Libri. Descrizione del Caitanya Mangala

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Il Chaitanya mangala si concentra su aneddoti nella vita di Chaitanya, ma ha una speciale sezione introduttiva in cui Murari Gupta discute con Damodara Pandita, narrando tre conversazioni sull’apparizione e sulla missione di Chaitanya – una tra Rukmini e Krishna, una tra Narada e Krishna, e una tra Narada e Shiva e Parvati. Nell’incontro di Narada con Shiva e Parvati, Narada racconta una conversazione molto interessante tra Uddhava e Krishna sulla Coscienza di Krishna. Uddhava chiese a Krishna cosa sarebbe successo alla gente dopo la sua scomparsa, e come sarebbe stato possibile ottenere la liberazione in Kali yuga. Krishna rispose insegnando a Uddhava la scienza spirituale, per la quale un devoto può percepire la presenza di Dio ovunque e in ogni cosa. Disse, “Ricorda sempre che io sono la vita di tutti gli esseri, la causa di creazione e distruzione, all’interno di ogni cosa ma indipendente da ogni cosa. Io sono l’acqua, la terra, gli alberi. Io sono i Deva, i Gandharva e gli Yaksha.”

Un’altra importante sezione del testo parla delle glorie del mahaprasada, iniziando da una conversazione tra Narada e Lakshmi. Narada chiese a Lakshmi del mahaprasada di Narayana, e Lakshmi gliene procurò eccezionalmente un po’, dicendo che era molto raro e difficile da ottenere. Poco dopo Narada incontrò Shiva e gli cedette un singolo granello

del mahaprasada che gli era rimasto attaccato al mignolo, e Shiva fu preso da una tale estasi e cominciò a danzare con tanta energia, che Bhumi chiese a Parvati di fermarlo. Quando Parvati venne a sapere che l’estasi di Shiva era stata causata dal contatto con il mahaprasada, desiderò intensamente ottenerne un po’ per sé stessa. Anzi, decise che avrebbe reso il mahaprasada accessibile a tutti gli abitanti dell’universo, persino agli animali. Questa storia è molto popolare a Puri, e ha guadagnato a Parvati (adorata a Puri con il nome di Vimala) l’appellativo di Kaivalya lolupini, e ha creato una delle tradizioni più forti di Puri: l’offerta del prasada di Jagannatha alla Divinità di Vimala Devi nel tempio, dopo la quale il prasada diventa mahaprasada. Dopo questa narrazione, Lochana Dasa si lancia in un’ampia glorificazione di Vimala (Durga o Katyayani), espressa da Narayana in persona, che dichiara che Hara e Gauri sono “il suo stesso sé” e poi parla dell’apparizione del Kalpataru (“l’albero dei desideri”) quando venne frullato l’oceano. In seguito, lo splendore di questo albero dei desideri apparve nella compassione manifestata da Chaitanya nella sua missione. La conversazione tra Narayana e Durga è presentata come citazione dal Padma purana, e diffusa da Prataparudra per tutto il regno.

E’ importante notare che il Chaitanya mangala inizia con un’invocazione di buon augurio a Ganesha, che distrugge tutti gli ostacoli, a Gauri e Shiva, che sono i creatori dei tre mondi e che danno la devozione a Vishnu, e a Sarasvati, che governa l’arte del discorso. Poi l’autore si inchina ai maestri spirituali, ai Deva e ai Vaishnava chiedendo le loro benedizioni perché il libro possa essere completato con successo. Poi offre il suo omaggio a Chaitanya e a tutti i suoi compagni, elencandoli uno per uno.

Il testo narra che in origine fu Rukmini a Dvaraka a suggerire a Krishna di provare a gustare la gioia dell’amore per Dio, e a quel tempo Krishna manifestò per la prima volta la forma di Gauranga allo stupefatto Narada che era venuto a trovarlo, e disse che sarebbe apparso in Kali yuga come Gauranga. Narada andò a dare la meravigliosa notizia a Uddhava, a Shiva e Parvati, e a Brahma rispettivamente. In Satya yuga Vishnu appare come Hamsa, che è bianco, in Treta come Yajna, che è rosso, in Dvapara come Krishna, che è nero, e in Kali come Gauranga, che è giallo (Bhagavata purana, 10.8.13).

Nel testo si trova anche il riferimento a un verso nel Bhagavata purana (11.5.32) considerato profetico dai seguaci di Chaitanya: krishna varnam tvishakrishnam sangopangastram parshadam, yajnaih sankirtana prayair yajanti hi sumedhasah, “Risplendente ma non nero, costituito da/ dedicato alle sillabe kri-shna, accompagnato dai suoi compagni, dalle sue emanazioni e dalle sue armi, (Dio) sarà adorato dalle

persone intelligenti attraverso il medoto del sankirtana.” Si tratta qui di una questione molto delicata, perché gli shastra affermano anche: kali yuge nama rupe krishna avatara, “In Kali yuga, Krishna discende soltanto nella forma del suo Nome”. Il punto è che in Kali yuga la gente è solitamente incapace di vedere la differenza tra un avatara autentico e un truffatore, perciò il pubblico ignorante e credulone può essere ingannato facilmente e convinto ad adorare una comune anima condizionata, o addiritura un astuto criminale che sfrutta la gente per denaro, adorazione, potere e gratificazione dei sensi.

Una delle bhaga (perfezioni) di Bhagavan, è la rinuncia o distacco, perciò Dio non ha alcun problema nel prendere la posizione del proprio devoto e insegnare alla gente come adorare Dio da un piano più umile. Dopo tutto, l’intero corpo della conoscenza vedica ha un valore oggettivo, non basato su chi l’ha affermata, ma su ciò che contiene, a causa della conoscenza e della consapevolezza che esprime. Questo è il significato del concetto di Dio nella visione vedica – decisamente diverso dalla prospettiva “storica” delle ideologie abramiche, che sono destinate al fallimento poiché mettono l’enfasi sull’adorazione al loro fondatore piuttosto che sull’applicazione pratica dei principi positivi che insegnava, specialmente riguardo all’adorazione di Dio.

Dopo l’elaborazione sullo scopo dell’apparizione di Chaitanya, Lochana Dasa procede a descrivere il mondo spirituale come fu manifestato nella visione di Narada, e l’apparizione dei compagni di Chaitanya. Apparve per primo Shiva come Kamalaksha (Advaita), poi Balarama apparve come Kuvera Pandita (Nityananda), figlio di Padmavati e Hadai Ojha. Poi Katyayani apparve come Sita, la moglie di Advaita. Lochana Dasa nomina poi di nuovo tutti i compagni di Chaitanya e in particolare Narahari Thakura, il suo maestro spirituale, che a Goloka è la gopi Madhumati. Adi, Madhya e Sesha Khanda descrivono episodi della vita di Chaitanya, in modo simile al Chaitanya Bhagavata.

 

#Caitanya Mangala 

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