2 / Dvitiya-yama Sadhana
Bhajana del mattino
Sadhu-sange anartha-nivrtti
(La rimozione degli Anartha mediante l’associazione dei devoti)
Non ci sono momenti favorevoli o sfavorevoli per cantare i santi nomi. Come è spiegato nei Siksastaka (2), i santi nomi sono investiti di tutte le potenze:
namnam akari bahudha nija-sarva-saktis
tatrarpita niyamitah smarane na kalah
etadrsi tava krpa bhagavan mamapi
durdaivam idrsam ihajani nanuragah (1)
Mio signore, O Persona Suprema, il Tuo santo nome può accordare tutte le benedizione agli esseri viventi, perciò Tu possiedi centinaia e migliaia di nomi, come Krsna o Govinda, nei quali Ti espandi. In questi nomi trascendentali hai investito tutte le Tue potenze trascendentali. Non ci sono rigide regole per cantare questi nomi. O Signore, nella Tua infinita misericordia ci permetti di avvicinarTi facilmente col canto dei Tuoi santi nomi, ma io sono così sfortunato che non ho alcuna attrazione per essi.
Le persone sono possedute dai desideri più svariati, perciò Tu hai distribuito, grazie alla Tua misericordia, un gran numero di santi nomi. Chi canta il santo nome senza considerare il tempo o il luogo, perfino mentre mangia o dorme, ottiene tutte le perfezioni. Hai investito ogni singolo santo nome di tutta la Tua potenza, però Io sono così sfortunato che non provo attrazione per i Tuoi santi nomi.
La seguente preghiera per sviluppare attrazione per il santo nome si trova nel Namastaka (5):
aghadamana-yasodanandanau nandasunoh
kamalanayana gopicandra vrndavanendrah
pranata-karuna-krsnav ity aneka-svarupe
tvayi mama ratir-uccair-vardhatam namadheya
Oh uccisore del demone Agha! Oh figlio di Yasoda! Oh figlio di Nanda! Oh Tu che hai gli occhi di loto! Oh luna delle gopi! Oh Signore di Vrndavana! Oh misericordia di chi si abbandona a Te! Oh Krsna! Per la Tua Misericordia Ti manifesti in diverse forme. Che il mio attaccamento per Te aumenti sempre di più.
Secondo lo Skanda Purana, Krsna ha investito i santi nomi di tutte le Sue potenze:
dana-vrata-tapas-tirtha-yatradinam ca yah sthitah
saktayo devamahatam sarva-papa-harah subhah
rajasuyasvamedhanam jnanasyadhyatma-vastunah
akrsya harina sarvah sthapitah svesu namasu (3)
Qualsiasi potere abbiano il compimento della carità, le penitenze, le austerità, la visita ai sacri tirtha, l’adorazione degli esseri celesti, l’esecuzione dei sacrifici del Rajasuya o dell’Asvamedha, oppure l’acquisizione della conoscenza in relazione all’anima, questo potere in grado di conferire la fortuna e di distruggere il peccato è già nel santo nome di Sri Hari.
La Vaisvanara Samhita conferma che non ci sono regole rigide riguardanti il tempo o la purezza per cantare i santi nomi:
na desa-kala-niyamo
na saucasuaca-nirnayah
param sankirtanad eva
rama rameti mucyate (4)
Non esistono restrizioni riguardanti il luogo o il tempo, non è presa in considerazione neanche la purezza o l’impurità; attraverso la semplice esecuzione del sankirtana – cantare Rama Rama, o il mantra Hare Krsna – si può ottenere la liberazione più elevata.
I sintomi della sfortuna sono descritti nello Srimad- Bhagavatam come segue:
daivena te hata-dhiyo bhavatah prasangat
sarvasubhopasamanad vimukhendriya ye
kurvanti kama-sukha-lesa-lavaya dina
lobhabhibhuta-manaso ‘kusalani sasvat
O Signore, le persone che sono prive della gioia infinita che proviene dal canto e dall’ascolto delle Tue attività trascendentali sono certamente sfortunate e sono prive di buon senso. S’impegnano, infatti, in attività funeste e così godono solo di un piacere fugace.
Frustrati dalla loro incapacità di ottenere anche solo un pizzico di felicità dalla gratificazione dei sensi e sopraffatti dall’avidità, si dedicano ad attività sfavorevoli. Queste persone non fanno alcuno sforzo per impegnarsi nel canto e nell’ascolto delle Tue glorie.
Lo Srimad-Bhagavatam (1.7.4-6) aggiunge:
bhakti-yogena manasi
samyak pranihite ‘male
apasyat purusam purnam
mayam ca tad-apasrayam
yaya sammohito jiva
atmanam tri-gunatmakam
paro ‘pi manute ‘nartham
tat-krtam cabhipadyate
anarthopasamam saksad
bhakti-yogam adhoksaje (6)
Con la mente perfettamente fissa nella pratica unificante del servizio di devozione e scevro da ogni contaminazione materiale, egli vede il Signore Supremo e Assoluto insieme alla Sua energia esterna, completamente dominata da Lui. Sotto l’influenza di questa energia esterna l’essere individuale, sebbene sia trascendentale alle tre influenze della natura materiale, crede di essere un prodotto della materia e deve quindi conoscere le sofferenze di questo mondo. La pratica unificante del servizio di devozione ha il potere di alleviare direttamente le sofferenze materiali, d’altronde superflue, dell’essere individuale.
Krsna, l’energia di Krsna e l’entità vivente, insieme costituiscono la Verità Assoluta. Illusa da maya, l’entità vivente si vincola ad essa. Ciò è conosciuto come anartha. Quando l’entità vivente cosciente microscopica pratica il bhakti-yoga, tutti gli anartha sono distrutti ed essa ottiene il krsna-prema. Questa verità è stata realizzata da Vyasadeva grazie al totale assorbimento nel nome del Signore ecc. Di conseguenza Egli rivelò il metodo del bhakti-yoga nello Srimad-Bhagavatam.
Nell’šmnaya-sutra, sono descritti quattro tipi di sfortuna o di anartha:
mayamugdhasya jivasya
jneyo ‘narthas catur vidhah
hrddaurbbalyam caparadho
‘sat-trsna tattva-vibhramah (7)
All’entità vivente attratta da maya sono attribuiti quattro tipi di anartha: hrdaya-daurbalya (debolezza di cuore), aparadha (ogni genere di offese), asat-trsna (desideri materiali), e tattva- vibhrama (l’illusione riguardante la conoscenza spirituale). Questi anartha conducono alla schiavitù materiale, che porta alle sofferenze.
Quattro sono i tipi di illusione che riguardano la conoscenza spirituale:
sva-tattve para-tattve ca
sadhya-sadhana-tattvayoh
virodhi-visaye caiva
tattva-bhramas catur-vidhah (8)
Sva-tattva bhrama (l’illusione della propria identità), paratattva-bhrama (l’illusione nei confronti della Suprema Personalità di Dio), sadhya-sadhana-bhrama (l’illusione riguardante i metodi del sadhana e del prema-bhakti), e virodhi- visaya-bhrama (l’illusione riguardante soggetti sfavorevoli alla coscienza di Krsna); ecco i quattro tipi di illusione appartenenti alle anime condizionate.
Quattro sono i tipi di desideri materiali:
aihikesvaisana para-
trikesu caisana ‘subha
bhuti-vancha mumuksa ca
hy asat-trsnas catur-vidhah (9)
Il desiderio di oggetti materiali, di agi paradisiaci, dei poteri mistici e il desiderio per la liberazione sono i quattro tipi di desideri materiali.
I quattro tipi di offese:
krsna-nama-svarupesu
tadiya-cit-kanesu ca
jneya budha-ganair nityam
aparadhas catur-vidhah (10)
Queste sono: le offese al nome, alla forma del Signore, ai devoti e le offese alle entità viventi.
Quattro sono le debolezze di cuore:
tucchasaktih kutinati
mat saryam sva-pratisthata
hrd-daurbalyam budhaih sasvaj
jneyam kila catur-vidham (11)
Le persone intelligenti conoscono i seguenti quattro tipi di debolezze di cuore: l’attaccamento ad oggetti che non sono in relazione con Krsna, l’inganno, vedere l’errore negli altri, l’invidia e il desiderio per la fama.
Questi anartha danno vita a quattro nemici –kama, krodha, lobha, moha, mada e matsarya – cioè lussuria, rabbia, avidità, illusione, orgoglio e invidia. Questi anartha generano sei ondate – soka, moha, ksut, pipasa, jara e mrtyu – vale a dire sofferenza, illusione, fame, sete, vecchiaia e morte.
La pianta della devozione non può crescere a meno che non si abbandonino questi anartha.
Tutti gli anartha, in ogni caso, si allontanano con l’esecuzione del nama-sankirtana. Secondo lo Srimad-Bhagavatam (1.1.14):
apannah samsrtim ghoram
yan-nama vivaso grnan
tatah sadyo vimucyeta
yad bibheti svayam bhayam (12)
Gli esseri impigliati nella terribile rete delle morti e delle nascite possono liberarsi subito cantando, anche inconsapevolmente, il santo nome di Krsna, che incute paura persino al terrore in persona.
Lo Srimad-Bhagavatam (11.2.37) in seguito afferma:
bhayam dvitiyabhinivesatah syad
isad apetasya viparyayo ‘smrtih
tan-mayayato budha abhajet tam
bhaktyaikayesam guru-devatatma (13)
Quando l’entità vivente è attratta all’energia materiale, che è separata da Krsna, è vinta dalla paura. L’energia materiale la separa dalla Suprema Personalità di Dio, e la sua concezione dell’esistenza è capovolta. In altre parole, invece di essere l’eterna servitrice di Krsna entra in competizione con Lui. Ciò è detto viparyayah asmrtih. Per annullare questo sbaglio, chi è veramente istruito e avanzato adora la Suprema Personalità di Dio come il maestro spirituale, la divinità e la fonte di vita. Egli adora il Signore, dunque, mediante il metodo del puro servizio di devozione.
Chi desidera ottenere la misericordia di Krsna deve prendere rifugio in un guru autentico. Il momento in cui questi s’impegna
soltanto nel servizio sotto la direzione del guru, alla fine giunge a Krsna.
Le caratteristiche del bhakti-yoga sono descritte nello Srimad- Bhagavatam (1.2.12 e 1.2.7) come segue:
tac chraddadhana munayo
jnana-vairagya-yuktaya
pasyanty atmani catmanam
bhaktya sruta-grhitaya
vasudeve bhagavati
bhakti-yogah prayojitah
janayati asu vairagyam
jnanam ca yad ahaitukam (14)
La Verità Assoluta è realizzata dal saggio discepolo che s’informa con serietà e, con la pratica del servizio di devozione e l’ascolto del Vedanta-sruti, si arma della conoscenza e del distacco. Chi serve il Signore Supremo, Sri Krsna, con amore e devozione, per la Sua grazia acquisisce subito la conoscenza e il distacco.
Dopo aver ricevuto la misericordia del sadhu, cantando il santo nome con fede, si prova avversione per i concetti materiali e si realizza la propria posizione costituzionale eterna. Questa è conosciuta come la più alta piattaforma del bhakti-yoga. Avanzando gradualmente per i vari livelli della bhakti, si raggiunge questo livello di perfezione.
Le circostanze favorevoli per la bhakti sono descritte nello Srimad-Bhagavatam (2.9.36):
etavad eva jijnasyam
tattva-jijnasunatmanah
anvaya-vyatirekabhyam
yat syat sarvatra sarvada (15)
Colui che cerca di conoscere la Verità Assoluta, la Persona Divina e Suprema, deve in ogni occasione, in ogni tempo e in ogni luogo, in modo diretto o indiretto, fare domande sulla Verità Assoluta.
Ci sono due modi per liberarsi dagli anartha: direttamente, seguendo le regole, e indirettamente, osservando le restrizioni. I mezzi per liberarsi dai tre anartha – i desideri materiali, le debolezze del cuore e le offese – sono descritti cominciando dai seguenti versi tratti dalla Upadesamrta.
I sei impulsi sfavorevoli alla bhakti sono elencati nel primo verso:
vaco vegam manasah krodha-vegam
jihva-vegam udaropastha-vegam
etan vegan yo visaheta dhirah
sarvam apimam prthivim sa sisyat (16)
Una persona sobria che può tollerare l’impulso di parlare, le esigenze della mente, gli scatti di rabbia e gli impulsi della lingua, dello stomaco e dei genitali è qualificata a fare discepoli in tutto il mondo.
Gli impulsi qui menzionati sconvolgono il bhajana. Si devono fare ripetuti sforzi per controllare questi impulsi. Dopo averli controllati si deve adorare Radha-Krsna in un luogo solitario.
I sei ostacoli all’avanzamento nella Bhakti sono menzionati nel secondo verso:
atyaharah prayasas ca
prajalpo niyamagrahah
jana-sangas ca laulyam ca
sadbhir bhaktir vinasyati (17)
Il servizio di devozione si rovina quando ci si impiglia troppo nelle seguenti attività: (1) mangiare più del necessario o raccogliere più denaro del necessario, (2) sforzarsi troppo per cose mondane difficili da ottenere, (3) parlare inutilmente di argomenti mondani, (4) praticare le regole date dalle scritture tanto per seguirle, e non per l’avanzamento spirituale, o rifiutarle agendo indipendentemente o per capriccio, (5) associarsi con persone motivate da pensieri mondani non interessate alla coscienza di Krsna, e (6) essere avidi di risultati mondani.
I sei tipi di associazione che accrescono la bhakti sono descritti nel quarto verso:
dadati pratigrhnati
guhyam akhyati prcchati
bhunkte bhojayate caiva
sad-vidham priti-laksanam
Dare regali ricevuti in carità, accettare regali provenienti dalla carità, confidare il proprio pensiero, rivolgere domande in modo confidenziale, accettare cibo e offrire cibo; questi sono i sei sintomi dell’amore condiviso tra due devoti.
Questi sei tipi di associazione, se scambiati tra devoti, accrescono la devozione. La diminuiscono se scambiati tra non- devoti. Sri Caitanya Mahaprabhu, con le seguenti parole tratte dal Sri Caitanya-candrodaya-nataka, ha perfino proibito di guardare chi gode dei sensi materiali o una donna posseduta da un sentimento simile:
niskincanasya bhagavad-bhajanonmukhasya
param param jigamisor bhava-sagarasya
sandarsanam visayinam atha yositam ca
ha hanta hanta visa-bhaksanato ‘py asadhu (19)
Ahimè! Per una persona che desideri seriamente attraversare l’oceano materiale e impegnarsi senza motivazioni materiali nel servizio d’amore trascendentale al Signore, guardare un materialista impegnato nella gratificazione dei sensi o una donna con interessi simili, è peggio di bere volontariamente del veleno.
È proibito offendere i sadhu. È offensivo vedere un Vaisnava in accordo alle concezioni materiali. L’Upadesamrta dice (6):
drstaih svabhava-janitair vapusas ca dosair
na prakrtatvam iha bhakta-janasya pasyet
gangambhasam na khalu budbuda-phena-pankair
brahma-dravatvam apagacchati nira-dharmaih (20)
Un puro devoto, essendo situato nella propria posizione originale cosciente di Krsna, non si identifica col corpo. Un devoto del genere non dovrebbe essere osservato da un punto di vista materiale. Infatti, si deve ignorare il fatto che un devoto possa essere nato con una brutta carnagione, possa provenire da una famiglia povera, che abbia un corpo deformato, malato o infermo. Secondo una visione ordinaria, tali imperfezioni appaiono prominenti sul corpo di un puro devoto ma, nonostante questi difetti apparenti, il corpo di un puro devoto non può essere contaminato. È esattamente come le acque del Gange, che a volte durante la stagione delle piogge si riempiono di bolle, di schiuma e di melma. Le acque del Gange non si inquinano. Coloro che sono avanzati nella conoscenza trascendentale si bagnano nel Gange senza considerare le condizioni dell’acqua.
I devoti situati sul piano trascendentale non commettono attività peccaminose. Anche se qualche peccato potrebbe rimanere dentro di essi, presto svanirà.
Il Manah-siksa (7) ingiunge di abbandonare la propria mentalità nociva nella forma di desiderio per la fama e di critica disonesta:
pratisthasa dhrsta svapacaramani me hrdi natet
katham sadhu-prema sprsati sucir-etan-nanu manah
sada tvam sevasva prabhu-dayita-samanta-matulam
yatha tam niskasya tvaritam iha tam vesayati sah (21)
O mente, una svergognata prostituta di bassa nascita danza visibilmente nel mio cuore nella forma del desiderio per la fama. Come può il puro amore per Krsna, dunque, trovare mai posto nel mio cuore? Servi i devoti di Krsna, che sono i Suoi cari impareggiabili comandanti, di modo che essi possano scacciare questa prostituta e incoronare l’amore puro nel mio cuore.
Il Manah-siksa aggiunge:
areh cetah prodyat kapata kutinati-bhara-khara-
ksaran-mutre snatva dahasi katham atmanam api mam
sada tvam gandharva giridhara-pada-prema-vilasat
sudhambhodhau snatva svam api nitarat manca sukhaya (22)
Oh mente, perché ci bruci entrambi bagnandoti in difetti lampanti quali l’inganno e la critica? Essi sorgono dalla dualità e sono come l’urina vischiosa di un asino. Dovresti piuttosto bagnarti nell’oceano di nettare della prema-bhakti che scaturisce dai piedi di loto di Sri Sri Gandharvika Giridhari, che dà ad entrambi un piacere infinito.
È fondamentale sforzarsi di eliminare la dualità e il desiderio per la fama. Solo allora si può sviluppare un forte attaccamento per il canto del santo nome.
Le dieci offese durante il canto del santo nome dovrebbero essere cancellate. Queste sono descritte nel Padma Purana, Svarga-khanda:
satam ninda namnah paramam aparadham vitanute
yatah khyatim yatam katham u sahate tad-vigarham
Ingiuriare i grandi santi che si dedicano alla diffusone delle glorie del maha-mantra Hare Krsna è la peggiore delle offese ai piedi di loto del santo nome. Non si deve criticare chi predica le glorie del maha-mantra Hare Krsna. Chi lo fa è un offensore. Il Nama-prabhu, che è identico a Krsna, non tollera questo genere di azioni blasfeme, perfino da chi passa come grande devoto.
Il secondo namaparadha è descritto come segue:
sivasya sri-visnor ya iha guna-namadi-sakalam
dhiya bhinnam pasyet sa khalu hari-namahita-karah
In questo mondo materiale il santo nome di Visnu accorda tutte le benedizioni. Il nome di Visnu, la forma, le qualità e i passatempi sono tutti fatti di conoscenza trascendentale assoluta.
Perciò se si prova a separare l’Assoluta Personalità di Dio dal Suo santo nome o dalla Sua forma trascendentale, dalle Sue qualità e dai Suoi passatempi pensandoli materiali, tutto ciò è offensivo. In modo analogo, pensare che i nomi di esseri celesti quali Siva siano allo stesso livello del nome di Sri Visnu – o in altre parole, pensare che Siva e altri esseri celesti siano altre forme di Dio e che quindi eguaglino Visnu – è blasfemo. Questa è la seconda offesa ai piedi di loto del Signore.
guror avajna sruti-sastra-nindanam
tathartha-vadah hari-namni kalpanam
La terza offesa ai piedi di loto del santo nome è considerare il maestro spirituale come materiale e quindi invidiare la sua nobile posizione. La quarta offesa è denigrare la letteratura Vedica: i quattro Veda e i Purana. La quinta offesa è considerare esagerate le glorie del santo nome. La sesta offesa è considerare come prodotto dell’immaginazione il santo nome del Signore.
La settima offesa è descritta come segue:
namno balad yasya hi papa-buddhir
na vidyate tasya yamair hi suddhih
Pensare che si possano continuare a compiere attività peccaminose perché il mantra Hare Krsna è in grado di annullarne tutte le reazioni, e continuare a cantare a questo fine‚ è la più grande offesa ai piedi di loto del hari-nama.
L’ottava offesa è la seguente:
dharma-vrata-tyaga-hutadi-sarva
subha-kriya-samyam api pramadah.
È offensivo considerare il canto del mantra Hare Krsna come una cerimonia religiosa rituale. L’esecuzione di cerimonie religiose, l’osservanza di voti, la pratica della rinuncia e il sacrificio sono tutte attività di auspici materiali. Il canto del maha-mantra Hare Krsna non deve essere paragonato a questa religiosità materiale. È un offesa ai piedi di loto del Signore.
La nona offesa è descritta come segue:
asraddadhane vimukhe ‘py asrnvati
yas copadesah siva-namaparadhah
È considerata un’offesa diffondere le glorie del santo nome tra persone che non hanno fede in questo soggetto.
Persone del genere dovrebbero avere la possibilità di ascoltare il canto del mantra Hare Krsna, ma all’inizio non si deve parlare loro delle glorie del santo nome. L’ascolto costante del santo nome purificherà i loro cuori, poi saranno in grado di capire le Sue glorie trascendentali.
La decima offesa è la seguente:
srute ‘pi nama-mahatmye yah priti-rahito narah
aham-mamadi-paramo namni so ‘py aparadha-krt (23)
Se dopo aver ascoltato le glorie del santo nome trascendentale del Signore, si insiste con un concetto di vita materialista e si pensa: “Sono questo corpo e tutto ciò che appartiene ad esso è mio (aham mameti)” e non si mostra rispetto e amore per il canto del maha-mantra Hare Krsna, questa è un’offesa.
Oh fratello, cerca sinceramente di mettere fine a queste offese e canta il santo nome con intelligenza.
La falsa rinuncia è proibita. Nel Bhakti-rasamrta-sindhu è scritto:
prapancikataya buddhya
hari-sambandhi-vastunah
mumuksubhih parityago
vairagyam phalgu kathyate
Quando qualcuno è ansioso di raggiungere la liberazione e rinuncia a cose legate alla Suprema Personalità di Dio considerandole materiali, tale rinuncia è detta phalgu, o incompleta.
Chi si è qualificato per cantare il santo nome abbandona tutte le attività interessate. Nello Srimad Bhagavatam (11.5.41) è scritto:
devarsi-bhutapta-nrnam pitrinam
na kinkaro nayam rni ca rajan
sarvatmana yah saranam saranyam
gato mukundam parihrtya kartam (25)
Chi ha rinunciato ai suoi doveri materiali e ha preso pieno rifugio ai piedi di loto di Mukunda, il rifugio di tutti, non è in debito con gli esseri celesti, con i grandi saggi, con gli esseri viventi ordinari, con i parenti, con gli amici, con l’umanità, o addirittura con i propri antenati.
Secondo il Padma Purana, si deve abbandonare il niyamagrahah e seguire l’essenza del niyama.
smartavyah satatam visnur
vismartavyo na jatucit
sarve vidhi-nisedhah syur
etayor eva kinkarah (26)
Visnu, che è Krsna, dovrebbe essere ricordato sempre, in qualunque momento, e mai dimenticato. Tutte le regole e le proibizioni menzionate negli sastra dovrebbero servire questi principi.
Ci si dovrebbe astenere dalla purificazione legata al karma e al jnana. Il Padma Purana fa le seguenti affermazioni:
harer apy aparadhan yah kuryad dvi-pada-pam salah
namasrayah kadacit syat taraty eva sa namatah
namno ‘pi sarva-suhrdo hy aparadhat pataty adhah
namaparadha-yuktanam namany eva haranty-agham
avisranta prayuktani tany evarthakarani ca (27)
Gli esseri umani più bassi che commettono offese ai piedi di loto di Sri Hari potranno certamente attraversare l’oceano materiale se in qualche modo prenderanno rifugio nel santo nome. Al contrario, coloro che commettono offese nei confronti del santo nome, che è il benefattore di tutti, cadono sicuramente. Si liberano delle loro offese solo continuando a cantare il santo nome. Infatti, è possibile raggiungere ogni tipo di perfezione con il canto continuo.
Si dovrebbe cercare di acquisire la conoscenza di entrambi, di Krsna e di noi stessi. Prima si acquisisca la conoscenza della forma di Krsna, degli attributi e poi dei passatempi, come è stabilito nel Catuh-sloki Bhagavatam, cominciando con (2.933):
aham evasam evagre
nanyad yat sad-asat param
pascad aham yad etac ca
yo ‘vasisyeta so ‘smy aham (28)
Brahma, sono Io la Personalità di Dio che esisteva prima della creazione, quando nient’altro all’infuori di Me esisteva. Neanche la natura materiale fu la causa di questa creazione. Chi vedi adesso sono Io, la Personalità di Dio, e dopo l’annientamento rimarrò Io soltanto, la Personalità di Dio.
Sri Krsna, la personificazione della verità assoluta, è eterno e sempre esistente. Tutte le altre manifestazioni, spirituali e materiali, sono il risultato delle Sue energie variegate. Sri Krsna, che è come un sole trascendentale, rimane quale verità eterna dopo la distruzione universale. Questa è la base della filosofia dell’acintya bhedabheda tattva.
La conoscenza riguardante la forma della maya-sakti e della jiva-sakti si trova nello Srimad Bhagavatam (2.9.34):
rte ‘rtham yat pratiyeta
na pratiyeta catmani
tad vidyad atmano mayam
yathabhaso yatha tamah (29)
O Brahma, qualsiasi cosa sembra avere valore, se non è in relazione a Me non è reale. Sappi che si tratta della mia energia illusoria, quel riflesso che appare nelle tenebre.
L’energia di Krsna conosciuta come maya-sakti è simultaneamente una e differente da Krsna. La maya-sakti nasce dall’energia interna (cit-sakti) ma è differente da essa. La maya- sakti, l’ombra dell’energia interna, agisce attraverso le tre influenze della natura, che sono la causa di questo mondo materiale. Nel mondo materiale le entità viventi ignoranti sono incatenate alle attività temporanee.
Anche se l’anima spirituale ed il mondo materiale sono simultaneamente la stessa cosa e differente da Krsna, Lui esiste separatamente nella Sua forma eterna. Lo Srimad Bhagavatam (2.9.35) afferma:
yatha mahanti bhutani
bhutesuccavacesv anu
pravistany apravistani tatha
tesu na tesv aham (30)
O Brahma, per favore sappi che gli elementi universali entrano nel cosmo e contemporaneamente non entrano nel cosmo; similmente, Io stesso esisto all’interno di ogni cosa creata e allo stesso tempo ne sono fuori.
La conoscenza della forma del nome di Krsna è data nel Bhakti-rasamrta-sindhu:
nama cintamanih krsnas
caitanya-rasa-vigrahah
purnah suddho nitya-mukto
‘bhinnatvan nama-naminoh (31)
Il santo nome di Krsna è felicità trascendentale. Accorda tutte le benedizioni spirituali perché è Krsna stesso, cioè la fonte di tutto il piacere. Il nome di Krsna è completo, è la forma di tutto il nettare trascendentale, non è un nome materiale condizionato e non è meno potente di Krsna. È fuori questione che il nome di
Krsna, non essendo contaminato da qualità materiali, abbia a che fare con maya. E’ sempre indipendente e spirituale e non è mai condizionato dalle leggi della natura materiale. Questo perché il nome di Krsna e Krsna sono identici.
Il Bhakti-rasamrta-sindhu continua:
atah sri-krsna-namadi
na bhaved grahyam indriyaih
sevonmukhe hi jihvadau
svayam eva sphuraty adah (32)
Poiché la forma di Krsna, le Sue qualità e i Suoi passatempi, ecc. sono tutti sulla piattaforma dell’assoluto, i sensi materiali non possono apprezzarli. Quando l’anima condizionata si risveglia alla coscienza di Krsna e pratica il servizio di devozione usando la propria lingua per cantare il santo nome di Krsna e per gustare i resti del cibo offerto al Signore, essa diviene purificata e gradualmente capisce chi è veramente Krsna.
Secondo lo Srimad Bhagavatam (11.21.2), la pratica del canto del santo nome si deve svolgere in questo modo:
sve sve ‘dhikare ya nistha
sa gunah parikirtitah
viparyayas tu dosah syad
ubhayor esa niscayah (33)
La stabilità della propria posizione è considerata devozione vera, mentre il deviare dalla propria posizione è considerato empio. Così le due cose sono accertate in modo definitivo.
Le qualifiche per cantare il santo nome sono date nello Srimad Bhagavatam (11.20. 27/8):
jata-sraddho mat-kathasu
nirvinnah sarva-karmasu
veda duhkhatmakan kaman
parityage ‘py anisvarah
tato bhajeta mam pritah
sraddhalur drdha-niscayah
jusamanas ca tan kaman
duhkhodarkams ca garhayan (34)
Avendo risvegliato la fede nei racconti delle Mie glorie, disgustato dalle attività materiali, sapendo che la gratificazione dei sensi conduce alla miseria, anche se non è in grado di rinunciare a tutta la gratificazione dei sensi il Mio devoto rimane felice e Mi adora con grande fede e convinzione. Anche se a volte si impegna nella gratificazione dei sensi, il Mio devoto sa che essa conduce ad un risultato infelice e si pente sinceramente di fare quelle cose.
L’acquisizione delle sei qualità favorevoli per l’esecuzione del bhajana è importante. Queste sono descritte nell’Upadesamrta (3):
utsahan niscayad dhairyat
tat-tat-karma-pravartanat
sanga-tyagat sato vrtteh
sadbhir bhaktih prasidhyati (35)
Vi sono sei principi favorevoli all’esecuzione del puro servizio di devozione: (1) essere entusiasti, (2) sforzarsi con fiducia, (3) essere pazienti, (4) agire secondo i principi regolatori (quali sravanam kirtanam visnoh smaranam – l’ascolto, il canto, e il ricordo di Krsna), (5) abbandonare l’associazione dei non-devoti, e (6) seguire i passi degli acarya precedenti. Questi sei principi assicurano indubbiamente il successo completo nel puro servizio di devozione.”
Si deve lottare per raggiungere l’associazione dei puri devoti. Nello Srimad Bhagavatam (3.25.25) è scritto:
satam prasangan mama virya-samvido
bhavanti hrt-karna-rasayanah kathah
taj-josanad asv apavarga-vartmani
sraddha ratir bhaktir anukramisyati (36)
Conversare sui divertimenti e sulle attività del Signore Supremo, in compagnia dei puri devoti, è molto piacevole e soddisfacente per l’orecchio e per il cuore. Coltivando questa conoscenza si avanza gradualmente sul sentiero della liberazione, ci si libera da ogni condizionamento materiale e l’attrazione per il Signore diventa stabile. Allora si raggiunge gradualmente lo sraddha (l’attaccamento), rati (bhava) e la bhakti (prema-bhakti).
Come associarsi con i devoti è menzionato nell’Upadesamrta (5):
krsneti yasya giri tam manasadriyeta
diksasti cet pranatibhis ca bhajantam isam
susrusaya bhajana.vijnam ananyam anya-
nindadi-sunya-hrdam ipsita-sanga-labdhya (37)
Si deve onorare mentalmente il devoto che canta il santo nome di Sri Krsna, si devono offrire umili omaggi al devoto che si è sottoposto all’iniziazione spirituale (diksa) e che è impegnato nell’adorazione della divinità, ci si deve associare e servire con fede il puro devoto che è avanzato nel servizio di devozione incontaminato e che ha il cuore completamente privo della tendenza a criticare gli altri.
Un puro devoto del genere vede tutti come servitori eterni di Krsna.
Si deve trascorrere la vita nel sentimento di yukta-vairagya e cantare il santo nome. Come è stabilito nel Bhakti-rasamrta- sindhu:
anasaktasya visayan
yatharham upayunjatah
nirbandhah krsna-sambhandhe
yuktam vairagyam ucyate (38)
Quando non si ha nessun attaccamento, ma allo stesso tempo si accetta tutto ciò che è in relazione a Krsna, ci si situa correttamente al di sopra del senso del possesso.
Lo Srimad Bhagavatam (7.11.32) inoltre dice:
vrttya sva-bhava-krtaya
vartamanah sva-karma-krt
hitva sva-bhava-jam karma
sanair nirgunatam iyat (39)
Se una persona esercita la sua professione sulle basi della natura causata dalle influenze della natura e gradualmente abbandona queste attività, raggiunge il livello detto niskama.
Liberi dal peccato, si deve prendere rifugio nel santo nome. Quest’arte di vivere è menzionata nello Srimad Bhagavatam (11.7.39):
prana-vrttyaiva santusyen
munir naivendriya-priyaih
jnanam yatha na nasyeta
navakiryeta van-manah (40)
Un saggio erudito dovrebbe essere soddisfatto nel mantenere la propria esistenza e non dovrebbe cercare la soddisfazione mediante la gratificazione dei sensi materiali. In altre parole, ci si dovrebbe occupare del corpo materiale in modo tale da non compromettere la conoscenza più elevata e non deviare dalla realizzazione spirituale né con la parola né con la mente.
Le attività inutili devono essere evitate. In questo modo si può rinunciare alla tendenza per la gratificazione dei sensi e nutrirsi in maniera tale che la lingua e la mente non deviino dallo yukta- vairagya.
Bisogna stare attenti alla qualità della compagnia. L’Hari-bhakti-sudhodaya (2.13) ne spiega le ragioni:
yasya yat sangatih pumso
manivat syat sa tad gunah
svakularddhyai tato dhiman
svayuthany eva samsrayet (41)
Così come le qualità di un oggetto riflettono in un cristallo, si assumono le qualità della persona con cui ci si associa. Una persona saggia, perciò, prende rifugio in quei sadhu che sono molto avanzati, affettuosi ed impara a comportarsi nello stesso modo.
Si deve seguire con attenzione la via tracciata dai mahajana, come è descritto nello Skanda Purana:
sa mrgyah sreyasam hetuh
panthah santapavarjitah
anavapta-sramam purve
yena santah pratasthire (42)
Si seguano rigidamente la via adottata dai mahajana precedenti. Quella via accorda grandi benedizioni ed è priva di qualsiasi sofferenza.
La strada indicata dai Veda è quella della vera Bhakti. Come stabilisce il Brahma-yamala:
sruti-smrti-puranadi
pancaratra-vidhim vina
aikantiki harer bhaktir
utpatayaiva kalpyate (43)
Il servizio di devozione al Signore che ignora la letteratura Vedica autorizzata come le Upanisad, i Purana, il Narada- pancaratra, ecc. è semplicemente un disturbo per la società.
Semplicemente seguendo il cammino tracciato dai mahajana si può avanzare nella vita spirituale. Colui che agisce secondo le proprie idee andrà incontro a dei fastidi e alla rovina. Se non si fanno sforzi per liberarsi dagli anartha si andrà incontro alla sfortuna perché si diviene incapaci a ricevere la misericordia del santo nome e senza di quella, non importa quanto si tenti, non si possono rimuovere gli anartha. Tuttavia piangendo sinceramente ai piedi di loto del santo nome, nel giro di pochi giorni gli anartha svaniscono. Dopo averli abbandonati, ci si deve impegnare completamente nell’ascolto e nel canto, prendendo completo rifugio nel santo nome.
Gli sforzi di colui che è risoluto nell’esecuzione del bhajana sono descritti nell’Hari-bhakti-vilasa:
evam ekantinam prayah
kirtanam smaranam prabhoh
kurvatah parama-pritya
krtyamanyan na rocyate
bhavena kenacit prestha
sri-murter anghri sevane
syadicchaisam sva-mantrena
sva-rasenaiva tad vidhih
vihitesv eva nityesu
pravartante svayam hi te
sarva-tyagepy aheyayah
sarvanartha-bhuvas ca te
kuryuh pratistha-visthayah
yatnam asparsane varam
prabhate cardharate ca
madhyahne divasaksaye
kirtayanti harim ye vai
na tesam anya-sadhanam (44)
I devoti che hanno la mente fissa sull’ascolto e sul canto delle glorie di Krsna nel puro amore non provano gusto per altre attività. Servire le proprie amate divinità con i diksa mantra stimola in loro il gusto per lo svarasiki bhajana (l’adorazione secondo il proprio rasa particolare). Le attività di tali raganuga bhakta nascono dalla devozione spontanea per Krsna, attività che non sono mai contrarie alle ingiunzioni degli sastra.
Fra tutti i desideri materiali, quello per la fama è il più difficile da sradicare. Spesso paragonato agli escrementi, questo è la radice causa di tutti gli anartha. Una persona, quindi, dovrebbe
evitare attentamente di toccare questo escremento che assume la forma di desiderio per la fama.
Chi si libera dai propri anartha, impegnandosi nel canto e nell’ascolto di prima mattina, all’alba, a mezzodì e a mezzanotte, riceve facilmente la misericordia di Krsna. Coloro che cantano il santo nome con fede piena in associazione dei devoti si liberano degli anartha e raggiungono il livello di nistha.
Al mattino, ricordatevi dei passatempi eterni di Krsna, e gradualmente raggiungerete il bhava. Nel Govinda-lilamrta è scritto:
radham snata-vibhusitam vrajapayahutam sakhibhih prage
tad-gaha vihitanna-paka-racanam krsnavasesanam
krsnam buddham avapta-dhenu-sadanam nirvyudha-go- dohanam
susnatam krta-bhojanam saha-caraistam catha tam casrye (45)
Prendo rifugio in Srimati Radharani. Dopo aver finito le Sue abluzioni e ornato il proprio corpo, al mattino presto Radharani è chiamata da madre Yasoda. Allora Radha, insieme alle Sue amiche, va a casa di Madre Yasoda e prepara una grande varietà di piatti deliziosi che sono offerti a Krsna. Radharani poi accetta i resti del cibo lasciati da Krsna. E in queste occasioni di tanto in tanto ha la possibilità di incontrare Krsna.
Prendo anche rifugio in Krsna. Al mattino presto, dopo essersi alzato dal letto, Krsna va alla stalla a mungere le mucche. Seguendo la Sua routine quotidiana, Krsna ritorna poi a casa e, dopo essersi lavato, mangia con i Suoi amici pastori.
Al mattino ricordate questo passatempo e, sopraffatti dall’amore, cantate il santo nome in associazione dei devoti. In breve tempo il bhava (le emozioni trascendentali) si risveglieranno in voi.
Termina così il Dvitiya-yama Sadhana dello Sri Bhajana rahasya.
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