Anukramanika Parva
Adhyaya 1
L’arrivo di Sauti
नारायणं नमस्कृत्य नरं चैव नरॊत्तमम
देवीं सरस्वतीं चैव ततॊ जयम उदीरयेत
narayanam namaskritya
naram caiva narottamam
devim sarasvatim caiva
tato jayam udirayet
Prima di recitare questo Maha-bharata, grazie al quale possiamo ottenere la vittoria, offriamo rispettosi omaggi alla Personalità di Dio, Narayana, a Nara Narayana Rishi, l’essere umano supremo e a madre Sarasvati, la dea dell’apprendimento.
Vyasadeva:
L’originale oratore del Maha-bharata è Krishna Dvaipayana Vyasa. È anche colui che ha dettato a Ganesha ciò che il suo discepolo, Vaishampayana, avrebbe narrato al re Janamejaya.
Questa è la genealogia di Vyasadeva: Brahma – Vasistha – Saktri – Parasara – Vyasa.
La storia della sua nascita sarà raccontata in seguito con molti dettagli.
Troviamo questo stesso verso, con l’omissione della parola “vyasam”, nello Srimad-Bhagavatam (1.2.4). Al riguardo di questo versetto Srila Prabhupada dice:
Tutte le letterature vediche e i Purana hanno lo scopo di conquistare la regione più oscura dell’esistenza materiale. L’essere vivente è in uno stato di dimenticanza della sua relazione con Dio a causa del suo essere eccessivamente attratto dalla gratificazione dei sensi materiali da tempo immemorabile. La sua lotta per l’esistenza nel mondo materiale è perpetua e non gli è possibile uscirne facendo progetti. Se vuole vincere questa lotta perpetua per l’esistenza, deve ristabilire la sua relazione eterna con Dio. Chi vuole adottare tali misure correttive deve rifugiarsi in letterature come i Veda e i Purana. Le persone stolte dicono che i Purana non hanno alcun legame con i Veda. In realtà i Purana sono spiegazioni supplementari dei Veda destinate a diversi tipi di uomini. Gli uomini non sono tutti uguali. Ci sono uomini guidati dalla bontà, altri guidati dalla passione e altri ancora dall’ignoranza. I Purana sono così ricchi di argomenti che qualsiasi genere di uomini può trarne vantaggio e riguadagnare gradualmente la posizione perduta fino a uscire dalla dura lotta per l’esistenza. Srila Suta Gosvami mostra il modo di recitare i Purana. Ciò può essere eseguito da tutti coloro che aspirano a diventare predicatori delle Scritture vediche e dei Purana. Lo Srimad-Bhagavatam è il Purana immacolato ed è pensato specialmente per coloro che desiderano uscire permanentemente dal groviglio materiale.
Nara Narayana Rishi:
Nara e Narayana sono forme personali dirette del Signore Supremo (Srimad-Bhagavatam, 12.8.35).
Altre informazioni tratte dallo stesso libro.
turye dharma-kala-sarge
nara-narayanav Rishi
bhutvatmopasamopetam
akarod duscaram tapah
“Nella quarta incarnazione, il Signore divenne Nara e Narayana, i figli gemelli della moglie del re Dharma. Questi intrapresero penitenze severe ed esemplari per controllare i sensi.” (Srimad-Bhagavatam 1.3.9).
Spiegazione di Srila Prabhupada.
Nello stesso modo col quale il re Rsabha consigliò ai Suoi figli il tapasya, ovvero l’accettazione volontaria della penitenza per la realizzazione della trascendenza quale unico dovere dell’essere umano, così ha operato il Signore in modo di fornirci un insegnamento esemplare. Il Signore è molto gentile con le anime che hanno perduto la memoria. Lui stesso lascia le istruzioni necessarie. Invia anche i Suoi figli come rappresentanti per richiamare a Dio tutte le anime condizionate. Recentemente, come tutti rammentano, anche Sri Caitanya è apparso per lo stesso scopo: accordare un favore speciale alle anime cadute di questa età del ferro. L’incarnazione di Narayana è ancora venerata a Badari-narayana, sulla catena dell’Himalaya.
Sarasvati: essendo Sarasvati la Dea della conoscenza e dovendo spiegare un libro difficile come il Maha-bharata è più che appropriato chiederLe benedizioni.
Un giorno i grandi saggi che compivano difficili austerità erano presenti al sacrificio diretto di Kulapati Saunaka che sarebbe durato dodici anni. Mentre erano comodamente seduti a Naimisharanya, il figlio del Rishi Lomaharshana, Ugrasrava, da tutti conosciuto come Sauti, erudito nei Purana, venne da loro accolto con grande umiltà.
Ugrasava, Sauti, Suta e Suta Gosvami sono nomi diversi della stessa persona, il figlio di Lomaharshana o Lomaharshana. Ugrasrava significa “colui che ha una voce potente”, un grande maestro spirituale.
Sauti significa figlio di un Suta, una classe di storici professionisti. Non pienamente appartenenti alla classe dei Brahmana, costituivano una classe mista composta da una donna brahmana e un uomo Ksatriya. Fu per questo motivo che Vyasa non affidò a Lomaharshana uno dei Veda che doveva essere consegnato solo a Brahmana di puro lignaggio. Vyasa affidò a Lomaharshana gli Itihasa e i Purana. Suo figlio Ugrasrava seguì il percorso del padre.
Altre informazioni sulla classe dei Suta.
Un Suta è il figlio di un matrimonio pratiloma tra un maschio Ksatriya e una femmina brahmani. Pratiloma significa “inverso”. Il Manu Smriti afferma che una ragazza di casta superiore non dovrebbe sposarsi con un appartenente di una casta inferiore. Tuttavia altri tipi di matrimoni non erano proibiti. L’idea che la casta Suta fosse di basso rango è sbagliata. L’intero Yadu Vamsa vi apparteneva poichè proveniva da un matrimonio tra Yayati, uno Ksatriya e Devayani, una Brahmani. Tuttavia il Suta è considerato inferiore alla pura classe dei Brahmana. Questo è il motivo per cui Vyasadeva non affidò nessuno dei Veda a Lomaharshana. I Suta possono ricoprire vari ruoli che vanno dai doveri dei Brahmana a quelli di uno Ksatriya, Lomaharsana era uno storico, Atiratha guidava carri da guerra.
Il figlio di Lomaharshana, Ugrasrava, da noi meglio conosciuto come Suta Gosvami, sedeva sul vyasasana di fronte alle personalità più importanti, i Brahmana dell’epoca.
Chiameremo questa importante personalita’ puranica Sauti perche’ cosi’ lo chiama il testo originale.
Purana: libri di storia antica.
Voti rigidi: il verso dice, samsita-vratah, ovvero “avendo preso voti severi”.
Kulapati, noto anche come Saunaka Rishi.
Kulapati è un nome generico che si riferisce al maestro di un gruppo o di una scuola. Saunaka Rishi era il capo dei saggi di Naimisharanya.
Naimisharanya: Aranya significa foresta. I saggi si erano ritirati in un luogo appartato per non essere disturbati dalle persone mondane. Vedremo in seguito perchè la foresta fu chiamata Naimisha.
Desiderosi di ascoltare le sue meravigliose storie, gli asceti si rivolsero a colui che era giunto al loro eremo di Naimisharanya.
Il piacere e la necessità di ascoltare storie spirituali sono tratti comuni nella letteratura vedica. Quasi tutte le scritture filosofiche sono caratterizzate da qualcuno che pone domande e qualcun altro che risponde. Il piacere di fare domande e ascoltare risposte è un sintomo di salute spirituale. Spesso osserviamo che quando qualcuno non fa domande è perche’ o non legge le scritture, o le legge senza comprenderle o non è particolarmente interessato ad esse. In qualsiasi caso questa persona non è qualificata per un’iniziazione brahminica.
Il risultato di porre buone domande e ottenere buone risposte è il fattore che favorisce la stesura di testi come il Maha-bharata, lo Srimad-Bhagavatam e la Bhagavad-gita.
Dopo essere stato accolto con il dovuto rispetto da quei santi Rishi, Sauti, a mani giunte, chiese loro come procedevano le loro penitenze.
Dopo che i Rishi ebbero preso posto, il figlio di Lomaharshana si sedette sul seggio a lui assegnato.
Le domande dei saggi
Vedendo che Sauti era comodamente seduto e notando che si era riposato dalle fatiche del viaggio, uno dei Rishi iniziò la conversazione, dicendo:
Il Rishi:
Da dove vieni, o Kamalapatraksa e dove hai trascorso il tuo tempo? Dimmi. Te lo chiedo.
Il Rishi chiese a Sauti i particolari dei suoi viaggi. Erano tutti ansiosi di sapere, perchè tutto ciò che un santo fa, pensa o dice è sempre spiritualmente importante.
Kamalapatraksa, Sauti, che aveva occhi simili ai petali del fiore di loto.
Interrogato in tal modo, l’abile oratore Sauti diede a quella grande assemblea di Rishi contemplativi una risposta giusta e adeguata con parole adatte alla loro natura.
La parola bhavitatmanam si riferisce al fatto che si dovrebbe usare un linguaggio e un tono compatibili sia ai temi trattati che alla qualità degli ascoltatori. Una cosa è parlare di un testo come il Maha-bharata di fronte a saggi avanzati e un’altra è parlare dello stesso o di altro di fronte a persone comuni.
Sauti rispose:
Ho ascoltato le sacre e meravigliose storie composte nel suo Maha-bharata da Krishna Dvaipayana, che furono recitate integralmente da Vaishampayana al sacrificio dei serpenti celebrato dall’anima nobile del re Janamejaya, figlio di Pariksit.
Vaishampayana: fu uno dei principali discepoli di Vyasadeva, insieme ad Asita, Devala, Sumantu, Jaimini, Paila e alcuni altri.
Janamejaya: Sauti chiama Janamejaya mahatma, che vuole dire anima nobile.
Genealogia di Janamejaya partendo da Sri Vishnu:
Brahma – Atri – Candra – Budha – Pururavas – Ayus – Nahusa – Yayati – Puru – Janamejaya – Pracinvan – Pravira – Namasyu – Vitabhaya – Sundu – Bahuvidha – Samyati – Rahovadi – Raudrasva – Matinara – Santurodha – Dusyanta – Bharata – Suhotra – Suhota – Gala – Garda – Suketu – Brhatksetra – Hasti – Ajamidha – Rsa – Samvarana – Kuru – Jahnu – Suratha – Viduratha – Sarvabhauma – Jayatsena – Ravyaya – Bhavuka – Cakroddhata – Devatithi – Riksha – Bhima – Pratica – Santanu – Vyasa – Pandu – Arjuna – Abhimanyu – Pariksit – Janamejaya.
Quest’ultimo era figlio di Pariksit e di sua moglie Madravati. Vapustama, figlia di Suvarnavarman, re di Kasi, era la moglie di Janamejaya. Da loro nacquero due figli: Satanika e Sankukarna.
Dopo aver viaggiato molto, visitando differenti acque sacre e santuari benedetti, sono stato nel paese venerato dai Dvija, chiamato Samanta Pancaka, dove tempo addietro si era combattuta la battaglia tra i figli di Kuru e di Pandu, con gli eserciti schierati uno di fronte all’altro guidati dai loro capi.
Dvija: nato due volte. La prima nascita è quella fisica, la seconda quella spirituale attraverso l’iniziazione alla saggezza vedica.
Samanta Pancaka: daremo maggiori informazioni su Samanta Pancaka più avanti in questo libro.
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