Buddha e Buddhismo
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Data: Thu, 13 Sep 2001 13:00:57 +0200 Da:
Oggetto: Buddismo e Vaishnavismo Carissimo Prabhu,
recentemente ho avuto l’occasione di visitare un centro buddista tibetano e seguire alcune lezioni sulla filosofia mahayana. Ho trovato molte cose in comune con quella vaishnava eccetto che per la parte impersonalista.
Non riesco a capire come vedano Dio! Un’energia cosmica o cosa? Ma se Dio e’ onnipotente perche’ non puo’ avere un nome e una personalita’?
Adesso mi e’ venuto anche un dubbio, e’ giusto interessarsi ad altre filosofie avendo una forte “simpatia” per quella vaishnava. Il Buddha dice di dubitare sempre finche’ uno non ha realizzato con la propria esperienza.
In casa ho anche dei piccoli Buddha e qualcuno vicino a delle immagini di Krsna. Penso che avere tante “figure” in cui credere sia come non averne ma date le molte affinita’ che ho rilevato ritenevo giusto averle in casa per ricordarmi sempre le cose positive della vita.
Il Buddha e’ riconosciuto dalla filosofia vaishnava?
Grazie. Marco Hare Krsna
Risposte
Risposta a “Buddismo e Vaishnavismo” settembre 2001
Intanto volevo scusarmi per il ritardo con cui ricevi questa risposta. Avrai visto sul nostro Forum che siamo in procinto di traslocare. Ma i vostri interventi ci fanno sempre piacere, anche se magari poi tardiamo un po’ a rispondere. Tra un paio di mesi tutto si normalizzera’.
Entriamo nel merito delle tue domande.
recentemente ho avuto l’occasione di visitare un centro buddista tibetano e seguire alcune lezioni sulla filosofia mahayana. Ho trovato molte cose in comune con quella vaishnava eccetto che per la parte impersonalista. Non riesco a capire come vedano Dio! Un’energia cosmica o cosa? Ma se Dio e’ onnipotente perche’ non puo’ avere un nome e una personalita’?
Ci sono molte differenze, non solo quella. Certamente la visione di Dio che i buddhisti hanno e’ quella che balza maggiormente all’attenzione. Pero’ se si vuole fare un discorso serio va detto che al presente non esiste una teoria unica nell’ambito buddhista. Ci sono numerosi movimenti piccoli o grandi che si identificano e si rifanno al buddhismo. Qualcuno fedele al messaggio originale, altri meno. Ma non e’ una cosa nuova, questa. Anche nel cristianesimo e persino nel Vaishnavismo ci sono numerosi diramazioni che la pensano nei modi piu’ diversificati e certe volte persino contrastanti.
Siccome pero’ quando si vuole ragionare un punto di riferimento bisogna averlo, ti esporro’ il punto di vista del buddhismo classico.
Loro non credono che ci sia un Dio, e quindi non c’e’ nessuno che dobbiamo raggiungere. Il fulcro della loro ricerca e’ l’uomo stesso, che e’ al centro dell’esistenza. Il maestro (tathagata), come ad esempio il Buddha e gli altri, insegna la via, che poi però deve essere percorsa dallo studente, cioè da ognuno di noi. Da questo punto diparte un complesso sistema filosofico tutto da discutere.
Non e’ propriamente corretto dire che il buddhsimo e’ un sistema impersonalista, in quanto il buddhista classico non crede che all’origine ci sia nessuna sostanza, ma che la creazione sia un vuoto (shunya). I sistemi impersonalisti (advaitavada, mayavada e altri) potrebbe essere visti come provenienti dal buddhismo, ma bisogna fare una operazione strettamente filosofica perche’ questa tesi sia visibile. A prima vista il buddhismo, non accettando l’idea della presenza di un Dio, viene definito come un sistema ateistico, mentre gli advaitavadi sostengono che l’Ente supremo sia composto dalla moltitudine di essenze spirituali tutte assieme.
Dunque fra i buddhisti e i cosiddetti “impersonalisti” c’e’ una differenza.
Adesso mi e’ venuto anche un dubbio, e’ giusto interessarsi ad altre filosofie avendo una forte “simpatia” per quella vaishnava. Il Buddha dice di dubitare sempre finche’ uno non ha realizzato con la propria esperienza.
In casa ho anche dei piccoli Buddha e qualcuno vicino a delle immagini di Krsna. Penso che avere tante “figure” in cui credere sia come non averne ma date le molte affinita’ che ho rilevato ritenevo giusto averle in casa per ricordarmi sempre le cose positive della vita.
Su questo punto che dire: come si puo’ consigliare a una persona di togliere immagini di qualcuno perche’ espone una filosofia discordante? E’ una cosa che devi decidere tu. Certamente negli asrama, cioe’ nei luoghi dove si coltiva la coscienza di Krishna secondo i canoni Gaudiya Vaishnava non trovi immagini del Buddha, cosi’ come nelle moschee
musulmane o nelle chiese cristiane non trovi immagini di Krishna.
Il Buddha e’ riconosciuto dalla filosofia vaishnava?
Si’, certamente. Trovi il nome del Buddha nello Srimad- Bhagavatam tra le principali incarnazioni di Vishnu. Al riguardo c’e’ una storia abbastanza interessante che ha procurato ampi dibattiti e discussioni. Non tutti i Maesrti Vaishnava accettano l’idea che il Buddha Sakya Muni che conosciamo sia lo stesso menzionato nel Bhagavatam. Ho letto un libro abbastanza convincente che sostiene appunto che i due personaggi siano diversi. Io trovo la cosa interessante.
Manonatha Dasa (ACBSP)
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Domanda
Ho letto la seguente discussione
dalla quale ho estratto la parte conclusiva,
“Trovi il nome del Buddha nello Srimad-Bhagavatam tra le principali incarnazioni di Vishnu. Al riguardo c’e’ una storia abbastanza interessante che ha procurato ampi dibattiti e discussioni. Non tutti i Maestri Vaishnava accettano l’idea che il Buddha Sakya Muni che conosciamo sia lo stesso menzionato nel Bhagavatam. Ho letto un libro abbastanza convincente che sostiene appunto che i due personaggi siano diversi. Io trovo la cosa interessante”
che secondo me necessita di qualche chiarimento, per essere compresa al meglio.
Anche io trovo il discorso molto interessante, ma appunto, non ho mai avuto la possibilità di approfondirlo.
Lo Srimad-Bhagavatam sembra molto chiaro, cita chiaramente il nome del Buddha, ma nell’ ambiente dei devoti qualcuno sostiene che il Buddha del Bagavatam non è lo stesso personaggio storico fondatore del Buddhismo.
Secondo me solo una persona potenziata da Krishna stesso, quindi un Saktiavesa Avatara, o addirittura un Vishnu Avatara, avrebbe potuto fare quello che ha fatto il Buddha, ossia fermare la classe bramhinica vedica di casta, con tutto il loro potere, e far conseguentemente prosperare l’ ateismo, fino all’ arrivo di un altro Avatara, Sankaracarya.
Quindi trovo accettabile la possibilità che il Buddha del Bhagavata sia lo stesso personaggio storico. Ma sono in molti a pensarla diversamente, anche se non ho mai capito su quali basi poggino le loro convinzioni.
Ora tu parli di un libro abbastanza convincente che tratta questa possibilità, anche se secondo me è impossibile stabilire al 100% cosa accade 5000 anni fa, quando è stato messo per iscritto il Bhagavatam, e 2500 anni fa, quando è nato il Buddha, perché mancano le prove, e quindi tutto si basa su qualche indizio.
Quello che ti chiedo é:
Come si intitola il libro e chi è l’ autore?
E’ stato tradotto anche in italiano?
Potresti descrivere brevemente quali argomenti tratta? Srila Prabhupada e la Guruparampara cosa dicevano al riguardo?
Grazie infinite. Govinda Dasa
Risposta
E’ un argomento piuttosto vasto. Diro’ solo qualcosa.
Il libro si chiama “Vaishnava Vijaya” ed e’ tratto da un testo originale chiamato Mayavader Jivani di Bhakti Prajnana Keshava Maharaja, che e’ colui che ha dato sannyasa a Srila Prabhupada, un suo confratello.
E’ un libro che ho letto tanti anni fa e siccome non ce l’ho con me (purtroppo quando si cambiano cosi’ tanti posti si perdono le cose) non posso essere piu’ preciso.
La tesi di Keshava Maharaja si basa sui testi sacri stessi, da cui si possono certamente conoscere gli avvenimenti di millenni orsono.
Egli fa notare che i nomi dei padri e delle madri differiscono, il luogo di nascita anche, la storia stessa e’ cosi’ diversa da non lasciare spazio a interpretazioni.
Lo scopo anche delle due personalita’, secondo Keshava Maharaja, e’ diverso.
Il Buddha Siddhartha va a Gaya per trovare l’illuminazione perche’ e’ il luogo di apparizione del Buddha Vishnu Avatara, apparso in quel luogo mille anni prima di lui. Buddha Siddhartha invece e’ nato in Nepal e non a Gaya, che e’ in India. Infatti per questo era anche chiamato “Sakyamuni”, poiche’ il suo regno era chiamato Sakya.
Pare cosi’ che l’unica cosa che sia la stessa sia il nome, il quale e’ pero’ piu’ un titolo che un nome proprio. Infatti la parola buddha viene dalla radice “budh” che vuol dire risvegliarsi. Ogni saggio realizzato puo’ a ragione essere chiamato “Buddha”.
Casi di omonimia che hanno fatto storia non sono pochi nella storia vedica. Ad esempio ci sono due Kapila ben diversi l’uno dall’altro. Ci sono anche due Nimbarkacarya diversi tra loro. Quando la storia va indietro di tanti millenni queste circostanze sono inevitabili.
Dai nostri Acarya viene un riconoscimento dello status del Buddha Siddhartha. Infatti Srila Prabhupada ne ha apprezzato l’opera riconoscendogli il merito di aver in qualche modo denunciato e fermato la degradazione dell’epoca. Inoltre di aver contribuito a fermare la mattanza di animali.
Il libro e’ solo in inglese.
Tratta principalmente – ma non solo – del mayavadismo come filosofia opposta e contraria al vaishnavismo. Ovviamente affronta – molto bene a parer mio – le varie questioni filosofiche stabilendo la vittoria (vijaya), cioe’ la superiorita’, del vaishnavismo sull’eresia impersonalista.
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