvenuta esistenza con la maturazione spirituale o l’uso della pratica o dell’intelligenza….

La storia non mi aiuta perchè secondo gli storici tutte queste narrazioni non sono che semplice mitologia, in Coscienza di Krishna però mi viene chiesto di ritenerle non simboliche ma avvenute nella realtà in tutto e per tutto…. qua devo fare un puro e semplice atto di fede, oppure secondo te anche in questo contesto un devoto ha modo (o avrà modo maturando) di toccare con mano?

In ambito devozionale si parla di Narada Muni che si dice viaggi sulle note della Sua vina attraverso tutti gli universi, di Shiva, Indra, Brahma e si dice che siano Creature realmente sistenti preposte al controllo di determinate funzioni….chi però potrà mai scientificamente dimostrarmi l’esistenza effettiva di queste Personalità? Ci devo soltanto credere, il Guru mi dice esistano e io devo accettare la sua asserzione in via di fede.

Nel corso dell’offerta del cibo è detto che Krishna in qualche modo consumi l’offerta che Gli faccio e che ciò che poi io rispetto siano i Suoi avanzi…..però poi nel riscontro reale non c’è traccia che ciò sia avvenuto realmente….mi viene detto così, devo solo accettarlo e credere che sia avvenuto.

Sono tutti questi elementi che richiedono effettivamente fede e basta oppure tu intravedi un’ottica differente?

Grazie infinite, omaggi, Hare Krishna. Grazie e omaggi, Hare Krishna! Bhakta Giovanni

Risposte:

I canoni degli inizi della conoscenza trascendentale si trovano in scritture come la Bhagavad-gita, non nello Srimad-Bhagavatam, che ne e’ lo studio avanzato. Oltre alla Bhagavad-gita, Srila Prabhupada ha scritto numerosi commentari e libri, tutti adatti alla comprensione di chi inizia il cammino, come la Sri Isopanishad e altri.

Chi vuole capire le informazioni contenute nello Srimad-Bhagavatam senza aver prima capito e realizzato quelle contenute nella Bhagavad-gita ottiene lo stesso effetto di uno studente delle medie che vuole capire complicati concetti di algebra. Il risutato e’ la confusione. Proseguendo nell’analogia, non e’ il professore che deve spiegare quei concetti, ma e’ lo studente delle scuole medie che deve prima qualificarsi per capirli, diversamente anche se l’insegnante si lanciasse in spiegazioni dotte lui non le capirebbe.

Non esiste solo la realta’ che vediamo. Se ci trasformassimo in novelli San Tommaso accettando solo quello che possiamo toccare con mano faremmo un pessimo uso della vita umana, che e’ fatta per la ricerca della Verita’. E che senso avrebbe una ricerca se non si accettasse che c’e’ molto altro al di la’ di ci’ che vediamo? Che senso avrebbe cercare se non ci fosse nulla da trovare? Lo scienzato deve partire con l’idea che esiste molto al di la’ dell’orizzonte del sensibile.

Il progresso scientifico ci ha insegnato, e continua regolarmente a insegnare, che e’ molto di piu’ cio’ che non sappiamo di cio’ che abbiamo gia’ imparato. Uso un’analogia fatta poco tempo fa ma che ripropongo: se qualcuno avesse detto al grande generale Alessandro Magno che un giorno sarebbe esistita un’arma capace di distruggere intere citta’ con una singola esplosione, lui gli avrebbe dato del matto. E se oggi qualcuno ci dicesse che un giorno esisteranno armi capaci di distruggere l’intero pianeta con un singola esplosione diremmo che e’ matto.

Perche’ precluderci campi immensi di conoscenza solo per mantenere pregiudizi? (Non mi sto riferendo a nessuno in particolare) Solo per l’orgogliosa difesa di una razionalita’ che in fin dei conti null’altro e’ che il prodotto limitato di elaborazioni imperfette di esperienze limitate? Meglio lasciar cadere questi pudori psicologici e aprire l’intelligenza all’ingresso di cose grandi.

Chi ha studiato e praticato la Bhagavad-gita a sufficienza non ha difficolta’ con le informazioni a cui ti riferisci, anche persone naturalmente razionali. Chi e’ avanzato spiritualmente vede una dimensione diversa e percepisce le sue varieta’. La sua visione e’ piu’ ampia e piu’ profonda.

Esistono dimensioni di esistenza a cui noi non abbiamo accesso. Sono esistite nella storia del nostro pianeta cose di cui non abbiamo informazioni, oppure che ci sono ma non si riesce a spiegarle nei termini dei canoni della scienza moderna.

Il Guru non chiede di credere che un giorno esistette il demone Agha, un serpente lungo chilometri. Il Guru ne da’ informazione, ben sapendo che la maggior parte non potra’ ne’ capire ne’ crederci. Dunque perche’ i Veda e i maestri spirituali ne parlano?

La ragione e’ che queste narrazioni purificano il cuore non importa quale sia la reazione psicologica dell’ascoltatore. In altre parole e’ piu’ grande il beneficio dell’ascolto che la reazione negativa di scetticismo.

Il processo di studio (jnana) e della pratica (vijnana) permette percezioni di esistenze superiori, le quali all’inizio sono solo percezioni emotive poi diventano sempre meno sottili, diventando intellettive, mentali e poi sensoriali, cioe’ direttamente percepibili.

Come questo funziona e’ un argomento a se stante. :: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Intervento:

credo di aver compreso il concetto. Grazie infinite.

Bhakta Giovanni

Adorare l’immagine di Radha-Krishna nell’altare

Domande:

Sriman Manonath Dasa Maharaja,Le offro i miei rispettosi omaggi.

Avrei una domanda da porle.

Citazione:

While it is fine to have a picture of Radha-Krsna (either a photograph of Deities or a painting), which may be hung on the wall near the altar. The picture should not, however, be kept on the altar, and worship (arati, etc.) should not be performed for the picture. Direct worship is reserved for only Sri Sri Radha-Krsna in their Deity Forms.

Tale passo dice chiaramente che non si deve adorare l’immagine di Radha-Krishna e nemmeno tenere tale immagine nell’altare.Dice che si può adorare Radha- Krishna sull’altare solo nelle forme Sri Murti.

Qui su Isvara e anche altrove ho letto articoli che invece ammettono chiaramente l’adorazione dell’immagine di Radha-Krishna sull’altare.

Chiedo gentilmente a Lei,che è un discepolo diretto di Srila Prabhupada,di darmi una risposta definitiva.

Dandavat Pranama Bhakta Orlando.

Risposta:

Gentile Bhakta Orlando,

La coscienza di Krishna ha molte regole. Queste sono necessarie per sviluppare qualita’ come disciplina, purezza, pulizia, determinazione e cosi’ via.

Quali di queste regole vanno applicate e quando e’ il compito dell’Acarya, o del maestro spirituale. Lui decide quali regole vanno applicate, quando e come. Senza un maestro spirituale il praticante vaga sempre piu’ confuso nel mezzo del labirinto di milioni di regole e istruzioni. Quando si ha un Guru autentico le cose sono semplici: quello che lui dice si fa e non si corre il rischio di sbagliare.

E’ vero che l’immagine di Radha e Krishna non dovrebbe essere tenuta sull’altare ma solo Divinita’. E’ vero anche che Srila Prabhupada teneva immagini di Radha e Krishna sul suo altare personale.

In genere si usano Divinita’ o immagini di Gaura Nitai o del Panca Tattva sul proprio altare. E’ meglio cosi’.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Risposta:

Sriman Manonath Dasa Maharaja,La ringrazio per la sua esaudiente risposta.

Proprio nel sito da cui ho copiato quei passi in inglese si trova la fotografia di un altare la cui immagine principale è costituita dal Pancha Tattva.

Copio qui l’immagine.

Quindi nel mio futuro altare non metterò l’immagine di Radha-Krishna. Le Loro Signore saranno,forse,presenti un giorni nelle forme Sri Murti,ma questo solo quando avrò un Guru che mi dià istruzioni sull’adorazione di Sri Sri Radha- Krishna.

So già che tali Sri Murti richiedono un’adorazione molto complessa e costante.Non vorrei correre il rischio di ricevere reazioni negative.

Dandavat Pranama, Bhakta Orlando.

Risposta:

Puoi benissimo tenere Radha e Krishna con un quadro appeso alla parete e offrire Loro incensi e omaggi.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Domanda:

Nella parete specificamente dell’altare o in un parete qualsiasi?

Risposta:

Puoi appenderlo nella parete dove si trova l’altare.

La divinità Visnu cosa rappresenta

Domanda

Gradirei sapere la divinità Visnu cosa rappresenta. Cordiali Saluti

Barbara Maiani

Risposta

Sri Vishnu e’ una delle innumerevoli personalita’ divine. Krishna e’ la Suprema Personalita’ di Dio ed Egli si espande in innumerevoli forme. Vishnu e’ una di queste.

La Sua funzione primaria e’ di creare e mantenere gli universi materiali.

Il significato di Sruti e Smriti (Scritture rivelate)

domanda di Alex,

Stavo leggendo che la tradizione indiana comprende il “smrti” e la “sruti”.

Il primo significa memoria, o ricordo, e si riferisce a quei testi redatti da autorità viventi, mentre la sruti rappresenta la verità vedica, ossia la sacra conoscenza non manipolata dall’uomo.

La Baghavad Gita, testo su cui si fondano i principi base del vostro movimento fa parte del “smrti” ed è quindi la verità scritta da un uomo, pur se illuminato. Non è quindi piu’ giusto cercare i principi religiosi nei “veda”, ovvero i testi sacri per eccellenza? Dopotutto solo dai “veda” possono giungere dogmi ben precisi da seguire perchè essi sono la verità assoluta (per chi ci crede, ovviamente).

Grazie, Alex

Risposta

Gentile amico,

gli strumenti utili ad ottenere conoscenza trascendentale hanno tre divisioni. Questi sono chiamati prasthana-traya e sono:

1) sruti-prasthana,

2) smriti-prasthana e

3) nyaya-prasthana.

Non daremo qui una spiegazione approfondita di ciascuno, ma diremo solo il necessario per chiarire la questione che sollevi.

Sruti-prasthana sono i Veda e le Upanishad; Smriti-prasthana è la letteratura derivante, come i Purana e le altre Itihasa; Nyaya-prasthana è il Vedanta-sutra e altra letteratura che si occupa dell’analisi logica.

La parola Sruti significa “ciò che deriva dall’ascolto” ed è la letteratura originale della cultura spirituale. Smriti significa “ciò che deriva dal ricordo”, nel senso di “ciò che deriva dalla realizzazione”. Qualcuno afferma che Sruti è superiore a Smriti, ma non perchè – come dici nella tua email – i primi siano stati parlati da Dio in persona e Smriti invece da persone illuminate. Anche i Veda sono stati compilati da saggi che vivevano in qualcuno dei mondi di questo universo materiale. I Veda e le Upanishad si dividono in capitoli, che consistono della conoscenza tramandata da varie scuole o tradizioni (gotra), come la Gautama-gotra, la Brighu-gotra, la Agastya-gotra eccetera. Questi saggi hanno “ascoltato” la conoscenza da origini divine e poi l’hanno ripetuta ai loro discepoli. Attraverso il sistema parampara (uno dopo l’altro, da maestro a discepolo) i Veda giungono fino a noi.

Questa Conoscenza attraversa i millenni e rimane invariata. Una parte di essa – a causa delle influenze degradanti – diviene inintelligibile o impraticabile a causa della variazione epocali (gli yuga).

Quegli stessi saggi o loro pari si incarnano di epoca in epoca per spiegarne il significato. A cosa servirebbe una Conoscenza senza che nessuno possa capirla o praticarla? Il Vedanta – che è nyaya prasthana – è stato il primo esempio di Smriti. Infatti i Veda si celano al pubblico di Kali-yuga, per cui il Vedanta-sutra ne estrae di nuovo il significato filosofico, in modo tale da renderlo accessibile a una intelligenza normale. Grazie al lavoro di Sri Vyasadeva, viene creato il veda-anta, il fine ultimo o significato dei Veda.

L’opera di questi saggi che rendono comprensibili i sutra (codici) vedici diventa Smriti, letteratura di compendio. Senza Smriti, Sruti è inaccessibile. Ritenere Smriti inferiori perchè susseguenti è un errore. Non possiamo del resto dire che i saggi che hanno insegnato Sruti siano superiori e quindi più credibili degli altri. Sri Krishna ad esempio ha parlato la Bhagavad-gita, che è Smriti, ma a nessuno verrebbe mai in mente di dire che Brighu o Gautama siano superiori a Sri Krishna, che è la Suprema Personalità di Dio in persona.

Sruti e Smriti sono “due linee parallele e sorelle”, scrive Srila AC Bhaktivedanta nel Science of Self Realization (#3), e sono funzionali l’uno all’altro.

Srila Rupa Gosvami, il padre del Vaishnavismo Gaudiya e nostra massima autorità, scrive:

sruti-smrti-puranadi-

pancaratra-vidhim vina

aikantiki harer bhaktir

utpatayaiva kaipate

(Bhakti-rasamrta-sindhu 1.2.101)

“Senza Sritu, Smriti, Purana e Pancaratra il puro servizio devozionale alla Suprema Personalità di Dio non può essere ottenuto.”

12 maggio 2002 – n.1453

Innamorata del ragazzo sbagliato

Du’a Khalil Aswad aveva 17 anni. Era una ragazza di etnia kurda. E’ morta lapidata qualche giorno fa. Il suo “errore” e’ stato di essere innamorata di un ragazzo musulmano sunnita.

Per questo 9 uomini della sua famiglia l’hanno trascinata fuori di casa e lapidata. Mezz’ora di sassate per ucciderla.

In una email un amico dice

“non sarebbe meglio che non esistessero le religioni se portano a queste mostruosita’?”

Caro amico, qui non c’entra niente la religione. Questa e’ follia umana e basta.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Intervento:

Però in un certo senso la religione ha accentuato questa follia. Credendosi nel giusto, quelle persone hanno commesso un omicidio insensato, in parte giustificati e protetti dalla stessa religione.

Di esempi di follia religiosa ce ne abbiamo ogni giorno semplicemente accendendo il televisore; troviamo le guerre fra ebrei e musulmani che si contendono un pezzo di terra, quella fra hindù e musulmani fra India e Pakistan, e nel passato recente quella fra cristiani e protestanti in Irlanda, senza dimenticare le barbarie delle crociate e decine di altri esempi.

Le religioni hanno eccome le loro responsabilità, sono gli stessi esponenti massimi che fomentano l’ odio per il diverso, ma la parola religione in questo caso ha perso il suo significato originale di riunione con Dio, per indossare la maschera di chi deve giustificare comportamenti criminali.

Infine ci sono religioni che pur non invitando l’ adepto alla violenza, usano l’ arma dell’ intolleranza, come fanno alcune sette cristiane, ma non solo. In pratica, considerandosi eletti, consciamente o inconsciamente, arrivano a disprezzare gli “altri”.

Govinda Dasa

Risposta:

Ci sono anche quelli che uccidono per una squadra di calcio.

Ci sono quelli che uccidono per una fede politica.

Ci sono quelli che uccidono per il denaro.

Chi per l’orgolio.

Chi per la gelosia.

Chi per sentirsi qualcuno.

Prendi le stesse persone che hanno ucciso la povera ragazza, metti loro addosso la casacca della Juve o del Milan e vedrai che uccideranno lo stesso.

La pazzia e’ pazzia.

La religione o tutto il resto e’ solo una scusa.

L’uomo si sente vuoto, soffre. Per riempire questo vuoto e sentire che la vita ha una senso si inventa mille tipi di sciocchezze e per esse puo’ arrivare a fare qualsiasi cosa.

Intervento:

Hai perfettamente ragione caro Gurumaharaja, la religione è solamente una scusa.

In realtà non si tratta neanche di religione; ci si nasconde dietro il pretesto di far rispettare la religione, ma in effetti si da solo libero scopo agli istinti peggiori.

Certo però che i legami di sangue, soprattutto per chi non è impegnato in una via spirituale autentica, sono difficili da superare. Quelle persone dovevano essere ben plagiate da qualche “religioso”, per ammazzare una ragazzina di 17 anni, una di famiglia, per la quale il senso naturale che avrebbero dovuto provare è quello della protezione.

Govinda Dasa

Intervento:

Credo che la questione stia anche nella interpretazione erronea della “religione” e della strumentalizzazione di essa per vari fini.

Tutte le religioni autentiche hanno come base etica la non violenza e la violenza – se cosi’ si puo’ definire – puo’ essere lecita solo per legittima difesa e in casi estremi.

In questo caso non mi pare si possa parlare di legittima difesa ma solo di pregiudizi e preconcetti atti a giustificare dei comportamenti non in armonia col Dharma derivati da condizionamenti, chiusura mentale e frustrazione.

La religione, come ogni strumento o disciplina, e’ relativo all’uso che se ne fa. Possiamo usare lo stesso coltello sia per uccidere che per guarire. E’ la motivazione e lo scopo che fanno la differenza. Gli esseri umano hanno la facolta’ del libero arbitrio ma certamente sono sottoposti alla legge del Karma per cui, prima o poi, subiranno le conseguenze

(positive o negative) delle loro azioni.

Se abbiamo una visione distorta della religione quasi sicuramente la useremo male, per questo occorre avere prima di tutto una certa conoscenza per poter discernere e fare delle scelte giuste e adatte al proprio percorso spirituale.

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I Gosvami di Vrndavana

Sri Krishna Caitanya di suo pugno non scrive praticamente nulla. Lascia solo otto versi, chiamati Sri Sri Siksastaka, che per i gaudiya-vaisnava contengono l’essenza degli insegnamenti del maestro. I suoi discepoli, invece, scrivono molto. Sarebbe a dir poco complicato redigere una lista di tutte le loro opere, mi limiterò in questa sede a menzionare i principali lavori dei sei gosvami che Caitanya mandò a Vrndavana (donde l’appellativo di sad-gosvami di Vrndavana) perché ritrovassero i luoghi che, secondo la tradizione, erano stati testimoni dei divertimenti (lila) di Krishna e dei suoi devoti.

Trattasi di Rupa, Sanatana, Raghunatha dasa, Jiva, Raghunatha Bhatta e Gopala Bhatta. I primi due sono considerati i successori immediati del Mahaprabhu, Raghunatha dasa e Jiva costituiscono gli anelli successivi.

Scrivono profusamente, codificando tutta la tradizione vaisnava e conferendole dignità filosofica e scientifica. In special modo Jiva Gosvami è reputato uno degli intelletti più radiosi che l’India abbia mai avuto (59).

Gli scritti di Rupa Gosvami (1489-1564) sono numerosi. Si dice che abbia composto almeno centomila versi. Tra i suoi lavori più famosi sono da includere i due drammi Vidagdha Madhava e Lalita Madhava, trattanti rispettivamente dei divertimenti di Krishna a Vrndavana e a Dvaraka. Forse persino più importanti di questi due drammi sono Bhakti- Rasamrta-Sindhu, in cui “si può capire l’essenza del servizio devozionale a Krishna e il provare il gusto trascendentale che può essere derivato da tale servizio ” (60), e Ujjvala-Nilamani: il servizio devozionale nel madhurya-rasa, descritto scarnamente nel Bhakti-Rasamrta- Sindhu è ampiamente elaborato nell’Ujjvala-Nilamani, che descrive differenti tipi di amanti di Krishna, i loro assistenti e, in genere, coloro che gli sono molto cari. In entrambi i lavori Rupa Gosvami “sviluppa il suo bhakti-rasa-sastra per il beneficio dell’umanità intera” (61). Dello stesso autore sono da menzionare Upadesamrta, Dana-Keli-Kaumudhi, Laghu Bhagavatamrta.

Il Brhad-Bhagavatamrta, composto da Sanatana Gosvami (1488-1558), si divide in due parti. La prima parte è uno studio analitico dei segreti della saggezza vedica: include, tra l’altro, una descrizione dettagliata degli altri mondi: dagli universi materiali al regno di Dio. Degne di nota sono, a mio parere, le definizioni che l’autore usa per alcune “personalità” onnipresenti nello scenario del trascendente induista. Brahma, ad esempio, è descritto come un devoto rappresentativo del karma-misra-bhakti, il livello di servizio devozionale ancora influenzato da (lett.: misto a) desideri interessati. Siva, d’altro canto, è l’emblema del devoto tutto permeato dal desiderio della conoscenza (jnana-misra-bhakti). Tuttavia, mentre Brahma e Siva non sono necessariamente su questo livello, lo sarà sicuramente chi è attratto da tali divinità.

Allorché si oltrepassa la soglia del reame della suddha- bhakti ( lett.: devozione pura) ritroviamo altri nomi famosi. Prahlada (62) rappresenta il santa-rasa (il sentimento di acquietamento); Hanuman (63), la servitù ideale (dasya- rasa) e ancora più su nella purezza di devozione incontriamo i Pandava (64), che simboleggiano il rapporto dell’amicizia ideale (sakya-rasa)… La gerarchia culmina, naturalmente, nell’amore delle gopi (65), capeggiate da Radharani. E’ quest’ultimo il madhurya-rasa maggiormente auspicato, il livello più elevato. Nella seconda parte dello scritto Sanatana Gosvami descrive le glorie del mondo spirituale, conosciuto come Goloka-Mahatmya-Nirupana. Dasama-Tippani è, invece, un commento al decimo canto del Srimad-Bhagavatam: questo lavoro spiega chiaramente i punti di vista dei seguaci di Caitanya sulle attività di Krishna. In seguito, Jiva Gosvami darà vita a una nuova edizione del Dasama-Tippani, pubblicata sotto il titolo di Laghu-Tosani. Malgrado durante il corso della sua vita Sanatana Gosvami, insieme al fratello Rupa, si sia ritrovato nelle circostanze di dover lavorare per il governo islamico, allora dominante in Bengala e in altre regioni dell’India, non tralascia mai gli studi e il suo modo di vivere da perfetto vaisnava. Non a caso in quei momenti scrive il Sadacar Paddhati, testo che si basa su antiche conclusioni scritturali (66).

Raghunatha dasa Gosvami (1495-1571) scrive sia in prosa che in versi dei passatempi intimi di Radha e Krishna. La sua opera è stata suddivisa in tre volumi, che sono: Stava- Mala (o Stavavali), Dana-Carita (o Dana-Keli-Cintamani) e Mukta-Carita.

Jiva Gosvami (1513-1598), nipote di Rupa e Sanatana, delinea la genealogia della sua famiglia nel Laghu-Tosani. Genealogia che riveste un’importanza fondamentale visto che in essa convergono le poche informazioni che esistono sul background familiare di Rupa, Sanatana e Jiva. Jiva è il più giovane e lo scrittore più prolifico, ma è anche l’ultimo fra i sei gosvami a raggiungere Vrndavana, con la conseguenza di non essere menzionato in nessuna della prime biografie su Caitanya. Le scarne notizie che si riescono ad avere di questo scrittore vaisnava provengono soprattutto dal Bhakti-Ratnakara (67) e, anche se in relazione sempre con gli altri cinque gosvami, su di lui si fa anche riferimento in parecchi versi del Caitanya- Caritamrta. Particolarmente esperto di ogni aspetto della filosofia vedanta, scrive l’opera Sarva-Samvadini, che riprende i commenti divergenti sui Vedanta-Sutra di Madhva, Ramanuja, Sankara, Vacaspati.

Il testo lo rende un’autorità nel campo dei letterati e tuttora la Benares Hindi University dedica un intero dipartimento allo studio dei suoi lavori. Jiva Gosvami compone e cura la pubblicazione di almeno venticinque testi, in seguito assurti tutti a classici della tradizione gaudiya. Della sua grammatica, intitolata Hari-Namamrta-Vyakarana, Janardana Cakravarti ha detto: “Un trattato geniale davvero… utilizzare i nomi di Dio per enunciare le regole della grammatica Sanscrita…” (68). Il precedente di spiegare la grammatica utilizzando gli innumerevoli appellativi di Krishna era stato messo a punto dallo stesso Caitanya. Jiva Gosvami non ha fatto altro che emulare il maestro. Tra le opere più intensamente teologiche è Gopala-Campu, grande epica in un complesso stile poetico, illustrante la gamma delle attività di Krishna nella sua manifestazione originale. Ugualmente denso di significati è il famoso Krama Sandarbha. Descritto sovente come il “settimo dei sei sandarbha”, è un commento decisamente elaborato dei dodici canti del Srimad-Bhagavatam. Ancora più importanti sono i Sat (sei) Sandarbha stessi (69). Si dice che i sandarbha rappresentino la perfezione di sambandha-jnana, abhideya-jnana e prayojana-jnana (70). Di questi sei, i primi quattro sandarbha sono dedicati a sambandha; il quinto tratta di abhideya; il sesto di prayojana.

Di Raghunatha Bhatta Gosvami (1505-1579) non si conoscono scritti, ma si sa che durante la sua vita si occupa con grande zelo del Srimad-Bhagavatam, che ritiene l’opera migliore di tutta la tradizione vaisnava.

Tra i lavori letterari di Gopala Bhatta Gosvami (1503-1578 / 1500-1585) ricordiamo il Sat-Kriya-Sara-Dipika, un classico sui principi del vaisnavismo gaudiya. Questo scrittore cura, inoltre, la pubblicazione dell’Hari-Bhakti- Vilasa di Sanatana Gosvami (in verità la paternità dell’opera è controversa, in quanto non si riesce a stabilire se il suo autore sia Sanatana o Gopala Bhatta). La tradizione vaisnava considera l’Hari-Bhakti-Vilasa una smrti (71): composto di venti capitoli (vilasa), il testo si occupa di tutte le trappole ed i pericoli che si possono incontrare sul sentiero della devozione. Con un’analisi rigorosa, l’autore porta il lettore a conoscere, passo dopo passo, le regole fondamentali fino ai livelli più alti dell’etichetta vaisnava.

Note

  1. Informazioni più particolareggiate sui sei gosvami sono reperibili in STEVEN ROSEN, The six gosvamis of Vrndavan, Folk Books, 1990
  2. Ibid, p. 104 61. Ibid.
  3. La storia di Prahlada è nella seconda parte del VII Canto del SB. Per un breve sunto vedi infra, p.126
  4. Personaggio del Ramayana, classico indiano celebrante le gesta del re Rama, incarnazione di Visnu. Hanuman è il devoto di Rama per eccellenza. Ha le sembianze di una scimmia ed è il fratello di Bhima, uno dei Pandava (entrambi sono stati generati da Vayu, il deva del vento). Per ulteriori dettagli, cfr. MARIO SAVELLONI, Il Ramayana, Edizioni Veda, Firenze 1987, pp. 151 e 152
  5. I cinque figli di Pandu. Vedi infra, pp. 139 e 140
  6. Pastorelle, amiche ed amanti spirituali di Krsna durante la sua giovinezza. Vedi infra, p.136
  7. Cfr. Steven Rosen, op. cit., p. 116
  8. NARAHARI CAKRAVARTI, Bhakti-ratnakara (edizione bengali), Gaudiya Ma ̃h, Calcutta 1960
  9. Cfr. STEVEN ROSEN, op. cit., p. 162
  10. Un sunto dei loro contenuti ci viene dato da Srila Prabhupada: “Bhagavat-Sandarbha è anche conosciuto come Sat-Sandarbha. Nella prima parte, chiamata Tattva- Sandarbha, è provato che lo Srimad-Bhagavatam è l’evidenza più autorevole che descrive direttamente la Verità Assoluta. Il secondo sandarbha, chiamato Bhagavat- Sandarbha, delinea una distinzione tra Brahman impersonale e Paramatma localizzato… Il terzo sandarbha è chiamato Paramatma-Sandarbha, e in questo libro c’è una descrizione di Paramatma (l’Anima Suprema) e una spiegazione di come l’Anima Suprema esista in milioni e milioni di esseri viventi… Lì troviamo anche una discussione di come le incarnazioni lila-avatara rispondano ai deisderi dei devoti e come la Suprema Personalità di Dio sia caratterizzata da sei opulenze… Il quarto sandarbha è chiamato Krsna-Sandarbha, e in questo libro viene porvato che Krsna è la Suprema Personalità di Dio… Il quinto sandarbha è chiamato Bhakti-Sandarbha… dove c’è una discussione di come il servizio devozionale può essere eseguito in modo diretto… Il sesto sandarbha è chiamato Priti-Sandarbha, ed è una tesi sull’amore per Dio” (CC Madhya-lila I, comm. al v. 43)
  11. Vedi infra, p. 184

71 Per smrti s’intende la tradizione di testi sacri indiani non attribuibile a origine divina diretta.

Il devoto puo’ avere un hobby?

Messaggio da: Alessandro

Hare Krishna .

gent.mo Manonatha Dasa,

desideravo chiederle se nella vita del devoto c’e spazio per i propri hobby o attività personali.

C’e chi ama l’arte, chi la musica , chi fare sport..etc.. c’e spazio nella vita del devoto per poter esercitare uno spazio personale e continuare a custodire alcune delle cose che accomunano con la vita quotidiana di ciiascuno di noi? Oppure questa scelta di vita occupa ,o obbliga,ad usare il tempo soltanto per Krishna e la devozione?

Grazie Alessandro

Risposta

Caro amico Alessandro,

stavo giusto ricordando alcuni momenti della mia vita e parlandone con alcuni devoti.

Fin da bimbo ho avuto sempre una passione per la filosofia e la letteratura. Specialmente la storia. Mi appassionavano le cronache antiche. E quando dico fin da bimbo voglio proprio dire bimbo. Ho imparato a scrivere che avevo cinque anni, ho scritto il mio primo raccontino a otto.

Certo ora il mio italiano e’ un po’ rovinato dall’uso di altre lingue. La vita poi porta a una fretta tale che non si ha tempo per perfezionare cio’ che si fa. Si perde il gusto della forma e si predilige la sostanza.

Negli anni della mia gioventu’ ho scritto vari racconti e anche trattatini di logica e filosofia. Cose da ragazzi, ovvio, pero’ a me piaceva un mondo. Era il momento piu’ bello della giornata quando mi siedevo alla scrivania e davo libero sfogo ai pensieri e alle emozioni attraverso lo strumento che conoscevo meglio, la scrittura.

Scrivevo a mano, con le BIC di plastica, non c’erano i computer e non mi piaceva la macchina da scrivere perche’ pensavo che la grafia portava con se’ un messaggio addizionale. Rileggendo e vedendo come era scritto mi ricordavo cose che magari non avevo scritto.

Quando sono diventato devoto di Krishna, a 18 anni, i devoti mi hanno detto che non dovevo scrivere, che dovevo rinunciare, e allora sono andato sotto i porticati dell’antico acquedotto romano di via Mistretta, a Roma, e ho fatto un gran falo’ di tutti i miei manoscritti.

Quando sono maturato ho capito che quell’istruzione non era giusta, che non dovevo rinunciare a scrivere, ma che

dovevo solo imparare a scrivere per Krishna.

Quando l’ho capito mi si e’ aperta davanti alla mente un orizzonte sconfinato di espressione artistica. Krishna e’ infinito. Potevo scrivere all’infinito.

Talvolta non dormo pensando a quello che potrei scrivere. Purtroppo gli altri impegni della vita devozionale mi impediscono di farlo quanto e come vorrei.

Ad oggi ho scritto parecchi libri, se vuoi li trovi nella nostra Libreria, ma mi piacerebbe scriverne tanti altri. Mi auguro che questa vita cambi presto in modo da potermi dedicare a tempo pieno alla mia passione.

Scusa se ti ho annoiato con questa storia, ma e’ la risposta alla domanda: non rinunciare alle tue passioni. Impara solo a viverle in coscienza di Krishna.

Certo ci sono hobby difficili da conciliare con la coscienza di Krishna ma se il tuo non e’ la caccia, la pesca, il poker o cose del genere, puoi piano piano imparare come coltivare un’arte in coscienza di Krishna.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Domanda:

Caro Manonath Prabhu,

leggerti è sempre un grosso piacere, hai il potere di interessare e affascinare, è evidente quindi come tu sia assolutamente vocato per questa attività!

Mi piacerebbe chiederti: ma se un devoto volesse avere un hobby che con Krishna o la vita spirituale non c’entri nulla? Mi spiego con un esempio: se per caso tu, Prabhu, decidessi per un ritorno di passione, di scrivere un saggio storico o filosofico come facevi negli anni della tua adolescenza, saggio per nulla attinente con l’Universo di Krishna, lo riterresti ugualmente fattibile?

Grazie, haribol! Bhakta Giovanni

Risposta:

La passione non mi e’ mai passata.

Si e’ solo spostata da Maya a Krishna, per la gentilezza del mio maestro spirituale.

Un ritorno di passione per l’illusione materiale? Non credo proprio, spero che non succeda.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Domanda:

Quindi, se ho ben capito, per un devoto iniziato sono opportuni quegli hobbies, svaghi o passioni che dir si voglia, in attinenza diretta o indiretta con la Coscienza di Krishna.

Le passioni del tutto scollegate rispetto a Krishna sono da considerarsi maya, perciò non indicate, “non fruibili” e d’intralcio.

O forse la si può vedere in termini leggermente diversi: un devoto perde il desiderio di interessarsi a cose che non attengono alla Coscienza di Krsna, quindi è impossibile che si appassioni a cose che sono in connessione con forme di cultura mondana.

Bhakta Giovanni

Risposta:

C’e’ un verso interessante nella Bhagavad-gita (2.59) che illustra questo punto.

visaya vinivartante

niraharasya dehinah

rasa-varjam raso ‘py asya

param drstva nivartate

“L’anima in un corpo puo’ privarsi della gioia dei sensi, pero’ il gusto per gli oggetti dei sensi rimane. Tuttavia, cessando l’esperienza sensoriale attraverso la sperimentazione di un gusto superiore, egli diviene fisso in coscienza.”

Questa e’ la ragione per cui il devoto avanzato non sente attrazione per le cose del mondo. Egli non si priva di nulla, semplicemente non sente le attrazioni materiali. E come e’ possibile? Perche’ sperimenta un gusto superiore nelle esperienze spirituali.

Il devoto avanzato vede tutte le cose materiali come un inutile spreco di tempo e di energie perche’ le vede false e prive di qualsiasi gusto.

dharmah svanusthitah pumsam

visvaksena-kathasu yah

notpadayed yadi ratim

srama eva hi kevalam

“Le attivita’ occupazionali di un uomo secondo la propria posizione sono solo uno spreco di tempo a meno che non provochino un’attrazione per il messaggio della Personalita’ di Dio.” (Srimad-Bhaggavatam 1.2.8)

In altre parole il devoto e’ cosi’ attratto a Krishna che spontaneamente e naturalmente non cerca piu’ le cose del corpo.

La Sri Ishopanshad – un riassunto

Nonostante sia composta di soli diciotto versi, questa è considerata una delle Upanishad più importanti.

Fin dal primo verso, si definiscono le qualità della Personalità di Dio. Viene detto che Egli è perfetto e completo, che nulla Gli manca. Di conseguenza, con le dovute proporzioni e tenendo conto delle rispettive funzioni, tutto ciò che emana da Lui è similmente perfetto e completo. Ma nell’atto creativo Egli non perde nulla di se stesso, non si annulla nella Sua creazione, e dunque rimane sempre completo e indipendente.

Ogni cosa che esiste, animata o inanimata che sia, è controllata dal Signore e a Lui appartiene. Sapendo ciò, nessuno deve prendere più di ciò che gli è necessario alla sopravvivenza. Se agisce con questa coscienza potrebbe anche a vivere per centinaia di anni, perché non è più soggetto alle terribili leggi del karma. Questo è il modo corretto di comportarsi in questo mondo. Colui che “uccide l’anima” vive e induce altri a vivere nell’ignoranza: chiunque egli sia, entra nei bui pianeti dove non esiste la conoscenza.

Sebbene non abbandoni mai la Sua dimora, La Suprema Personalità di Dio è più veloce di ogni cosa e nessuno, neanche i deva più potenti, gli si possono avvicinare con i loro poteri materiali. Egli li controlla tutti. Nessuno è potente come Lui. Egli cammina e non cammina; molto lontano, è anche molto vicino; allo stesso tempo è dentro e fuori ogni cosa.

Chi vede tutto in relazione al Supremo Signore, chi vede tutte le entità viventi come parti della Sua energia divina, chi Lo vede dentro ogni cosa, non odia nulla e nessuno. Egli vede tutte le entità viventi come scintille spirituali, in qualità per nulla dissimili al Signore: sapere ciò è vera conoscenza.

Costui non conosce l’illusione e l’ansietà. Questi conosce realmente “il più grande di tutti”, che non possiede un corpo materiale, che non conosce l’errore, che non ha vene come noi, che è puro e incontaminato, il filosofo che non necessita di nulla e di nessuno, che da sempre soddisfa i desideri di tutti.

Coloro che coltivano l’ignoranza entrano nelle più oscure regioni dell’ignoranza, ma peggiore ancora è il destino di chi coltiva la falsa conoscenza. Infatti i risultati che provengono dalla conoscenza sono ben diversi da quelli che si ottengono dalla nescienza. Solo chi è in grado di conoscere la verità sull’ignoranza e sul sapere trascendentale (mettendole a confronto) può sconfiggere le nascite e le morti ripetute, e godere così della piena benedizione dell’immortalità.

E chi adora gli esseri celesti (i deva) entra nelle regioni buie dell’ignoranza, e ancora peggiore è il destino di coloro che ambiscono fondersi nell’Assoluto Impersonale. Risultati diversi ottengono coloro che adorano ciò che è Supremo e coloro che adorano ciò che non lo è. Tutto ciò è stato spiegato con chiarezza da quelle autorità imperturbabili che hanno trasceso ogni illusione.

E’ necessario conoscere perfettamente la Suprema Personalità di Dio e il suo Nome Trascendentale, così come il meccanismo della creazione materiale. Chi conosce tutto ciò vince la sua battaglia contro la morte e si trasferisce al di là della manifestazione cosmica effimera, entrando nel regno trascendentale di Dio, dove gode di una vita eterna fatta di felicità e di conoscenza.

O mio Signore, sostenitore di tutto ciò che vive, il Tuo vero viso è coperta dalla Tua luce accecante: per favore, rimuovi quella copertura e mostrati al Tuo puro devoto. Mio Signore, filosofo primordiale, mantenitore dell’universo; o principio regolatore, destinazione ultima dei Tuoi puri devoti, benefattore dei progenitori dell’umanità; per favore, sposta la luce abbagliante di quei raggi trascendentali, così che io possa ammirare la Tua forma fatta di felicità. Tu sei l’eterna Suprema Personalità di Dio, simile al sole, come lo sono io.

Fa che questo corpo temporaneo sia ridotto in cenere, e fa che il mio soffio vitale si immerga nella totalità dell’aria. Ora, o Signore, per favore, ricorda tutti i sacrifici che Ti ho dedicato; ricorda tutto ciò che ho fatto per Te. O mio Signore, potente come il fuoco, o onnipotente, ora Ti offro tutti gli omaggi e cado ai Tuoi piedi. Guidami lungo il giusto sentiero che porta a Te. E siccome tu sai cosa ho fatto nel passato, liberami dalle reazioni dei peccati, cosicché il mio avanzamento non conosca ostacoli.

Profezia riguardante l’avvento di Gesu’ nei Purana

Il ‘Bhavishya Purana’che riguarda ‘Isha Putra’(Gesù)

Il ‘Bhavishya Purana,’un’antica Scrittura vedica composta 5000 anni fa, predice l’avvento di Gesù e menziona che egli avrebbe visitato l’India. I versi che seguono si trovano in questo Testo. Come un sogno viene narrato al passato, allo stesso modo i rishi hanno narrato queste predizioni come se esse fossero già accadute, poiché esse sono state ‘viste’ direttamente attraverso le loro visioni mistiche:

ekadaa tu shakadhisho himatungari

 samaayayau hunadeshasya madhye

vai  giristhan purusam shubhano

dadarsha balaram raajaa

“Una volta, il soggiogatore dei Saka si diresse verso Himatunga e nel centro della regione chiamata Huna (Hunadesh – la zona vicino Manasa Sarovara o la montagna Kailash nel Tibet Occidentale), il potente re vide una persona propizia che viveva su una montagna. La carnagione dell’uomo era di colore dorato e indossava abiti bianchi.”

ko bharam iti tam praaha

su hovacha mudanvitah

iishaa purtagm maam viddhi kumaarigarbha sambhavam

“Il re chiese: ‘Chi sei , o signore?’ Egli rispose con grande gioia: ‘Dovresti sapere che io sono Isha Putra, il Figlio di Dio e sono nato da una vergine. ’”

mleccha dharmasya vaktaram

satyavata paraayanam

iti srutva nrpa praaha

dharmah ko bhavato matah

“ ‘Io sono l’illustratore della religione degli mleccha e aderisco rigorosamente alla Verità Assoluta. ’ Sentendo ciò, il re gli chiese: ‘Secondo la tua opinione, quali sono i principi della religione?’”

shruto vaaca maharaja

prapte satyasya amkshaye

nirmaaryaade mlechadesh

mahiso ‘ham samaagatah

“Ascoltando queste domande del re Salivahara, Isha Putra disse: ‘ O re, quando è sopravvenuta la distruzione della verità, io, Masiha (Messia) ,il profeta, sono venuto in questo paese di persone degradate e dove i princìpi della religione non sono seguiti. Imbattendomi in quella condizione tremenda e irreligiosa di barbari che si propagava da Mleccha-Desha, mi sono dedicato al profetismo.’”

mlecchasa sthaapito dharmo mayaa tacchrnu bhuupate maanasam nirmalam krtva malam dehe subhaasbham naiganam apamasthaya japeta nirmalam param nyayena satyavacasaa manasyai kena manavah

dhyayena pujayedisham suurya-mandala-samsthitam acaloyam prabhuh sakshat- athaa suuryacalah sada

“O re, per favore, ascolta quali princìpi religiosi ho stabilito tra gli mleccha. L’essere vivente è soggetto a contaminazioni buone e cattive. La mente deve essere purificata accettando un’adeguata condotta e recitando il japa. Recitando i santi nomi si ottiene la più alta purificazione. Come il sole inamovibile attrae, da tutte le direzioni, gli elementi di tutti gli esseri viventi, il Signore della regione solare, che è fisso e che è infinitamente affascinante, attrae i cuori di tutti gli esseri viventi. Così, seguendo le regole, essendo veritiero, sereno e meditativo, o discendente di Manu, si dovrebbe adorare il Signore inamovibile.”

isha muurtirt-dradi praptaa

nityashuddha sivamkari

ishamasihah iti ca

mama nama pratishthitam

“Avendo posto la forma eternamente pura e propizia del Signore Supremo nel mio cuore, o protettore del pianeta Terra, ho predicato questi princìpi attraverso la stessa fede degli mleccha e così il mio nome è diventato ‘isha-masiha’ (Gesù, il Messia).”

iti shrutra sa bhuupale natraa tam mlecchapujaam sthaapayaamaasa tam tutra mlecchastaane hi daarune

“Dopo avere ascoltato queste parole e offrendo i propri omaggi a quella persona che è adorata dalle persone viziose, il re umilmente gli chiese di fermarsi in quella tremenda terra degli mleccha.”

svaraajyam praaptavaan

raajaa hayamedhan cikirat

rajyam krtva sa sasthyabdam

svarga lokamu paayayau

“Il re Salivahara, dopo avere lasciato il suo regno eseguì un’asvamedha-yajna e dopo avere governato sessanta anni, andò sui pianeti celesti. Allora, per favore ascolta che cosa accadde quando il re andò su Svargaloka.”

Il nostro maestro spirituale, Srila A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada, ha detto molte volte che Gesù era un devoto, dotato di particolari poteri, inviato dal Signore per ristabilire i princìpi della religione.

dalla corrispondenza privata di Manonath prabhu

Ram ebbe una visione?

Messaggio da: angelo genovese

Nello Schuré “I Grandi Iniziati” si narra di Ram che in sogno ebbe una visione che lo indusse a cogliere il vischio per curare una pestilenza. In quale opera si trova questa storia? Grazie

Risposta:

In nessuna opera che io conosca.

La maggior parte delle storie riportate sul testo che menzioni sono inventate di sana pianta e nascono dalla fervida immaginazione dell’autore.

I Veda narrano di fatti realmente accaduti. Il testo di storia sulla vita di Sri Rama si chiama “Il Ramayana” e fu compilato dal saggio Valmiki.

Puoi trovare “Il Ramayana” in italiano nella nostra libreria.

www.manonatha.com

Shiva Lingam

Domande

*** Shiva Lingam

On 5/25/07, Maurizio <****> wrote: >

> Salve a tutti vorrei sapere se avete un libro che tratti su come iniziare a

> venerare lo SHIVA LINGAM.

> Vorrei gentilmente chiedervi se le pietre vendute ovalizzate che vendono

> quanto sono vicine a quelli dei templi indiani. > Grazie Maury

Risposta

Gentile amico, Hare Krishna.

No, al presente non abbiamo un libro che tratta delle Shiva Lingam.

Al proposito delle pietre ovalizzate, dipende da molti fattori per detrrminare se sono autentiche o no. In genere quelle vendute in occidente raramente sono autentiche.

Hare Krishna

PS:

Il nostro sito web, www.isvara.org

La nostra Libreria: www.manonatha.com

Seconda Risposta:

Gentile amico Hare Krishna.

Si’ l’avevamo ricevuta. Scusa il ritardo ma siamo stati di viaggio, di ritorno dall’India all’Italia ed eravamo (ancora siamo) senza connessione Internet.

Ho visto le foto e onestamente non sembrano Shiva Lingam autentiche, pero’ si dovrebbe vedere meglio.

Inoltre, al di la’ degli aspetti tecnici, nella venerazione di Divinita’ la cosa piu’ importante e’ la devozione. Talvolta sono piu’ ascoltate preghiere dette male ma con il cuore che dizioni sanskrite perfette pero’ dette in modo meccanico.

Questo non vuole dire che uno non debba imparare e sforzarsi di fare le cose fatte bene, giacche’ questa disciplina e’ parte della devozione.

Saluti e spero di risentirti presto e spesso con altre domande riguardanti la cultura spirituale dell’India.

Storie mitologiche

Messaggio da: Tommaso

Buona sera a tutti!

molto interessante il vostro sito! hare krishna

posseggo a casa mia alcuni vostri libri e riviste. la domanda è la seguente:

-come mai qunado si leggono le storie della tradizione cristiana (la caduta dell’arcangelo Lucifero, Adamo ed Eva ecc ecc) oppure le storie dell’antica grecia,queste le si designano come mitologiche mentre le storie delle scritture vediche (l’avatara mezzo uomo mezzo leone, rama con i suoi discepoli mezzi uomo mezzi scimmia,ecc ecc) devono essere considerate come fatti realmente accaduti?

grazie per la risposta

Risposte:

In linea di principio non ci sono ragioni per credere che le storie contenute nelle scritture cristiane o greche siano mitologie. Chi lo sostiene deve portarne le prove.

Il fatto che oggi non esista un essere mezzo uomo mezzo leone non e’ una prova. Cento anni fa non esisteva Internet e non per questo il piu’ grande sistema di comunicazione inventato dall’uomo e’ mitologico.

C’e’ una sottile e alquanto irritante forma di disonesta’ intellettuale che serpeggia negli ambienti scientifici, di voler rifiutare tutto cio’ che non conduce alle loro convinzioni di base, come quella dell’inesistenza di Dio e dello spirito.

Grazie all’opera seria di ricercatori onesti oggi molte cose che fino a ieri erano etichettate come “mitologie” oggi sono accettate come dati fatto reali.

Andiamo avanti negli studi, dunque, e si vedra’ che i Veda dicono il vero.

Al riguardo della letteratura cristiana, il guanto della sfida e’ nelle mani degli studiosi interessati a quella tradizione.

:: Manonatha Dasa (ACBSP) ::

Reiniziazioni e iniziazioni

Qualche giorno fa c’e’ stata una domanda al riguardo delle iniziazioni–reiniziazioni.

Dico qualcosa.

Secondo Sri Narahari Sarakara Thakura, non si dovrebbe abbandonare il proprio maestro spirituale in nessuna circostanza, neanche se cade dal sentiero spirituale, eccetto se diventa contrario a Krishna e i Suoi devoti (in gergo, se diventa asurico, demoniaco).

L’iniziazione e’ valida, non c’e’ bisogno di reiniziazione.

Oggigiorno si vedono fenomeni di reiniziazioni facili, persino di devoti il cui Guru non e’ mai caduto. Questo e’ offensivo e non e’ una pratica Gaudiya Vaishnava autentica bensi’ una seria deviazione dal sentiero tracciato dagli Acarya.

Nel caso del devoto il cui Guru abbia abbandonato la coscienza di Krishna e senta il bisogno di una guida, puo’ accettare un Vaishnava qualificato come Shiksha Guru (istruttore). L’iniziazione formale non e’ necessaria se non per un fattore psicologico.

Nel caso che uno prenda iniziazione da un non-devoto, allora puo’ tranquillamente prendere iniziazione da un Guru Vaishnava. In questo caso non si parla di “reiniziazione” ma di “iniziazione”, in quanto quella cosiddetta iniziazione non ha nessun valore.

Se un devoto incontra un maestro a suo parere superiore al proprio Guru o che comunque pensi che possa aiutarlo, deve chiedere il permesso e ricevere benedizioni dal proprio Maestro per andare a scuola da costui.

Secondo Sanatana Gosvami (Hari Bhakti Vilasa) il Guru che non analizzi il discepolo personalmente per almeno un anno e il discepolo che non faccia la stessa cosa con serieta’, ambedue cadono e vanno all’inferno.

Accettare un maestro spirituale e prendere iniziazione da lui e’ una cosa seria, non un gioco. Si guardi bene prima di farlo. Si accetti un Guru qualificato che possa aiutare, non una foto da porre sul comodino; si cerchi un Guru presente, non una icona tanto per poter dire “ho un Guru” e poi poter fare cio’ che si vuole; lo si analizzi personalmente e non lo si prenda solo per sentito dire.

Risoluzioni politico campanilistiche

Messaggio da: sergio

Caro Manonatha Prabhu, accetta i miei umili omaggi, tute le glorie a Srila Prabhupada.

Pratico la coscienza di Krishna da circa tre anni, ed avrei una domanda da porti, fra le tante, ma è quella che mi ritorna spesso in mente.

Perchè di un movimento spirituale autentico come questo si ricorre a risulozioni politico campanilistiche se non addirittura settarie del tipo: non puoi associarti a devoti che non sono dell’iskcon, e da una altra perte ti dicono: se vuoi sostenere la nostra missione non ti devi associare più con devoti dell’iskcon.

Ma i Vaisnava,(almeno quelli della stessa sampradaia)non dovrebbero essere tutti uniti per espandere la missione che il Signore Caitanya ha affidato loro?

A quanto ho potuto vedere per esperienza diretta non è proprio così, anzi…

Sergio

Risposta

Gentile amico Sergio,

ricevi i miei rispettosi omaggi. Tutte le glorie a Srila Prabhupada, a Sri Sri Nitai Gauranga, a Sri Sri Radha Govinda.

Grazie per la domanda.

Non so da chi hai ascoltato l’una o l’altra cosa per cui non posso dire niente dei casi che mi riporti. C’e’ gente immatura e fanatica in tutte le famiglie spirituali, l’impressione che hai tratto da quelle frasi non e’ l’intenzione dei leader spirituali di nessun movimento autentico.

Per quanto mi riguarda io mi trovo bene in compagnia di chiunque sia cosciente di Krishna e preferisco non stare con coloro che usano la spiritualita’ per sfogare i propri istinti alla rissa e all’offesa.

Non ci sono dubbi che varie famiglie Vaishnava, create da maestri spirituali differenti, presentino nei loro insegnamenti e pratiche differenze tali che giustificano la necessita’ di stare separati. E’ certamente impossibile far coesistere nello stesso posto discipline diverse.

Tuttavia, siccome la matrice e’ la stessa, queste famiglie spirituali hanno piacere a stare insieme, a fare grandi kirtana e festeggiare tutti insieme con grande atmosfera di fratellanza le ricorrenze piu’ importanti. Questo si vede molto bene in India, dove tutte le Math si incontrano regolarmente.

La formula corretta e’ “unione nella diversita’”.

Anche nel mondo spirituale ci sono diversita’, perche’ non dovrebbero esistere qui? Le diversita sono varieta’, che e’ la spezia della vita.

Questa “unione nella diversita’” puo’ diventare qualcosa di sgradevole nel caso di cattivo comportamento da parte di qualcuno, come quando si va nel posto degli altri (un tempio, una casa, un sito) per criticare, per portarsi via la gente, e cose anche peggiori. In questo caso e’ lecito che gli amministratori dicano “visto che non conoscete le regole dell’educazione, fate la cortesia di non venire piu’ qua”.

Tutte queste problematiche non possono essere comprese ne’ sono vissute da chi sta a casa propria e frequenta un tempio una volta ogni tanto, dove non vivendoci non respira l’aria di una vita disciplinata sotto un Guru nell’ambiente di un Tempio.

Per cui capisco chi non riesce ad afferrare come mai i devoti di Krishna non stiano tutti assieme. Sarebbe come mettere nello stesso monastero francescani benedettini e domenicani. Sarebbe come mettere nella stessa classe ragazzi del liceo artistico del classico e della ragioneria. Sarebbe come far vivere nello stesso appartamento intellettuali hooligans e casalinghe.

Per avanzare nella vita spirituale e’ necessario trovare un Guru (maestro spirituale) autentico e seguire la sua disciplina. Io sono discepolo di Srila Prabhupada, sono convinto che la sua sia la migliore e quindi pratico e insegno quella.

La diversita’ va coltivata e non soffocata da un senso di unione artificiale. Dal canto suo l’unione va coltivata con il rispetto e l’apprezzamento reciproco nonostante le diversita’.

Avevamo fatto voto di non parlare piu’ di tali argomenti su Isvara.org. Faccio eccezione in questo caso solo perche’ ogni tanto e’ giusto ricordare qual e’ la mia posizione al riguardo.

Tuo servitore

Manonatha Dasa (ACBSP)

Libri feroci

Messaggio da: alex (uno pseudomino)

“Per i libri si sono commessi crimini,combattute guerre, a causa loro ci si è ritirati dalla vita,si è perso i propi cari,si è falsificato,rubato e ucciso.

C’è chi non riesce più a vivere in casa o ha distrutto la famiglia o ha commesso infamie per motivi <<libreschi>>,ma non chiedetegli di ravvedersi. Sarebbe solo pronto a continuare.”

Quanta follia o fanatismo possono derivare dai libri? Qunata saggezza invece?

Un libro può davvero cambiare la vita?

(premetto che nel vostro caso non si tratta di semplici libri..,un accezione più specifica alle Sacre Scritture)

Risposta:

Non mi ricordo di una guerra combattuta per i libri; eppure studiare la storia e’ stato il mio hobby da ragazzo, piacere che ho mantenuto da adulto studiando storia puranica (dell’India antica ) e scrivendo vari libri al riguardo.

Alessandro il Macedone ha conquistato il mondo allora conosciuto per sete di potere; altrettanto Roma, la caput mundi. Elena, che e’ stata il pretesto per una guerra durata dodici anni, non era un libro. E neanche mi pare che Hitler, entrando a Parigi, volesse razziare la Biblioteca Nazionale o che un Umberto Eco dell’epoca glielo avesse suggerito.

Se, a qualche analista imperbolico, venisse da concludere che i libri sono la causa della guerra in Irak e non il petrolio che li’ scorre tanto quanto l’acqua del Gange, si potrebbe rispondere – dopo una poderosa e doverosa alzata di sopracciglia – che semmai e’ cosa c’e’ scritto dentro che potrebbe scatenare un conflitto.

Nulla e’ inerentemente maligno. Lo diventa se lo si usa male.

Con i pugnali che usarono per massacrare Cesare, Bruto e i suoi accoliti potevano magari tagliarci della frutta sana e salutare. Internet si puo’ usare per trovare bambini da violare oppure per informarsi sulla poesia e sulla letteratura. I motori dei carrarmati israeliani che impazzano in Palestina potrebbero essere messi in automobili potenti per andare in giro a far cantare Hare Krishna alla gente.

Il libro e’ un bell’oggetto. Dura tanto e non stanca gli occhi come il monitor di un computer.

Evviva il libro se le parole stampatevi sulle pagine sono sagge e formative, dunque.

Qualche domanda da Alex

Messaggio da: alex

Buonasera a tutti!

Da qualche tempo mi sono imbattuto sul vostro sito e così ho deciso da farvi qualche domanda.

– Da quale presupposto una persona deve partire per poter credere nell’esistenza di un Essere Superiore,di Dio?

– Studiando il noto scrittore italiano Pirandello,si legge che lui proponeva il concetto di “Relativismo Psicologico”,ovvero che non

esiste una unica Verità ma molteplici Verità in base a quante sono le persone che la elaborano.

Quindi come poter scegliere che quel percorso spirituale o quella conoscenza dicono il vero e sono la strada giusta da seguire?

Avendo conosciuto il vostro movimento come supporre che voi sieta l’unica alternativa alle sofferenze del mondo o l’unico gruppo spirituale autentico? Gli altri non contano niente?

– Gli Ebrei dichiarano che loro sono il popolo eletto da Dio,ma recentemente ho letto che in India esiste il luogo natio del Signore

Krishna e che in un certo senso tutti siamo abitanti di quella terra..,come sostenere questo?

E allora gli Ebrei hanno torto?

grazie per la risposta

Risposte:

Gentile amico,

Grazie per le belle domande che meriterebbero lo spazio di un libro e non di una necessariamente breve risposta.

Cominciamo dalla prima

Citazione:

– Da quale presupposto una persona deve partire per poter credere nell’esistenza di un Essere Superiore,di Dio?

Il primo presupposto e’ probabilmente quello di non sforzarsi di credere ma sforzarsi di capire. La fede c’e’ o non c’e’, e’ un fattore soggettivo e nasce da vari fattori tutti (appunto) soggettivi. Se per percepire l’esistenza di Dio fosse necessario un atto di fede (intesa come gesto interno di accettazione in mancanze di prove oggettive) allora tutti coloro che non hanno fede sarebbero esclusi dalla realizzazione spirituale. Invece non e’ d’obbligo la fede ma la comprensione. La Bhagavad-gita (4.34) dice:

tad viddhi pranipatena

pariprasnena sevaya

upadeksyanti te jnanam

jnaninas tatt va-darsinah

“Cerca di imparare la verita’ avvicinando un maestro spirituale. Ponigli domande in modo sommesso e rendigli servizio. Le anime realizzate nel se’ possono impartire conoscenza perche’ hanno visto la verita’.”

Nelle scritture vediche si parla sempre di conoscenza (jnana). Quella la possono avere tutti gli esseri umani perche’ la natura li ha provvisti di intelletto. Invece non ha provvisto tutti di fede. Natura ingiusta e parziale? Certo che no.

Le uniche persone che non possono capire che Dio esiste sono coloro che non vogliono capire. Sarebbe come cercare di dimostrare che ora e’ giorno a uno che ha gli occhi chiusi e che non ha intenzione di aprirli perche’ non vuole vedere.

Ci sono allora argomentazioni da cui possiamo capire l’esistenza di Dio?

Ci sono.

La prima potremmo definirla di “natura reattiva”. E cioe’ quando qualcuno dice “dimostrami l’esistenza di Dio” si potrebbe reagire dicendo “e tu dimostrami che non esiste”. Ovviamente nessuno puo’ dimostrare che Dio non esiste. Il fatto che non si possa vederlo e’ tutt’altro che una prova, anzi avvalora le tesi degli spiritualisti. Il fatto che in questo momento ne’ io ne’ tu possiamo vedere cosa succede in India non vuol dire che l’India non esista o che in questo momento non stia succedendo niente li’.

Percio’ in questa discussione sulla esistenza o meno di Dio si parte pari. Ne’ io posso apparentemente dimostrare l’esistenza di Dio ne’ tu puoi dimostrare che non esiste.

Le altre argomentazioni potremmo chiamarle di “natura propositiva”.

Abbiamo detto che Dio non puo’ essere visto. Ovvio, i nostri sensi sono limitati al mondo fenomenico e persino di quello puo’ percepire ben poco. Eppure io continuo a sostenere che possiamo capire che Dio esiste. Come? Ebbene se non possiamo avere l’onore di incontrare personalmente un grande pittore possiamo conoscerlo attraverso le sue opere. Le opere sono la manifestazione e la testimonianaza del loro creatore. Certo l’incontro con la persona da’ una esperienza piu’ completa pero’ anche il processo deduttivo che proviene dall’analisi delle sue capacita’ (shakti) conferisce un’esperienza notevole.

Possiamo conoscere Dio attravero le sue creazioni. Possiamo capire chi e e come e’ fatto, come pensa e cosa sente.

Prima di andare avanti rispondiamo subito a una domanda che spesso viene posta: chi ti dice che c’e’ un creatore dietro il creato?

La mia risposta: dimmi una sola cosa che non sia nata da qualcuno o da qualcosa. Non esiste nulla nata dal niente. Tutto ha una causa, e una causa che gli somiglia in qualita’. E dunque su che basi si dubita che la cosa piu’ complessa che esista, il creato, la vita, provenga dal nulla? O per meglio dire “non provenga”? Come puo’ una cosa che esiste e che tra l’altro non e’ sempre esistita non provenire? E’ una illogicita’.

Chi critica le religioni faccia caso a questa incongruenza. Noi diciamo che molti principi scientifici sono basati sul piu’ intellettualmente piatto atto di fede.

Non esiste effetto senza una causa. Di conseguenza se l’effetto esiste allora ci deve essere una causa.

Logico e lineare.

Noi chiamiamo questa causa Dio. Krishna e’ uno dei nomi propri di Dio.

Osserva il mondo e capirai tante cose di Krishna.

Se vuoi fare prima a capire chi e’ la Causa di tutte le Cause, rivolgiti a un Maestro spirituale autentico e studia sotto di lui le Scritture rivelate (Shastra).

Si potrebbe ribattere: continuando sulla tua analogia dell’India, noi in India ci possiamo andare, da Dio no. La migliore prova non e’ l’intelletto ma la realizzazione attraverso l’esperienza diretta.

La mia risposta: Anche da Dio ci si puo’ andare. La religione e’ la scienza del ritorno a Dio. Insegna la teoria e la pratica di come le anime spirituali (noi tutti) una volta stanche delle illusioni del mondo materiale possono intraprendere il cammino di ritorno nel mondo eterno di Sri Krishna, che e’ la nostra casa vera e originale.

Questo insegna la Coscienza di Krishna.

Citazione:

– Studiando il noto scrittore italiano Pirandello,si legge che lui proponeva il concetto di “Relativismo Psicologico”,ovvero che non esiste una unica Verità ma molteplici Verità in base a quante sono le persone che la elaborano.

Quindi come poter scegliere che quel percorso spirituale o quella conoscenza dicono il vero e sono la strada giusta da seguire?

Ti sei risposto da solo. Le Verita’ sono molteplici ma la Verita’ e’ Una, tanto che tutti la cercano o ne propongono di propria. La Verita’ e’ un denominatore comune per tutti, per cui ne consegue che e’ Una.

Cio’ che camba e’ la prospettiva da cui il ricercatore la cerca e la trova, o crede di trovarla.

Dunque siamo tutti d’accordo che esiste una Verita’. La discussione e’ se ne esiste una Assoluta, cioe’ che vale per tutti, o la Verita’ e’ molteplice, facendo ognuno di noi una Verita’ Assoluta per se stessi.

Non ci vuole molto a capire che l’idea di Pirandello di una “Verita’ Assoluta Soggettiva” non regge di fronte alla piu’ elementare analisi logica.

Noi tutti siamo una parte della Verita’ Assoluta e quindi una Verita’ Relativa. Ambedue esistono contemporaneamente. Esiste una Verita’ che vale per tutti ma la viviamo eternamente in un modo strettamente individuale, creando cosi’ una Verita’ che e’ Assoluta e allo stesso tempo contenente in se’ infiniti aspetti Relativi.

Dobbiamo giungere alla realizzazione di entrambi. C’e’ chi preferisce realizzare la prima per giungere alla seconda, chi sceglie il processo inverso e chi invece sceglie una disciplina che implichi una relazione parallalela e contemporanea.

La Bhakti e’ il processo in cui l’anima individuale (la Verita’ Relativa) sviluppa una relazione d’amore con Krishna (la Verita’ Assoluta). In questo processo ambedue gli elementi vengono realizzati allo stesso momento.

Citazione:

Avendo conosciuto il vostro movimento come supporre che voi sieta l’unica alternativa alle sofferenze del mondo o l’unico gruppo spirituale autentico?

Gli altri non contano niente?

Quanto contino gli altri non sono io a poterlo dire. Bisogna parlare di cio’ che si conosce. Io ho studiato e praticato la coscienza di Krishna da quando avevo 18 anni e per questo ne posso parlare con cognizione di causa. So per certo che puo’ alleviare le sofferenze del mondo e che e’ un gruppo spirituale autentico.

Sono nato a Roma, nel cuore del cristianesimo, eppure ho preso un’altra strada perche’ c’erano troppe cose che non mi soddisfacevano e non mi convincevano. Pur mantenendo il rispetto per questa tradizione religiosa, devo dire di non essermi mai pentito della scelta fatta.

Nel corso dei tanti anni ho studiato un po’ tutte le filosofie,

spirituali e non, e dal punto di vista della forza logica e della capacita’ realizzativa disciplinare devo dire di continuare a preferire quella a cui appartengo.

Ma e’ anche vero che lo studio da solo non e’ sufficiente per dare un giudizio definitivo su un altro sistema religioso, per cui mi astengo dal giudicare e alla domanda “Gli altri non contano niente?” non posso che rispondere “non lo so quello che contano perche’ non li ho praticati”. Ma ho elementi sufficienti per dire che le religioni classiche (cristianesimo, islam e hinduismo) contino parecchio.

Sicuramente e’ consigliabile buttarsi a praticarne almeno una che abbia un senso filosofico logico per non correre il rischio di conoscere un po’ di tutto ma tutto di niente. Cosi’ alla fine ci si ritroverebbe piu’ confusi e piu’ atei e materialisti che mai.

Pratica la coscienza di Krishna cominciando a cantare regolarmente il Maha-mantra Hare Krishna e vedrai i risultati.

Citazione:

– Gli Ebrei dichiarano che loro sono il popolo eletto da Dio,ma recentemente ho letto che in India esiste il luogo natio del Signore Krishna e che in un certo senso tutti siamo abitanti di quella terra..,come sostenere questo?

E allora gli Ebrei hanno torto?

Dio non viene una sola volta su questa Terra ma quandunque ce ne sia bisogno o quandunque Lui lo desideri. Sri Krishna dice:

paritranaya sadhunam

vinasaya ca duskrtam

dharma-samsthapanarthaya

sambhavami yuge yuge

Per liberare i pii, distruggere gli atei e ristabilire i principi della religione, Io appaio millennio dopo millennio. (Bhagavad-gita 4.8)

Nulla impedirebbe al Signore di apparire in vari posti del mondo e che tutti siano cosi’ luoghi santi venerabili.

Aiuto e Molotov

Email

Messaggio da: Marshall Kim Il Sung Testo del messaggio:

Non perdetemi nel meandro di una società oscura… mi avete dato una proposta e io accetto..

Aiutatemi

Email

Messaggio da: Exoticmale Testo del messaggio:

Comincio a capire una cosa le parole sono molotov possono avere effetti devastanti e ferire

Krishna spero che mia iuti a moderare il pensiero

Risposta

Gentile amico, Hare Krishna

Il migliore aiuto che possiamo darti e’ quello di spingerti a piu’ non posso a cantare il mantra Hare Krishna:

HARE KRISHNA HARE KRISHNA

KRISHNA KRISHNA HARE HARE

HARE RAMA HARE RAMA

RAMA RAMA HARE HARE

Cantalo ogni giorno, ovuqnue tu sia, mentalmente, a voce raccolta o a voce alta.

Questo senza dubbi cambiera’ in meglio la tua vita.

Poi usa Isvara.org leggendo, ascoltando o guardando. Vieni quanto piu’ possibile. Sei il benvenuto a usarlo direttamente pubblicando i tuoi pensieri che pero’ siano inerenti all’argomento, che e’ la coscienza di Krishna. Qui non trattiamo di politica ma solo di spiritualita’. Anche noi abbiamo i nostri ideali politici ma nulla che si riferisca ad alcun modello conosciuto.

Se vivi vicino a un Tempio visitalo regolarmente.

Fenomeni sociali

Per Alex (pseudonimo)

Isvara.org non e’ il posto giusto per parlare di fenomeni sociali o problematiche che ne scaturiscono, pero’ siccome lo chiedi diro’ qualcosa.

Purtroppo per altre due settimane circa saro’ senza connessione Internet veloce e non ho potuto vedere il video di cui mi mandi il link, ma dalla tua seconda email ho capito di che si tratta.

La spiegazione e’ semplice.

Il Movimento per la coscienza di Krishna e’ aperto a tutti. E’ un movimento spirituale e siccome siamo tutti anime spirituali sono tutti benvenuti.

Si arriva un po’ malconci dalla vita materiale, pieni di desideri materiali e anche di vere e proprie malattie mentali.

All’inizio e’ impossibile stabilire chi riuscira’ a curarsi dalle follie provocate dalla societa’ materialistica e chi invece stara’ in mezzo travestito da devoto per fare porcherie.

Qualcuno ne ha fatte e quando la cosa e’ stata evidente era troppo tardi. Quando si sono posti rimedi i disastri erano gia’ combinati.

Quelle cose sono state fatte da singoli, non dal Movimento Hare Krishna, che e’ puro e spirituale. Pero’ siccome quei pochi mascalzoni erano membri ufficiali dell’Associazione e’ giusto che questa se ne faccia carico e paghi. Ma certo la responsabilita non e’ spirituale ne’ morale, in quanto nella cultura spirituale tali follie non esistono.

Per quanto riguarda altre cose che riporti, i giornali devono vendere. Chi compra un giornale intitolato “Tutto bene in Italia?” E invece quante ne vendera’ uno intitolato “Catastrofe a Milano”? Lo scandalo, il sensazionalismo, le emozioni forti hanno sempre appassionato la gente. Basti vedere quanti vanno a vedere un film con la pubblicita’ che dice “vi faremo cosi’ paura che non potrete piu’ dormire la notte”.

C’e’ gente a cui piace sguazzare nel fango, e se non c’e’ lo inventa. Non ti ci buttare dentro o ne uscirai inevitabilmente sporco.

Al riguardo di alcune sciocchezze che ho letto, la risposta e’, chi vuole essere devoto di Krishna e’ il benvenuto. Chi non lo vuole sa dove uscire: dalla stessa porta da cui e’ entrato.

Cosa fa piu’ piacere a Radharani?

Email:

Carissimo Prabhu

bellissimo il tuo nuovo sito, sono felice di questo nuovo mezzo, cosi’ potro finalmente fare tutte le domande che mi sovvengono, molto facilmente e in qualsiasi momento.

Ad esempio.

Quale e’il servizio piu’ gradito che si possa fare a Srimati Radharani ovviamente nella sua forma di Murti, e magari anche il servizio che preferisce nel mondo spirituale dalle gopi?

Spero solo, con tutte le E-mail a cui devi rispondere, di non importunare.

Risposta:

Srimati Radharani vuole che noi amiamo Krishna. Non vuole che stiamo in questo mondo ridicolo fatto di scheletri deambulanti ricoperti di carne e pelle a soffrire. Una volta che il sentimento e’ sviluppato, il preciso servizio e’ di secondaria importanza. Ogni offerta fa piacere a Radha e Krishna. E’ l’amore che usiamo per farli quello che attrae Krishna. Fare ghirlande per le Murti o un aratrika o cantare o suonare gli strumenti, tutto fa Loro piacere allo stesso modo.

Una volta liberata sarai impegnata in un servizio particolare ma al presente fai qualsiasi cosa ma fallo con amore e devozione. E Radharani sara’ contenta.

Citazione:

Spero solo, con tutte le E-mail a cui devi rispondere, di non importunare.

Risposta:

Non c’e’ nulla che mi faccia piu’ piacere che aiutare gli altri a capire meglio Radha e Krishna. Magari talvolta la risposta tarda un po’ a venire ma alla fine arriva sempre.

Isvara.org e’ online dal 1995.

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Isvara Accademy: www.manonatha.com

Biblioteca: www.isvara.org

Forum: www.vrindavana.net

 

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