Manonatha Dasa (ACBSP)
– Isvara Academy –
Altri libri dello stesso autore e di Isvara Academy.
Infiniti segmenti di esistenza
Indice
Introduzione
Alcune domande sulla reincarnazione
Problemi d’ordine logico-intellettuale
Kaliyuga e altro
Visioni extracorporee e previsioni del futuro
Bisogno di luce
Consigli al riguardo delle poesie su Radharani
Coincidenze???
Sugli Shiva Lingam
Il servizio piu’ gradito a Radharani
Aiuto spirituale
Tre domande, tre risposte
Il viaggio a Varshana… e aneddoto finale
Sulla cultura brahminica – Sulla reincarnazione
Dimostrami che le stelle brillano di luce propria
Scienza, fede e ragione
Se Dio è assoluto, può essere buono o cattivo?
L’efficacia del servizio devozionale
Anniversario della scomparsa di Srila Prabhupada
Ricerca del Guru
Possiamo essere tutti discepoli di Srila Prabhupada
Come si dice “fortuna” in sanskrito? E dizionario
Che vuol dire Mahisha?
Il significato della parola Maha Lakshmi
Come si dice “amore mio” in hindi
Il nome Candra
Come si dice amore in sanskrito?
Storia di Mohini
Ricerca su un nome
Buddha e Buddhismo
Cosa significa muni?
Il significato del nome Mohena
Il significato della parola Paratiti
Radice Car o Kar nel Sanskrito?
Cosa sono i “Guna”?
La nostra Sri Guru Parampara
Domanda: Il fondatore del pensiero Hare Krishna
Le premonizioni
Per una tesi universitaria, Puja ed altro
Difesa del sapere
Sull’invasione degli aryani in India
Vorrei sapere cosa significa la parola Swami
Vorrei chiamare mia figlia Swami
Infiniti segmenti di esistenza
Allora non siamo tutti uguali?
I problemi possono aiutare
Ci vuole una visione trascendentale
Durga era conosciuta prima…?
Quale e’ la differenza tra Vipra e Brahmana?
Come si manifesta l’ eternità del Bhagavatam?
Come si chiama quella bellissima festa?
Una esperienza in comune
Venerare Sri Narayana e liberazione…
Che gioia questi messaggi sull’amore parakiya
Il pianeta Terra ha un’anima?
Domanda sulla coscienza di Krishna e Gesu’ Cristo
Dovrebbe sorgerti il sospetto
Qual e’ il mio dharma?
Cosa sono i tre mondi?
Introduzione
Da ragazzo mi ritiravo per ore nella mia stanza con un quaderno e una penna. Era il momento migliore della giornata, potevo stare solo con i miei pensieri e confrontarmi usando il quaderno come specchio. Guardarsi e’ la maniera migliore di cambiarsi. E scrivevo per ore. E mi guardavo per ore.
Erano momenti di silenzio, cosi’ pacifici.
Non c’era il computer, non c’era Internet. Fra la macchina da scrivere e la penna preferivo la penna. Dopo non rileggevo solo cioe’ che dicevo ma anche il mio umore espresso dalla grafia.
Da come le parole erano scritte potevo vedere se ero stato lieto, nervoso, speranzoso, frettoloso nel momento preciso che le avevo scritte. Informazioni che ora non possiamo vedere piu’ perche’ la scrittura digitale e’ asettica.
Man mano che scrivevo vedevo che si aprivano orizzonti di conoscenza, o almeno realizzavo che esistevano e mi sentivo bene, allietato, ravvivato. Non esisteva solo il mondo in cui ero stato scaraventato da qualche oscuro meccanismo ma ce n’era anche un altro, piu’ sottile, che sentivo piu’ vero.
Un giorno mi dissi di smettere di cercare me stesso e di cercare Dio. Non lo chiamavo con quel nome, che mi sembrava troppo lontano e istituzionale, ma lo cercavo. Lo chiamavo “La Verita’ Assoluta”.
Un altro giorno ho deciso di smettere di cercare anche la Verita’ e ho cominciato a cercare qualcuno che la conoscesse. Attraverso il desiderio intenso il Guru e’ arrivato nella mia vita, cambiandola completamente.
Oggi, anno 2007 (piu’ di tre decenni sono scivolati via), ripenso alle tante mie serate passate a grattare con la penna le croste dell’illusione e rilevo che le cose sono cambiate, e cambiate tanto. Ora ci sono i computer, c’e’ Internet. Anche se non posso piu’ vedere se nel momento in cui scrivo sono lieto, nervoso, speranzoso, frettoloso, sono ancora felice di stare davanti a una pagina bianca.
Negli anni sessanta–settanta ero solo con personaggi eterei. Ora sono attorniato da tante persone che in un modo o nell’altro sono interessate a sapere cio’ che penso. Cosi’ questo intenso piacere di riempire le pagine bianche con rappresentazioni verbali continua. Non mi ha lasciato.
Produrre un libro e’ sempre stato il piacere piu’ grande della mia vita. Ne ho scritti tanti. Per cui posso dire di aver avuto una vita felice.
Per questa vita felice devo ringraziare la persona piu’ importante della mia vita, il mio maestro spirituale, A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, che mi ha insegnato tutto cio’ che dico. In realta’ io non faccio altro che elaborare secondo la mia comprensione e personalita’ cio’ che ho imparato da lui.
E lui stesso, da chi prendeva tutta la sua conoscenza? Dal Signore Sri Krishna, che nella mia gioventu’ chiamavo “Verita’ Assoluta”. E dunque, sul “vassoio d’argento”, questa Verita’ e’ arrivata.
Vi offro questo nuovo libro, intitolato “Infiniti segmenti di esistenza”, composto da articoli da me scritti duranti gli anni.
Se lo troverete interessante, allora le tantisime ore della mia vita passate a studiare e a scrivere avranno avuto un senso.
Grazie a tutti Hare Krishna
Manonatha Dasa (ACBSP)
Vrindavana (India), 20 marzo 2007
Alcune domande sulla reincarnazione
Domande da email privata –
To: Accademia Vaishnava ; Accademia Vaishnava Sent: Sunday, July 01, 2001 5:52 AM
Subject: Reincarnazione
Buongiorno.
Scusate se mi rivolgo a voi, pur non avendo mai frequentato il vostro ambiente, ma forse avete la risposta alle mie domande: chi muore di morte prematura e violenta è automatico che abbia una seconda possibilità? Se si tratta di un gatto, può reincarnarsi in un altro micio o sarà un animale diverso? E’ possibile capire che si tratta sempre di lui? E’ passato del tempo, ma non riesco a rassegnarmi, lo amavo moltissimo e sono caduta in depressione. So che per la maggior parte delle persone ci sono cose + importanti e forse anche per voi, ma io non distinguo i sentimenti e il dolore in serie A e serie B.
Vi ringrazio delle eventuali risposte e scusate ancora per il disturbo.
Distinti saluti
luglio 2001 – n.781
Risposta a
“Alcune domande sulla reincarnazione” (n.781)
luglio 2001 – n.782
Cara amica,
ci dispiace per il tuo dolore perché, come sottolinei tu stessa, il dolore è dolore.
La Bhagavad-gita ci insegna alcuni principi di vita utilissimi per affrontare le disgrazie e vederle da un’ottica diversa. Questo puo’ far si’ che le pene non sopraggiungano o se ci sono già che scompaiano.
In primo luogo nella Bhagavad-gita ci viene detto che l’essere è di natura spirituale e mai materiale. Cio’ implica che il gatto a cui sei tanto affezionata era in realtà un’anima spirituale e non il corpo. L’anima è eterna e per questa ragione egli non è morto ma sta ora da qualche altra parte. D’altro canto il corpo non era mai vissuto, nel senso che era uno strumento di vita che riceveva vita dall’anima e, non essendo mai vissuto, non è mai morto.
Questo fenomeno che tanto ci turba (la morte) nasce da un concetto errato di esistenza basato sul materialismo. Chi ha questo tipo di coscienza dovra’ necessariamente soffrire perche’ ogni cosa in questo mondo va e viene in continuazione. Ogni cosa a cui siamo attaccati prima o poi scomparirà. La morte non è altro che il distacco dell’anima dal corpo. Parafrasando la Bhagavad-gita “il saggio che ha una visione perfetta non si lamenta ne’ per il vivo ne’ per il morto” perche’ conosce la verità delle cose. Tale persona e’ imperturbabile e non soffre le pene dell’esistenza materiale.
Tu stessa, dunque, non hai ragione di lamentarti perche’ il tuo gatto non è morto ma sta da qualche altra parte.
Certamente, il dolore della separazione da una cosa cara c’è sempre, ma lo sapevi fin dall’inizio che lui non sarebbe vissuto in eterno. E’ meglio dunque studiare la scienza dell’anima in modo da acquisire una visione delle cose veritiera e vivere una vita piu’ reale.
Ora la seconda parte della questione e’ dove il tuo gatto sia in questo momento. E’ impossibile sapere nel caso
specifico dove sia, ma ci sono delle regole di base che venogno esposte nei testi vedici. Secondo i Veda, gli animali al momento della morte accedono a un livello di vita superiore nella scala delle forme viventi, ma se si muore di morte provocata da altri si puo’ rinascere nella stessa specie per terminare il periodo che si doveva vivere in quel corpo. E’ difficile e raro riconoscersi perche’ al momento di assumere un corpo nuovo si dimentica tutto della vita precedente.
Un consiglio che possiamo darti – se ce lo consenti – è di cercare persone e oggetti che facciano parte di una realtà spirituale, che non subiscano le leggi crudeli del tempo che porta via ogni cosa. La Coscienza di Krishna è quel tipo di vita che ci permette l’accesso al mondo di Dio dove tutto, compreso i rapporti interpersonali, sono eterni.
Saremmo contenti di apprendere che questa lettera ha anche lievemente attutito il tuo dolore.
Saluti Manonatha Dasa
PS: la tua email, cosi’ come la nostra risposta, saranno pubblicate sul Forum, con l’omissione di ogni tuo dato personale in quanto ci hai scritto usando indirizzi email privati
Problemi d’ordine logico-intellettuale
Domande
di Gori Gastone –
Caro Manonatha Prabhu,
Sono una bestia da soma che si trascina con fatica il pesante basto formatosi con la competizione in una società materialista. Ho già scritto a Forum sui miei problemi, che penso siano piuttosto comuni, ottenendone una buona risposta; tuttavia mi sono fatto coraggio ed ho pensato di rivolgerti alcune domande, anche se, da quel che leggo su questo sito, sei uno spiritualista ad alto livello e che certo sei abituato ad argomentare sulla scienza dell’anima piuttosto che sui problemi dei neofiti.
M’interesso alla Coscienza di Krishna da molti anni, e, vivendo in famiglia, mi limito a recitare il Maha Mantra giornalmente ed a leggere i testi commentati da Srila Prabhupada; poca cosa, come vedi, ma sono intimamente convinto che il centro del mondo siano i divertimenti di Krishna, per me inaccessibili. Troppi condizionamenti limitano il mio desiderio che, evidentemente, non è ancora così forte.
Uno di questi condizionamenti è d’ordine logico-intellettuale: com’è possibile non credere all’evoluzione della specie? E’ una cosa evidente oggigiorno che l’uomo, come qualsiasi essere vivente, nel corso di milioni d’anni si è modificato. I resti fossili lo testimoniano.
Ancora: molte notizie riferiteci dallo Srimad Bhagavatam relative ai tempi in cui Krishna era visibile sul nostro pianeta, riferite al mondo materiale, sono del tutto inaccettabili (montagne alte 100 chilometri, per esempio); oppure notizie, sempre tratte dallo Srimad Bhagavatam, relative alla formazione del cosmo.
Come devo comportarmi di fronte a queste – per me insormontabili – difficoltà? Attualmente sono propenso ad accantonarne il deterrente: dopotutto i grandi spiritualisti che hanno avvicinato i Piedi di loto di Krishna sono molto più vicini alla verità di quanto lo sono io, che ne disto mille miglia. Però anche così facendo rimane sempre un rovello dentro di me. Vorrei essere un devoto di Krishna con tutte le mie facoltà logico-mentali (o questo è sbagliato?).
Sono sicuro che mi hai capito. Ti prego rispondimi.
Hare Krishna. dicembre 2001 – n.963
Risposta a Gori Gastone
dicembre 2001 – n.964
Caro amico,
si’ certamente i tuoi problemi sono propri di tutti perche’ piu’ o meno i meccanismi di Maya sono gli stessi. Allo stesso tempo sono anche sempre nuovi perche’ ognuno di noi e’ una persona e interagisce con essi in modo variabile.
Volevo inoltre dire che mi fa piacere rispondere ai tuoi quesiti, nella speranza di poterti essere in qualche modo utile. Questo e’ il vero piacere del devoto che ha dedicato la vita alla missione della Coscienza di Krishna.
Veniamo al tuo primo quesito. Dici “… com’è possibile non credere all’evoluzione della specie? E’ una cosa evidente oggigiorno che l’uomo, come qualsiasi essere vivente, nel corso di milioni d’anni si è modificato. I resti fossili lo testimoniano…”
Qui devo contestare in modo forte che ci sia una qualsiasi prova di ordine scientifico che le specie non siano tutte “originali” ma che provengano l’una dall’altra, come una specie di grottesca matrioska. Oramai gli scienziati che non credono piu’ a questa specie di cieca religione basata su supposizioni sono cosi’ tanti da essere piu’ di quelli che invece sono rimasti ancora fermi li’. Darwin stesso non ha mai ritenuto conclusa la sua ricerca ed era ancora alla ricerca del “missing link” che conduceva alla forma umana, compito che ha lasciato ai posteri, i quali non l’hanno ovviamente mai trovato.
Ci sono gia’ abbastanza religioni che si basano su presupposti privi di fondamento logico per inventarne uno nuovo stavolta travestito da scienza.
Io potrei dire molto su questo punto, ma non e’ mio compito sconfiggere questa teoria, bensi’ e’ il loro di provarla corrretta. Mi sono trovato a discuterne spesso anche con autorevoli scienziati per affermare con certezza che la teoria dell’evoluzione darwiniana manca di qualsiasi fondamento di prova.
Poi dici: “… molte notizie riferiteci dallo Srimad Bhagavatam relative ai tempi in cui Krishna era visibile sul nostro pianeta, riferite al mondo materiale, sono del tutto inaccettabili (montagne alte 100 chilometri, per esempio); oppure notizie, sempre tratte dallo Srimad Bhagavatam, relative alla formazione del cosmo…”
Di questo ne abbiamo gia’ parlato nella email precedente. Se vai da un fisico nucleare e gli chiedi di dimostrare l’esistenza dell’atomo, ti dira’ che non puo’ provartela ma che l’esistenza dell’atomo stesso si vede dai suoi risultati. Inoltre, per capire la scienza nucleare devi andare a scuola e studiare, altrimenti ogni spiegazione e persino la prova di una esplosione nucleare potrebbe essere fraintesa.
Poi dici: “Come devo comportarmi di fronte a queste – per me insormontabili – difficoltà? Attualmente sono propenso ad accantonarne il deterrente: dopotutto i grandi spiritualisti che hanno avvicinato i Piedi di loto di Krishna sono molto più vicini alla verità di quanto lo sono io, che ne disto mille miglia. Però anche così facendo rimane sempre un rovello dentro di me. Vorrei essere un devoto di Krishna con tutte le mie facoltà logico-mentali (o questo è sbagliato?).”
Non c’e’ necessita’ di alcun arrovellamento. Fai in modo natuirale cio’ che senti giusto dentro di te. Puoi sempre essere un devoto di Krishna con i tuoi dubbi e le tue incertezze, che sono semplicemente la manifestazione di una umanita’. La trascendenza si ottiene partendo dall’umanita’. Se prendi il nome di Krishna nel tuo cuore vedrai che questa umanita’ diventera’ naturalmente sempre piu’ divina e ogni incertezza si sciogliera’ da sola, come la nebbia al sorgere del sole.
Hare Krishna Manonatha Dasa
Kaliyuga e altro
Grazie dell’opportunità che ci offri di discutere soggetti del genere.
Questo Forum è stato creato proprio per questa ragione.
Nel dodicesimo Canto del Bhagavatam troviamo una descrizione delle caratteristiche naturali dell’era di Kali. In altre Purana ci sono descrizioni anche piu’ particolareggiate, come ad esempio nell’apertura del Vayu Purana.
Questa situazione di degenerazione e’ inevitabile a causa degli effetti del Tempo Eterno, e le anime più elevate non prenderanno nascita nelle ere più degradate. I Brahmana non svolgeranno i lolro doveri, non terranno acceso il fuoco sacrificale della propria griha e i sannyasi assumeranno il sacro ordine della rinuncia per una vita comoda e vantaggi materiali della peggiore specie.
Questa descrizione vale come tendenza generale che osserveremo nella società, senza però significare che i principi del varnasrama – che sono valori di civiltà – non dovranno essere osservati al meglio della propria possibilità. Se qualcuno trasgredisce le leggi non vuole dire che la trasgressione diventa legge. Coloro che sono onesti continueranno a sforzarsi di osservarle.
Tuttavia, anche se è vero che sarà molto difficile applicare i pincipi fondamentali del varnasrama-dharma, in Kali-yuga c’è una speciale benedizione, incarnata dalle quattro sampradaya che insegnano la pura devozione. Gli acarya Vaishnava (Madhva, Ramanuja, Vishnusvami e Nimbaditya, i loro predecessori e i loro successori) costituiscono l’unica zattera di salvezza che consentirà di attraversare il pericoloso oceano di Kali (si veda lo Srimad- Bhagavatam 1.1.22). In modo particolare ci sara’ l’avvento di Mahaprabhu, che consentirà anche alle persone più degradate, ai numerosissimi Jagai e Madhai di Kali, di elevarsi allo stato più elevato della civiltà umana, e ancora oltre, allo stato di Prema-bhakti.
Per questa ragione si deve prendere rifugio in un maestro spirituale autentico, che sia un rappresentante di una delle quattro sampradaya.
Tra le quattro, la Madhva è la più gloriosa proprio per la presenza di Sri Caitanya Mahaprabhu. Il maestro spirituale deve essere parte di una sampradaya autentica.
Ovviamente ciò non può bastare, perché la sola iniziazione o l’appartenenza non vuole dire essere qualificato. Due qualità, facilmente visibili, devono essere osservate dall’aspirante discepolo nel maestro: questi non può avere attaccamenti grossolani alla materia e deve essere visibile e tangibile l’attaccamento a Krishna e alle sue istruzioni. Chi ha evidenti attaccamenti alla materia non può essere un maestro spirituale e non può portare nessuno da Krishna. E’ un imbroglione e chi ha avuto la sventura di accettarne uno deve abbandonarlo per cercarne uno autententico. Ma questo e’ un argomento vasto da trattare.
Stessa cosa per il sannyasi. Chi ha un po’ di buon senso vede subito il sannyasi autentico e quello che cerca solo di sbarcare il lunario, divertendosi a fare la guida spirituale alle spese degli sprovveduti. Come dice Srila Prabhupada, un tale sannyasi è solo un disturbo per la società.
La speranza risiede nei santi che ci istruiscono con l’esempio e le istruzioni. Seguendo queste ultime, noi non saremo vittime dell’era di Kali.
Per quanto riguarda la compagna della vita, è tutt’altro discorso. Sul piano assoluto, cioe’ per chi desidera trascendere questo mondo, la compagnia di una donna (o di un uomo nel caso inverso) è qualcosa che non aiuta, anzi costituisce un rischio costante di rimanere di nuovo invischiati nel ciclo vizioso della dualita’, delle attrazioni e delle repulsioni, che causano felicita’ e sofferenze senza fine. Diverso è il caso di chi sceglie un approccio più graduale alla trascendenza. Costui scelga una compagna di buon carattere che non lo ostacoli nel cammino della vita spirituale. E’ implicito che chi opta per questa direzione lo fa perche’ sente ancora un desiderio incontrollabile, per cui l’attrazione fisica avra’ una sua importanza nella scelta del compagno.
Manonatha Dasa
Visioni extracorporee e previsioni del futuro
Domande
Buon Giorno a tutta la redazione. Mi chiamo (omesso) e vorrei porvi una domanda, mio dilemma perenne senza risposta, ma solo ipotesi…
Dunque, io credo nell’esistenza dell’ anima ne ho, diciamo la certezza dopo che mi è capitato un fatto, tra virgolette “paranormale”: In una specie di dormiveglia mi sono visto proiettato fuori dal corpo, attraverso la finestra chiusa e mi sono ritrovato sotto casa.
Li vidi, questo successe molti anni fa, vidi una casa di fianco alla mia, che all’epoca non esisteva. Alcuni anni dopo il “sogno”,iniziarono a costruire nello stesso punto le fondamenta per una casa che mesi più tardi si rivelò identica a quella che avevo “sognato”io. Questa esperienza mi dà la certezza dell’ esistenza della vita oltre la morte corporea dato che in quella “visione” io sono letteralmente uscito dal corpo; e questo lo accetto ormai benissimo senza problemi. Ma quello che non capisco è che non mi spiego come sia possibile prevedere il futuro, le ipotesi che spesso mi faccio sono inquietanti come ad es. penso che siamo come in una cassetta vhs che si manda avanti e indietro con un videoregistratore. Più o meno dando per buono l’esempio è questo il mio concetto.
Qual’è la verità ? Come funziona?
Vi ringrazio sentitamente per una eventuale vostra risposta.
(nome omesso) 19.04.2001
Risposta
a “Visioni extracorporee e previsioni del futuro” aprile 2001
Caro amico,
le Scritture vediche trattano profusamente di questi argomenti. Questi sono fenomeni abbastanza complessi, ma cercheremo di riassumerne i principi fondamentali.
Il primo punto che va assimilato e che sfugge alla mentalità di un materialista è che noi siamo anime spirituali e non il corpo materiale. Ciò che noi vediamo coi nostri sensi non è la realtà completa, a causa delle limitazioni dei nostri sensi e della nostra intelligenza. Il corpo è solo un rivestimento e non è la nostra essenza intima. Questo rivestimento è composto di elementi grossolani (maha-bhuta) e sottili (avyakta). Questo secondo strato di elementi materiali consiste di mente, intelligenza ed ego (il Bhagavatam ne aggiunge un quarto chiamato “coscienza contaminata”). In tutto il nostro vestito, cioè il corpo, è composto da ventisette elementi materiali.
Al di là di questi elementi c’è la natura spirituale (daivi-prakriti) della quale siamo parte effettiva. La dimenticanza e la separazione da questa natura ci conduce nel mondo materiale e ci fa sprofondare nei suoi meccanismi.
In base a questo principio di vera appartenenza, la morte non è altro che il cambiamento del corpo grossolano resosi inutilizzabile e noi, accompagnati dal corpo sottile, andiamo ad occuparne un altro. Tutte le impressioni della vita precedente rimangono nel corpo sottile, come immagazzinate. In genere la natura ce le fa dimenticare ma non le cancella, per cui in talune occasione questi ricordi si riaffacciano. Questo è possibile perche’ nella “nuova vita” manteniamo lo stesso corpo sottile. Perciò troviamo gente che ha veri ricordi dalla vita precedente.
Passando alle esperienze extracorporee, fenomeno anche più comune di quanto la gente ammetta, si spiega seguendo lo stesso principio: per ragioni di varia natura, l’anima nel corpo sottile esce dal corpo grossolano per pochi istanti e ha esperienze di vario genere. Questo sarebbe impossibile se non esistessero l’anima e il corpo sottile.
Per i fenomeni di preveggenza, invece, vanno spiegati altri concetti.
Il primo è che ogni cosa che facciamo in questo mondo non è priva di reazione. Gli atei e i materialisti fanno ciò che vogliono e pensano di rimanere impuniti. Invece ogni piccola cosa che si fa, ognuno di noi, va ad “accatastarsi” e a creare una potenziale fenomeno di reazione (prarabdha). Questa si chiama “legge del karma”. Per dirla in parole semplici, per ogni azione c’e’ una reazione. Gli avvenimenti futuri non sono gia’ accaduti come nel caso di un VHS dove la registrazione esiste già, ma sono potenzialmente accaduti, nel senso che se non sopraggiungerà un elemento di variazione quella cosa accadrà certamente. Il karma è qualcosa di simile a una operazione matematica, sebbene di incalcolabile complessità. Per questa ineluttabilità, coloro che hanno poteri sovrannaturali o che li sviluppano grazie alle ascesi, come gli Yogi e i santi, possono prevedere il futuro.
Come invece una persona comune possa avere visioni o previsioni del futuro si spiega in vari modi: uno di questi è le rimanenze di capacità ascetiche di vite precedenti, o anche più semplicemente la capacità occasionale di un calcolo possibile per meccanismi karmici proveniente da una vita precedente, che si verifica grazie a qualche azione virtuosa. E’ completamente inconscia perche’ la maggior parte di queste previsioni, per chi non pratica lo yoga, si verificano in modo completamente incontrollabile.
Queste sono alcune spiegazioni che deduciamo dallo studio e dalla pratica dei Veda. Naturalmente poi ci sono le casualità, le mistificazioni, le suggestioni, tutte cose che si incontrano di frequente.
Mi auguro di essere stato utile. Per approfondimenti non devi fare altro che riscrivere.
Hare Krishna Manonatha Dasa
Bisogno di luce
Domande di Andrea Lucarelli –
Saluti a tutta la redazione di Vaishnava Academy, Hare Krsna.
Mi chiamo Andrea e vorrei sapere il vostro pensiero o parere riguardo alcuni miei interrogativi sulla vita.
Dunque, quando moriamo, quando l’anima lascia il corpo, dove va?
Voi credete nella reincarnazione, e dal canto mio dico, perchè no, può essere,anzi sarebbe più accettabile la possibilità di reincarnarsi fino a che non si raggiunge Dio, a costo di soffrire milioni di anni finchè questo non avviene, che accettare l’ idea che se si muore nel peccato giunti alla fine di questa vita, di questa “unica” vita si soffrono le pene dell’inferno in eterno, cioè per sempre, milioni di miliardi di miliardi di anni ripetuti all’infinito…
Ma quello che voglio chiedere è … che succede dopo che si muore, l’anima si reincarna quasi subito o avviene dopo che su questo mondo non c’è un corpo adatto per essa, se non avviene subito dove si stà, come si chiama questa “stanza d’attesa” è una dimensione vicina, parallela e comunicante con la nostra oppure è tutta da un’altra parte?
Inoltre, e questa e una domanda forte (x me), come ha avuto inizio tutto questo?
Siamo qui cacciati dal “Paradiso” perchè non più meritevoli e non ci torneremo finchè non lo saremo, o non ci siamo mai stati perchè siamo stati creati per così dire “da zero”(come anime)?
Vi ringrazio caldamente per una vostra eventuale risposta .
Andrea aprile 2001
Risposta a “Bisogno di luce…”
aprile 2001 – n.575
La teoria dell’eterna dannazione contraddice in modo evidente l’idea di un Dio dalla Bontà Infinita. Se Egli è infinitamente amorevole nei confronti di tutti, come può permettere che chiunque soffra all’inferno per gli errori o le debolezze di una vita? O anche di cento, mille o di un milione? Con la reincarnazione invece a chi sbaglia viene data una punizione educativa che porterà a una sicura evoluzione spirituale.
Il passaggio dell’anima da un corpo a un altro è un fenomeno conseguenziale alla spiritualita’ dell’essere. Se l’anima è eterna, dove va quando il rapporto con il corpo è diventato impossibile a causa del suo deterioramento naturale?
La legge naturale che regola il passaggio dell’anima in nuovi corpi o in nuove dimensioni di vita è chiaramente esposta nella Bhagavad-gita (8.6) da Sri Krishna al suo amico e discepolo Arjuna:
yam yam vapi smaran bhavam
tyajaty ante kalevaram
tam tam evaiti kaunteya
sada tad-bhava-bhavitah
“Qualsiasi stato di esistenza si ricordi nel momento in cui si abbandona il corpo, O figlio di Kunti, quello stesso stato certamente verrà ottenuto.”
Durante la vita l’essere vivente persegue determinati desideri e sviluppa uno stato di coscienza di simile qualità. Al momento della morte la persona è pervasa da quello stato di coscienza, che gli causerà un nuovo corpo compatibile alla sua natura interiore. Da notare che non è quello che si pensa al momento della morte a procurare un nuovo corpo, ma lo stato di coscienza. Qualcuno pensa, “adesso lasciami vivere come mi va, che poi alla fine della vita penserò a Dio e mi salverò”.
Questa idea ipocrita non è accettabile. E’ lo stato di coscienza, cio’ che siamo al momento della morte, che verra’ preso in esame dalla natura, e non un pensiero artificiale e calcolato. Lo stato di coscienza è la risultanza di innumerevoli atti, pensieri, sensazioni, emozioni, esperienze portate avanti durante tutta la vita e non c’è modo – se non in casi eccezionali – di averne un’altro nell’istante fatidico. Dunque, se la vita che abbiamo condotto sarà umana otterremo un altro corpo umano, se sarà stata animalesca un corpo animale e cosi’ via.
Naturalmente questo è un principio generale, la cosa è comprensibilmente piu’ complessa di come la stiamo esponendo.
Citazioni:
Quello che voglio chiedere è … che succede dopo che si muore, l’anima si reincarna quasi subito o avviene dopo che su questo mondo non c’è un corpo adatto per essa, se non avviene subito dove si stà, come si chiama questa “stanza d’attesa” è una dimensione vicina, parallela e comunicante con la nostra oppure è tutta da un’altra parte?
Secondo i Veda, la destinazione dell’anima nel momento seguente l’abbandono del corpo dipende dagli atti (karma) compiuti durante la vita. Nel caso del trascendentalista che ha realizzato Dio il passaggio è “come un bagliore immediato” (Srimad-Bhagavatam) e la jiva (l’anima) fortunata si ritrova nei mondi eterni di gioie infinite (Vaikuntha). Chi invece è stato particolarmente peccaminoso potrebbe trascorrere anche diversi milioni di anni in pianeti inferiori o infernali. Questi mondi servono anche per abituare ai nuovi corpi che si assumeranno, spesso molto diversi da quelli umani. Per abitare in un dato corpo bisogna avere un “apparato sottile” adatto.
Questi pianeti sono abbastanza lontani da quello in cui viviamo adesso e non sono comunicanti affatto. Le dimensioni parallele e comunicanti sono quelle abitate da esseri che in qualche modo non hanno la possibilità di riavere subito un corpo fatto di elementi grossolani ma rimangono per un po’ solo con i corpi sottili; quelli che noi chiamiamo “fantasmi”, per intenderci. Questi abitano nel nostro stesso mondo ma non possono essere visti o uditi perche’ i nostri sensi sono inadatti a percepire quella dimensione di esistenza.
Citazioni:
Inoltre, e questa e una domanda forte (x me),come ha avuto inizio tutto questo? Siamo qui cacciati dal “Paradiso” perchè non più meritevoli e non ci torneremo finchè non lo saremo, o non ci siamo mai stati perchè siamo stati creati per così dire “da zero”(come anime)?
Per vivere in oceano bisogna avere il corpo adatto; quello umano non lo è. Un pesce invece ci vivrà perfettamente a suo agio. Così chi ha nel proprio cuore devozione e apprezzamento per la Suprema Personalità di Dio, per il Suo nome, per il Suo mondo, per le Sue attività e per le Sue leggi, può viverci: diversamente non è possibile. Il mondo materiale è il luogo perfetto dove sviluppare quella parte del nostro essere che ci manca, cioe’ la certezza che senza Krishna (Dio) nessuna perfezione è possibile.
Nel mondo in cui viviamo ora si ha l’illusione che Lui non ci sia, per cui possiamo esercitare tutta la nostra fantasia nella ricerca, disperata perche’ destinata al fallimento, di una vita perfetta con noi al centro. Ma le leggi materiali, prima fra cui la temporaneità, hanno la funzione di aiutarci a rinsavire. Questo non è il mondo nostro naturale; lo e’ quello spirituale. Ma quello spirituale non ci piace perché c’è gia’ un Dio.
Dobbiamo rassegnarci all’idea di non essere Dio nè di poterlo mai essere.
Ma non è cosi’ bello essere Dio; essere devoti lo è molto di piu’ perche’ il sapore (rasa) delle gioie della vita si gustano meglio e con piu’ profondità. Questo principio è cosi’ vero che Krishna stesso sceglie di discendere in questo mondo nei panni di un devoto, Sri Caitanya Mahaprabhu, per gustare il piacere della devozione divina (prema-bhakti).
Per quanto riguarda invece la nostra origine, cioe’ dove e cosa eravamo prima di scendere in questo mondo materiale, nel Dicembre del 2000 abbiamo pubblicato un articolo di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati (n.305) molto chiaro al riguardo. Se capisci l’inglese vai a leggerlo nella versione integrale. Comunque ne riassumiamo i concetti e ne diamo una breve spiegazione.
Srila Sarasvati Thakura dice:
…
“Prima di acquisire designazioni materiali, l’entità vivente è supremamente pura. Anche se non è impegnata nel servire il Signore Supremo, a causa alla sua natura marginale, rimane situato nella posizione neutrale di shanta-rasa. Anche se l’entita’ vivente nata dalla potenza marginale non esibisce in quel momento un gusto per servire il Signore – a causa di mancanza di conoscenza della realizzazione del sé – la sua propensione diretta per il servizio al Signore Supremo esiste ugualmente allo stato dormiente dentro di lei. Sebbene la propensione indiretta in direzione del godimento materiale, che è contraria al servizio al Signore, non si nota in lui a quel tempo, l’indifferenza al servizio ad Hari e il seme del godimento materiale, che segue lo stato di indifferenza, sono ciononostante presenti.”
…
Da questo paragrafo comprendiamo che:
1) l’entità vivente è di natura spirituale ed è eterna. Non
si puo’ dunque parlare di nascita dell’anima.
2) La sua natura è di amare Dio e di essere da Lui amata,
ma a causa della sua natura marginale (tatastha-shakti) questa propensione può non manifestarsi appieno.
3) Prima di scendere in questo mondo, l’anima individuale di natura marginale vive allo stato spirituale di shanta-rasa (neutralità).
3) Anche se la jiva manifesta indifferenza verso la Bhakti, quest’ultima è dentro di lei e attende solo di essere risvegliata.
…
Dunque la jiva si fissa nell’immersione nel Brahman impersonale, e rimane li’ per un certo periodo di tempo. Tuttavia, a causa della naturale instabilità dell’essere vivente, non riesce a rimanere fissa in quello stato. E’ proprio l’avversione nei confronti del Signore a interrompere la concentrazione e così scende nel mondo materiale, cercando di divenire ella stessa il Signore del mondo del godimento, una illusione creata da Maya, l’energia esterna di Sri Krishna.
A questo punto inizia la storia che conosciamo, quella della nostra esistenza in questo universo materiale.
Forse qualche concetto qui espresso puo’ essere risultato oscuro, nel qual caso non dovete fare altro che richiedere un chiarimento, al quale volentieri risponderemo.
Hare Krishna Manonatha Dasa
Consigli al riguardo delle poesie su Radharani
posta al sito “Incontro con Manonatha Prabhu” – Caro Kripasindhu,
avendo mandato una copia dell’email al sito – che corrisponde a pormi una domanda – diro’ qualcosa al riguardo delle tue ultime poesie riguardanti Srimati Radharani.
Il linguaggio della poesia e’ un linguaggio figurato e non va interpretato alla lettera. Questa e’ una cosa che comprendo benissimo. Tuttavia la poesia Gaudiya Vaishnava deve corrispondere alle conclusioni filosofiche (siddhanta) presentate dai Maestri della Parampara, potremmo dire che e’ un altro linguaggio per descrivere la medesima cosa. Dunque, prima di avventurarsi a descrivere passatempi di Radha e Krishna o addirittura a parteciparvi rivolgendosi a Loro direttamente, bisogna aver appreso bene la filosofia, che non e’ cosa semplice come sembra.
All’epoca, molti scrittori portavano le loro opere a Sri Catanya Mahaprabhu perche’ le leggesse e desse la Sua approvazione. Tuttavia, poiche’ in quel periodo i Suoi sentimenti spirituali erano cosi’ acuti, i devoti preferivano prima far passare quelle opere attraverso un’autorita’ in materia di rasa (relazioni spirituali), com’era Svarupa Damodara Gosvami. Solo quando lui decideva che tutto andava bene, l’opera veniva fatta leggere al Signore. Una volta un devoto importante come Vallabhacarya porto’ un suo commento del Bhagavatam ed e’ bastata solo una sua frase iniziale per irritare il Signore e farGli dichiarare “inutile” quell’opera.
Ora, dal punto di vista filosofico, le tue ultime poesie – mi riferisco a quelle su Srimati Radharani – presentano diversi elementi di errore.
Il primo che balza all’attenzione – in questa email mi limitero’ a parlare solo di questo – e’ certamente la “confidenza” con cui ti rivolgi a Lei. Questo tipo di linguaggio puo’ essere usato solo da anime liberate che sono entrate nei passatempi trascendentali della Coppia Divina. Coloro che non sono anime liberate devono usare un altro atteggiamento, che e’ quello proprio di un umile servitore. Se leggi le sole poesie che Sri Caitanya Mahaprabhu ha scritto trovi il corretto stato mentale di un devoto che e’ sulla strada della liberazione, appunto quello di un servitore. Leggi il Shikshastaka, lo trovi nella nostra Biblioteca in italiano. Il poeta deve dunque rivolgersi ai Suoi Signori con quello stato d’animo, fino a che non raggiungera’ stadi piu’ elevati di realizzazione spirituale.
Nonostante, come hai visto, le tue poesie siano sempre state pubblicate, persino queste che appunto presentano errori, ti consiglierei di non avventurarti in campi troppo elevati e di mantenere un’attitudine di servitore nei confronti di Radha e Krishna. Inoltre ci sono innumerevoli altri argomenti di cui trattare, dove la tua fantasia di linguaggio puo’ sbizzarrirsi senza timore di commettere offese.
Se ritieni di dover approfondire non hai che da riscrivere.
Hare Krishna Manonatha Dasa settembre 2001
Coincidenze???
Domande di Manuele –
Hare Krishna
Una sera pensavo alla strana somiglianza tra il nome biblico “Adamo” e il nome vedico “Manu”… sono detti entrambi patriarchi, cioè capostipiti dell’umanità.
Uomo, umano, umanità, mente… parole che sicuramente hanno la loro radice nei nomi “Adamo” e “Manu”, che strana coincidenza, due religioni, due filosofie diverse, ma due nomi simili…
Pensavo alla cosmogenesi… pensavo ai sette giorni biblici di creazione, ora stiamo vivendo nel settimo giorno… poi ho pensato ancora a “Manu”… e a sette delle quattordici ere dette “Manvantara”, mi sono detto… ma ora stiamo vivendo il settimo “Manvantara”… vuoi vedere che gli “Yom” (in ebraico giorni), biblici, non sono giorni, ma periodi o ere??? Vuoi vedere che i “Manvantara” e gli “Yom” sono al stessa cosa… anche questa è una strana coincidenza…
Pensavo all’acqua, al diluvio, al Dio biblico che inizia a creare l’universo, iniziando dalla superficie delle acque… ma anche Visnu inizia a creare partendo dalle stesse acque… ma non è forse vero che alla fine di ogni Manvantara vi è un diluvio… questo spiega, perché i “due” Dei iniziano a creare dalle acque, ma quale eresia sto dicendo??? Non possono esserci due Dei, sicuramente erano entrambi la stessa Persona…
Pensavo a Noè e alla sua arca, ma subito mi venne in mente uno dei nostri sette Manu del passato e la sua di arca…
Pensavo ad Abramo (ebraico Ab-ram), “Ab” significa “Padre”, “Ram” che sia “Rama” il marito della dolce “Sita”, Abramo portava forse questo nome in onore di Rama???
A proposito di Rama, ma non è nel Ramayana che troviamo una storia simile a quella della torre di Babele???
Quante coincidenze… quanto è bello leggere gli “Sastra” (le sacre scritture)…
Quanto è bello comprendere che Dio è uno e che la verità è una…
Alla prossima giugno 2000
Risposta:
A mio avviso, per sapere se ci troviamo di fronte a coincidenze o no bisognerebbe fare ricerche serie. Le assonanze verbali non bastano. Ne ho sentite tante nella mia vita, comprese certe buffe davvero, come quelle di Roma e Rama, Ravenna e Ravana, Pitagora e Pitaguru eccetera.
Giocare e scherzare va bene, pero’ poi se si vuole essere presi sul serio e far capire alla gente quanto importante sia la tradizione Vaishnava bisogna essere precisi – a mio modo di vedere. Bisogna fare ricerche e portare prove.
Ciò che e’ sicuro, come dici tu, è che ci sono indubitabili correlazioni fra tutte le scritture sacre e le religioni, tanto da far concludere che Dio è Uno e non c’e’ il Dio dei Vaishnava, il Dio dei Cristiani, il Dio dei Musulmani e via dicendo. E’ certo che le differenti religioni sono solo espressioni storiche differenti della stessa Verita’ Assoluta.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che stanno rendendo cosi’ interessante il Forum Pubblico Hare Krishna, con l’augurio che diventi sempre piu’ trafficato.
Manonatha Dasa giugno 2000
Sugli Shiva Lingam
Domande di Manuel –
Ho ricevuto in regalo dei Lingam Shiva: 4 dal fiume Yamuna, di colore nero, 2 gtrandi di circa un kg.e 2 piccoli di 3 cm. Poi, altri 3 del Gange, di colore: marrone, e altri 2 di colore marrone/grigio.Sono stati raccolti proprio di poersona nei 2 fiumi sopra indicati e sono stati “creati” da madre natura con la forma di Lingam, non lavorati da mano d’iomo.La domanda è questa:hanno detto che i Lingam, hanno ENERGIA…che vibrano…emanando una forte energia positiva:è vero?Conosco il significato del Lingam, ma siccome ci sono diversi Lingam, non sò quale effetto hanno questi naturali raccolti nei fiumi sacri Indiani. Sò che ci sono dei Guru altamente evoluti, che maetrializzano dei Lingam, nella notte dedicata a Shiva e hanno diverse funzioni: guarigioni, spiritualità, ecc.Questi naturali, in pietra di fiume, hanno qualche effetto particolare, oltre al simbolismo?Quello che mi urge sapere, è se veramente hanno delle proprietà particolari e come si usano…!
Vi sarei molto grato se mi date una risposta.Grazie. Manuel
settembre 2001
Risposta
settembre 2001
Caro amico,
le Murti sono entita’ divine che assumono varie forme utilizzando elementi materiali, come la pietra, il legno, l’acqua o altro. Nonostante le tue accurate descrizioni non posso dire nulla al riguardo della autenticita’ delle tue Shiva Lingam e persino se sono effettivamente tali. Infatti bastano pochi dettagli per far si’ che una Murti non sia piu’ autentica.
Al riguardo dell’energia, ogni Murti autentica ha energia spirituale, che varia a secondo di che tipo di Murti si tratta. I Guru (maestri spirituali) non danno energia alle Shiva Lingam ma con la loro purezza fanno si’ che la Divinita’ entri in quella forma materiale e venga cosi’ resa spirituale. Da li’ l’energia che le persone spiritualmente avanzate riescono a percepire.
Avere una Murti a casa e’ un grande impegno. E’ facile commettere aparadha (offese) per cui se il proprio standard delle discipline spirituali non e’ ottimale e’ meglio non averle affatto. Per avere vantaggi spirituali e’ meglio evitare le shilam (divinita’ a forma di pietra) ed avere altre Divinita’ che non “accettano offese”, come Gaura Nitai ed altre.
Le discipline shivaite sono diverse da quelle che pratichiamo noi e variano molto a seconda della scuola specifica. Inoltre sono abbastanza complicate, tanto che ci sono interi libri dedicati ad esse. Il canto o recitazione dei mantra, comunque, e’ la base di tutte le discipline spirituali indiane. Gli shivaiti recitano “om namah shivaya”, i devoti di Krishna “Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare”.
Il servizio piu’ gradito a Radharani
Domande:
Carissimo Prabhu
bellissimo il tuo nuovo sito, sono felice di questo nuovo mezzo, cosi’ potro finalmente fare tutte le domande che mi sovvengono, molto facilmente e in qualsiasi momento.
Ad esempio.
Quale e’ il servizio piu’ gradito che si possa fare a Srimati Radharani ovviamente nella sua forma di Murti, e magari anche il servizio che preferisce nel mondo spirituale dalle gopi?
Spero solo, con tutte le E-mail a cui devi rispondere, di non importunare.
Risposta
Srimati Radharani ama Krishna e vuole vederLo felice. Cosi’ qualsiasi cosa che faccia felice Krishna fa felice Radharani.
Dunque cosa fa felice Krishna?
Egli ce lo spiega nelle scritture rivelate. Eseguendo le Sue istruzioni, Egli e’ contento perche’ cosi’ noi ci purifichiamo e torniamo a servirLo con amore e devozione.
Il verso della Bhagavad-gita che puo’ essere considerato l’essenza delle istruzioni di Sri Krishna ad Arjuna e’ il 18.65.
man-mana bhava mad-bhakto
mad-yaji mam namaskuru
mam evaisyasi satyam te
pratijane priyo ’si me
“Sempre pensa a Me, diventa Mio devoto, veneraMi e offriMi omaggi. Cosi’ tu verrai a me senza dibbio. Io ti prometto questo perche’ sei un Mio caro amico.”
Diventando un Vaishnava, pensando sempre a Lui senza mai dimenticarLo, offrendogli servizi in maniera disciplinata e offrendoGli rispetti e’ l’inizio della vita spirituale.
Una volta che la coscienza e’ diventata pura e si e’ ripresa la nostra svarupa, o siddha-deha, si serve Srimati Radharani attraverso le Sue compagne, come Srimati Lalita e Srimati Vishakha.
Al servizio delle compagne e aiutanti di Lalita Devi, un Gaudiya Vaishnava ottiene la perfezione piu’ desiderabile dell’esistenza.
Manonatha Dasa (ACBSP)
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