1 / Prathama-yama Sadhana
Bhajana alla fine della notte
Sraddha
(la fede)
krsna-varnam tvisakrsnam sangopangastra-parsadam yajnaih sankirtana-prayair bhajami kali-pavanam (1)
nijatve gaudiyan jagati parigrhya prabhur-iman hare krsnety evam ganana-vidhina kirtayata bhoh iti prayam siksam carana-madhupebhyah paridisan saci-sunuh kim me nayana-saranim yasyati padam(2)
(Stavavali)
Adoro, mediante il sacrificio del canto del santo nome in congregazione, il liberatore delle anime cadute del Kali-yuga, Sri Gaurangadeva, Colui che canta costantemente il nome di Krsna. Pur non essendo di carnagione scura, Egli è Krsna in persona. E’ in compagnia dei Suoi anga (membra del corpo nella forma di Nityananda e Advaita Prabhu), delle upanga (parti di membra quali Srivasa Pandita), dell’astra (l’arma nella forma del santo nome) e dei parsada (associati quali Svarupa Damodara, Raya Ramananda, Gadadhara e Govinda).
Quando il figlio di Sacimata apparirà nella luce dei miei occhi? Egli ha accettato i Gaudiya Vaisnava, che sono api ai suoi piedi di loto, come i Suoi intimi associati. Li istruì, come un padre, al canto di un numero stabilito di giri del maha-mantra Hare Krsna. La Verità Suprema e Assoluta, Sri Hari, ha manifestato la Sua forma d’oro a Navadvipa per liberare le entità viventi del Kali- yuga. Ha distribuito, insieme ai suoi associati, il tesoro dell’amore di Dio introducendo il canto dei santi nomi del Signore – la pratica religiosa per l’età di Kali. Il canto in congregazione dei santi nomi del Signore è l’attività eterna delle entità viventi. Tutte le altre attività sono concepite per aiutarci a raggiungere la perfezione del canto dei santi nomi.
E’ scritto nel Visnu-rahasya:
yad abhyarcya harim bhaktya
krte kratu-satair api
phalam prapnoty avikalam
kalau govinda-kirtanat (3)
Qualsiasi frutto sia ottenibile in Satya-yuga, adorando con devozione Sri Hari mediante l’esecuzione di centinaia di sacrifici, in Kali-yuga lo stesso risultato è raggiungibile semplicemente con il Govinda kirtana.
Mentre si cantano i santi nomi, altri metodi di purificazione sono proibiti. E’ scritto nel Brhad-visnu Purana:
namno ‘sya yavati saktih
papa-nirharane hareh
tavat kartum na saknoti
patakam pataki janah(4)
Semplicemente cantando una volta il nome di Hari, un uomo dedito ad attività peccaminose è in grado di contrastare le reazioni di più peccati di quanti possa commetterne.”
Non esiste purificazione che eguagli il canto dei santi nomi. Le persone intelligenti, dunque, abbandonano tutti i doveri menzionati nei Veda.
A proposito della supremazia del kirtana, nell’Hari-bhakti- vilasa c’è la seguente citazione tratta dal Vaisnava-cintamani:
aghacchit smaranam visnor
bahvayasena sadhyate
ostha-spandana-matrena
kirtanan tu tato varam(5)
Il ricordo di Visnu, che distrugge tutti i peccati, è raggiungibile dopo grandi sforzi, però la glorificazione di Visnu – semplicemente facendo vibrare le labbra – è superiore al ricordo. (La ragione è che anche con il namabhasa, cioè con il riflesso del canto, le catene del mondo materiale sono spezzate).
Il ricordo del Signore è difficile da ottenere mediante l’esecuzione delle austerità. Il kirtana invece è attuabile semplicemente con il movimento delle labbra. Persino non muovendo le labbra si possono ricordare i santi nomi. La perfezione assoluta è conseguibile tramite il canto e il ricordo. Tutti gli sastra stabiliscono dunque che il ricordo ed il canto dei santi nomi sono superiore al metodo dell’arcana.
L’hari-bhakti-vilasa dichiara:
yena janma-sataih purvam
vasudavah samarcitah
tan mukhe hari-namani
sada tisthanti bharata(6)
Oh migliore dei Bharata! Il santo nome di Hari è presente solo sulla bocca di chi ha adorato perfettamente Vasudeva per centinaia di nascite trascorse.
Le sedici parole del mantra Hare Krsna compongono otto coppie di nomi. Caitanya Mahaprabhu ha recitato gli otto sloka dei Siksastaka, rifacendosi ad essi.
La prima coppia di nomi – Hare Krsna – significa il vincitore dell’ignoranza e l’esecuzione con fede del nama-sankirtana. La seconda coppia – Hare Krsna – vuol dire che i santi nomi di Krsna sono investiti di tutti i poteri. Uno dovrebbe sviluppare attaccamento per il bhajana prendendo rifugio nei santi nomi associando con i sadhu. Praticando il bhajana, gradualmente, gli anartha (le contaminazioni indesiderate) sono distrutti. Quando gli anartha sono rimossi, si sviluppa nistha (la fede ferma). La terza coppia – Krsna Krsna – indica la compagnia dei puri devoti ed essersi stabiliti nella fede ferma per tutto il giorno e la notte. La quarta coppia – Hare Hare – risveglia la devozione disinteressata ed il gusto per il nama-sankirtana.
La quinta coppia – Hare Rama – rappresenta il gusto per il puro servizio di devozione insieme al ricordo dei santi nomi secondo la prescrizione dei Siksastaka. La sesta coppia – Hare Rama- cioè il canto al livello iniziale dell’emozione trascendentale, conduce al distacco da ciò che è materiale e all’attaccamento completo a Krsna. La settima coppia – Rama Rama – risveglia l’attaccamento per la dolcezza del rasa coniugale, il rifugio ai piedi di loto di Radha e i sentimenti di separazione. L’ottava coppia – Hare Hare – conduce al raggiungimento dello scopo della vita – il servizio d’amore a Radha e Krsna seguendo i sentimenti delle gopi di Vrndavana, durante le otto suddivisioni del giorno e della notte (asta-kala)
E’ scritto nel Bhakti-rasamrta-sindhu:
adau sraddha tatah sadhu-sango ‘tha bhajana-kriya
tato ‘nartha-nivrttih syat tato nistha rucis tatah
athasaktis tato bhavas tatah premabhyudancati
sadhakanam ayam premnah pradurbhave bhavet kramah (7)
Alcune attività pie,
Tali attività pie quali servire inconsapevolmente o ascoltare il krsna- katha da un devoto(ajnata-sukrti) conducono alla bhakti.
che conducono alla Bhakti, generano la fede. Poi si ricerca l’associazione dei puri devoti. Allora si riceve l’iniziazione dal maestro spirituale e si rispettano i principi regolatori sotto le sue istruzioni. Uno si libera, quindi, da tutte le abitudini sgradevoli e si situa fermamente nel servizio di devozione. Si sviluppa di conseguenza attaccamento e gusto. Questa è la via del sadhana-bhakti, la pratica del servizio di devozione secondo i principi regolatori. Le emozioni si intensificano progressivamente, e alla fine avviene il risveglio dell’amore. Tale è lo sviluppo graduale dell’amore di Dio per un devoto che si dedica alla coscienza di Krsna.
Mentre si canta allo stadio di nistha gli anartha sono sradicati; nasce pertanto il gusto per il santo nome. Come aumenta il numero degli anartha estirpati, cresce l’attaccamento. Nel momento in cui si comincia ad accedere allo stadio di bhava, o rati, si sono eliminati quasi tutti gli anartha.
Durante questo processo, se a causa della compagnia dei non devoti sorgesse il desiderio per la fama, si sarebbe indotti al kutinati (la diplomazia), che come risultato conduce alla caduta del devoto. Uno dovrebbe perciò abbandonare con attenzione la compagnia dei non devoti e allo stesso tempo cantare sempre il nome di Dio in grande estasi.
Il Bhakti-rasamrta-sindhu cita il verso seguente della Katyayana-samhita:
varam huta-vaha-jvala-
panjarantar-vyavasthitih
na sauri-cinta-vimukha-
jana-samvasa-vaisasam (8)
E’ preferibile essere rinchiusi in una gabbia circondata da fiamme e sopportare una tale sofferenza piuttosto che associarsi con coloro che sono privi della coscienza di Krsna. Una compagnia del genere è una grande avversità.
Nel Visnu-rahasya è scritto:
alinganam varam manye
vyala-vyaghra-jalaukasam
na sangah salya-yuktanam
nana-devaika-sevinam (9)
E’ meglio abbracciare un serpente, una tigre o un alligatore piuttosto che stare in compagnia di persone che adorano vari esseri celesti e che sono animate da desideri materiali.
E’ scritto nel Bhakti-rasamrta-sindhu che perfino il namabhasa distrugge tutti i peccati e accorda la liberazione.
tam nirvyajam bhaja guna-nidhe pavananam
sraddha-rajyan-matir atitaram uttamah-sloka-maulim
prodyann antah-karana-kuhare hanta yan-nama-bhanor
abhaso ‘pi ksapayati maha-pataka-dhvanta-rasim (10)
Oh detentore di tutte le buone qualità, adora Sri Krsna, il purificatore dei purificatori, la più nobile delle personalità, glorificato con versi scelti. Adoralo con fede e mente fissa, senza ambiguità e in modo nobile. Adora il Signore il cui nome è come il sole. La minima apparizione del sole dissipa le tenebre della notte, così la minima apparizione del santo nome di Krsna può spazzare via tutte le tenebre dell’ignoranza che calano sul cuore a causa di gravi attività peccaminose compiute nelle vite precedenti.
Eseguendo le pratiche del servizio di devozione secondo gli insegnamenti dei Siksastaka, i passatempi di Krsna si manifestano gradualmente nel cuore del devoto. All’inizio secondo il primo sloka dei Siksastaka
Srila Bhaktivinode Thakura afferma nel suo commento ai Siksastaka, il Sammodana-bhasya, che nel primo verso la parola param indica che successivamente allo sraddha e al sat-sanga, cioè allo stadio di bhajana-kriya ci si dedica al canto del santo nome.
si dovrebbe praticare il bhajana per alcuni giorni. Mediante questa disciplina il praticante deve poi maturare, come è spiegato nel secondo verso.
Maturare vuol dire che si dovrebbe evitare con attenzione il namaparadha come indica la parola durdaivam, dopo di che si è in grado di glorificare in modo appropriato il santo nome, la forma, gli attributi e i passatempi del Signore.
In base al terzo e al quarto sloka
Il terzo verso dei Siksastaka descrive le qualità manifestate dal sadhaka dopo che questi si è liberato delle offese. Nel quarto verso, le parole na dhanam na janam na sundarim si riferiscono alle qualità marginali del puro devoto, che è esente da tutti i desideri materiali.
ci si dovrebbe concentrare progressivamente sul bhajana. Il quinto sloka tratta dell’accettazione del proprio corpo spirituale (siddha-deha). Dopo aver accettato il siddha-deha, uno dovrebbe cominciare il bhajana prendendo rifugio ai piedi di loto di Srimati Radharani e avanzare gradualmente.
Il bhajana compiuto in accordo al sesto sloka indica la scomparsa
I sintomi esterni del bhava, sono descritti nel sesto verso. A questo livello il sadhaka ha già vinto quasi tutti gli anartha.
di quasi tutti gli anartha e introduce l’adhikara (la qualifica) necessaria per ottenere il siddha-deha. Se uno pensa al proprio siddha-deha senza aver raggiunto l’adhikara il suo intelletto sarà sviato.
Se si vuole raggiungere la perfezione si segua attentamente la sequenza indicata dai Siksastaka. Osservando le attività dei sadhu si può acquisire un intelletto puro. Il conseguimento del siddha- deha, ottenuto con un bhajana costante, porta facilmente a gioire del servizio durante il giorno e la notte.
Se si ricordano gli Siksastaka e si pratica lo smarana ed il kirtana in accordo ad essi, progressivamente il servizio asta-kala si risveglierà nel cuore. In quel momento tutte le contaminazioni indesiderate incluse la religiosità, lo sviluppo economico, la gratificazione dei sensi e la liberazione appaiono insignificanti e si ottiene il tesoro dell’amore. Con il canto del santo nome si pulisce lo specchio del cuore. Com’è stabilito dai Siksastaka (1):
ceto-darpana-marjanam
bhava-maha-davagni-nirvapanam
sreyah-kairava-candrika-vitaranam
vidya-vadhu-jivanam
anandambhudi-vardhanam prati-padam
purnamrtasvadanam
sarvatma-snapanam param
vijayate sri-krsna-sankirtanam(11)
Tutte le glorie al santo nome di Sri Krsna, che ha il potere di purificare lo specchio del cuore mettendo fine alle sofferenze della foresta in fiamme dell’esistenza materiale. Questo canto è la luna crescente che apre il loto bianco della fortuna per tutti gli esseri viventi. E’ la vita e l’anima di ogni conoscenza. Il canto del santo nome di Krsna espande l’oceano della felicità della vita trascendentale. Tale canto ha un effetto rinfrescante su tutti e permette di gustare fino in fondo il nettare che da sempre desideriamo.
Con l’esecuzione del canto collettivo del mantra Hare Krsna, si può distruggere la condizione peccaminosa dell’esistenza materiale, purificare il cuore contaminato e risvegliare tutti i tipi di servizio devozionale. Il risultato del canto è che l’amore per Krsna si risveglia e la felicità trascendentale diviene realtà. Alla fine si guadagna la compagnia di Sri Krsna e ci si impegna nel servizio di devozione, come se ci si immergesse in un immenso oceano d’amore.
Il santo nome, nel Namastaka di Rupa Gosvami, è descritto come la personificazione della felicità e della conoscenza.
suditasrita-janarti-rasaye
ramya-cid-ghana sukha-svarupine
nama gokula-mahotsavaya te
krsna purna-vapuse namo namah(12)
Oh Hari-nama! Oh Krsna! Tu distruggi tutte le sofferenze di coloro che prendono rifugio in Te. Tu, per i tuoi devoti, sei molto attraente e delizioso. La Tua forma è la personificazione della conoscenza e della felicità e perciò sei una festa per gli abitanti di Gokula. Mi prosterno ripetutamente davanti a Te. La Tua forma è completamente spirituale come quella di Vaikuntha.
Ci si può liberare da tutte le cattive abitudini solo se si canta il santo nome di Krsna. Così si risveglia la buona fortuna e il flusso di amore per Krsna inizia a scorrere.
Pur praticando l’astanga-yoga la paura è sempre presente. Nello Srimad-Bhagavatam (1.6.35) è detto:
yamadibhir yoga-pathaih
kama-lobha-hato muhuh
mukunda-sevaya yadvat
tathatmaddha na samyati(13)
E’ vero che esercitandosi a controllare i sensi con la pratica dello yoga ci si può liberare dalle ansietà generate dalla cupidigia e dall’avidità, ma ciò non è sufficiente per dare all’anima la soddisfazione. Questa si conquista solo grazie al servizio di devozione al Signore Supremo.
Lo Srimad-Bhagavatam (1.5.12) condanna il karma e il jnana con queste parole:
naiskarmyam apy acyuta-bhava-varjitam
na sobhate jnanam alam niranjanam
kutah punah sasvad abhadram isvare
na carpitam karma yad apy akaranam (14)
Anche se libera da ogni rapporto con la materia, la conoscenza spirituale è poco interessante se non comporta una certa comprensione del Signore infallibile. Quale può essere quindi il valore delle attività interessate, transitorie per natura e sempre fonti di sofferenza, se non sono rivolte al servizio del Signore?
Lo Srimad-Bhagavatam (10.14.4) condanna ulteriormente la via che non segue il servizio di devozione con queste parole:
sreyah-srtim bhaktim udasya te vibho
klisyanti ye kevala-bodha-labdhaye
tesam asau klesala eva sisyate
nanyad yatha sthula-tusavaghatinam (15)
Mio caro Signore, il servizio di devozione a Te è la via migliore per la realizzazione spirituale. Se qualcuno abbandona questa via per coltivare la conoscenza speculativa, si abbandona ad un processo deviante con cui non raggiungerà il risultato desiderato. Come una persona che batte una spiga vuota non può ottenerne grano, chi specula soltanto non può raggiungere la realizzazione spirituale. L’unico guadagno saranno dei fastidi.
Cantando i santi nomi l’incendio divampante dell’esistenza materiale è definitivamente domato. E’ scritto nello Srimad- Bhagavatam (6.2.46):
natah param karma-nibandha-krntanam
mumuksatam tirtha-padanukirtanat
na yat punah karmasu sajjate mano
rajas-tamobhyam kalilam tato ‘nyatha (16)
Chi desidera, dunque, liberarsi dalla schiavitù materiale dovrebbe dedicarsi al metodo del canto e glorificare il nome, la fama, la forma e i passatempi della Suprema Personalità di Dio, ai piedi del Quale si trovano tutti i luoghi sacri. Non si possono ottenere i giusti benefici con altri metodi quali le attività pie, la conoscenza speculativa e la meditazione dello yoga mistico, perché anche dopo aver seguito questi metodi uno si impegna nuovamente in attività interessate, non essendo in grado di controllare la propria mente contaminata dalle influenze di base della natura, vale a dire la passione e l’ignoranza.
Inoltre, nell’Uttar Khanda del Padma-Purana è scritto:
sakrd-uccaritam yena
harir ity aksara-dvayam
baddhah parikaras-tena
moksaya gamanam prati (17)
Colui che ha pronunciato anche una sola volta il nome di Hari, acquisisce facilmente la ferma determinazione per raggiungere la liberazione.
Il canto del santo nome diffonde la luce lunare che fa sbocciare il loto trascendentale del buon augurio. Nel Prabhasa Khanda è scritto:
madhura-madhuram etan mangalam mangalanam
sakala-nigama-valli-sat-phalam cit-svarupam
sakrdapi parigitam sraddhaya helaya va
bhrgu-vara nara-matram tarayet krsna-nama (18)
Fra tutte le cose di buon auspicio questo hari-nama è la più favorevole, è la cosa più dolce ed è l’eterno frutto trascendentale dell’albero della conoscenza Vedica. O migliore dei Bhrgu, il santo nome accorda la liberazione anche se cantato persino una sola volta senza offesa, con fede o con negligenza.
Il santo nome è la vita della conoscenza trascendentale. Nel Garuda Purana è scritto:
yad icchasi param jnanam
jnanad yat paramam padam
tadadarena rajendra
kuru govinda-kirtanam (19)
O migliore dei Re, se vuoi ottenere la conoscenza più elevata mediante la quale potrai raggiungere la dimora suprema, allora pratica il Govinda kirtana con fede risoluta.
Gli Esseri Celesti, nello Srimad-Bhagavatam (3.5.40) affermano:
dhatar yad asmin bhava isa jivas
tapa-trayenabhihata na sarma
atman labhante bhagavams tavanghri
cchayam sa-vidyam ata asrayema (20)
Oh Padre! Oh Signore! Oh Personalità di Dio! Le entità viventi nel mondo materiale non trovano mai la felicità, perché sono sopraffatte dai tre tipi di sofferenza materiale. Prendono, quindi, rifugio all’ombra dei Tuoi piedi di loto, che sono pieni di conoscenza; pertanto vi prendiamo rifugio anche noi.
Di nuovo, nello Srimad-Bhagavatam (4.29.49), è scritto:
sa vidya tan-matir yaya (21)
Un uomo veramente istruito si eleva alla Coscienza di Krsna.
La conoscenza trascendentale, mediante la quale la coscienza si assorbe nei piedi di loto di Krsna, è la vidya originale o reale, che taglia i legami dell’avidya. Il santo nome di Krsna è la vita di quella moglie, la Vidya, che concentra la mente sui piedi di loto di Krsna. Il canto del santo nome accresce l’oceano di felicità. Ciò è messo in evidenza nello Srimad-Bhagavatam (8.3.20):
ekantino yasya na kancanartham
vanchanti ye vai bhagavat-prapannah
aty-adbhutam tac-caritam sumangalam
gayanta ananda-samudra-magnah (22)
I puri devoti che non hanno altri desideri oltre quello di servire il Signore Lo adorano con abbandono totale, cantano e ascoltano sempre le Sue attività meravigliose che sono di buon auspicio. Perciò essi sono sempre immersi nell’oceano di felicità trascendentale. Questi devoti non chiedono mai al Signore alcuna benedizione.
Il canto del santo nome ci permette di gustare ad ogni passo tutto il nettare. Ciò è descritto come segue nel Padma Purana:
tebhyo namo ‘stu bhava-vari-dhi-jirna-panka
sammagna-moksana-vicaksana-padukebhyah
krsneti varna-yugalam sravanena yesam
anandathur bhavati narttitaroma-vrndah (23)
I devoti sono pieni di felicità e i peli sul loro corpo si rizzano quando sentono il nome Krsna. Mi prosterno ai piedi di quei devoti, che sono esperti nel liberare la gente che affoga nell’oceano materiale. Con il canto il cuore si bagna di felicità trascendentale.
È confermato nello Srimad-Bhagavatam (12.12.48):
sankirtyamano bhagavan anantah
srutanubhavo vyasanam hi pumsam
pravisya cittam vidhunoty asesam
yatha tamo ‘rko ‘bhram ivati-vatah (24)
Quando le persone glorificano nel modo giusto la Suprema Personalità di Dio o anche solo quando sentono parlare del Suo potere, il Signore entra personalmente nei loro cuori e spazza via ogni traccia di sfortuna, proprio come il sole dissipa le tenebre o come un vento potente spazza via le nuvole.
Sotto la protezione del nome di Sri Krsna lo specchio del cuore si pulisce e l’entità vivente ottiene molto velocemente il krsna- prema.
Il santo nome di Krsna, traboccante di felicità trascendentale, è l’incarnazione della dolcezza trascendentale. Nel Namastaka (8) è scritto:
narada-vinojjivana sudhormi-niryasa-madhuripura
tvam krsna-nama kamam sphura me rasane rasena sada (25)
O Krsna-nama! Tu infondi la vita nella vina di Narada Muni, e la dolcezza che fluisce da Te è la personificazione dell’essenza di ondate di nettare. Prego, quindi, che Tu ti manifesti sempre sulla mia lingua con rasa trascendentali.
Secondo il Namastaka (2), il santo nome è adorato dalle anime liberate, poiché perfino il namabhasa distrugge tutti i tipi di sofferenze.
jaya namadheya muni-vrnda-geya
jana-ranjanaya paramaksarakrte
tvam anadarad api manag udiritam
nikhilogra-tapa-patalim vilumpasi (26)
Oh Hari-nama! I grandi saggi Ti glorificano sempre. Ti sei manifestato gentilmente come suono trascendentale per far nascere nelle persone l’attaccamento al Signore e accordare loro la buona fortuna. Se qualcuno Ti pronuncia persino con negligenza, Tu distruggi in lui le gravi sofferenze materiali. Ecco il Tuo potere immenso.
I Veda descrivono la verità riguardante il santo nome con queste parole, dal Rig-veda:
om ity etad brahmano nedistam nama yasmad uccaryamana
eva samsara-bhayat tarayati tasmad-ucyate tara iti (27)
om asya jananto nama cid-viviktan mahaste visno
sumatim bhajamahe om tat sat (28)
tato ‘bhut trivrd-omkaro yo ‘vyakta prabhavah svarat
yat tal-lingam bhagavato brahmanah paramatmanah (29)
Chi pronuncia l’om, la forma più vicina al Brahman, si avvicina al Brahman. Questo nome libera dalla paura del mondo materiale, e per questo è conosciuto come tarak brahma.
O Visnu, il tuo nome, om, manifestatosi da sé, è la forma del sapere eterno. Nonostante la mia conoscenza sulle glorie del canto di questo nome sia incompleta, mediante la pratica del canto di questo nome raggiungerò la conoscenza perfetta.
Colui che possiede poteri non manifestati ed è completamente indipendente, rivela la vibrazione omkara che designa Se stesso. Il Brahman, il Paramatma e Bhagavan sono le tre forme che Egli manifesta.
Le tre lettere che compongono l’omkara – a, u, m – rappresentano in modo specifico rispettivamente i tre nomi Hari, Krsna e Rama. Il nome Hari non è differente da Hari la persona. La Sua forma eterna, la svarupa, è conosciuta come vacya, ed il nome trascendentale di Hari è conosciuto come vacaka. Queste due forme, vacya e vacaka, esaudiscono tutti i tipi di desideri.
Nel Caitanya-bhagavat è scritto:
hare krsna hare krsna krsna krsna hare hare
hare rama hare rama rama rama hare hare (30)
Sri Caitanya Mahaprabhu disse: cantate tutti questo maha-mantra che vi ho dato, tenendo il conto preciso. Tutti, con questo canto, otterranno ogni perfezione. Non esistono altre regole o regolamenti, ad eccezione di cantare costantemente.
Il Naradiya Purana, citato nel Bhakti-rasamrta-sindhu, afferma:
sad-dharmasyavabodhaya
yesam nirbandhini matih
acirad eva sarvarthah
siddhaty esam abhipsitah (31)
Coloro che sono risoluti nel voler conoscere la Verità Assoluta, tra tutti gli oggetti dei desideri, ottengono rapidamente la perfezione.
Coloro che cantano il nome di Krsna con forte attaccamento ottengono in breve tempo il frutto dell’amore per Dio.
Nell’Hari-bhakti-vilasa è scritto:
tulasi kastha ghatitair manibhir japamalika
sarvakarmani sarvesam ipsitartha-phala-prada
gopucchasadrsi karya yad va sarpakrtih subha
tarjanya na sprsat sutram kampayen na vidhunayet
angustha-parva-madhya-stham parivarttam samacaret
na sprset vama-hastena kara-bhrastam na karayet
bhuktau muktau tatha krstau madhya-mayam japet sudhih (32)
Il japa fatto di tulasi o di pietre preziose esaudisce tutti i desideri. Quelli fatti a forma di coda di mucca o di serpente danno addirittura risultati ancora migliori. Non si deve toccare il mala con l’indice. Uno non dovrebbe neanche scuotere o ruotare il japa. Si deve cambiare direzione tenendo le perline fra il pollice ed il medio. Non si dovrebbe mai prendere il japa con la mano sinistra o farlo cadere dalle proprie mani. Coloro che aspirano alla liberazione, ai piaceri materiali o all’avanzamento nella conoscenza cantano sul dito medio.
Le regole per il canto descritte nell’Hari-bhakti-vilasa sono le seguenti:
manah samharanam saucam
maunam mantrartha-cintanam
avyagratvam anirvedo
japa-sampatti-hetavah (33)
La purificazione del cuore è necessaria per ottenere l’attenzione. Ciò vuol dire rimanere in silenzio – cioè evitare discorsi negativi. Mentre si canta si deve ricordare con affetto il significato del mantra. Stabilità, pazienza e attaccamento al canto sono le ricchezze del canto.
Sri Gopala Guru Gosvami spiega il significato del nome con queste parole:
vijnapya bhagavat-tattvam cid-ghanananda-vigraham
haraty avidyam tat karyam ato harir iti smrtah
haraty sri-krsna-manah krsnahlada-svarupini
ato harety anenaiva sri-radha parikirtita
anandaika-sukha-svami syamah kamala-locanah
gokulanandano nanda-nandanah krsna iryate
vaidagdhi sara-sarvasvam murti-liladhidaivatam
radhikam ramya-nityam rama ity abhidhiyate (34)
La Personalità di Dio, che ha una forma eterna di conoscenza e felicità infinite, si è manifestato nel Suo nome. Egli porta via l’ignoranza e le attività che la riguardano, perciò i devoti Lo ricordano come Hari. Sri Radha, che è la potenza interna della felicità del Signore, cattura la mente di Krsna. Lei è dunque glorificata come Hara. La forma vocativa di Hara è Hare.
Sri Krsna è l’eterno amato di Radha, che è la felicità personificata. Il bellissimo figlio scuro di Nanda, che ha gli occhi come i petali del loto, è l’unica fonte di felicità per i residenti di Gokula. Egli è perciò conosciuto come Krsna. I nomi Hare e Krsna significano pertanto Radha e Krsna e sono pieni di eternità, conoscenza e felicità.
Sri Krsna, che è il numero uno tra gli esperti di relazioni amorose e l’adorabile divinità dei passatempi amorosi, prova sempre piacere con Radha. Egli è chiamato perciò Rama (Radharamana Rama).
Il canto del maha-mantra Hare Krsna è la glorificazione di Radha e Krsna. Mentre si canta incessantemente, uno dovrebbe ricordare i Loro passatempi sublimi.
Il Brhan-naradiya Purana stabilisce a questo proposito:
harer nama harer nama harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha (35)
In quest’età di discordia e ipocrisia, l’unico mezzo di liberazione è il canto dei santi nomi del Signore. Non c’è altro modo, non c’è altro modo, non c’è altro modo.
Abbandonate tutti gli altri tipi di pratiche religiose e tutte le attività interessate, perché il santo nome è l’unica pratica essenziale. Non esiste, in Kali-yuga, nessun altro obiettivo che valga la pena prefiggersi.
Il Bhagavat-nama-kaumudi cita i Purana come segue:
naktam diva ca gatabhir jita-nidra eko
nirvinna iksitapatho mita-bhuk prasantah
yady acyute bhagavati sva-mano na sajjen-
namani tad rati karani pathed vilajjah (36)
Se la vostra mente non è fissa sul ricordo di Krsna, allora cantate quei nomi principali (quali Krsna e Govinda) che accrescono l’attaccamento per Lui. Cantate giorno e notte senza paura o vergogna, vincete il sonno, distaccatevi dalle attività mondane, mangiate in modo semplice e cercate sempre in uno stato di tranquillità la via della verità spirituale.
Lo Srimad Bhagavatam (6.3.22) afferma:
etavan eva loke ‘smin
pumsam dharmah parah smrtah
bhakti-yogo bhagavati
tan-nama-grahanadibhih (37)
Il servizio di devozione, che inizia dal canto del santo nome di Krsna, per l’entità vivente è il principio religioso più elevato della società umana.
Il ricordo dei passatempi di Krsna: se si ricorda il kunja- bhanga-lila (quando Radha e Krsna si separano dopo i passatempi nella foresta) sul finire della notte, si gustano i passatempi intimi di Radha e Krsna.
La Govinda-lilamrta dice:
ratryante trastavrnderita bahu-vira-vaibodhitau kirasari
padyair-hrdhyair api sukha-sayanad-utthitau tau sakhibhih
drstau hrstau tadatvoditarati-lalitau kakkhatigih sasankau
radha-krsnau satrsnav api nija-nija dhamnyapta talpau smarami (38)
Sul finire della notte, Vrnda, impaurita dal sopraggiungere del giorno, spinse il pappagallo e la myna a destare Sri Sri Radha e Krsna dal Loro sonno. Nonostante gli uccelli cantassero dolcemente, il loro canto non era piacevole perché svegliava Radha e Krsna. Le sakhi osservavano da una certa distanza la coppia svegliarsi, avevano entrambi un aspetto molto affascinante dovuto all’amore profondo e all’affetto che in quel momento condividevano. Diffidando della voce della scimmia, Kakkhati, e desiderosi di rimanere insieme, Si guardarono a lungo. Poi riluttanti, Radha e Krsna, Si diressero alle Loro rispettive dimore dove, senza far rumore, Si coricarono nei propri letti.
Adoro Radha e Krsna con il ricordo di questo passatempo. Ricordate questo passatempo e cantate il nome di Krsna: otterrete il tesoro del krsna-prema e il dhama di Krsna.
Termina così il Prathama-yama Sadhana dello Sri Bhajana- rahasya.
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