Ajnanika

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Ajnanika: l’agnosticismo, secondo cui la Verità non ci è concessa di conoscere

 
 
 
2) L’Ajnanika (l’agnosticismo)
 
Abbiamo notizie dal Dighanikaya (importante testo buddhista) che all’epoca del Buddha, a Magadha, viveva un filosofo di nome Sanjaya (o Sanjayin) Vairattiputra. In seguito i suoi seguaci furono chiamati Ajnanika, o assertori della Ajnana-vada, la dottrina della non-conoscibilità delle cose.
 
La caratteristica principale di costui era che quando gli venivano rivolte domande di carattere filosofico vertenti sull’esistenza o meno dello spirito, della realtà di Dio e questioni del genere, si rifiutava di rispondere e affermava che a riguardo nulla di certo poteva essere detto.
 
Il suo schema era diviso in quattro punti. Egli sosteneva che non
 
 
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si poteva dire
 
1. se era così,
 
2. se non era così,
 
3. se lo era e non lo era allo stesso tempo,
 
4. se non era in questo modo e nemmeno in quest’altro. In questa maniera viene elusa qualsiasi enunciazione che
 
riguardasse argomenti che fossero al di là dell’esperienza sensoriale. In parole povere, tutto ciò che non si può vedere e toccare forse esiste, forse no, comunque noi non siamo in grado di dirne nulla.
 
Secondo gli Ajnanika qualsiasi affermazione positiva o negativa
 
è condizionata da una preferenza o da una avversità del soggetto giudicante e dunque non possiamo mai essere certi che il verdetto sia privo di errori. E qualsiasi giudizio che pecchi di esattezza provoca un turbamento dello spirito e un’instabilità della capacità di giudizio. Solo la verità ci fa rimanere in uno stato di pace interiore, per cui ciò che non può essere affermato con certezza non deve essere detto affatto. Gli Ajnanika bandivano anche le discussioni che erano tanto in voga in quel periodo, poiché provocavano amicizie e ostilità in un meccanismo di dualità in cui ogni cosa avrebbe sempre condotto al suo opposto.
 
Il saggio non deve mai permettere a nulla e a nessuno di scuotere la propria imperturbabilità e dunque è necessario astenersi da ogni affermazione.
 
Nulla può essere detto né negato, la conoscenza è un dono di cui l’uomo è privo.
 

 

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