Il Signore colse questa opportunita’ e accetto’ l’invito del brahmana per andare a incontrare i sannyasi mayavadi. In realta’, questo era un piano organizzato dal Signore stesso. Il brahmana che era venuto a invitarLo sapeva che Caitanya non accettava inviti, eppure era molto ansioso di riceverLo a casa sua.
Il giorno successivo Sri Caitanya ando’ a casa del brahmana e vide che la’ erano riuniti tutti i sannyasi mayavadi. Secondo l’usanza, offrì i Suoi rispetti a tutti i sannyasi, e ando’ a lavarSi i piedi. Poi Si sedette la’, vicino al lavatoio, un po’ distante dagli altri sannyasi. Mentre Se ne stava seduto la’, gli altri sannyasi videro che dal Suo corpo emanava una luce abbagliante. Tutti i sannyasi mayavadi, attratti da quella radiosita’, si alzarono in segno di rispetto. Tra loro c’era un sannyasi di nome Prakasananda Sarasvati, che era il capo di tutti i sannyasi impersonalisti. Egli si rivolse a Sri Caitanya con grande umilta’, invitandoLo a sederSi in mezzo a loro.
“Mio caro Signore, perché stai seduto in quell’angolo sporco?” egli chiese, “per favore, vieni a sederTi con noi.”
“Appartengo a una categoria inferiore di sannyasi,” rispose Sri Caitanya, “percio’ non credo di poterMi sedere tra voi. Posso rimanere qui.” Prakasananda Sarasvati fu sorpreso di sentir pronunciare queste parole da un uomo così colto, e Lo prese personalmente per mano pregandoLo di andare a sederSi accanto a lui. Quando Sri Caitanya fu finalmente seduto in mezzo a loro, Prakasananda Sarasvati Gli disse: “Penso che Tu sia Sri Krishna Caitanya, e credo che Tu appartenga alla nostra scuola mayavada, perché hai accettato il sannyasa da Kesava Bharati che appartiene alla Sankaracarya sampradaya.”
Secondo la scuola di Sankara, ci sono dieci differenti nomi per i sannyasi. Tra essi, Tirtha, Asrama e Sarasvati sono i nomi riservati ai sannyasi considerati i piu’ colti e illuminati. Sri Caitanya era un vaisnava, percio’ era umile e mite per natura e voleva lasciare il posto migliore a Prakasananda che apparteneva alla Sarasvati sampradaya. Secondo i princìpi di Sankara, un brahmacari della scuola di Bharati e’ chiamato Caitanya. Ma Sri Krishna Caitanya Mahaprabhu, anche dopo aver accettato il sannyasa, aveva mantenuto il Suo nome di brahmacari, senza assumere il titolo di Bharati.
Prakasananda Sarasvati continuo’: “Tu appartieni alla nostra scuola di Sankara e vivi a Benares. Perché non stai insieme con noi? Per quale ragione? C’e’ un’altra cosa che vorrei dirTi — Tu sei un sannyasi, e in qualita’ di sannyasi dovresti dedicare il Tuo tempo soltanto allo studio del Vedanta; abbiamo visto pero’ che sei sempre impegnato a cantare, a danzare e a fare musica. Perché? Queste sono attivita’ adatte a persone sentimentali, emotive, mentre Tu sei un sannyasi qualificato. Perché non T’impegni nello studio del Vedanta? Dalla luce che emani, ci sembra che Tu sia il supremo Narayana, Dio, la Persona Sovrana, ma il Tuo comportamento sembra differente. Siamo dunque curiosi di sapere perché agisci in questo modo.”
“Mio caro signore, il Mio maestro spirituale Mi considerava molto sciocco,” Sri Caitanya rispose. “In un certo senso Mi ha punito dicendo che non sono adatto a impegnarMi nello studio del Vedanta perché sono molto sciocco. Mi ha dato invece il canto del mantra
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
Il mio maestro spirituale Mi ha detto: “Continua semplicemente a recitare questo Hare Krishna mantra, ed esso Ti rendera’ perfetto.”
In realta’ Sri Caitanya non era uno sciocco e non ignorava i princìpi del Vedanta, ma voleva dimostrare alla societa’ moderna che gli sciocchi che non hanno al proprio attivo penitenze e austerita’ non dovrebbero studiare il Vedanta solo a scopo ricreativo. Nel Suo Siksastaka, Sri Caitanya afferma che bisogna mantenerSi umili, considerarsi inferiori all’erba sulla strada, piu’ tolleranti di un albero, liberi da ogni senso di falso prestigio, e pronti a offrire ogni rispetto agli altri. In questo umile stato di mente e’ possibile recitare costantemente la filosofia del Vedanta o il santo nome di Dio. Il Signore voleva insegnare inoltre che uno studente di scienza trascendentale che sia veramente serio dovrebbe seguire le parole del maestro spirituale. Secondo la valutazione del maestro spirituale, Sri Caitanya sembrava uno sciocco; percio’ Gli aveva detto che non doveva applicarsi troppo nello studio del Vedanta, ma piuttosto doveva continuare a cantare l’Hare Krishna mantra. Sri Caitanya aveva obbedito scrupolosamente. In altre parole, Sri Caitanya faceva rilevare ai mayavadi l’importanza di seguire le parole di un maestro spirituale autentico. Il fatto di seguire le sue parole permettera’ di raggiungere ogni perfezione. …..
Da Sri Caitanya di Srila Prabhupada
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