Tattva Sandarbha di Jiva Gosvami in Italiano – Argomento Quattordicesimo – La natura materiale ha la funzione di educare le anime

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Argomento Quattordicesimo – La natura materiale ha la funzione di educare le anime

Bhagavan non vuole ritirare il Suo favore da Maya che, rendendo possibile la creazione, è Sua devota da tempo immemorabile.

Il lavoro dei carcerieri può non essere dei più simpatici, ma la prigione rimane necessaria. Coloro che vogliono l’indipendenza vengono affidati alla carceriera Maya per una rieducazione. Dunque è un servizio che Gli viene reso, per il quale il Signore prova riconoscenza.

Ma in cuor Suo Egli desidera che le anime spirituali si dirigano all’interno di loro stesse, anche se solo per paura di Maya, per cui dà istruzioni.

Jiva Gosvami menziona il celebre verso daivi hy esa gunamayi (Bhagavad-gita 7.14), in cui Krishna spiega ad Arjuna (e a tutti noi) l’impossibilità di vincere Maya con le proprie forze e suggerisce il solo modo praticabile: la prapatti, la sottomissione di se stessi alla Suprema Personalità di Dio. E subito dopo non manca di specificare meglio cosa s’intende per sottomissione e come attuarla. A questo fine, utilizza il versetto dello Srimad-Bhagavatam 3.25.25, nel capitolo in cui Kapila Muni istruisce Sua madre Devahuti.

“Nell’associazione dei puri devoti, le discussioni dei passatempi e delle attività della Suprema Personalità di Dio sono molto piacevoli e soddisfacenti all’orecchio e al cuore. Coltivando tale conoscenza, gradualmente si avanza lungo il sentiero della liberazione. E quando tale liberazione è raggiunta, l’attrazione all’ascolto diventa sempre più forte. Questo è l’inizio della vera devozione e del puro servizio devozionale.”

Il verso seguente è altrettanto istruttivo e getta una luce laddove ci sia rimasto del buio.

“Così, coscienziosamente impegnato nel servizio devozionale in compagnia dei devoti e pensando costantemente alle attività del Signore, il praticante sente sorgere in sé il disgusto per la gratificazione dei sensi, sia in questo mondo che nel successivo. Questo processo della coscienza di Krishna è il metodo più facile per sviluppare poteri mistici; quando uno è situato saldamente sul sentiero del servizio devozionale, è capace di controllare la mente.”

Quindi, è solo attraverso il servizio devozionale che è possibile trascendere Maya e liberarsi dalle sue tragedie.

Nella parte finale della sezione trentatré, Gosvami Maharaja si pone una domanda, rispondendosi subito dopo.

La domanda:
Se Maya è una sakti, e una sakti altro non è che la capacità di svolgere una funzione (che è un altro attributo), come potete parlare di lei come qualcuno che prova imbarazzo, ecc.?
La risposta:
Troviamo menzione nelle sruti della divinità che presidenzia la sakti, la quale risiede dentro Bhagavat. Esempio di ciò è nel dialogo tra Indra e Maya, che apprendiamo dalla Kena Upanisad…

In altre parole, le sakti del Signore sono divinità personali, per cui è del tutto normale che provino sentimenti ed emozioni.

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