A proposito d’incontri interreligiosi…

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Mar 292015

A proposito d’incontri interreligiosi…

Presenze e proposte concrete per il dialogo

(da Movimento ISKCON di luglio-agosto 2004)

“Dove eravate finiti voi Hare Krishna?

di Parabhakti das

Recentemente ho partecipato ad una serie di incontri, che avevano lo scopo di condividere punti di vista diversi, offerti da spiritualisti provenienti da differenti scuole filosofiche, su temi di grande attualità, quali: i diritti umani e civili, la questione ambientale, le vie della pace. Aspirazione di tutti i relatori (Cristiani, Protestanti, Musulmani, Baha’i, Buddisti) era quella di trovare posizioni in accordo, parentele filosofiche, unione insomma, che consenta di gettare le basi per futuri meeting ed iniziative, atte a proporre alla gente, concrete alternative di pensiero e di azione, offerte da credenti.

L’intento è oltremodo lodevole, e da tutti sono emersi una serie di buoni propositi, uniti ad atteggiamenti d’apertura e di cortesia, ma, purtroppo la visione che ci ha dato Srila Prabhupada, ossia progettare i nostri pensieri ed azioni ponendo Krishna, Dio, al centro d’ogni atto, sembrava spesso dimenticata. Diffondere il concetto di una vita semplice e di un pensiero elevato relazionato a Dio, è l’unico modo per risolvere le turbe relazionali tra gli esseri viventi, conseguenti all’errata interpretazione dei fini della vita umana. A volte, però, sembra quasi che Dio sia sì importante nella vita ma che, per risolvere i grandi problemi esistenziali, ci sia bisogno di qualcosa di più “pratico”. Mentre ascoltavo, continuavo a ringraziare mentalmente Srila Prabhupada per averci aperto gli occhi; contemporaneamente, l’urgenza di trasmettere il punto di vista vedico alla società e a tutti gli uomini credenti delle diverse religioni, mi creava ansietà.

Arrivato il turno del pubblico, mi sono presentato come devoto di Krishna partecipe a titolo personale e ho esposto brevemente alcuni concetti basilari della nostra filosofia, quali l’unicità di Dio, che Si manifesta con forme e nomi differenti per facilitare il risveglio dell’amore per Lui e per tutti gli esseri, il rispetto per ogni entità vivente e le caratteristiche che dovrebbe avere chi guida la società. Sono aspetti primari ed essenziali della coscienza di Dio, che i devoti conoscono benissimo, ma in quell’assemblea hanno avuto lo stesso effetto di una bomba. Il moderatore ed organizzatore degli incontri mi ha chiesto subito dopo: “Ma… Dove eravate finiti voi Hare Krishna? Come facciamo a contattarvi? Siete disponibili a partecipare in futuro ad eventi di questo genere?”
“Certo”, ho risposto, a titolo personale ma anche a nome di tutti i devoti che vorranno intervenire.

Ho anche consegnato ai vari relatori una copia dell’articolo di Saunaka Rishi Prabhu sulle posizioni dell’ISKCON nei confronti delle altre religioni, unitamente ad una copia dell’articolo pubblicato sullo scorso M.I., che riassumeva la straordinaria lezione di Radhanatha Maharaja che si è tenuta a Prabhupada Desh in aprile, in occasione del Venerdì Santo cristiano.
Mentre tornavo a casa pensavo che il Signore Caitanya, Srila Prabhupada ed il nostro maestro spirituale ci hanno chiesto di aiutarli a diffondere il canto dei santi nomi e la coscienza di Krishna. Per fare ciò bisogna stare in mezzo alla gente, essere presenti ed attivi. Partecipare ad incontri nei quali si cerca un’alternativa al dilagante modo di pensare materialista, è essenziale. Il cattivo esempio e le crudeltà perpetuate in nome di Dio, oltretutto, non fanno altro che allontanare le masse dai vari sentieri spirituali, al punto che, sempre più spesso, la religione e Dio, sono guardati con sospetto, quasi fossero cose negative e apportatrici di problemi. Si sta cercando ovunque di stabilire contatti e di suggellare amicizie tra le diverse religioni. Tranne i fanatici, tutti comprendono che i disaccordi (che spesso a livello filosofico non esistono) portano solo alla guerra e all’odio, e che la battaglia da combattere non è contro gli altri credenti, ma contro l’indifferenza. Indifferenza che sta portando l’umanità verso un baratro, pieno solo di superficialità, di esteriorità, d’insoddisfazione e …di sofferenza.
Quindi, l’invito che faccio a tutti i devoti è: informatevi e partecipate a questo genere di avvenimenti.

Srila Prabhupada ha scritto più volte che la bhakti è un sentimento trasversale alle varie forme di religione, e che esse non sono che affluenti al grande fiume dell’amore per Krishna, che scorre verso di Lui. Se realizziamo queste sue sorprendenti affermazioni, e riusciamo trasferirle ad altri devoti di Dio, stimolando in loro i sentimenti propri della bhakti presenti nei differenti credi, potremmo offrire un contributo essenziale al dialogo ed alla riappacificazione, e inoltre, con la nostra presenza, daremo un segnale dell’estrema concretezza del nostro Movimento.

(da Movimento ISKCON di luglio-agosto 2004)

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